dal sito www.gazzetta.it
LA DOPPIETTA DI LEAO STENDE IL LECCE: IL MILAN AGGANCIA IL QUARTO POSTO
Guizzo di testa e una discesa in "stile Napoli" per il portoghese. I rossoneri salgono a 56 punti e al momento raggiungono la Roma
Due guizzi per scacciare i fantasmi e tornare a vincere. Leao si traveste nuovamente da man of the match, sigla due gol e stende il Lecce a San Siro, offrendo a Pioli un paio di regali: il primo è la vittoria numero cento da quando allena il Milan, il secondo è il controsorpasso all’Inter, vittorioso a Empoli. Botta e risposta da derby. Anche perché il San Siro di oggi è un prequel di ciò che vedremo in semifinale di Champions: più di 72mila spettatori.
RIGORE TOLTO — Il Milan del primo tempo sa di “vorrei ma non riesco”, fiaccato dal muro del Lecce alzato da Baroni e sorvegliato da Baschirotto e Umtiti, che imbrigliano Rebic dall’inizio alla fine. Il croato è spaesato, mai incisivo, gioca solo di sponda. Un lontano parente dell’Ante risolutore visto due anni fa. I rossoneri provano a pungere diversamente. Tonali ci prova con un destro da fuori al 10’, poi Chiffi tiene San Siro con il fiato sospeso. Al 13’ – dopo una bella combinazione sulla sinistra tra Theo e Leao – assegna un rigore al Milan per un fallo di Baschirotto sul francese, sceso in campo con i capelli rosa shocking, come gli scarpini. Il centrale leccese mima più volte di aver colpito il pallone, e lo fa con la calma di chi sa di avere ragione. Theo ribatte, indica il dischetto, ma Chiffi rivede tutto al Var. E “vince” Baschirotto: niente penalty.
BASTA LEAO — Il Lecce si rifà sotto e quasi gela Maignan al 19’. Cross di Gendrey dalla trequarti destra, liscio di Krunic e palo pieno di Banda da sei metri. L’esterno si fa beffe di Kalulu un paio di volte, sgasa e dribbla con facilità e contiene anche Messias in copertura, ma gli manca l’affondo decisivo. E alla fine Leao ne approfitta: al 40’, sugli sviluppi un corner dalla sinistra, Tonali crossa e il portoghese infila di testa Falcone. Si tratta del secondo gol in rossonero siglato in questo modo. Il primo? Proprio al Lecce, a giugno 2020. Il bello è che arriva dopo una quarantina di minuti giocati con indolenza, tra cambi di gioco sballati e giocate non riuscite. Ma alla fine segna proprio lui. Leao è anche questo.
ANCORA RAFAEL — Il copione della ripresa sembra lo stesso. Il Milan prova a chiuderla, fraseggia stretto, sfrutta le disattenzioni di un Lecce bramoso di tenere lontano l’Hellas e uscir fuori dalla zona a rischio, ma non chiude l’azione. Prima con Theo, poi con Brahim e Leao. A tutti riesce la prima giocata, a nessuno la seconda, la più importante. Questione di tempo. Pioli butta dentro Kjaer, Bennacer e Saelemaekers al sessantesimo. Fuori Thiaw, Tonali e Messias, con cui l’allenatore rossonero aveva parlato a lungo nel prepartita. Gara ombrosa del brasiliano, però. Il Lecce, invece, è una medaglia dai due volti. Quando c’è da battagliare tiene botta come può, ma in fase di costruzione fa fatica. L’unica parata di Maignan arriva al 70’ a seguito di un bel un destro di Strefezza dai venti metri, mentre tre minuti dopo Leao si riaccende sfiorando l’eurogol col pallonetto. La doppietta è rimandata: al 75’ parte in contropiede, si fa una trentina di metri palla al piede e poi strozza il sinistro quanto basta per pungere di nuovo Falcone, regalandosi il gol numero 12 in Serie A. Mai così tanti in carriera. Pioli gli concede la standing ovation a 10’ dalla fine. Il Milan torna a vincere dopo due pareggi di fila e aggancia momentaneamente la Roma al quarto posto con 56 punti, mentre per il Lecce è crisi nera: sette sconfitte e un pari nelle ultime otto. Il Verona è a -2. Il palo di Banda solo 0-0 resterà un rimpianto.
