dal sito www.gazzetta.it
MILAN, IMPRESA SFIORATA. VA AVANTI A LIVERPOOL, POI CADE NELLA RIPRESA
Nel finale di primo tempo i rossoneri rimediano all’autogol di Tomori e si ritrovano in vantaggio con Rebic e Diaz. Nella seconda frazione a segno Salah ed Henderson. Amaro in bocca, ma differenza di valori evidente. Maignan para un rigore
In termini di pura meritocrazia, è giusto così. Ma che peccato, Milan. Anche perché il calcio non consegna le vittorie ai punti, ma a volte a chi ha la bravura di trovarle percorrendo le vie meno battute. Il Diavolo sfiora l’impresa ad Anfield e, sebbene i valori in campo abbiano confermato un divario decisamente ampio fra le due realtà, i rossoneri fanno ritorno a Milanello in qualche modo fortificati nel morale. A Liverpool finisce 3-2 per i padroni di casa, che a un certo punto se la sono vista parecchio brutta di fronte a un avversario capace, nel momento in cui è uscito dal letargo, di colpire due volte in due minuti. E’ lì, in quei veloci giri di lancetta, che il Milan deve trovare conferma nella bontà della propria crescita. Perché sono state due azioni bellissime che hanno tolto la voce allo stadio di una delle squadre più attrezzate d’Europa. Detto questo, occorre essere onesti: il Liverpool ha quasi sempre condotto la partita, ha creato un’infinità di situazioni da gol, ha ribadito – se mai ce ne fosse stato bisogno – che per arrivare a un certo livello in Europa serve un percorso pluriennale. D’altra parte, c’è un dato che spiega bene la differenza di esperienza in Champions fra le due squadre: i titolari rossoneri mettevano insieme 24 presenze di fronte alle 377 degli inglesi. Eppure “the Fortress”, la Fortezza, ha rischiato di cadere per mano di Rebic e Diaz, e anche di Maignan che sull’uno a zero inglese ha parato un rigore tenendo in vita il Milan.
LE SCELTE - Pioli – al debutto in Champions da allenatore - ha vissuto una vigilia complicata, perdendo in un colpo solo due titolari. Il primo è Ibra, che ha svolto la rifinitura ma non è poi salito sull’aereo per un’infiammazione al tendine d’Achille. L’altro è Tonali, che all’ultimo allenamento non aveva proprio preso parte a causa di un rialzo febbrile. Sandro è stato comunque convocato ma è stato dirottato in panchina, un vero peccato considerato il superbo stato di forma. Al suo posto, accanto a Kessie, c’è andato Bennacer mentre Rebic ha vinto il ballottaggio con Giroud (minutaggio nelle gambe ancora limitato) al centro dell’attacco. Sulla trequarti confermato Leao a sinistra con il ritorno di Saelemaekers a destra, mentre in difesa Kjaer si è ripreso i suoi territori di fianco a Tomori. Klopp invece in attacco ha dovuto fare a meno anche stavolta di Firmino e in mediana del giovane e talentuoso Elliott, vittima di un grave infortunio alla caviglia. Davanti ecco la prima grande novità: Jota dirottato a sinistra e compiti da centravanti a Origi, con Mané in panchina. Il senatore Henderson ha preso il posto di Elliott a centrocampo e l’altra grande sorpresa è stata in difesa: Matip e Gomez coppia centrale, con Van Dijk in panchina. Due scelte davvero inaspettate, considerando che Van Dijk è il punto di riferimento assoluto in difesa e l’ultima partita di Origi risaliva addirittura al 10 marzo.
POCO MOVIMENTO — Sulla prima mezzora di gioco è inutile girarci intorno: è stata una mattanza. Un dominio rosso assoluto e incontrastato, che a tratti è stato persino imbarazzante per la differenza delle forze in campo. Perché la difficoltà della sfida e la differenza di valori tecnici era chiaro a tutti fin dal sorteggio, ma nemmeno il più incallito dei pessimisti poteva immaginare una resa simile. Sì, resa, perché il Milan non ha nemmeno provato a giocare. O, comunque, non ci è riuscito. Maglie rosse ovunque, a velocità doppia sia nell’infilarsi sia nel riposizionarsi quando la palla era fra i piedi milanisti. Che l’hanno amministrata per lo più malissimo, terrorizzati dalla pressione avversaria, con poco movimento e quindi senza alcun tipo di sbocco. Oltre a una quantità industriale di palle perse in uscita. A creare le difficoltà maggiori, in particolare, la spinta costante dei terzini inglesi e la posizione ibrida di Jota, un po’ ala e un po’ trequartista. Oltre al solito Salah, ovviamente. Con un copione a senso totalmente unico ovviamente il gol del Liverpool era solo questione di tempo e sono stati sufficienti nove minuti. Milan colpito peraltro ad assetto schierato, quindi colpa doppiamente grave: Leao si è perso completamente l’inserimento di Alexander-Arnold, che sul cross ha trovato la complicità – decisiva – di Tomori. Deviazione netta e palla in rete. Quattro minuti più tardi, dopo un salvataggio decisivo di Tomori su Salah, è arrivato pure un rigore (braccio di Bennacer), ma l’ex romanista ha esaltato i riflessi di Maignan, magnifico anche sulla ribattuta di Jota.
