dal sito www.gazzetta.it
MILAN, SCUDETTO A UN PASSO: 2-0 ALL'ATALANTA, ORA BASTERÀ UN PAREGGIO COL SASSUOLO
Primo tempo bloccato, nella ripresa Leao e Hernandez regalano tre punti pesantissimi ai rossoneri. Con almeno un punto coi neroverdi sarà tricolore
Così l’attesa è dolce. Dolcissima ed esaltante, a prescindere da quello che combinerà l’Inter a Cagliari. Il Milan infila la quinta vittoria di fila, mette a tacere anche l’Atalanta davanti all’estasi dei 73 mila di San Siro e compie quello che potrebbe essere il passo decisivo verso lo scudetto. Ora la squadra rossonera e il suo popolo possono mettersi comodi in poltrona e godersi la partita in terra sarda. Nella peggiore delle ipotesi, ovvero con vittoria nerazzurra, il Diavolo rimarrà padrone del proprio destino anche all’ultima giornata contro il Sassuolo, quando sarà sufficiente non perdere per acciuffare l’Inter a quota 19 scudetti. Se così sarà, il prossimo campionato vedrà una fantastica sfida milanese per chi metterà le mani sulla seconda stella. Con la Dea la partita si stappa nella ripresa. Decidono una rete di Leao e un gol sublime di Hernandez che produce un coast-to-coast vincente da galleria delle prodezze. Leao e Theo, ancora loro. La super fascia sinistra rossonera, anche se ormai il Milan di Pioli ha talmente tante vesti e versioni che diventa difficile incasellare quei due solo in un lato del campo. Anche l’Atalanta rimanda il suo verdetto stagionale agli ultimi novanta minuti e il rammarico è grande perché il mezzo passo falso della Roma era un’occasione ghiotta, anche se nulla è ancora perduto. Rammarico e rabbia, perché sul primo gol rossonero le proteste nerazzurre (contatto fra Kalulu e Pessina) sono state fortissime.
LE SCELTE — Pioli ha confermato in blocco la squadra di Verona. Un po’ perché l’undici del Bentegodi aveva garantito gambe frizzanti e approccio adeguato, un po’ perché aveva dimostrato di assimilare molto bene le novità tattiche, riproposte nello stesso spartito. Ovvero un 4-1-4-1 con Kessie davanti alla difesa e Tonali alto, accanto a Krunic, e fasce affidate a Saelemaekers e Leao. Gasperini, tentato in settimana dal 4-2-3-1, senza Toloi alla fine ha scelto la difesa a tre abbassando De Roon sulla linea di Palomino e Djimsiti: 3-4-1-2 con Koopmeiners e Freuler nel cuore del centrocampo, trequarti affidata a Pessina e Pasalic accanto a Muriel. Fin da subito sono state molto chiare le consegne speciali e inderogabili da entrambe le parti. Ovvero Kessie chiamato a togliere spazio e respiro a Pessina, e Djimsiti pronto a seguire puntualmente i movimenti di Tonali, mentre Koopmeiners si è appiccicato alla schiena di Krunic. In tutti i casi, marcature efficaci e fonti centrali di gioco inaridite. Non è un caso quindi che entrambe le squadre abbiano cercato luce sulle corsie esterne, seppure in modi diversi. Il Milan ha adottato la sua classica modalità da accerchiamento, provando a svariare velocemente da una parte all’altra del campo, mentre l’Atalanta si è servita maggiormente della verticalità, cercando la profondità con Muriel e soprattutto con Zappacosta a sinistra. E’ su quel versante che i rossoneri hanno patito maggiormente, con Calabria visibilmente in difficoltà davanti alle sgommate del 77 nerazzurro. Dall’altra parte Hernandez ha tentato un paio di sortite, ma è andato a sbattere contro la gabbia bergamasca eretta da Hateboer e De Roon.
CI VOLEVA LA RIPRESA — Non è decisamente stato un granché il primo tempo. Squadre piuttosto bloccate dall’ansia del risultato e più attente a non smagliarsi dalla cintura in giù piuttosto che caricare verso la porta avversaria. Maignan e Musso infatti sono stati praticamente inoperosi, se escludiamo un tiro di Saelemaekers e uno di Muriel facilmente leggibili. A deludere, se mettiamo sulla bilancia il contesto, è stato soprattutto il Milan, che dopo i primi venti minuti trascorsi in controllo del match, si è come spento. Ha praticamente smesso di giocare, affidandosi a improbabili lanci lunghi e restando vittima dei propri errori tecnici. Male, in questo senso, Calabria, Theo, Krunic e Giroud, mentre Leao non è quasi mai riuscito ad accendersi davvero. Il resto l’ha fatto Gasperini, che ha trovato il modo di disinnescare il Tonali nuova versione. E’ cambiato tutto nella prima parte della ripresa. Dopo nove minuti una punizione infida di Hernandez finita sull’esterno della rete ha fatto gridare al gol mezzo stadio. Poi Pioli ha cambiato Giroud con Rebic e Saelemaekers con Messias, mentre Pioli ha tolto Muriel per Zapata e Pasalic per Malinovskyi. E al minuto numero 12 il Diavolo ha stappato il match, colpendo in ripartenza: lancio di Messias per Leao, che è andato via di forza a Koopmeiners e – freddissimo - ha infilato Musso in uscita sotto le gambe e sotto la curva Sud. San Siro è rimasto col fiato sospeso per un possibile fallo di Kalulu su Pessina, ma il controllo Var ha dato semaforo verde e Orsato ha convalidato, mandando in estasi il Meazza.
