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IL PENSIERO DI UMBERTO...
a cura di Umberto Pellegrini

1° settembre 2011

UN INIZIO A FARI SPENTI O NO?
Il punto sul mercato Rossonero e sulle aspettative dei tifosi e della società


Ci siamo, il calciomercato è ufficialmente chiuso e dopo i “botti” dell’ anno scorso di Ibrahimovic e Robinho, tutti si aspettavano altrettanto. Qualcuno ha sperato che arrivassero i marziani oppure una serie di fuoriclasse del calcio moderno che potessero già ad Agosto e Settembre farci vincere tutto, invece no, sono arrivati oltre ad altri giocatori, Aquilani e Nocerino. Due splendidi giocatori giovani, Italiani, nel giro della nazionale e pieni di entusiasmo per esser arrivati al Milan.
Tra i commenti dei delusi e degli entusiasti non ho notato nessuno che sottolineasse quello che a me fa impazzire di gioia quest’anno, ovvero di iniziare in Champions contro i campioni in carica del Barcellona senza tutti i riflettori puntati addosso. Se non erro prorpio il Barcellona viene continuamente elogiato per il lavoro che è stao fatto all’ interno della rosa e non per gli acquisti ad effetto.
Fabregas che è stato il sogno “proibito” di molti tifosi si materializza davanti a noi come avversario in un Barcellona perfetto e noi che senza infamia e senza lode dei commentatori sportivi metteremo in campo una formazione più semplice e più ignorata, dovremo batterci al massimo delle nostre potenzialità.
Questo per chi ama il calcio “vecchia maniera” è quasi l’apoteosi, non voglio neanche pensare se su un calcio d’angolo Nocerino prende la palla e segna, non voglio neanche pensare a che rivincita potrebbe essere nei confronti di chi si è dimenticato che il Milan è una grande squadra non solo per i nomi (che già ci sono), ma per la mentalità che l’allenatore e il suo staff sono in grado di dare ai giocatori. Il Milan si è ampiamente rinforzato in tutti i reparti in cui aveva bisogno, in difesa Mexes e Taiwo saranno indispensabili, a centrocampo i suddetti Aquilani e Nocerino, in attacco c’è un giovane che di sicuro ha molto talento come Stephan El Shaarawy che da sembra molto determinato a dare tutto per il Milan.
Personalmente non devo tessere le lodi di chi ancora non è sceso in campo in maniera determinate, ma di sicuro sono soddisfatto, il ringiovanimento e l’applicazione e dedizione in allenamento con Allegri non mancano di certo e tutto sarà fatto nel migliore dei modi.
A questo semplice ragionamento si aggiunge il fatto che non è stato ceduto nessun giocatore di rilievo e nonostante gli alti stipendi dei giocatori.
Il fatto che non si riesca a ragionare in termini sportivi, ma solo di marketing di livello medio sta proprio nel fatto che non si pone mai l’accento sul fatto che i ragazzi di Allegri a differenza dello scorso anno, si sono allenati per tutto il ritiro insieme e in molti tra cui Van Bommel, Emanuelson e Cassano faranno parte della rosa per la Champions League, inutile quindi fare paragoni con altre squadre, visto che sarà di sicuro un Milan rinnovato e rinfrescato.
L’ottimo Allegri quest’anno dovrà gestire dunque una rosa perfetta per la Serie A e di ottimo livello per la Champions League con un gruppo a lui congeniale, visto che hanno tutti un temperamento e un’ attitudine a interpretare al meglio il suo stile di gioco.
In bocca al lupo Diavolo e facci sognare anche quest’anno.



14 settembre 2011

UNA NOTTE MAGICA AL CAMP NOU…
Analisi tecnica e non solo del pareggio 2–2 del Milan in casa del Barcellona


