dal sito www.gazzetta.it
GIOIELLO MESSIAS: IL MILAN SOFFRE E VINCE CONTRO UN BEL MONZA, MA QUANTI SPRECHI
Il brasiliano decide la trasferta in Brianza con uno splendido gol alla mezz'ora, ma i rossoneri non segnano più e rischiano nel secondo tempo sul doppio palo colpito da Ciurria
Il terzo indizio consegna la prova: il malato è guarito, si è tolto le bende, ha restituito le stampelle e si è rimesso in marcia. Nessun riguardo per i sentimentalismi contro il Monza di Berlusconi – annunciato ma assente – e Galliani: il Milan trova il terzo successo consecutivo tra campionato e Champions, e lo fa pure mantenendo inviolata la porta per la terza volta.
Segnali importanti e classifica che resta altrettanto importante: sono queste le partite sporche da vincere per mantenere una candidatura forte fra le prime quattro della classe. Sporche perché a Monza, come previsto, non è stata una passeggiata, soprattutto nella ripresa. Ma il fatto che il Diavolo sia rimasto a galla anche dopo una buona dose di sofferenza, è un’ulteriore prova dell’atteggiamento ritrovato. Nota di merito osservando anche il valore dell’avversario nel 2023: il Monza era l’unica di A ancora imbattuta in campionato e arrivava da un filotto senza macchia di otto partite. Pioli però in vigilia si era detto sicuro sui giorni precedenti dei suoi ragazzi: “Ho visto ciò che volevo vedere”. L’ha rivisto ancora, anche se non è certamente stata una prova impeccabile.
LE SCELTE — Palladino in vigilia aveva un paio di dubbi, che ha risolto così: dentro Marlon (e non Caldirola) in difesa, dentro Birindelli (e non Donati) al posto dell’infortunato Carlos Augusto a destra, dentro Mota Carvalho (e non Sensi) sulla trequarti. Attacco affidato all’ex Petagna. Pioli ha confermato la difesa a tre, che presumibilmente accompagnerà il Diavolo anche nelle prossime partite, e si è messo un’altra volta a specchio rispetto all’avversario: 3-4-2-1, ma con tre novità rispetto al Tottenham. La prima: Origi al posto di Giroud, nuova chance per il belga. La seconda: Messias al posto di Saelemaekers. La terza: il rientrante Tomori al posto di Kjaer, reduce da tre titolarità di fila. Ovvero con la lieta – lietissima - sorpresa Thiaw nel cuore della difesa tra Fik e Kalulu. Davanti, a supporto di Origi, confermati Diaz e Leao.
FANTASMI — Un tridente che in fase di non possesso si è mosso in maniera inattesa: Diaz in pressione centrale e Origi in fascia, nel tentativo di utilizzare la rapidità di Brahim per mettere in difficoltà la prima giocata brianzola. Occorre dire con onestà che Origi, anche se non gli si può rimproverare nulla sotto l’aspetto dell’impegno, è apparso ancora una volta in condizioni atletiche precarie. Legnoso, come si dice in questi casi. Di tonico in avvio di gara si è visto soltanto il Monza, che ha premuto subito a tavoletta, martellando soprattutto sul fianco destro del Diavolo. Due giri di lancetta e Tatarusanu ha dovuto metterci una pezza importante due volte: prima su un tiro di Ciurria e poi su un colpo di testa di Petagna – qui faccenda più complicata – sull’angolo successivo. Un inizio che pareva poter materializzare nuovamente i fantasmi rossoneri, ma la guarigione del Milan è ben certificata anche dai minuti seguenti: niente panico, bensì organizzazione e confortevole presa di possesso della mediana, con conseguente apertura di varchi sulle fasce. Esattamente là dove nel primo quarto d’ora Messias e Theo non riuscivano a sfondare. Va detto che non è stato un Milan molto preciso nel palleggio e nelle uscite – diversi gli errori, anche banali, nel tentativo di superare la prima pressione dei rossi -, ma è stato un Milan cattivo nell’andarsi a riprendere palla quando la perdeva. E’ soprattutto qui che si vede chiaramente il fresco cambio di atteggiamento dei rossoneri.
OMAGGI — Quando sul centrodestra la spinta di Ciurria e Mota Carvalho si è esaurita, e il Monza ha cessato intensità e aggressività nella pressione – senz’altro troppo presto, visti i confortanti risultati nei primi 15 minuti -, il Milan è uscito dal suo castello e ha iniziato a creare pericoli in serie. Un destro a giro di Leao uscito di un respiro (19’), un altro tiro di Leao non trattenuto da Di Gregorio più successivo muro su Diaz (25’) e un sinistro al volo di Tomori ben respinto dal portiere (28’). Il gol, nell’aria già da un po’, è arrivato alla mezzora: Messias ha avviato l’azione sulla trequarti e l’ha conclusa in area con un bellissimo sinistro di controbalzo – coefficiente di difficoltà: alto – nell’angolo dopo una respinta corta di Pessina. La ripresa si è avviata sugli stessi binari: Milan in avanti, Monza in attesa, o comunque costretto ad attendere. Per farsi vivi dalle parti di Tatarusanu è occorso un errore evidente di Messias, che ha perso una palla sanguinosa e ha innescato Mota Carvalho: cioccolatino per Petagna che si è divorato l’occasione strozzando il destro davanti a Tatarusanu. Il Milan ha ricambiato il gentile omaggio un paio di minuti dopo con Hernandez, che ha buttato nell’immondizia un grande spunto di Leao, tirando egoisticamente – tutto solo - sull’esterno della rete invece di servire il portoghese a rimorchio.
