dal sito www.gazzetta.it
IL TORO BLOCCA IL MILAN, L'INTER ROSICCHIA ALTRI DUE PUNTI AI ROSSONERI
Dopo lo 0-0 col Bologna, ne arriva un altro contro i granata. La squadra di Pioli non sa più vincere e nemmeno segnare. Nerazzurri ora a -2 e con una partita in meno: il Diavolo non è più padrone del proprio destino
Aveva ragione Pioli in vigilia: guai a pensare a quel folle 7-0 dello scorso campionato. Altro Toro, altro contesto, altra storia. E questa per il Milan è una storia brutta, che vede i rossoneri ripetersi: un altro 0-0, altri due punti rosicchiati dall’Inter, un’altra partita senza l’ombra di un gol (nelle ultime cinque sono stati solo tre). Sul campionato del Diavolo torna così a incombere l’asterisco nerazzurro: con gli uomini di Inzaghi a meno due e una partita da recuperare, il Milan non è più - di nuovo - padrone del proprio destino. A proposito di situazioni negative ricorrenti: Pioli ha perso per problemi fisici quattro giocatori in un colpo solo a poche ore dal match, ritrovandosi complessivamente senza sette uomini, alcuni dei quali titolari pesanti (Bennacer), mentre altri sarebbero stati cambi in corsa importanti (Ibra, Rebic). Anche qui, nulla di nuovo. Solo che nei mesi scorsi spesso i rossoneri spremevano forza proprio dalle difficoltà. L’unico sorriso di questa settimana è la sconfitta del Napoli, ma con l’Inter che prepara l’abbordaggio è una magra consolazione. Il Toro non riesce a strappare la prima vittoria con una big in questo campionato, ma dopo aver fermato sul pari Juve e Inter si prende la soddisfazione di stoppare anche la capolista. Con una gara di grande attenzione e intensità. Juric cinque anni fa costò un esonero a Pioli, a fine stagione vedremo se avrà contribuito a fargli perdere anche uno scudetto.
LE SCELTE — Juric ha confermato Berisha in porta, preferito Zima a Izzo in difesa e tamponato il forfait in mediana di Mandragora affiancando Ricci a Lukic. Trequarti affidata al tuttologo Pobega e Brekalo (titolare dopo due esclusioni, Pjaca in panchina) a supporto di Belotti. Per Pioli ancora una volta mani nei capelli. Si ripiomba in un incubo vissuto troppe volte in questa stagione. Il bollettino medico diffuso dal club soltanto sei ore prima della partita (il Milan ha smesso di comunicare la lista dei convocati a gennaio) è un elenco triste e angosciante: fuori Ibra per un sovraccarico al ginocchio, fuori Bennacer, Rebic e Castillejo per affaticamenti muscolari assortiti. Ieri dalla conferenza stampa dell’allenatore non era emerso nulla ma, al di là delle tempistiche, è evidente che si tratta di defezioni serie. Davanti in pratica c’è il solo Giroud (convocato all’ultimo momento Lazetic, ieri in campo con la Primavera), mentre Kessie è andato ovviamente a far coppia con Tonali in mediana, con Diaz al centro della trequarti (Saelemaekers a destra). Sette assenti in tutto, qualcosa di tristemente già visto e rivisto (osservare la panchina per capire l’entità del problema).
FRENESIA — Pioli aveva puntato il dito sugli errori negli ultimi venti metri e anche stavolta la difficoltà di sfondare e di scegliere la soluzione migliore a ridosso dell’area avversaria è stata evidente. Il Milan nel primo tempo ha funzionato meglio del Torino in fase offensiva, trovando varchi importanti almeno quattro volte, ma rovinandosi con le proprie mani nello stesso modo delle uscite precedenti: frenesia, scarsa lucidità, decisioni sbagliate al momento del passaggio decisivo. Leao, Diaz, Hernandez: errori pesanti e ripetuti in situazioni importanti. Demeriti propri a cui si sono sommati i meriti della fase difensiva granata, attenta e arcigna. Toro bravo soprattutto a non concedere praticamente mai profondità a Leao, che vive di sgommate verso la porta, e spazio fra le linee a Diaz, nel primo tempo rimasto a boccheggiare in cerca di una luce che non gli è stata concessa e che comunque lui non è stato in grado di trovare. Ricci e Lukic si sono alternati efficacemente sul 10 rossonero. Anche il Diavolo ha usato la stessa moneta, asciugando tutti i rifornimenti a Belotti, che nei primi 45 non è mai riuscito a toccare palla a meno di venti metri dalla porta di Maignan. Kessie ha spento qualsiasi velleità di Pobega, Brekalo è stato controllato in maniera più discreta ma altrettanto efficace. Esatto: le squadre si sono ingabbiate a vicenda e non è un caso che il primo tempo abbia fatto registrare un solo tiro nello specchio della porta. Quello di Calabria, un terzino, sinistro infido sventato da Berisha. Un primo tempo in cui hanno comandato l’aggressività e un’attenzione maniacale a non concedere spazi. E in cui tra i rossoneri nessuno è stato in grado di saltare l’uomo. Bremer e Tomori hanno dominato su Giroud e Belotti. Il Milan, tra l’altro, dopo 36 minuti si è ritrovato con entrambi i centrali difensivi ammoniti.
