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12 giugno 2020, Juventus vs Milan 0-0




dal sito www.milannews.it

PROBABILE FORMAZIONE - BONAVENTURA DIETRO REBIC, CALABRIA GIOCHERÀ A SINISTRA
Dopo uno lungo periodo di stop obbligato durato tre mesi domani sera il Milan affronterà la Juventus a Torino, nel match di ritorno delle Semifinali di Coppa Italia. All'andata a San Siro terminò 1-1, con Ronaldo che rispose su rigore (dubbio) al vantaggio iniziale di Rebic. Pioli dovrà fare a meno di tre pedine che si sono rivelate fondamentali negli ultimi mesi prima dello stop: Ibrahimovic, Castillejo e Theo Hernandez sono squalificati. Questa la probabile formazione che scenderà in campo all'Allianz Stadium.
IL SOSTITUTO DI THEO - Dopo aver saltato Milan-Genoa dell'8 marzo per un infortunio rimediato nella trasferta di Firenze, Gigio Donnarumma tornerà a difendere i pali della porta rossonera. Il sostituto di Theo Hernandez sarà molto probabilmente Davide Calabria: il classe '96 ha già giocato sulla fascia sinistra diverse volte in passato e Pioli lo preferisce a Laxalt. Per il resto ci sarà la difesa tipo che il tecnico rossonero ha schierato negli ultimi match: Romagnoli-Kjær la coppia di centrali con Conti sulla destra.
DUO CONSOLIDATO - Nello scacchiere tattico dell'allenatore emiliano la coppia dei centrali di centrocampo non può che essere Bennacer-Kessie. I due hanno giocato sempre insieme nel corso della stagione e l'affiatamento è cresciuto col passare dei minuti. Sia l'algerino che l'ivoriano dovranno dare il massimo e riuscire ad essere presenti ed incisivi in entrambi le fasi, approfittando del fatto che il ritmo della partita sarà per forza di cose più basso del normale.
REBIC GUIDA L'ATTACCO - Sarà Ante Rebic a guidare l'attacco rossonero contro la Juventus di Maurizio Sarri. Pioli ripartirà quindi da una delle poche certezze del Milan di quest'anno: da gennaio in poi il croato è diventato sicuramente il terminale offensivo più efficace e pericoloso della squadra, beneficiando appieno della presenza di Zlatan Ibrahimovic. Dietro di lui ci sarà Jack Bonaventura, con Calhanoglu a sinistra e Paquetá a destra. I tre trequartisti dovranno essere bravi a dialogare fra loro per aprire la difesa bianconera e creare spazi per gli inserimenti di Rebic e uno dei due centrocampisti. Invece Rafael Leão partirà ancora una volta dalla panchina, ma per il portghese più che una bocciatura si tratta di una scelta quasi obbligata: è l'unica punta di ruolo pronta a subentrare a partita in corso.
Milan (4-2-3-1): Donnarumma; Conti, Kjaer, Romagnoli, Calabria; Kessie, Bennacer; Paquetà, Bonaventura, Calhanoglu, Rebic.





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(dalla "Gazzetta dello Sport" del 30 maggio 2020)




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(dalla "Gazzetta dello Sport" del 3 giugno 2020)
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(dalla "Gazzetta dello Sport" del 6, 7 e 8 giugno 2020)



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(dalla "Gazzetta dello Sport" del 10 e 11 giugno 2020)




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(dalla "Gazzetta dello Sport" del 12 giugno 2020)
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Partita vista a Savona in compagnia di Samuele e Cristina
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(da Spazio Milan)
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Il minuto di silenzio prima della partita


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Il rigore di Ronaldo, deviato sul palo da Donnarumma


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(dalla "Gazzetta dello Sport" del 13 giugno 2020)
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dal sito www.gazzetta.it

