dal sito www.gazzetta.it
GOL, RISSE, ROSSI E ARBITRO K.O.: INTER IN SEMIFINALE DOPO UN DERBY PAZZESCO
Nerazzurri avanti grazie a Lukaku ed Eriksen, che rimediano al vantaggio milanista di Ibra. Altissima tensione fra Romelu e Zlatan, che poi viene espulso (per un fallo di gioco)
L’Inter ha mancato l’aggancio in campionato, ma intanto si toglie la soddisfazione di cacciare il Milan dalla Coppa Italia. A San Siro finisce 2-1 con reti di Ibrahimovic, Lukaku (rigore) ed Eriksen. Al termine di 100 minuti (poi vedremo perché) in cui succede più o meno di tutto: un litigio furibondo tra Lukaku e Ibrahimovic che si insultano pesantemente e rischiano di venire alle mani, l’espulsione di Ibra (per un fallo di gioco) e l’infortunio dell’arbitro Valeri, rilevato dal quarto uomo Chiffi. La partita del Milan in pratica è finita con il rosso a Zlatan, al quarto d’ora della ripresa, ma ha detto che i rossoneri si sono rimessi in sesto dopo la brutta figura con l’Atalanta. Per l’Inter la soddisfazione di aver conquistato un match che inietterà una massiccia dose di autostima.
INSULTI ASSORTITI - Pioli rispetto al tracollo con l’Atalanta ne cambia cinque: Tatarusanu (per Donnarumma), Dalot (Calabria), Romagnoli (Kalulu), Saelemaekers (Castillejo) e Diaz, che si è ripreso la trequarti facendo scivolare indietro Meité, piazzato al posto di Tonali. Davanti, ovviamente, Ibra. Conte conferma il mini turnover che aveva già lasciato immaginare alla vigilia di Udine, con Kolarov per Bastoni e facendo rifiatare la fasce: Darmian e Perisic al posto di Hakimi e Young. In attacco stavolta tocca a Lautaro accomodarsi fuori, con Sanchez a supporto di Lukaku. Il primo tempo poggia essenzialmente su due momenti: il gol del Milan e il litigio furibondo tra Ibra e Lukaku a ridosso dell’intervallo. Quello che più resta impresso è senza dubbio l’alterco tra i due pesi massimi, che non si sono mai amati e vanno avanti a insultarsi e a cercarsi – con lo sguardo e di persona - per diversi minuti in mezzo a un nugolo di compagni che non riescono a placarli. Nasce tutto da un fallo di Romagnoli sul belga, che la prende male e va a lamentarsi col capitano rossonero. Da lì in poi, è caos interminabile e altissima tensione: i labiali consegnano parole, fra le altre, in cui vengono tirate fuori mamme, mogli, riti woodoo e che invitano l’avversario a fare i conti fuori dal campo. Il classico “ti aspetto fuori”. I due si ritrovano faccia contro faccia, vengono separati, ammoniti ed è Lukaku, in particolare, a cercare insistentemente il contatto fisico con Zlatan fino all’ingresso nel tunnel degli spogliatoi. Siamo partiti dalla fine per necessità di cronaca, ma ovviamente c’è anche un risultato che nei primi 45 premia i rossoneri. Merito di Ibra, che riceve palla da Meité al limite dell’area, prende la mira (Kolarov si posiziona davanti a lui con scarsa reattività e occupando male lo spazio) e con un destro chirurgico che sbatte sul palo interno porta in vantaggio il Diavolo. Un tempo giocato da entrambe le parti su ritmi piuttosto blandi, acceso solo da qualche fiammata che porta a un paio di pericoli seri a testa (spiccano Leao da una parte e Barella-Sanchez dall’altra). Pioli è anche costretto a far esordire Tomori per sostituire Kjaer, uscito dopo venti minuti per un problema alla coscia sinistra.
