dal sito www.gazzetta.it
MORATA E DOPPIO REIJNDERS: DALLA NEBBIA SPUNTA UN MILAN NUOVO. EMPOLI MAI IN PARTITA
Alvaro la sblocca dopo 20 minuti, poi doppietta dell'olandese: i rossoneri finalmente convincono e arrivano al sesto risultato utile di fila. Per D'Aversa solo una traversa di Maleh sul 2-0
Se non è una primizia stagionale, poco ci manca. Il Diavolo riporta a Milanello tre punti con una scioltezza, una serenità d’animo e una tranquillità nella gestione che quest’anno si erano viste tutte insieme in occasioni rarissime. Diciamo non più di due volte prima di oggi. Un segnale molto confortante per una squadra afflitta da amnesie ricorrenti e fragilità difensive oltre i confini del lecito. Il 3-0 sull’Empoli – successo mai in discussione – genera endorfine e serve per illuminare un orizzonte a cui si chiede di portare in dote una rimonta complicata. È la giornata delle buone notizie, sì. Tre gol alla quarta difesa del torneo sono un ottimo genere di conforto, così come lo è aver chiuso la porta a chiave, pregio poco frequente nell’annata rossonera. Una vittoria che al Meazza in A mancava da un mese e mezzo (19 ottobre, Udinese). Milan che oltretutto ha vinto, e convinto, senza il suo biglietto da visita più lussuoso: Theo e Leao non pervenuti, al limite dell’abulia. Ci hanno pensato i colleghi dall’altra parte di San Siro, con un Emerson Royal finalmente del tutto convincente. Per l’Empoli nessun problema di classifica, è chiaro, ma sicuramente un passo indietro evidente rispetto alle esibizioni precedenti.
LE SCELTE — Fonseca ha ritrovato Morata dopo la squalifica, ha rimesso al centro del villaggio Leao dopo la panchina di Bratislava e a destra ha riproposto Musah per la terza volta in stagione. Davanti a Maignan spazio a Gabbia – felicemente fresco di rinnovo - e Thiaw, a destra Emerson Royal preferito a Calabria. Okafor a casa con l’influenza. D’Aversa, in emergenza biblica (otto uomini out), ha confermato Colombo a supporto di Pellegri e ha scelto di affidarsi ad Anjorin e non Cacace. Sulla corsia di sinistra Pezzella, osservato speciale rossonero.
THEO E LEAO COSÌ COSÌ — Fonseca nel prepartita ha spiegato che Musah doveva aiutare a trovare equilibrio collettivo e la missione, come a Madrid, è riuscita di nuovo. Emerson Royal e Pulisic hanno in pratica liberato al nazionale Usa tutta la fascia, entrando nel campo quando Yunus partiva. Anche sulla sponda opposta Leao – al netto dei numerosi pasticci con la palla fra i piedi – ha provato a sgombrare la corsia a beneficio di Hernandez, ma Theo è apparso ancora una volta col freno a mano tirato, quasi rinunciatario rispetto alle possibilità di inserimento. È stato un Milan che ha spinto su entrambe le fasce, ma che ha trovato le giocate giuste in massima parte a destra. Efficaci le percussioni di Musah, intelligenti i movimenti di Emerson Royal e adeguata la pressione e i raddoppi sui portatori di palla toscani. Il Milan ha inaridito l’Empoli direttamente alla fonte, nel cuore del campo, però va detto che gli azzurri non si sono esattamente dannati l’anima per uscire dalla pigiatura rossonera. Se nel primo quarto d’ora i ritmi del Milan sono stati decisamente blandi – a un certo punto c’è chi ha temuto un déja-vù del match con la Juve -, poi il Diavolo ha alzato i giri e i toscani non sono stati in grado di adeguarsi. Poca ferocia, tanti errori gratuiti in uscita, malissimo sulle seconde palle.
