dal sito www.gazzetta.it
LORENZO IL MAGNIFICO COL VIZIETTO DEL GOL: COLOMBO SI VESTE DA VICE IBRA
Il 18enne Colombo, autore del gol del vantaggio col Bodoe, ha già dimostrato di poter essere la punta centrale che serve ai rossoneri in assenza di Zlatan. Primo italiano nato dopo il 2001 in rete in Europa
Già il cognome promette bene, l’antica memoria riporta a quell’Angelo biondo che correva su e giù per il prato verde (non spesso a dire il vero all’epoca...) di San Siro, una dinamo nel motore del Milan di Arrigo Sacchi, quello degli olandesi ma anche di chi macinava chilometri e sudava pure per gli altri. Lorenzo è di un’altra pasta.
Gli piace far gol, e non ha perso tempo per dimostrarlo al mondo. È bastata una mezzoretta contro i norvegesi del Bodoe Glimt, il tempo di vedere i rossoneri andar sotto e pareggiare immediatamente col solito Calhanoglu, per sospingere in rete - solo soletto - la palla servitagli dallo stesso turco e diventando così il primo italiano nato dopo il 2001 ad andare in gol in una coppa europea. Peraltro Lorenzo aveva sfiorato il gol poco prima con un gran sinistro, deviato in angolo dal portiere norvegese.
VICE IBRA — Aggregato alla prima squadra si diceva a inizio ritiro. In realtà non è mai stato un mistero che Colombo avrebbe fatto parte in pianta stabile del gruppo rossonero. Al punto che sul mercato Paolo Maldini e company non si sono mai lanciati alla ricerca di un vice Ibra, ben consci del valore del ragazzino nato l’otto marzo 2002 a Vimercate (Mb). Oggi la questione si è ripresentata dopo la positività di Zlatan al Covid. Pioli non ha avuto dubbi: dentro dal primo minuto in quello che è il suo ruolo naturale, prima punta. Primissima punta. E quando è uscito al 58’, al suo posto è entrato Daniel Maldini. Insomma, il Milan sarà trascinato da un quasi 39enne, ma alle sue spalle c’è una discreta pattuglia di giovani che fanno ben sperare.
PREMESSE — Le premesse c’erano tutte: 3 gol in 3 apparizioni nel precampionato: uno splendido sinistro a giro contro il Monza a San Siro, un altro al volo al Vicenza, uno potente in percussione al Brescia. Lorenzo il Magnifico ha già dimostrato di avere un repertorio completo. Vero, ci sono Rebic e Leao, più abituati però a giocare larghi. A Colombo piace l’area invece, là dove osano i centravanti veri. I primi passi li aveva mossi a giugno nella semifinale di ritorno di Coppa Italia con la Juve allo Stadium. Poi un’altra apparizione a luglio in campionato col Bologna. Otto minuti in entrambe le occasioni.
BAMBINO — Lorenzo è arrivato al Milan quando aveva solo 6 anni dalla Buraghese, squadra di Burago di Molgora, provincia di Monza, dove abita tutt’ora con i genitori. Quest’anno otterrà il diploma, istituto tecnico con indirizzo commerciale. Con la speranza che resti un bel ricordo da incorniciare e che il futuro sia invece tutto in quel rettangolo verde che sente come seconda casa. Con la Primavera, il ragazzo che adora Batistuta ma pare avere il fiuto del gol di Inzaghi (o Paolo Rossi se vogliamo fare qualche passo indietro di più), si era fatto notare al punto che la società a giugno gli ha fatto firmare (nonostante una frattura a un piede che lo aveva fermato a lungo) un contratto sino al 2024. Nella sua breve ma fulminante carriera vanta un tricolore Allievi col Milan nel 2017, e tutta la trafila nelle nazionali giovanili sino alla finale dell’Europeo Under 17 persa 4-2 in finale con l’Olanda nel 2019, peraltro con due suoi gol. Dopo l’operazione al piede per la frattura, sul suo profilo Instagram scrisse: “La sofferenza di oggi sarà la carica e la forza del futuro”. Tutta quella che ha scaricato sulla palla spedendola in fondo alla rete del Bodoe. Chissà, forse la prima di tante.
Massimo Oriani
dal sito www.milannews.it
LE PAGELLE - CALHA STRATOSFERICO. IL "TENENTE" COLOMBO ALLA PRIMA GIOIA. GIGIO, CHE PARATA
G. Donnarumma 7: decisivo, a pochi minuti dalla fine, con una paratona sul colpo di testa alla cicuta di Saltnes, che deviando sul primo palo un cross dalla sinistra, per poco non trova il punto del pareggio.
Calabria 6,5: partita di gamba e di sostanza. Alza il livello dell’attenzione nel finale di gara, quando il Bodo Glimt viene fuori a livello di gamba, ma lui ci mette cuore ed esperienza.
Kjaer 6: non è al meglio della condizione e si vede. Soffre fisicamente Junker, ma col passare del tempo gli prende le misure. Deve stringere i denti.
Gabbia 6: rimane piantato in occasione del vantaggio norvegese, ma questa volta suona la sveglia e alza il livello della sua prova con almeno due chiusure importanti che ne alzano il morale e la valutazione in pagella.
Theo Hernandez 6: a stantuffo ridotto. Sbaglia qualcosina di troppo negli ultimi sedici metri, roba non da lui. Pioli gli chiede molta attenzione e presenza, ma contro avversari molto più avanti fisicamente, anche lui patisce un po’.
Bennacer 6: tesse la tela, si mangia un gol davanti alla porta e finisce con il segnale della riserva acceso. Deve alzare il livello della condizione. (dal 79’ Tonali sv).
Kessie 6: il duello fisico con Berg e gli altri del centrocampo norvegesi non è semplice. Tiene botta anche nel finale, quando gli ospiti assediano la metà campo milanista.
Castillejo 6: va e viene sulla corsia di destra, ma non è ancora quel Samu della scorsa stagione. Qualche buon recupero e l’assist per il gol del 3-1 di Calhanoglu a corredo di una prestazione normale. (dal 65’ Krunic 6: va a fare il trequartista esterno a sinistra e ci mette fisico nel momento di pressione ospite).
Calhanoglu 8: una partita mostruosa del 10 del Milan. Pareggia i conti con un sinistro all’incrocio dei pali, libera di tacco Colombo per il vantaggio milanista e poi, col piattone, chiude lo schema 5 su azione d’angolo con la palletta di Castillejo che gli arriva precisa sul piede nobile. È indemoniato anche in fase difensiva.
Saelemaekers 6: gli negano un gol che avrebbe chiuso la gara, fa a botte con gli avversari e commette ancora qualche fallo di troppo quando non deve.
Colombo 6,5: il primo millennial del Milan a segnare in gare ufficiali timbra il cartellino nella notte più difficile, quella in cui passa da riserva a titolare a causa dell’assenza forzata di Ibra. Quando esce, si sente la sua assenza perché viene a mancare il punto di riferimento fisico davanti alla difesa avversaria. (dal 57’ Maldini 6: gli annullano un gol, regala qualche giocata carina e si adatta in un ruolo che non è suo).
All. Pioli 6,5: passa il turno, raggiunge il record di Ancelotti di 15 risultati utili consecutivi e fa con quello che ha. La sua squadra ha il pregio di fare tanti gol che, in un momento simile, è manna dal cielo.
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