dal sito www.gazzetta.it
IL MILAN VA AL TAPPETO ANCHE COL PORTO. QUALIFICAZIONE APPESA A UN FILO
Rossoneri sconfitti in Portogallo e ancora fermi a zero punti. Decide un gol di Luis Diaz nella ripresa. Ma il successo del Liverpool sul campo dell'Atletico fa ancora sperare, anche se sarà dura
La differenza in Champions la fanno i dettagli, aveva avvisato in vigilia Pioli. In questo caso però le brutte notizie arrivano da tutto l’insieme: quello di Porto è stato un Milan irriconoscibile nella sua totalità, incapace – e per certi versi impossibilitato – a spremere dalle proprie gambe il calcio seducente a cui ci ha abituato fin qui. Certo, anche in Champions. Perché con il Liverpool erano arrivati cenni di vita molto interessanti e la qualità della prova con l’Atletico Madrid era stata alta. Stavolta no. L’1-0 con cui il Porto ha affondato il Diavolo (rete di Luis Diaz) sta stretto ai padroni di casa, che hanno calpestato i rossoneri nel gioco e nel furore agonistico per tutta la partita, costringendoli alla prestazione più brutta di tutta la stagione.
Doveva essere il match della ripartenza, della spinta per uscire dall’estrema periferia del gruppo B, ma è stato un blackout più o meno totale cadendo male, senza reagire, senza mettere praticamente mai in difficoltà i biancoblù e – va detto con vigore – senza tanti protagonisti fermati da infortuni, Covid e squalifiche. Non è un alibi, come ha ricordato Maldini prima della partita, ma quando la lista diventa eccessivamente lunga è doveroso sottolinearlo. Il Diavolo resta così inchiodato a quota zero in classifica (mai i rossoneri avevano perso le prime tre partite del girone in Champions), con Porto e Atletico quattro gradini più in su e Liverpool in volo a nove. Ma la vittoria dei Reds a Madrid rende una scalata del Milan ancora possibile, per quanto molto difficile. La qualificazione, è chiaro, ora è appesa a un filo sottilissimo.
LE SCELTE — Ancora una volta per scegliere l’undici titolare Pioli ha prima aperto la scatola di cerotti. Provando a medicare come meglio poteva una squadra con cinque infortunati (i portieri Maignan e Plizzari, Florenzi, Messias e Rebic), due agli arresti domiciliari col Covid (Hernandez, Diaz) e uno squalificato (Kessie). Oltre ovviamente a chi non era stato inserito in lista come Conti, Pellegri e Castillejo (ed è un peccato ripensando al turbo-ingresso dello spagnolo col Verona). Dietro a Giroud alla fine si è piazzato Krunic, al debutto in Champions, mentre in difesa c’è stata una sorpresa: Calabria è rimasto in comfort zone a destra e a sinistra è partito titolare Ballo-Touré. Al centro si è riformata la coppia Kjaer-Tomori. Nessun problema invece per Conceicao, con l’imbarazzo della scelta potendo contare su tutta la rosa. Nel 4-4-2 disegnato dall’ex centrocampista di Lazio, Parma e Inter l’unica differenza rispetto alle indicazioni di vigilia è stata l’impiego di Evanilson (fuori Corona) accanto al centravanti iraniano Taremi.
PUNTI DEBOLI — Il primo tempo rossonero è stato di sofferenza, incagliatosi presto su un elevato numero di giocate uccise nella culla da una feroce prima pressione dei portoghesi. A spiccare è stata soprattutto la differenza di contenuti sulla fascia destra del Diavolo, dove Calabria e Saelemaekers sono andati parecchio in difficoltà di fronte alle percussioni di Wendell e agli strappi tecnici e rabbiosi di Luis Diaz. Gli altri punti deboli: accanto a un Tonali vigoroso e lucido Bennacer non è stato all’altezza del compagno, finendo col perdere alcuni palloni sanguinosi. In difesa Tomori è apparso insolitamente timido e propenso all’errore. E sulla trequarti, molto banalmente, da Krunic non ci si può attendere il lavoro di Diaz. Rade, un po’ per caratteristiche e un po’ per consegne, ha cercato per lo più di soffocare la prima tessitura biancoblù, finendo col ritrovarsi fuori dalla manovra offensiva. Peraltro sporadica. La partita l’ha fatta quasi interamente il Porto, che è riuscito spesso a fare ciò di cui il Milan invece non è stato capace: mettersi nelle condizioni di arrivare al tiro e/o di servire il suo centravanti. Taremi è andato alla conclusione quattro volte pericolosamente (tre fuori di poco, un’altra è stata un quasi-gol su cui si è immolato Kjaer), mentre dopo cinque minuti Luis Diaz aveva già preso un palo colossale su un pallone perso da Bennacer. Giroud ha potuto gestire pochi palloni, la maggior parte dei quali lontano dalla porta, comunque bravo a proteggerli e a giocare di sponda per i compagni. Ma nell’unico frangente davvero pericoloso per il Porto, il francese piazzato ottimamente in area ha inspiegabilmente cercato di testa un assist inesistente invece di cercare la porta. Il più vivace dei rossoneri è stato Leao, forse spinto da vecchi sentori di derby portoghese, che nella prima parte di tempo ha punzecchiato spesso e volentieri. Col difetto però di innamorarsi troppo delle proprie giocate e ingaggiando improbabili battaglie uno contro tutti. E sparendo poi completamente nella ripresa.