DOPPIA CAPITOLAZIONE — Un episodio che ha tenuto vivo il Diavolo, anche se vivo non è la definizione esatta perché in realtà la prodezza di Maignan non ha minimamente cambiato l’inerzia del match. Il Liverpool ha continuato ad affacciarsi con regolarità e facilità nell’area rossonera, chiudendo al Milan tutte le opzioni in uscita. Poi, intorno alla mezzora abbondante, i Reds hanno allentato un po’. Un calo fisiologico, ma costato carissimo perché il Milan ha iniziato a prendere coraggio, soprattutto a sinistra. E, alla prima vera azione, ha trovato il pareggio: Diaz, Saelemaekers, Leao e destro vincente di Rebic. Tutto a terra, tutto molto bello. Un cazzotto in pieno stomaco per il Liverpool, che è rimasto piegato sulle gambe. Tanto da capitolare nuovamente due minuti dopo. Gli interpreti: Rebic, bravissimo e generoso a servire Hernandez con Alisson fuori causa, salvataggio sulla linea di Robertson e gol di Diaz arrivato a rimorchio. Un’altra azione eseguita alla perfezione, nel modo che i rossoneri conoscono bene. Milan incredibilmente in vantaggio, Anfield sotto choc.
AMBIZIONI — L’inizio della ripresa ha rischiato di appesantire ulteriormente i conti inglesi, perché Kjaer ha bucato Alisson, ma un fuorigioco di Hernandez ha rovinato il tris. La reazione del Liverpool ovviamente non si è fatta attendere e al 4’ Salah, imbeccato sul filo del fuorigioco da Origi, ha superato Maignan. Il pareggio non ha accontentato i Reds, ma è stata una pressione diversa dal primo tempo. Meno famelica, meno asfissiante, meno annichilente, anche se comunque costante. Intorno all’ora di gioco Pioli ha inserito Florenzi per Saelemaekers e Giroud per Leao, con Rebic dirottato a sinistra. Mosse vanificate però dal terzo gol inglese. Prima ci è andato vicinissimo Jota (salvataggio decisivo di Kjaer), poi ha colpito con Henderson, un destro fantastico di controbalzo da fuori area. Una rete che non ha spento le ambizioni rossonere, ma a quel punto – si era a metà ripresa – è iniziata a subentrare la stanchezza. La palla è rimasta per lo più tra i piedi inglesi, con qualche break rossonero senza esito. Da segnalare il debutto di Daniel Maldini in Champions, nel solco di europeo di famiglia profondo e nobile.
Marco Pasotto
dal sito www.milannews.it
LE PAGELLE - MAIGNAN PARA QUASI TUTTO. KJAER-TOMORI, CHE SERATA. FLOP FLORENZI
Maignan 7,5: prova a emulare Fabio Cudicini mettendosi in versione ragno nero. Para il rigore di Salah e il tentativo di tap in susseguente. Fa tremare tutti quando esce zoppicando per un pestone di Theo. Forse poteva legger meglio l’inserimento di Salah che vale il 2-2 a inizio ripresa.
Calabria 6: serata complicata per il capitano, all’esordio in Champions con la fascia al braccio. Diogo Jota e Robertson sono due clientelacci da gestire, anche perché spesso viene lasciato in isolamento.
Kjaer 7,5: mostruoso, così come Tomori, in una partita dove ha chiuso qualunque cosa abbia potuto chiudere. Dà grande sicurezza anche quando le cose sembrano andare male, perché il Liverpol arriva al limite dell’area del Milan con troppa facilità.
Tomori 7,5: peccato per la deviazione sul tiro-cross di Arnold che spiazza Maignan e regala il primo urlo alla Kop. Poi si mette in bolla ed è sontuoso.
Theo Hernandez 6,5: Salah è una brutta gatta da pelare, così come Alexander-Arnold. Quando prende coraggio in fase offensiva, fa male agli avversari e propizia il gol del momentaneo 2-1 milanista.
Bennacer 5,5: stecca il primo esame di maturità europeo con una prova non sufficiente. Prima travolto dalla mediana del Liverpool, poi mette la testa fuori, infine cala. (dal 71’ Tonali 6: entra con personalità, rifila una spallata a Thiago Alcantara che si zittisce).
Kessie 6,5: deve mettere un sacco di pezze, ma soffre anche lui il ritmo “da Champions” degli avversari. Ha degli strappi presidenziali importanti.
Saelemaekers 6,5: non è facile giocare con il Liverpool che pressa sulle fasce e, all’inizio, fa una fatica bestiale lasciando spesso Calabria da solo. Poi prende coraggio, cresce, ed è parte attiva per il gol del momentaneo 1-1. (dal 62’ Florenzi 5: errore marchiano quello dell’ex Roma, che non chiude Henderson quando il capitano del Liverpool prende la mira e spara il gol del 3-2).
Brahim Diaz 6,5: non era facile trovare spazi per accendersi. Lui ha il merito di andare a cercarli anche in zolle inusuali. È certamente mentalizzato a livello europeo e regala un intervallo di gioia ai tifosi del Milan con il gol del momentaneo 2-1.
Leao 6: molla completamente Alexander-Arnold e il terzino del Liverpool non perdona trovando l’affondo e il tiro-cross che genera il primo vantaggio dei reds. Ha il merito di mettere in porta Rebic per il pareggio milanista. (dal 62’ Giroud 5,5: paga l’assenza di palloni giocabili contro Matip e Gomez che, nella ripresa, sono apparsi più attaccabili).
Rebic 6,5: fare la lotta con Matip e Gomez non è bello, anche perché vanno ad un ritmo molto alto e non sono Acerbi e Luiz Felipe. Tuttavia, quando il Liverpool concede il fianco, è lui a mettere dentro l’1-1 e poi a servire Theo, che viene murato prima del tap-in di Brahim Diaz. (dall’83’ Maldini sv).
All. Pioli 6,5: la differenza di qualità nei singoli si vede, ma il suo Milan esce da Anfield con la consapevolezza di ciò che c’è da fare per stare a questi livelli. Servirà ancora tempo, ma la sconfitta è solo frutto dell’episodio – decisivo – del gol del 3-2.
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