dal sito www.gazzetta.it
MANDZUKIC, BUONA LA PRIMA (PARTITELLA): AL LAVORO PER ESSERCI CON L’ATALANTA
Il croato, da centravanti, ha preso parte interamente alla sfida in famiglia con la Primavera: nessun gol ma buoni movimenti e benzina utile per la ricerca della condizione
Da adesso si fa sul serio. Perché un conto è allenarsi per mesi da solo – per quanto lo si faccia bene – e un altro all’interno di una squadra. Mario Mandzukic scalpitava al pensiero di ritrovare i profumi dello spogliatoio, dei riti e delle chiacchiere con i compagni. Ora ha l’occasione di farlo nel gruppo che comanda in campionato e, sebbene la concorrenza sia parecchio agguerrita – Ibra davanti, Rebic e Leao sulla corsia sinistra del tridente –, Mario non è certamente sbarcato in rossonero per fare la comparsa.
NOZIONI OFFENSIVE — Così è iniziato il countdown in vista della prima convocazione possibile, quella di sabato per la delicatissima sfida a San Siro con l’Atalanta. Sensazioni? In quell’elenco molto probabilmente ci sarà. Perché la sua presenza comunque serve e perché, anche se la forma non può essere ottimale, il croato non è arrivato a Milanello coi muscoli flaccidi. Martedì, per la prima sgambata, il programma prevedeva giusto un assaggio di campo.
PROVE GENERALI — Mercoledì, i carichi hanno iniziato ad aumentare e nel menù è entrata anche una partitella in famiglia a ranghi misti con la Primavera. Della prima squadra erano in pochi (la maggior parte ha svolto lavoro defaticante in palestra), ma Mandzukic ha potuto piazzarsi da centravanti nel 4-2-3-1 di Pioli. Alle sue spalle, per un tridente assolutamente credibile, Saelemaekers, Maldini e Leao. Mario non ha trovato il gol però ha giocato tutto il test (un’ora) e ha ricevuto le prime, basilari nozioni sui movimenti offensivi. Il croato ha cercato quelli giusti, cercando spesso il dialogo con i compagni e, insomma, possiamo dire che ci siamo quasi. La gamba non è male, sebbene manchi comprensibilmente smalto. In pratica sono state le prime prove in vista della chiamata con l’Atalanta. La strada è quella giusta e probabilmente non è così tortuosa.
Marco Pasotto
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