Fischio d’inizio e dopo trenta secondi Pato parte dopo il primo lancio e segna, il ricordo più recente va subito al derby contro l’ Inter e il risultato è già a nostro favore.
Sarà una peculiarità delle squadre di Allegri segnare immediatamente dopo pochissimi secondi dal fischio d’inizio?
Sembrerebbe proprio di si, infatti i Rossoneri scendono in campo con grandissima freddezza e determinazione che lascia allibiti tutti i presenti al Camp Nou. Nei giorni precedenti c'è stato spazio solo per i campioni in carica Spagnoli e per il Milan solo critiche su una campagna acquisti non all’ altezza e infortuni che ci avrebbero privato dell’ unico giocatore in grado di farci vincere, ovvero Ibrahimovic. Senza togliere niente a un campione come Ibra, il mio ragionamento va ben al di là di queste semplici congetture e devo dire che Allegri sia riuscito perfettamente a creare uno spirito di squadra che va oltre le semplici e riduttive analisi fatte nei giorni prima da parte di quasi tutti.
In campo però è sceso il valore aggiunto del Milan, ovvero quella capacità di essere determinato e freddo e saper soffrire per poi ribaltare la situazione che solo una squadra vera e un gruppo solido possono mettere in atto.
Andiamo con ordine, tatticamente finché l’ottimo Boateng è restato in campo siamo riusciti a disorientare il Barcellona e la partita è stata molto equilibrata, un infortunio ci ha costretti al cambio con Ambrosini che ha portato più copertura ma meno brillantezza nell’ aggredire gli spazi, Allegri lo ha subito capito e ha concesso al Barcellona il possesso di palla attendendolo e cercando alcune ripartenze veloci. Rimanendo infatti ben chiusi centralmente il Barça non sarebbe stato troppo pericoloso essendo una squadra che non effettua cross in fase offensiva. Il gol dei Blaugrana su azione firmato da Pedro è stato un errore nostro e frutto del loro continuo fraseggio, nel secondo tempo però la rete degli spagnoli arriva su calcio di punizione, direi altamente imparabile, di Villa che fa ripartire l’ entusiasmo dei tifosi del Barcellona.
Tecnicamente sono due gol molto belli soprattutto la realizzazione su calcio di punizione, ma oltre a quello i passaggi e il fraseggio rendono il Milan abbastanza nervoso, ma sempre molto attento.
Con l’ingresso di Aquilani ed Emanuelson, Allegri sposta Seedorf ancora più in attacco e Pato come primissima punta e da queste mosse si capisce che i Rossoneri non sono volati a Barcellona solo per non prendere dieci gol, ma per crederci fino in fondo, fino all’ ultimo secondo.
Prima ho accennato al fatto che il Barça non è particolarmente abituato a fare partire dei cross in attacco e devo dire che non lo sono neppure nel riceverli, infatti proprio su calcio d’angolo battuto da Seedorf il Milan con Thiago Silva di testa riesce in uno stacco imperioso a segnare il gol del pareggio all’ultimo minuto e a non perdere il primo incontro della fase a gironi della Champions League.
Posso affermare con serenità che la determinazione, lo spirito di squadra, l preparazione della partita e la gestione dei cambi sono frutto di un lavoro perfetto di Allegri e dello staff tecnico.
Quando esulto dicendo “solo la Maglia” mi riferisco proprio a questo e alle emozioni che una gruppo che non molla mai può dare.
In bocca al lupo Rossoneri per le prossime partite e continuate ad emozionarci come solo voi sapete fare!!



7 ottobre 2011

IL FUTURO SARA' SOLO UNA PAROLA ?