PRESSIONE — Nella ripresa si è vivacizzato tutto. Dopo cinque minuti un intervento magnifico di Maignan ha tolto dal “sette” un destro di Vojvoda e dopo dieci Pioli ha tolto Diaz inserendo Messias. Il trequartista centrale? Saelemaekers. Un tentativo di togliere punti di riferimento al Torino e, anche, di aumentare la pressione. Cosa che è in parte riuscita perché in pochi minuti prima Leao è scivolato via di forza a Zima seminando lo scompiglio in area granata e poi Tonali non è riuscito a servire Giroud col Torino scoperto. Granata all’angolo? Mica tanto. E’ il 20’ quando Belotti evita lussuosamente Tomori e poi si vede murato il destro a colpo sicuro dal ritorno del 23 rossonero. Un’occasione gigantesca. Juric ha messo dentro Izzo e Aina (fuori Singo), poi Pellegri per Belotti. E l’ex rossonero è riuscito anche a far venire i brividi a Maignan, dopo un sinistro di Tonali controllato con parecchia ansia da Berisha. Negli ultimi dieci minuti i rossoneri si sono riversati nella metà campo granata, ma è stata soprattutto frenesia. Forza della disperazione, che il più delle volte non paga. Nulla è perduto, ci mancherebbe, ma sta diventando tutto molto più complicato.
Marco Pasotto
dal sito www.milannews.it
LE PAGELLE - ATTACCO FATISCENTE. TONALI, KALULU E MAIGNAN SUGLI SCUDI
Maignan 7: cala una paratona clamorosa su Vojvoda e anche una su Pellegri. Se spicca il portiere dentro una partita, c’è qualcosa che non va.
Calabria 6: è l’unico a scaldare le mani a Berisha nel primo tempo con l’unico tiro nello specchio del Milan. Ordinato nel secondo tempo.
Kalulu 6.5: non sbaglia praticamente nulla. Sicuro, preciso, mai mal posizionato. Ormai titolare di una difesa che non prende gol.
Tomori 6.5: gioca tutta la partita con il peso di un giallo rimediato al primo fallo. Decisivo quando stoppa il destro di Belotti che, inizialmente, lo aveva mandato fuori giri. (dall’87 Gabbia: sv).
Theo Hernandez 5.5: cade in continuazione, su ogni minimo contatto, sembra che gli abbiano sparato dal tetto dello stadio. Non punta più il fondo, ma cerca di entrare sempre tra le linee e questo gioco lo hanno capito. Specialmente se poi non tira in porta.
Tonali 6.5: insieme a Calabria è quello che crea l’occasione più grande del Milan, ma Berisha, senza sapere come, riesce a bloccare il suo tiro di sinistro. Esce esausto al termine di una gara dove è stato uno dei migliori. (dall’83’ Krunic: sv).
Kessie 5.5: pascola in mezzo al campo, senza grandi spunti e con più di qualche errore in transizione.
Saelemaekers 5.5: si boh, Messias sarà quel che sarà e lui almeno ti dà la sensazione di poter essere un po’ più elettrico. Ma poi gli manca quel qualcosa lì per provare a far saltare definitivamente il banco.
Brahim Diaz 4.5: nella settimana che porta al venerdì santo, possiamo dire che sia un moderno mistero doloroso. Completamente apatico, gli riesce solo uno strappo e viene steso da Pobega. Nel secondo tempo compare solo al momento del cambio. (dal 55’ Messias 5: nemmeno dalla panchina riesce a dare la scossa).
Leao 5: insopportabile quando gioca così. Non si riesce a capire se si renda conto di ciò che si sta giocando, per la prima volta nella sua carriera, o se pensi sempre di essere il più forte di tutti. Se la risposta è la due, che lo dimostri.
Giroud 6: un’anima in pena con un mastino come Bremer che non gli dà fiato. Lui lotta su ogni singolo pallone che transita nella sua zona. Se poi Doveri permette tutto al centrale del Torino, allora diventa tutto più difficile.
All. Pioli 5.5: qui il problema è serio. Squadra priva di una conoscenza sul come si vada a calciare in porta con pericolosità. Non ha saputo trovare una soluzione alternativa all’arrivare a portare i suoi giocatori a calciare in porta. Poi si gira in panchina e ha il muro del pianto a livello di cambi, anche perché le alternative sono rimaste a Milano. C’è molto da rivedere.
|