dal sito www.gazzetta.it
FALSA PARTENZA PER PIOLI, IL LECCE RIACCIUFFA IL MILAN AL 92': FINISCE 2-2
Al tecnico, all'esordio in rossonero, non bastano i gol di Calhanoglu e Piatek. Babacar e un tiro pazzesco del terzino impongono il pari
La cura Pioli non basta. Un Milan più libero, discontinuo e coraggioso, si fa rimontare due volte a San Siro da un Lecce non solo ordinato, ma determinato e propositivo. Un primo tempo tutto Milan, un secondo pieno di sorprese. E finisce 2-2, fra i fischi di San Siro meno assordanti di quelli raccolti dopo Milan-Fiorentina, ma comunque inesorabili. Apre un Calhanoglu in gran forma, pareggia Babacar su rigore, va ancora avanti il Milan con Piatek che torna al gol su azione, nel finale ecco il pareggio di Calderoni, uno dei migliori in campo. La strada per tornare in alto per il Milan è veramente lunga. Il Lecce invece conquista un punto che psicologicamente vale molto più di uno.
PARTENZA SPRINT — Pioli conferma la fiducia a Rafa Leao, con Piatek in panchina, e Calhanoglu alla fine vince il ballottaggio con Rebic. Una soluzione che permette a Theo Hernandez di muoversi con leggerezza, diventando una sorta di quinto attaccante, quello che spariglia le carte contro un Lecce che ci prova, ma non incide mai. Nel primo tempo Donnarumma deve intervenire soltanto su un tiro di Falco sporcato da Romagnoli. È un Milan allegro e intelligente, non concretizza abbastanza, ma segue una sua logica. Quella dei giovani talenti che Pioli lascia liberi di esprimersi, sempre in un contesto che, visti i pochi giorni di lavoro, risulta logico e ordinato, però non prevedibile. Uno a zero dopo il primo tempo, con un gol di Calhanoglu che sfrutta un bel lancio di Biglia e per fortuna si evita il saluto militare e ogni altra manifestazione pro Erdogan. Accade al 20'. Il Lecce ci prova con Falco, Babacar cerca di scappare qua e là provocando le rarissime sbavature della difesa rossonera. Il Milan è in controllo, nonostante il silenzio assordante della curva e il tifo di migliaia di leccesi che dal terzo anello si fanno sentire. La magia di San Siro è anche questa. "Dalla società al campo lavorate e battetevi per questa gente che ama il Milan follemente". È lo striscione che decora tutta la curva Sud, silente. Poi ne viene esposto un altro. "Da nove anni la curva Sud è il nostro posto. Forza Milan torna a essere tosto". Nove anni. Lo spazio temporale che contiene i successi di Allegri e altre catastrofi, e dopo tanto vagare ecco l'estate scorsa consolidarsi la coppia di due antichi amici, Boban e Maldini. Sono stati fatti errori nei primi mesi, ma questa sembra l'occasione per ripartire.
RITORNO SALENTINO — Però il Lecce non ha intenzione di fare la vittima designata sulla strada del rilancio rossonero. E niente è come sembra. Un vero grosso rischio arriva all'11' del secondo tempo, quando un errore a centrocampo libera Mancosu in area, ma il recupero di Biglia è strepitoso e il Milan può ripartire. Poi il fallo da rigore di Conti, che tocca la palla con l'avambraccio e rimette tutto in discussione dopo un'ora di gioco. Babacar contro Donnarumma, che para, ma sulla ribattuta il giocatore del Lecce è implacabile. 1-1 e tutto da rifare.
CHE FINALE — Al 22' del secondo tempo escono Rafael Leao e Paquetà, dentro Krunic e Piatek. Più muscoli, più peso per reagire. Subito un'occasione di testa per il polacco, che cerca di sfruttare un bel cross di Krunic, però la difesa pugliese è attenta. Ora lo stadio fischia e ribolle, lo sciopero del silenzio della curva non incide più. Ancora Calhanoglu va vicino al gol mentre i minuti passano. Ci prova Hernandez, ma la partita diventa sempre più nervosa e concitata e Liverani si fa espellere. A poco più di dieci minuti dalla fine entra in campo Rebic, e poco dopo è Piatek a riportare in vantaggio il Milan sfruttando un numero di Calhanoglu. Uno dei migliori in campo, con Hernandez libero di essere se stesso, magari non sempre tatticamente a posto, ma una furia quando si tratta di spingere, attaccare e anche recuperare palla. A proposito di recuperi, Piatek torna al gol su azione, un'altra buona notizia per il Milan in fondo a questa partita complicata. Perché alla fine il Lecce pareggia ancora con Calderoni, e blocca l'attesa inversione di tendenza. Il Milan a tratti è più bello, ma i risultati non cambiano. Anzi.