TRE MOSSE — Al quarto d’ora fuori l’ex centravanti rossonero e dentro Machin, con Mota Carvalho centravanti, Pioli ha risposto con tre mosse: Saelemaekers per Messias, De Ketelaere per Diaz e Giroud per Origi. Forse fresche che però non sono servite per mantenere l’inerzia del match dalla parte rossonera. Anzi. Esclusi i primi dieci minuti c’è stato molto Monza. L’apice: minuto numero 40, palo di Ciurria con un sinistro dalla distanza che poi è rimbalzato addosso a Tatarusanu e finito in angolo. E il Milan? Un break – ma molto importante – al 40’: Di Gregorio ha salvato su un tiro col goniometro di Tonali e poi De Ketelaere si è fatto murare da Pessina una super occasione. Nulla da fare nemmeno stavolta, la maledizione continua ma è un rimpianto del tutto personale: il Milan ha ripreso a marciare e questa in casa rossonero è la notizia più importante di tutte.
Marco Pasotto
dal sito www.milannews.it
LE PAGELLE - MESSIAS DECISIVO, TATA PARA BENE, THIAW È UN DEMONE. CDK E THEO: ERRORI BRUTTI
Tatarusanu 7: si presenta con due parate importanti che salvaguardano la porta rossonera in avvio di gara. È presente, attivo sia con la palla tra i piedi sia nelle uscite. Fortunato sul palo di Ciurria, con la palla che gli sbatte sulla schiena ed esce.
Kalulu 6.5: specie nel primo tempo, si conferma in crescita. Limita Caprari e Dany Mota quando passano nella sua zona. Nella ripresa gioca molto di posizione e d’intelligenza.
Tomori 7: presente come non accadeva da tempo. Annulla Petagna e spesso si sgancia in avanti, sfiorando anche il gol. Prezioso nell’alzare il muro quando il Monza alza i palloni nel finale di gara.
Thiaw 7: il demone tedesco mette in fila un’altra prova di grande sostanza. Fisicamente insuperabile, anche in attacco si fa vedere sui corner, andando a impattare senza precisione un angolo nel primo tempo. Personalità e fisicità da vendere.
Messias 7: il suo schiaffo improvviso piega la mano di Di Gregorio e regala tre punti fondamentali al Milan. Prima gioca in maniera diligente a tutta fascia, applicandosi nelle due fasi. (dal 64’ Saelemaekers 6: specie nel finale di gara, sporca diversi cross dalla sua zona).
Krunic 6.5: lavoro di enorme sostanza di Rade in mezzo al campo, dove vince tantissimi duelli e pulisce diversi palloni sporchi. Utile, come sempre. (dall’83’ Bakayoko sv)
Tonali 6.5: è stanco, si vede, ma non molla un centimetro nemmeno quando lo pressano in due. Suo il tiro che, nella ripresa, porta alla parata Di Gregorio dal quale poi nasce l’azione del gol fallito da De Ketelaere.
Theo Hernandez 6: il gol che sbaglia nella ripresa grida vendetta. Fisicamente sta bene e scavalla come non si vedeva da tempo.
Brahim Diaz 6: deve fare il pendolo tra i due attaccanti e il centrocampo. Lo picchiano in tutte le salse tanto è vero che Rovella, all’ennesima strattonata, deve spendere il giallo. Di Gregorio gli nega il gol nel primo tempo. (dal 64’ De Ketelaere 5.5: non si può più parlare di mala gestio di Pioli su di lui. Per la seconda partita consecutiva ha l’occasione di segnare e fallisce. Come all’andata, sempre contro il Monza, ha una palla a sei metri dalla porta che andava buttata dentro. Ma non ci riesce. Ed è un problema).
Leao 6: il suo destro a giro bacia il palo esterno e lui, giustamente, guarda in alto. Quando ha spazio, mette alla frusta la difesa del Monza. Utile anche in fase di ripiegamento. (dal 79’ Rebic sv)
Origi 5.5: ondeggia nella metà campo offensiva, senza però essere concreto. All’andata aveva segnato, questa volta non calcia nemmeno in porta. (dal 64’ Giroud 6: entra con la squadra stanca e cerca di tenere alti i palloni).
All. Pioli 6.5: terzo uno a zero di fila, la squadra dà la sensazione di aver ritrovato solidità e soprattutto si sporca le mani, lottando. L’unico dubbio che rimane è perché Bakayoko e non Vranckx.
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