CAPOLAVORO — L’Atalanta a quel punto ha reagito rabbiosamente ed è andata vicino al pareggio due volte con Zapata. Il colombiano prima si è girato bene in area, senza trovare la porta, e poi ha spedito di poco a lato con la testa. Segnali di pericolo che si esauriscono di lì a breve perché alla mezzora il Diavolo mette in freezer la partita grazie al gol capolavoro di Hernandez. Krunic sradica la palla dai piedi di Boga e la serve a Theo, che se la colloca sul piede per ottanta metri e trafigge Musso con un diagonale a incrociare. Spettacolo allo stato puro a cui Koopmeiners, Djimsiti e Palomino assistono impotenti, incapaci di fermare il treno francese lanciato a tutta velocità. Manca ancora qualcosa? Ma certo, la firma di Maignan, che arriva a cinque minuti dalla fine con una gamba che salva la porta rossonera su un destro a botta sicura di Zapata. Milan, repertorio completo, ed è quello che serviva per mettere un altro pezzo di mano sullo scudetto.
Marco Pasotto
dal sito www.milannews.it
LE PAGELLE - THEO, GOL DA "DIVENTA UN MITO". KALULU E TOMORI IMPRESSIONANTI
Maignan 7: pronto col volo plastico su Muriel nel primo tempo. Poi è decisivo con una parata alla Stefano Mammarella su Duvan Zapata a salvaguardare il 2-0 rossonero.
Calabria 6: non una delle migliori prove di Davide in stagione, dove fa fatica a contenere Zappacosta e Muriel, ma nel secondo tempo si riprende e lotta con Duvan. (dal 78’ Florenzi sv).
Kalulu 8: una partita fenomenale del 20 milanista, che si attacca a Muriel come la colla vinavil e non gli concede nulla, portandolo quasi a una crisi di nervi. Una prestazione sontuosa del prof Pierino.
Tomori 7.5: la coppia con Kalulu ormai è solida, collaudata e affidabile. Tiene dritta la barra quando sembrava che l’Atalanta stesse mettendo la testa fuori dal guscio.
Theo Hernandez 8: primo tempo contratto, poi nel secondo inizia a scavallare come ci aveva abituato a vedere. Poi, ad un certo punto, mette il mirino sulla porta di Musso: abbassa la testa, alza i giri del motore, salta tutti come se fosse dentro un videogame e inchioda il risultato sul 2-0.
Kessie 6.5: difensivamente parlando, un’ottima partita. Pecca nella qualità dei passaggi, tanto è vero che nella ripresa la manovra passa da altri piedi.
Tonali 6.5: è letteralmente ovunque, anche la missione da incursore questa volta no porta i frutti sperati. Ordinato nel gestire i palloni in uscita nel secondo tempo. Esce stremato. (dal 68'’Bennacer 6.5: porta lucidità nella fase di possesso e non molla di un centimetro gli avversari che provano a passare nelle sue zone).
Saelemaekers 6: sulla falsariga di Verona. Fa cose buone a scelte difficilmente capibili, come un tentativo di tunnel a metà campo evitabile. È il primo dei sacrificati nella girandola dei cambi. (dal 54’ Messias 7: spacca la partita con il lancio che mette in porta Rafael Leao per il gol del vantaggio milanista. Ha la palla del 3-0 che avrebbe meritato).
Krunic 6.5: nella fase di non possesso è utilissimo e anche nel difendere alcuni palloni sanguinosi. (dal 78’ Bakayoko sv).
Leao 7.5: Gasperini gli costruisce una gabbia di tre uomini attorno che, nel primo tempo, sembra dare i suoi frutti. Nella ripresa, come accaduto nelle ultime gare, inizia ad attaccare la profondità e su un lancio di Messias a campo aperto imapllina Musso per il gol che fa esplodere San Siro.
Giroud 6: poveraccio, si trova per un tempo a dover sgomitare con i difensori dell’Atalanta senza la possibilità di poter fare la boa vera. Esce dopo pochi minuti della ripresa. (dal 54’ Rebic 7: entra benissimo. Pressa, mette ansia agli avversari, spacca la situazione statica svariando su tutto il fronte offensivo. Si mangia il gol del 3-0).
All. Pioli 7.5: manca davvero poco al suo Milan, quello fatto di soluzioni, intuizioni, umiltà e crescita ad arrivare a qualcosa di clamoroso e storico. Bravo a leggere i primi due cambi che sono quelli che aprono in due la partita.
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