dal sito www.gazzetta.it
IL MILAN RIPARTE A VALANGA: POKER ALL’UDINESE, COMANDA REBIC
Doppietta per il croato, di Hernandez e Diaz gli altri gol. Esordio nella ripresa per De Ketelaere, Origi e Pobega. Ma occhio alla fase difensiva: le reti di Becao e Masina sono un campanello d’allarme
I sogni di mezza estate non svaniscono all’alba del campionato. Semmai si rafforzano perché questo Milan si riaffaccia al torneo con lo stesso vigore col quale aveva concluso lo scorso. I quattro gol spremuti nella porta dell’Udinese, oltre a essere tanti in sé per sé, servono anche per nascondere qualche amnesia in fase difensiva da non sottovalutare, e a vanificare quindi le due reti messe a segno dai friulani. In poche parole, è lo stesso Milan visto lungo il precampionato: spietato davanti, un po’ svagato dietro, sgradevole novità vista com’era andata la scorsa stagione.
Pioli ha le chiavi per metterci mano, ma intanto negli occhi resta soprattutto l’altra faccia della medaglia. Quella che luccica e che offre un Diavolo feroce nel pressing, fantasioso nella manovra, dinamico nelle giocate e tonico nelle gambe. Fa effetto pensare che rispetto al disastroso Udinese-Milan (1-0) dell’agosto 2019, nell’undici di partenza Calabria sia l’unico superstite. Sono passati solo tre anni ed è stata una rivoluzione totale capace di portare uno scudetto, costruita su quei giocatori a cui si è affidato oggi Pioli dal primo minuto: nessuna faccia nuova, i debutti sono arrivati tutti in coda al match perché questo non è un gruppo che ha bisogno di essere stravolto. Sottil invece non è riuscito a santificare la sua prima panchina in A: evidente il divario tecnico, e ci sta, ma pasticci brutti come sul terzo e quarto gol rossonero è meglio che non si vedano più.
LE SCELTE — Pioli ha confermato le sensazioni di vigilia: spazio al tuttologo Krunic accanto a Bennacer, Messias preferito a Saelemaekers e Diaz dietro Rebic, con Giroud reduce da un affaticamento dirottato in panchina. Sottil ha potuto contare sul rientro di Becao in difesa, okay anche Walace al centro della mediana, affiancato da Pereyra e Makengo, con Soppy e Masina in fascia. Attacco affidato all’ex Deulofeu e Success, con Beto sulla strada del pieno recupero pronto a subentrare. Sono bastati una novantina di secondi per accendere il match e tirare un cazzotto a freddo al Meazza: angolo di Deulofeu e testa vincente di Becao (esatto, ancora lui: tre dei cinque gol in A del brasiliano sono arrivati col Milan), con la gentile collaborazione di Rebic e Leao, svagati nell’osservare il movimento dell’avversario. Una secchiata d’acqua gelida dalla quale il Milan si è liberato in meno di un quarto d’ora, confermando la maturità di una squadra che non finisce più – ormai da tempo – sott’acqua quando le cose si mettono male. Il pareggio è arrivato su un rigore (ma ci saranno svariate discussioni) di Hernandez propiziato dall’incursione di un incontenibile Calabria, che ha floppato l’appoggio a porta spalancata e si è poi scontrato pesantemente con Soppy: revisione di Marinelli al monitor Var e penalty concesso. Sottolineatura tattica: all’ultimo atto dell’azione, al netto del rigore, c’è arrivato un terzino.
NOVITÀ — E’ questo il Milan di Pioli (lutto al braccio per Villiam Vecchi), che ha poi sferrato un altro calcione ai friulani al 15’, al termine di un’azione molto bella – l’ennesima di questa estate – innescata da Diaz, sviluppata da Calabria e rifinita da Rebic a centro area. Denominatore comune dell’uno-due rossonero: Diaz, che ha cucito sapientemente entrambe le azioni. Nota a margine: il Diavolo è stato pericoloso soprattutto a destra, ed è una novità che non passa inosservata. Un Milan lungamente pioliano anche dopo, con le consuete linee guida: aggressione alta, ritmi intensi, tanti giocatori portati in fase offensiva oltre la linea del pallone. Oltre alla tecnica individuale di diversi giocatori, ovviamente. Tutte cose che hanno costretto l’Udinese a rintanarsi, sì, ma disordinatamente, senza avere la possibilità di organizzare un vero contrattacco. Soppy ha provato a spingere ma ha sbattuto su Theo, Deulofeu ha cercato di inventare ma non ha trovato grande supporto nei compagni. E quando qualche rossonero ha combinato pasticci – anticipo a vuoto di Tomori -, qualcun altro è corso in aiuto: un recupero di Kalulu su Deulofeu lanciato in porta è valso quanto un gol. Quando nei primi 45 tutto pareva finito, però, l’Udinese ha rimesso in piedi la partita. Cross di Pereyra, altro colpo di testa vincente. Stavolta di Masina. Sogni d’oro per Messias, che a un certo punto ha mollato completamente la marcatura. Due gol presi dal Milan entrambi a difesa schierata: non benissimo.