Quando si parla di futuro nel calcio quasi tutti pensiamo immediatamente a stadi sempre più tecnologici e a servizi a trecentosessanta gradi per gli spettatori seduti a gustarsi la partita, tutti con una TV personale (magari sintonizzata su quello che si vuole) e un tetto automatico in caso di pioggia o neve (come già in alcuni stadi Orientali).
Si vuole dunque creare una situazione protetta, come a casa propria, dove l’unico inconveniente può essere quello di essersi dimenticati di acquistare le patatine da mangiare durante la partita.
Uno scenario che potrebbe essere favoloso e un miraggio per alcuni, ma che per altri rappresenterebbe il tramonto del proprio modo di vivere lo stadio e la partita. San Siro a Milano è soprannominato “La Scala del Calcio”, io più semplicemente amo definirlo il tempio del “Diavolo Rossonero” e a parte i ricordi che sono sempre unici e indelebili in tutti i tifosi, l’aspettativa è quella di giocare sempre lì dove tutto trasuda della nostra storia calcistica. Potrei accettare solo un cambiamento se però cambiasse di molto il concetto di “pallone” in Italia. Nel dizionario del tifoso un po’ “vecchia scuola” al posto di spettatore c’è tifoso e al posto di impianto sportivo c’ è stadio. Oggi sono tutti attenti al “look” dei calciatori e a che balletto faranno dopo un gol, ma al Milan per chi vestiva la Maglia rossonera l’imperativo era solo uno, battersi fino al triplice fischio finale.
Il Milan non ha mai avuto l’angoscia di dover vincere perché è sempre stato vincente nel modo di giocare, affrontando tutti cercando di fare un bel fraseggio da una parte e dall’ altra di portare alta la bandiera dell’agonismo e dell’impegno. Recarsi allo stadio è dunque sempre stato un piacere per vedere i ragazzi in campo impegnarsi al massimo delle loro possibilità, cercando le giocate più belle come superiorità di gioco e non come mero esibizionismo.
Il tifoso del Milan non ha mai chiesto campagne acquisti faraoniche, non ha mai preteso di vincere a prescindere, ma pretende che ci sia un vero progetto sportivo e il rispetto per i colori Rossoneri. I cori, gli striscioni e gli applausi vengono spontanei quando la rivalità sportiva rimane tale e non sfocia nell’odio per l’avversario, la storia deve essere dunque rispettata e il futuro deve essere scritto giocando nel presente. Tra dieci o venti anni mi piacerebbe che, indipendentemente da tutto, il nome del Milan venga paragonato a quei club sportivi che possono ancora rappresentare un valore e un simbolo nel mondo del calcio.
Da quando le società sportive sono diventate società per azioni e copiosi flussi di denaro sono entrati in questo mondo, il calcio ha preso un’altra strada, ovvero quella del marketing internazionale e dei bilanci padroni del futuro delle squadre. A questo punto non voglio sembrare demagogico e moralista dicendo banalmente che “girano troppi soldi nel calcio”, ma di sicuro vengono usati malamente.
Il compromesso che dovremo trovare è solo uno per poter evolverci senza creare problematiche, ovvero far crescere le squadre come vere e proprie società sportive e attorno sviluppare un mondo di affari che non vada ad intaccare la serenità di chi deve allenare.
Per essere capito meglio faccio un esempio. Il calcio è uno sport e come tale ha delle regole ben precise per quanto concerne gli allenamenti e il modo di organizzare il lavoro, a tale proposito prendo ad esempio il Milan allenato dal mitico Sacchi o da Capello o addirittura da Nereo Rocco, ma con la clausola che gran parte della rosa debba essere composta da elementi che provengono dalle giovanili e che abbiano la voglia di vincere correndo e facendo gruppo. Penso che sia inutile avere come paragone strutture troppo elaborate e artificiose, il calcio è uno sport semplicissimo dove undici ragazzi si contrappongono ad altri undici ragazzi per mandare in rete il pallone.
Tutto quello di cui hanno bisogno i tifosi è di vedere un gruppo in campo e tutto viene di conseguenza.
I racconti di chi per seguire il Milan si è fatto tantissimi chilometri, gli aneddoti di chi ha preso tantissima pioggia per seguire la squadra in stadi più piccoli e meno coperti, l’entusiasmo di vedere in uno stadio fuori dall’Italia in Coppa Campioni il proprio attaccante venirti incontro in contropiede per segnare ed esultare sotto la curva sono cose indimenticabili e favolose.
Proprio per questo non vorrei trovarmi in uno stadio con l’aria condizionata, ma uno stadio con l’aria libera di essere fredda o calda, come i nostri ragazzi in campo…liberi di poter fare una grande giocata senza l’obbligo che debba essere per forza il gol forzatamente decisivo. Una goccia di pioggia, un raggio di sole.
Una palla persa e un recupero formidabile.



24 novembre 2011

TIFARE SEMPRE…TIFARE ROSSONERO!!

Nel mio cuore che batte per un Milan libero e sempre coraggioso, ieri sera al di là di un risultato che non voglio neanche commentare, il Milan ha giocato una meravigliosa partita contro il Barcellona, l’ ardore e la voglia di lottare infatti si sono visti ampiamente in una sfida nella quale abbiamo potuto notare una squadra molto tenace. Il risultato (2 – 3 per il Barça) ingiusto e poco veritiero dei valori visti in campo alla fine ha penalizzato molto i commenti del “day after”, ma non di certo chi da sempre segue e vive i colori Rossoneri.
Il gusto di leggere negli sguardi dei miei ragazzi in campo una voglia e una sete di vittoria che va al di là di tutto è stato impagabile, poco mi interessa se poi un rigore in più o in meno ha condizionato il risultato, da sempre mi sento coinvolto quando undici calciatori con la Maglia Rossonera corrono a San Siro e cercano in tutti i modi la vittoria.
Vivere di passione e di emozioni non è molto facile in un calcio moderno che spesso impone ritmi e situazioni un po’ diverse dal passato, ma quando lo sguardo corre a trecentosessanta gradi in uno degli stadi più ricchi di storia e tradizione di sempre come San Siro, si capisce cosa spinga così tante persone ad essere ancora legate al Milan.
Un solo coro, un solo colore e una sola partita non ci bastano, siamo Milanisti e voglia cantare e urlare tutta la partita per sostenere i nostri giocatori, abbiamo due colori che, come diceva il nostro fondatore Herbert Kilpin rappresentano il nostro modo di essere ovvero Rossi come i Diavoli e Neri come la paura che incuteremo agli avversari e infine non ci basta una sola bella partita per sentirci una squadra di calcio ma vogliamo sempre imporre il nostro gioco e lottare fino all’ ultimo per la vittoria.
Penso inoltre che sentirsi un tifoso del Milan non voglia dire mettersi la sciarpa in ufficio al Lunedì dopo che alla domenica si è visto una grande gara, ma avere sempre uno stile di vita che contempli da una parte il rispetto per l’ avversario e dall’ altra l’ orgoglio di un leone che ruggisce ogni qual volta i giocatori scendono sul terreno di gioco.
Il calcio Italiano è in crisi perché alcuni giocatori sono andati all’ estero?
Il “fair play” finanziario imporrà un diverso modo di “fare calcio”?
Per me personalmente non è certo un problema, sono infatti convinto che se in futuro vedremo in campo più giocatori della Primavera e cresciuti nelle nostre giovanili non sarà certo un problema, anzi il Milan ha sempre lanciato tantissimi giovani che poi sono diventati anche delle bandiere inossidabili e che hanno fatto vincere tutto al Milan.
Il concetto di Maglia quindi è particolarmente importante per fare andare avanti le squadre non solo dal punto di vista finanziario, ma anche e soprattutto sportivo. Con questo ripeto il mio in bocca al lupo al mio Milan e il mio inno…
FORZA MILAN!!