Francesco Pietrella
dal sito www.milannews.it
LE PAGELLE - LEAO, UN ALIENO A SAN SIRO. TONALI ASSISTMAN, REBIC RIVEDIBILE
Maignan 6: spettatore non pagante, spesso prova a lanciare Leao direttamente dalla sua area. Sicurezza nelle uscite e palla al piede.
Kalulu 5.5: torna a destra dopo quasi cinque mesi dall’ultima volta e un po’ a sorpresa soffre Banda, almeno all’inizio. Il giocatore del Lecce lo grazia prendendo un palo clamoroso a porta spalancata.
Thiaw 6: tiene bene Ceesay, per il resto non ha particolari preoccupazioni. (dal 59’ Kjaer 6: entra quando c’è da gestire, e gestisce. Riporta la calma in un momento in cui il Lecce sembrava potesse risalire).
Tomori 6.5: praticamente sempre in anticipo, molto preciso negli interventi. Fisicamente sembra essere al top.
Theo Hernandez 6: come sempre bello e cattivo tempo lì a sinistra. L’unico, insieme a Leao, a provare l’azione personale. Sempre sul pezzo, forse un po’ impreciso nei passaggi e nelle scelte offensive.
Tonali 6.5: senza Bennacer tocca a lui essere il regista, oltre che il motore, della squadra. All’inizio ci riesce ad intermittenza, poi il bel cross per il gol di Leao. Finché ne ha, corre ovunque. (dal 59’ Bennacer 6: gestione delle palla e chiusure difensive. Dopo il gol del raddoppio di Leao va con il pilota automatico).
Krunic 6: solita partita ordinata, ma con un neo che rischia di costare molto caro. Sullo zero a zero liscia clamorosamente la palla in area, che finisce a Banda. Fortunatamente l’attaccante del Lecce, da meno di due metri, la spara sul palo.
Messias 5.5: Pioli gli chiede di tagliare spesso dentro l’area, Junior però preferisce rimanere sempre piuttosto largo. Bel lavoro indietro, ma davanti non riesce ad incidere (dal 59’ Saelemaekers 6: si propone e punta spesso l’avversario, ma non serve. Dopo il 2-0 di Leao la partita praticamente finisce).
Diaz 6: nel primo tempo soffre particolarmente le maglie strette della difesa Salentina e non riesce ad entrare in partita. Meglio nella ripresa, quando la partita si accende e aumentano gli spazi. Non riesce comunque a lasciare il segno (dal 79 De Ketelaere 6: entra con un bel piglio, si presenta alla partita andando a recuperare un pallone in area aiutando Kalulu. Sempre alla ricerca di un guizzo o di un gol, ma la partita dopo il 2-0 va spegnendosi piano piano).
Leao 8: un alieno a San Siro. Tutto troppo facile per lui, allora sceglie di fare gol che non fa mai. Prima di testa, per sbloccare la partita, poi di sinistro, al termine della solita cavalcata partendo da centrocampo. Superiorità tecnica e fisica a tratti imbarazzante. (dal 79’ Origi sv).
Rebic 5.5: che si sbatta all’inverosimile è innegabile, ma è altrettanto vero che palla al piede non riesce ad imbroccarne una che sia una. Impreciso, ma lotta.
Pioli 6.5: cambia qualcosa rispetto a Napoli e torna al 4-2-3-1 “puro” con due mediani e un trequartista offensivo. Nel primo tempo la partita è molto chiusa e i ragazzi in campo non riescono a muoverla velocemente come vorrebbe lui. Il Milan la sblocca su uno schema da angolo, evidentemente provato. Poi Leao fa il Leao e il mister può tornare a sorridere anche in campionato. Tre punti fondamentali in ottica corsa Champions.
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