CHE REGALI — Pochi secondi dopo l’inizio della ripresa l’Udinese ha deciso di partecipare alla galleria degli orrori difensivi. Lungo cross avvolgente di Hernandez, Nehuen Perez salta goffamente a vuoto, la palla rimbalza altrettanto goffamente su Masina e termina sui piedi di Diaz, quasi incredulo. Grazie, e appoggio in rete facile facile. Diavolo di nuovo avanti, ma rispetto al primo tempo i bianconeri hanno messo fuori la testa con più coraggio e dinamismo. Pereyra e Makengo hanno alzato i giri e il match è diventato più equilibrato, anche se Maignan non ha corso rischi concreti. Un equilibrio che si è definitivamente spezzato al minuto numero 23, quando il Milan ha trovato il quarto gol. Cioè, se lo è proprio andato a prendere, con Messias e Diaz che sono andati a pressare Pereyra a ridosso dell’area friulana mordendolo fino a quando non ha perso palla. A quel punto è diventato tutto facile: appoggio di Diaz e secondo centro personale di Rebic. Un gol cercato e voluto con cattiveria. Questo, sì, un gran bel segno. Altro da segnalare? Una maestosa azione personale di Leao (alto di un soffio) e soprattutto il debutto di Origi e del principino Charles: minuto 26, fuori Diaz e dentro De Ketelaere, oltre a Giroud per Rebic. Il biondo si è mosso bene, aiutato certamente da una gara ormai in discesa, ma comunque con personalità. CDK va anche in gol, ma era tutto fermo già da qualche secondo per fuorigioco. Non c’è fretta, come battesimo è già stata una bella festa così.
Marco Pasotto
dal sito www.milannews.it
LE PAGELLE - REBIC È IMPATTANTE. BRAHIM, UNA RISPOSTA DI QUALITÀ. KALULU NON SORPRENDE PIÙ
Maignan 6.5: totalmente incolpevole sui gol di testa di Becao e Masina, si fa trovare pronto nella ripesa sulla conclusione con linea di tiro aperta di Samardzic e sulla zuccata di Soppy.
Calabria 7: fa 150 in Serie A con il Milan che coincidono con la sua prima da titolare da capitano. Buonissima prova condita con l’assist per il gol del 2-1 di Ante Rebic. Si procura anche il rigore del pareggio, checché ne dica la fanfara.
Kalulu 7: nel pre partita ha detto che sa quale sia la strada che deve percorrere. Lo fa vedere anche contro l’Udinese con una prestazione di personalità e livello, con tanto di belle chiusure accolte dai boati di San Siro.
Tomori 6: fresco di rinnovo del contratto, fa una prova nelle sue corde, senza squilli degni di nota. Ogni tanto ci può stare.
Theo Hernandez 7: si ripresenta dallo spot del rigore dopo aver fallito l’ultimo, sempre sotto la nord, contro lo Spezia a gennaio. Freddissimo nel battere Silvestri spiazzandolo. Quando parte, fa paura, ma il Milan sviluppa spesso a destra e lui può gestirsi nel corso della gara.
Krunic 6.5: partita di sostanza di Rade, giocatore di grande intelligenza e abnegazione. Non è Kessie, lo sa anche lui, ma ci mette tutto quello che ha per farsi rispettare anche in situazioni dove l’Udinese mena oltre il consentito. (dall’83 Pobega sv)
Bennacer 6.5: una regia di buona qualità con annesse giocate di qualità nello stretto. Ha due chance nitide per fare un buon assist ai compagni, ma sbaglia il calibro. Gli si possono perdonare.
Messias 6: l’errore sul gol di Masina è grosso, lo sa anche lui, perché ha permesso all’Udinese si rimettersi in carreggiata allo scadere del primo tempo. Ma rimedia con il pressing dal quale nasce il gol del 4-2 di Rebic, dove aiuta Brahim nello scippo decisivo. (dal 71’ Saelemaekers 6: prova il gol dell’anno con un destro al volo che poteva aver miglior sorte come scelta).
Brahim Diaz 7.5: dà una risposta bella forte a tutti. In tre gol su quattro del Milan c’è la sua firma. Nel primo avvia con i tempi corretti la transizione che porta Calabria all’assist del gol del 2-1. Poi, come un bomber di razza, mette dentro il 3-2 approfittando del pasticcio dell’Udinese. Infine serve a Rebic l’assist per il 4-2. (dal 71’ De Ketelaere 6: entra molto bene, facendo vedere cose interessati come il fitlrante di 40 metri con il quale mette quasi in porta Giroud. Lampi di classe da tenere monitorati).
Leao 5.5: obiettivamente, dentro una prestazione di squadra importante, è quello che va un gradino sotto il resto dei compagni. Impreciso e con poco spunto, anche se spesso viene raddoppiato. Nella ripresa cerca il gol personale con una grande azione, ma il mancino finisce fuori. (dall’83’ Origi sv).
Rebic 7.5: si conferma il teorema secondo il quale con lui prima punta, il Milan giochi un grande calcio. Mette dentro una doppietta importante, con i gol del 2-1 e 4-2, uniti a un movimento perpetuo che non dà mai il punto di riferimento ai difensori dell’Udinese. (dal 71’ Giroud 6: aveva voglia di segnare e lo perdoniamo per l’atto di egoismo con il quale non premia l’attacco dello spazio di De Ketelaere).
All. Pioli 7: la prestazione di squadra è importante, una di quelle che fanno impressione per la tranquillità con cui i suoi giocatori giocano anche in svantaggio o quando le cose girano male. Gli manca un centrocampista fisico vero, ossia il sostituto di Kessie, che sarà fondamentale per equilibrare la mediana.
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