MORATA-REIJNDERS IN GIRATA — E così a Pellegri sono arrivati pochissimi palloni giocabili, anche perché Anjorin si è diviso parecchio tra appoggio alla manovra e una marcatura parziale su Reijnders, mentre Colombo è andato a far la guerra con mezzo Milan uscendone il più delle volte senza palla fra i piedi. I due gol rossoneri hanno avuto tratti simili e non è probabilmente un caso. In entrambi i casi cross dalla destra, tutti e due di Emerson, e tutti e due con carambola del pallone a centro area: Morata ha infilato Vasquez dopo un tiro di Leao deviato da Ismajli (19’), Reijnders dopo un flipper tra Viti e Pulisic (44’). Capitan America tra l’altro ha sulla coscienza due ottime opportunità non andate a buon fine per un’alta dose di egoismo che di solito non lo contraddistingue. L’Empoli del primo tempo è tutto in un colpo di testa alto di Colombo, che ha anticipato secco Thiaw. I toscani hanno approcciato la ripresa alzando il tasso di aggressività e hanno fatto perdere diversi metri al Milan, che ha così cambiato spartito, iniziando a giocare di rimessa. La sliding door empolese si è presentata al minuto numero 55: siluro di Maleh da fuori area, traversa piena. Quella porta non si è aperta e il Diavolo a venti dalla fine ha colpito ancora. Il colpo del k.o. Palla recuperata da Fofana al limite della propria area e contropiede secco con il francese che ha confermato di avere anche ottima visione di gioco, spedendo Reijnders fino alla porta avversaria. L’alchimista olandese, che quest’anno trasforma quasi tutto in oro, si è infilato tra Goglichidze e Viti e ha nuovamente battuto Vasquez. Match virtualmente in archivio. A sei dal novantesimo dentro anche Camarda, che per poco non l’ha messa dentro in rovesciata. Ma è stato già molto bello vederlo provarci.
Marco Pasotto
dal sito www.milannews.it
LE PAGELLE - REIJNDERS ILLUMINA NELLA NEBBIA. MORATA ROMPE IL DIGIUNO, FOFANA DOMINA
Il Milan batte per 3-0 l'Empoli a San Siro e porta a casa tre punti importanti in classifica al termine di una prova dove il risultato non è mai stato in bilico. Ecco le pagelle dei rossoneri.
MAIGNAN 6: prende freddo.
EMERSON ROYAL 6.5: entra in entrambe le azioni dei gol del primo tempo. Sul primo alza bene il pressing in riaggressione, mentre sul secondo accompagna bene l’azione. Decisamente la sua miglior partita in campionato.
THIAW 6: in coppia con Gabbia, controlla senza affanni Colombo.
GABBIA 6: un sabato pomeriggio di ordinaria amministrazione. Pellegri gli fa il solletico e lui, forse, manco lo sente. (dal 74’ PAVLOVIC SV).
THEO HERNANDEZ 6: non regala grandi sussulti, ma dopo giorni complicati, va bene così. La partita si mette bene e lui può gestirsi.
FOFANA 7: il centrocampo è il suo habitat e lui domina ogni pallone che passa nella sua zona. A tratti è imbarazzante quanto sia superiore agli avversari. Fonseca gli risparmia l’ultimo quarto d’ora anche perché gravato dalla diffida in vista di Bergamo. (dal 74’ LOFTUS-CHEEK SV)
REIJNDERS 7.5: sublima la sua prestazione generale con il gol del 2-0 che arriva al tramonto del primo tempo. Giocatore che difficilmente sbaglia due partite di fila e anche se non si esibisce in giocate scintillanti, emerge per qualità nelle scelte ed eleganza. E nel secondo tempo si regala anche la sua doppietta personale che manda in ghiaccio la partita.
MUSAH 6.5: un po’ esterno offensivo, un po’ mezzala. Dà quella densità in mezzo al campo di cui questa squadra ha un bisogno enorme. Poi non chiedetegli di fare cose da prestigiatore, perché il suo mestiere è un altro. (dal 74’ CHUKWUEZE SV)
PULISIC 6: ha due errori di scelta dell’ultima giocata che non sono da lui. Entrambi nel primo tempo, dove una volta calcia e un’altra dosa male il tempo del passaggio per mettere in porta il compagno. È comunque sempre presente e pro attivo nelle fase di costruzione offensiva della squadra.
LEAO 6.5: dinamico, propositivo e voglioso. Entra, bene, nell’azione del gol di Morata dove Ismajli gli stoppa la conclusione verso la porta di Vasquez. In mezzo alla nebbia di San Siro, attiva le marce alte regalando sussulti. Bravissimo in occasione del 3-0 a portare via l’uomo a Reijnders che si trova così solo e libero di infilare Vasquez. (dall’84’ CAMARDA SV).
MORATA 6.5: interrompe il digiuno in campionato dopo due mesi con un bel gol che fa anche alzare la nebbia che si deposita su San Siro. Si muove tanto, aiuta anche fin troppo in fase di ripiegamento, ma la sua presenza offensiva è fondamentale. (dall’81’ ABRAHAM SV)
All. FONSECA 6.5: poco da fare, questa squadra rende meglio e si sente meglio con un centrocampista vero in più. L’esempio lo si è visto questa sera contro l’Empoli, con l’ottimo lavoro di Musah. Vince bene in casa e guarda con un po’ più di serenità al bivio di venerdì in casa dell’Atalanta.
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