IL CALCIO RIPARTE SENZA GOL. NIENTE IMPRESA PER IL MILAN IN 10. JUVE IN FINALE, MA CR7 È L’OMBRA DI SE STESSO
Ronaldo sbaglia un rigore e i rossoneri restano con un uomo in meno (rosso a Rebic), ma i bianconeri perdono efficacia nella ripresa e rischiano nel finale
Bentornato calcio, bentornata vita dopo troppo dolore. Bentornato pure al corredo di cose che ci è mancato così tanto: rigori, pali, Var e polemiche. E bentornate Juve e Milan: la prima, senza infamia e senza lode, in finale di Coppa Italia; la seconda eliminata dopo una partita sulle barricate e giocata tutta in salita. Alla fine, ne esce uno 0-0 modesto, il più italiano dei risultati: per lo spettacolo rivolgersi altrove, ma non era l’aspetto più importante della serata.
NUOVA VITA — Dopo 95 giorni e oltre 34mila vittime, il pallone è tornato a scivolare e, se ci si sforza, tutto sembra (quasi) come prima: è la solita Juve, che produce ma non punge, e il Milan, nobile decaduta con tanti limiti tecnici. Il tutto in un contorno spettrale: non ci sono i tifosi a far festa, ma a inizio partita quei tre operatori sanitari fermi come statue greche nel silenzio, simbolo di tutti gli eroi di questo tempo, sono lì a ricordarci un enorme lutto collettivo: i giocatori, emozionati come mai mentre battono le mani, sembrano averlo capito.
LE SQUADRE — Poi è solo il campo e le sue sorprese a parlare: il tridente bianconero, mai visto dall’inizio, ha un incastro diverso da quello atteso. C’è Cristiano a far da centravanti, con Dybala alla sua destra e l’imprevedibile Douglas dall’altro lato: Sarri ha in testa Ronaldo in quella posizione da un anno circa, ma l’opera di convincimento finora non aveva mai portato risultati. Il Milan sceglie il trio Paquetà, Calhanoglu, Bonaventura dietro a Rebic, ma è l’atteggiamento differente tra le due squadre a segnare il match. L’occupazione militare della metà campo milanista è, soprattutto all’inizio, imbarazzante: sembra che ci sia solo Juve in campo, con una prima occasione per Douglas al primo minuto e una pioggia di cross. Tutto tranne che noia, con l’arbitro Orsato che ha la possibilità di aggiungere altro pepe: un rigore dato (con Var) e sbagliato, questa sì una novità, da Cristiano, e subito dopo un rosso in faccia a Rebic per una sconsiderata entrata da kung fu sul costato del povero Danilo.
IL CAMPO — Non che prima avesse dato segni di particolare vitalità, ma in dieci il Milan non può che boccheggiare di più: l’assembramento arretra fino all’area piccola. Col tempo, però, i rossoneri finiscono per togliersi un po’ di ansia e per mettere ogni tanto il naso dall’altro lato. Nel complesso, nel primo tempo il dominio di Sarri finisce per essere tanto evidente quanto sterile: al momento del raccolto, tornano i vecchi problemi. La squadra di Pioli riesce a stare in piedi nella tormenta, è questo è un merito, ma per provare ad arrivare in Europa servirà tutt’altro coraggio. Quello di Romagnoli, ad esempio, che gestisce con lucidità anche le situazioni più delicate. Sarri ha ritrovato la sua squadra a metà del guado, qualificata, promettente ma inconcludente: può godersi un ottimo Bentancur, centrocampista “totale” da mezzala, ma non Ronaldo, che è la controfigura di se stesso. Non tanto per il rigore sbagliato, ma per qualche appoggio sbagliato di troppo e scatti in ritardo.
QUANTI CAMBI — Una delle novità del calcio post-covid sarà la possibilità di fare cinque cambi ed è Sarri il primo a usare tutte le potenzialità: dopo un quarto d’ora nel primo tempo ne mischia tre in una volta solo, Khedira-Rabiot-Bernardeschi per Pjanic-Matuidi-Douglas, e a quel punto la squadra diventa più fisica e Benta torna nel ruolo di regista. Leao è il primo cambio di Pioli e, permette di ridare un riferimento nel deserto. Alla fine la qualificazione rimane in bilico fino al ’94: mentre la Juve si spegne dopo tanto palleggio, sotto sotto i rossoneri sperano di fare il più incredibile dei colpacci. No, a Roma ci va la Juve per la finale di mercoledì. Per il primo gol di questo nuovo calcio bisognerà aspettare Napoli-Inter di oggi, ma veder correre 22 giocatori rende tutti già felici.
Filippo Conticello