TROPPA DIFFERENZA — Ripresa in cui il Porto è rientrato in campo ancora più aggressivo. Dieci minuti col Diavolo chiuso nell’angolo del ring sotto i colpi biancoblù, per fortuna imperfetti nella mira (ancora Taremi fuori di un soffio). Tomori si è riscattato imitando Kjaer, con un muro in area che ha cancellato un quasi-gol portoghese. Poco prima del quarto d’ora Pioli ha tolto “Fik”, ammonito, inserendo Romagnoli. E con lui anche Kalulu per Ballo-Touré e Ibra per Giroud. Mosse che non sono servite per scrollarsi di dosso il Porto, con un Milan ridotto a spazzare palla nella metà campo avversaria pur di provare a riorganizzare la fase difensiva. Al 20’ il Porto è passato: pallone alzato a campanile al limite dell’area, scontro Bennacer-Taremi (su cui i rossoneri hanno poi protestato con vigore), Luis Diaz che si avventa prima di tutti e supera Tatarusanu. Nemmeno dopo il gol il Diavolo è riuscito a imbastire le sue trame: troppo affamati, reattivi e veloci i portoghesi nel gestire palla, spinti dal pubblico e dalla consapevolezza di poter gestire le rare discese rossonere. Per il Milan ora occorre un bel reset: in campionato serve rivedere subito il vero Diavolo.
Marco Pasotto
dal sito www.milannews.it
LE PAGELLE - SERATACCIA PER TANTI. SI SALVANO I DUE CENTRALI E ISMA
Tatarusanu 6: incolpevole sul gol di Luis Diaz. Non deve fare grandi interventi.
Calabria 6: gara molto dura per il capitano di serata. Il Porto va ai 1000 all’ora e deve pensare più a fare densità difensiva che a spingere. Anche perché Saelemaekers è in una di quelle serate dove non gli riesce niente anche in supporto.
Kjaer 6,5: salvataggio provvidenziale oltre la metà del primo tempo, quando impatta con il corpo il destro a botta sicura di Tarami. Almeno nella sua zona c’è sempre la sensazione di solidità.
Tomori 6,5: due murate decisive, una su Tarami e una su Evanilson, a impedire che i tiri andassero verso la porta di Tatarusanu. Cancella così un’indecisione di inizio gara che aveva portato il Porto ad una delle prime occasioni da gol. (dal 57’ Romagnoli 6: buona la connessione con Kjaer. Mette pezze dove serve).
Ballo-Touré 5,5: serata complicata, perché il Porto attacca spesso sul suo lato, dove Leao non è molto collaborativo in fase di non possesso. Evanilson lo salta con naturalezza in avvio di secondo tempo. (dal 57’ Kalulu 5,5: difficoltà estrema su quella fascia. Anche Pierre soffre gli uno contro uno degli avversari).
Tonali 6: match complicato per i due di mezzo, perché il Porto pressa fortissimo, chiude le linee di passaggio e asfissia i neuroni ai portatori di palla milanisti. Sandro ci mette cuore, testa e gambe. (dal 67’ Bakayoko 5,5: così così il suo rientro, anche perché avviene in un momento di difficoltà estrema, sia della partita sia a livello di squadra).
Bennacer 6,5: corre ovunque, cerca di metterci quel qualcosa che manca, ma da solo non può coprire tutte le difficoltà di una partita come quella del Do Dragao. È evidente che senza Theo e Brahim, l’uscita palla del Milan sia difficile. Lui prova a creare varchi, non molla mai e lotta come un matto.
Saelemaekers 5: serataccia per Alexis, la seconda consecutiva. Totalmente ingolfato e inconcludente sia in difesa sia in attacco.
Krunic 5: ha una delle due occasioni che il Milan crea nel primo tempo, ma al posto di calciare cerca il rimorchio per un compagno che non c’è. Inconcludente nella ripresa dove viene travolto come tutto il Milan. (dall’81’ Maldini: sv).
Leao 5: parte bene, finisce male. Sembra essere l’unico in grado di saltare l’uomo e lo fa. Gli prendono le misure e non gli fanno più arrivare palloni giocabili in isolamento.
Giroud 5,5: ha sulla testa la miglior occasione del primo tempo, ma sul cross di Leao cerca la sponda per Krunic piuttosto che cercare la conclusione verso la porta di Diogo Costa. Mena, si fa menare, ma non è in una serata da Champions. (dal 57’ Ibrahimovic 5: non dà la scossa sperata da Pioli).
All. Pioli 5,5: al netto delle assenze, il Milan al Do Dragao fa un passo indietro rispetto alle altre due gare di Champions League giocate. Sarà durissima nel girone di ritorno, ma va tolto lo 0 dalla casella della classifica. |