dal sito www.milannews.it
LE PAGELLE - CALHA, UNA GRANDE PRESTAZIONE. THEO È IMPRENDIBILE. ERRORI DETERMINANTI DI BIGLIA E CONTI
G. Donnarumma 6: il primo tiro in porta vero del Lecce, lo para: è il rigore di Babacar, che purtroppo non riesce a respingere lateralmente e nulla può sul tap-in dell’attaccante ospite. Il tiro di Calderoni per il 2-2 è un gol di rara bellezza che non gli si può imputare.
Conti 5: la valutazione della sua gara cambia sul rigore causato. Le nuove regole non lasciano spazio ad interpretazioni e da quel tocco di braccio, nasce il pareggio del Lecce. In precedenza aveva fatto rivedere cose interessanti.
Musacchio 6: partita più da regista arretrato che da marcatore. Babacar gioca alla larga, anche perché la pressione che il Milan esercita in fase di non possesso, porta la squadra a recuperare spesso il pallone molto alti.
Romagnoli 6: non commette mezza sbavatura. Si trova anche a pressare gli avversari a 70 metri dalla sua porta.
Theo Hernandez 7: soprattutto nel primo tempo gioca come ala pura e stantuffa che è una meraviglia. Meccariello va in crisi totale quando viene puntato e crea spesso occasioni da gol. Anche nella ripresa mette in difficoltà la difesa del Lecce con le sue discese.
Paquetà 6,5: che fosse il centrocampista tecnicamente più forte in rosa era risaputo. Pioli gli consegna le chiavi dell’inventiva e gli permette di trovare la posizione più idonea alle sue doti. Regala un paio di numeri dei suoi e sfiora anche il gol, in avvio di gara. (dal 67’ Krunic 6: poco meno di mezz’ora con una prova molto onesta).
Biglia 5: illuminante il pallone con cui premia il taglio di Calhanoglu, che poi sblocca la partita con un gran gol sul primo palo. Cala drasticamente alla distanza e da un suo errore in fase di uscita, nasce l’azione che poi porta al gol del 2-2 di Calderoni.
Kessie 5,5: Pioli gli cambia posizione, perché ha bisogno di copertura a sinistra dove Theo fa quasi l’ala. Gioca semplice sì, ma poi crolla il rendimento e si divora una grossa occasione a metà ripresa. (dal 79’ Rebic sv)
Suso 5,5: meno appariscente del solito, anche perché il Milan gioca molto sulla corsia di Theo Hernandez. Trova almeno un paio di palloni interessanti e Gabriel gli nega il gol, mandando in angolo il suo classico girello mancino sul secondo palo. Mette in porta Leao, ma spesso quando può calciare, non lo fa. Pasticcia anche lui nelle fasi che precedono l'avvio dell'azione del 2-2.
Leao 5,5: le prime due occasioni della partita sono sue. Sulla prima, Gabriel gli chiude la porta in faccia, sulla seconda non arma bene il mancino. Ma duetta molto bene con la schiera di compagni che gli gioca alle spalle. Grida vendetta il destro sul primo palo, su palla al bacio di Suso, al 12’ del secondo tempo. (dal 67’ Piatek 6,5: la panchina iniziale lo costringe a guardare le numerose occasioni da gol create dai compagni con le mani in bocca. 81’, fa benissimo il rimorchio sull’assist di Calhanoglu per il gol del 2-1).
Calhanoglu 7,5: tra i giocatori più fischiati alla lettura delle formazioni, sembra essersi rigenerato con Pioli. Gioca più libero, sia a livello di posizione sia di testa. Sblocca la partita con un gran gol: taglio su lancio di Biglia e fucilata sul primo palo a fare secco Gabriel. Sfiora il gol olimpico, colpendo l’incrocio direttamente da angolo ed è quello più attivo al tiro. Fornisce l’assist per il gol di Piatek. Migliore in campo per distacco.
ALLENATORE:
Pioli 6: il Milan del primo tempo è qualcosa che riconcilia con il calcio e che torna a far sperare che della vita, sul pianeta rossonero, ci sia. Calderoni gli rovina il compleanno con un eurogol. Deve lavorare tanto sulla fase di finalizzazione della sua squadra, perché le occasioni create sono state tantissime. |