28 gennaio 2012

CALCIO, CALCIOMERCATO ED EFFETTI SPECIALI…!

Si può affermare con una certa precisione e serenità che il calciomercato sia sempre di moda tutto l’ anno, non conosce crisi o regole e lo si ritiene l’ unico modo per creare gruppi vincenti. Ovunque infatti si sente parlare solo di giocatori che devono partire o che devono arrivare e si reputa il calcio non come l’ espressione sportiva di un gruppo consolidato, ma sempre in mutevole cambiamento.
Negli anni il ruolo dell’ allenatore (anche lui sottoposto a peripatetici ragionamenti) è diventato sempre di più quello di un “motivatore” se non addirittura di uno “psicologo” che deve far rendere un gruppo di “marziani” e “fenomeni” che in paio di passaggi possono risolvere le partite e farti vincere tutto.
Scusate le copiose virgolette, ma non li sento termini vicini al mio modo di vivere il calcio, che altro non è che uno sport.
In questo specifico momento dell’ anno non si fa altro che parlare di trasferimenti e questo penso che a Gennaio sia anche giusto, ma quello che non condivido è l’ insopportabile e irrefrenabile bisogno dovere acquistare dei giocatori per risolvere qualsiasi problema.
Nel Milan c’ è stato in questi giorni un fenomeno che per molti è sembrato strano, ma che mi ha reso molto felice.
Sono tornati alla base infatti due giocatori che l’ anno scorso mi sono piaciuti tantissimo come Merkel e Strasser, i quali si sono distinti per bravura, impegno, serietà e cuore.
Merkel ha approfittato dell’ occasione di giocare nell’ ottimo Genoa per confermarsi e rilanciarsi e Strasser dopo le lacrime dell’ anno scorso per il gol partita contro il Cagliari è entrato ufficialmente nei cuori dei tifosi che come me vivono ancora di romanticismo e calcio vero. Ho sempre ritenuto infatti che un vero gruppo sia formato per il settanta per cento da giocatori cresciuti nelle proprie giovanili e il restante trenta per cento da giocatori esterni che possano impreziosire e non determinare l’ assetto di una squadra.
Questo mio ragionamento non è viziato da una visione limitata o poco aperta, ma semplicemente dal volere vedere dei giocatori che siano veramente attaccati alla Maglia che indossano. Soprattutto in un momento come questo di crisi di liquidità diventa difficile per chiunque andare sul mercato e comprare giocatori su giocatori.
Volendo fare un esempio al di fuori del nostro campionato basti pensare al Real Madrid e al Barcellona di adesso.
Il Real ha speso tantissimo e non riesce ad imporsi sul Barcellona che al contrario ha investito molto sulla celebre “cantera” (ovvero i ragazzi del settore giovanile).
Chi crede nei propri giovani si ritroverà non solo un capitale economico in casa, ma anche quello che io chiamo il vero motore di una squadra, ovvero l’ orgoglio di vestire la propria Maglia. Per concludere voglio dare il mio benvenuto a Maxi Lopez che stimo tantissimo e che lo reputo già un Rossonero avendo voluto fortemente la nostra meravigliosa Maglia.
In bocca al lupo al nostro gruppo che conserva ancora dei valori importanti.