dal sito www.milannews.it

LE PAGELLE - REBIC, UN INTERVENTO FOLLE CHE MANDA ALL'ARIA LA PARTITA. BENE LA COPPIA KJAER-ROMAGNOLI
G. Donnarumma 6,5: torna il calcio giocato e lui si ripresenta con un paio di interventi decisivi. Intuisce il rigore di Ronaldo, ma non lo tocca, e tiene in piedi i rossoneri nelle occasioni clou. Stilisticamente bella la parata su Dybala nella ripresa.
Conti 5: Douglas Costa lo manda al bar quando accelera. Il cambio di passo del brasiliano è troppo alto per Andrea, che poi si macchia del gomito galeotto da cui nasce il calcio di rigore che Ronaldo manda sul palo. Un po’ meglio nella ripresa, ma c’è ancora molto su cui lavorare. (dall’88’ Saelemaekers sv)
Kjaer 6,5: chiusure attente, precise e decisive. La più bella quella su De Ligt, quando l’olandese, tutto solo nell’area piccola milanista, stava già per sentenziare Donnarumma. Sua anche una delle due occasioni più chiare del Milan nella ripresa, con una girata di testa che avrebbe meritato maggior sorte. Romagnoli 6,5: insieme a Kjaer fa un’ottima partita difensiva. Splendida la diagonale difensiva con cui interrompe una transizione a tutto campo della Juventus, impedendo a Ronaldo di arrivare sul pallone. In fase d’impostazione fa quello che può.
Calabria 5: non una bella prova quella di Davide, che sulla corsia mancina ha fatto molta fatica sia quando arrivava Danilo sia quando si è trovato Ronaldo o Douglas Costa. (dall’88’ Laxalt sv)
Kessie 6: alla fine ha retto finché ne ha avuto. E ha fatto bene. Con la Juventus che ha fatto esercizio di possesso palla in mezzo al campo, lui si è sbattuto l’anima per provare a rompere le trame offensive della squadra di Sarri. (dall’83’ Krunic sv)
Bennacer 5,5: ci si aspettava una partita di maggior personalità da parte di Ismael, che ha perso almeno tre palloni sanguinosi e ne ha scoperti molti in fase di protezione palla.
Paquetà 6: gli era stato rimproverato di essere troppo brasiliano ai tempi di Giampaolo, questa sera ha fatto una partita molto europea, per non dire italiana. Si è sacrificato tantissimo, ha commesso degli errori – è vero – ma con un Milan in 10 dal 18’, era quasi impossibile chiedergli di più. (dall’82’ Colombo sv)
Bonaventura 6: si ritrova, improvvisamente, centravanti dopo l’espulsione di Rebic. E in avvio di secondo tempo ha il guizzo giusto per mettere sulla testa di Calhanoglu un pallone interessante che il turco non riesce a indirizzare tra i pali di Buffon. Quando esce, sembra non gradire. (dal 53’ Leao 5,5: panchinato per scarso impegno in allenamento, ha qualche barlume di lucidità nei primi minuti del suo stint. Ma niente di più).
Calhanoglu 6: partita di sacrificio totale per Hakan, che deve mettere via i buoni propositi da bombardiere per mettersi l’elmetto in aiuto della squadra. Tuttavia è lui ad avere la prima occasione, degna di tale nome, nella ripresa senza riuscire a mettere il pallone nello specchio della porta juventina.
Rebic 3: ha rovinato tutto con un intervento inqualificabile, ai limiti di ogni comprensione umana. Perché entrare in maniera kamikaze su Danilo quando il pallone era fuori dalla tua portata sia per altezza sia per dinamica dell’azione? Con lui in campo, forse, il Milan avrebbe avuto qualche occasione in più.
ALLENATORE:
Pioli 6: se Rebic dà di matto e si fa espellere per un colpo alla Nembo Kid, non è di certo colpa sua. Si presenta a Torino con la coperta corta e con l’obbligo di fare almeno un gol. Rimanendo in 10 dal 18’, l’impresa è diventata titanica.