PRESSIONE — Nella ripresa la partita dello svedese si conclude presto. Senz’altro troppo presto per tutto il Milan: siamo al 14’ quando interrompe fallosamente una ripartenza di Kolarov e Valeri gli mostra il secondo giallo. In pratica il Diavolo si ferma lì perché il match, con un uomo in meno e l’assenza del punto di riferimento offensivo, diventa una montagna troppo alta da scalare. A tenerlo a galla è un magnifico Tatarusanu, che si oppone a tutto l’opponibile (almeno quattro gli interventi decisivi soltanto nel secondo tempo). I cambi, alcuni dei quali già dopo l’intervallo, accentuano la pressione nerazzurra: dentro Hakimi e Lautaro, mentre Pioli piazza Rebic centravanti togliendo Diaz. In realtà i rossoneri non si chiudono male, ma ovviamente fanno una fatica immensa a ripartire e l’assalto interista a Tatarusanu porta i suoi frutti. Prima con un rigore di Lukaku (ingenuità di Leao su Barella), certificato dal Var, e nel lunghissimo recupero – 10 minuti – con una sontuosa punizione di Eriksen, che si prende qualche rivincita personale e porta l’Inter in semifinale. Chiudiamo spiegando la genesi di un extra time così lungo: sono i minuti necessari al cambio di arbitro dopo il problema muscolare di Valeri, costretto a lasciare il fischietto al quarto uomo Chiffi. Un derby che davvero non si è fatto mancare nulla.
Marco Pasotto
dal sito www.milannews.it
LE PAGELLE - TATARUSANU È SUPER. IBRA PRIMA LA SBLOCCA E POI CONSEGNA LA GARA ALL'INTER
Tatarusanu 7,5: prestazione di assoluto livello del portiere romeno, che si fa trovare pronto con al meno tre parate decisive. Dà sicurezza al reparto ed è l’ultimo ad arrendersi visto che prende gol solo su calcio da fermo.
Dalot 6: ordinato e puntuale nella marcatura su Perisic. Il croato quando lo punta non trova quasi mai il pertugio per sfondare.
Kjaer sv: esce infortunato dopo 20 minuti. (dal 20’ Tomori 6,5: entra a freddo e sembra essersi integrato fin da subito nel sistema difensivo milanista. Buon feeling con Romagnoli. Bella la chiusura su Lukaku).
Romagnoli 6,5: spesso ha sofferto certi avversari, ma questa sera non commette sbavature. Anzi. Durante l’assedio interista, tiene alto il muro finché può.
Theo Hernandez 6: Darmian è un avversario più morbido al quale prendere le misure. Deve disinnescare la modalità offensiva quando il Milan rimane in 10 per fronteggiare le discese di Hakimi.
Meite 5,5: serve a Ibrahimovic il pallone che poi lo svedese trasforma, con una magia, nel gol del vantaggio del Milan. Tuttavia, con il passare dei minuti, commette diversi errori tecnici e non tappa le falle durante l’inferiorità. Commette anche il fallo dal quale nasce il gol del 2-1 di Eriksen.
Kessie 6: dove non arriva Meite, deve arrivare lui. Lotta come sempre e nella prima fase, quando il Milan prende un po’ di più il campo, si fa sentire eccome.
Saelemaekers 6: un buon rientro quello del belga, che mette in campo il suo saper essere disciplinato. Stringe i denti nello stare basso quando l’Inter attacca il fortino milanista con un uomo in più. (dall’85’ Castillejo sv).
Brahim Diaz 6: l’uomo che mancava contro l’Atalanta, contro l’Inter crea sempre quei dubbi ai centrocampisti interisti sul cosa potrà fare con la palla tra i piedi. Viene scelto da Pioli come il sacrificato sull’altare dell’inferiorità numerica. (dal 60’ Rebic 5,5: entra subito dopo l’espulsione di Ibrahimovic, ma non riesce mai a liberarsi in campo aperto e a tenere su la squadra).
Leao 5,5: frusta Darmian, ma il momento dove si ribalta la sua prova è l’intervento su Barella che genera il calcio di rigore che porta l’Inter sull’1-1. Con il Milan sotto di un uomo, fa fatica a trovare giocate che attacchino l’ossigeno alla squadra. (dall’85’ Krunic sv).
Ibrahimovic 6: un gol meraviglioso a sublimazione di una prestazione che stava diventando importante. Poi cerca il cortocircuito con Lukaku (ammoniti entrambi) e commette il fallo da ammonizione che consegna l’inerzia della partita all’Inter. Un’espulsione evitabile.
All. Pioli 6: fino al rosso di Ibrahimovic, il Milan aveva fatto la sua partita. L’aveva sbloccata ed aveva anche avuto delle belle risposte da Tatarusanu. Il rosso allo svedese cambia completamente la partita e la continua conta degli infortuni non gli ha permesso, nuovamente, di avere una panchina adeguata. Di fatto, il Milan esce per due gol da calcio da fermo.
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