dal sito www.gazzetta.it
CORREA MANDA I BIANCOCELESTI IN FINALE
Dopo lo 0-0 dell’andata, il gol dell’argentino al 58’ è fatale per la squadra di Gattuso. Reina più volte impegnato, Cutrone segna, ma è in fuorigioco. Infortuni per Calabria e Milinkovic
Il secondo atto, quello definitivo, va alla Lazio. Simone Inzaghi si giocherà la possibilità di alzare il trofeo. Non Gattuso e non il suo Milan, che trascina le fatiche del campionato anche in coppa. La squadra che non convince in Serie A si presenta nella serata di coppa a San Siro nella stessa versione. Non basta un Milan rivoluzionato nell’impianto: difesa a tre, con Caldara (un’unica presenza sette mesi fa) in difesa, Laxalt e Castillejo a spingere in fascia. La Lazio è invece quella annunciata, anche se costretta a modificarsi dopo meno di un quarto d’ora: la caviglia destra di Milinkovic va k.o. e al suo posto entra Parolo. Un gol cambia gli scenari, ma entrambe temono di più di esporsi al rischio: ognuno sta allora ben attento in difesa e quando l’azione si avvicina alle due aree fa fatica a concretizzarsi o anche solo a trasformarsi in qualcosa di potenzialmente pericoloso. Il primo tiro in porta arriva poco prima della mezzora: Calabria (che prima aveva protestato per una spinta subita in area avversaria e poi uscirà infortunato) impegna Strakosha dalla distanza. E’ la prima volta in cui uno dei due portieri è chiamato davvero in causa. Sul finale il tentativo di Bastos su azione d’angolo finisce di poco a lato. Dopo invece Reina pareggia Strakosha nel conto delle parate e fa anche meglio: la conclusione di Correa arriva da due passi e il vice Gigio chiude tutto.
SUBITO LAZIO — L’intervallo scioglie la tensione e il secondo tempo è subito più vivace: il merito è soprattutto della Lazio, che si avvicina al gol con tre azioni pericolose, una di Leiva (ottimo Reina), l’altra di Bastos e la terza di Correa, ancora pronto Reina. Al 13’ invece la porta rossonera si apre, e Pepe non è impeccabile: Correa servito da Immobile la piazza sotto le gambe del portiere e trova il vantaggio. La mossa di Gattuso è Cutrone, ma la reazione è faticosa. E quando Patrick segna, di testa, è in fuorigioco. Chi tira di nuovo in porta allora è Luis Alberto, parato. Mentre Immobile spara alto un rigore in movimento, e più tardi si fa deviare in angolo da Reina. La Lazio giocherà la finale all’Olimpico. Il Milan esce sconsolato da San Siro.
Alessandra Gozzini
dal sito www.milannews.it
LE PAGELLE - SUSO, ANCHE BASTA ADESSO. REINA UNICO BALUDARDO A SALVARSI PIENAMENTE. BUONO IL RIENTRO DI CALDARA
Reina 7,5: è strepitoso nell’uno contro uno con Correa nel finale di primo tempo e anche a disinnescare il destro a giro di Leiva in avvio di ripresa. Correa lo beffa con una puntata sotto le gambe per il gol della Lazio. È uno dei pochi a crederci, a gesti e a parole. Vola anche nel finale su Correa a negargli il gol dello 0-2.
Musacchio 5,5: almeno nel primo tempo sembra dare stabilità, nella ripresa viene infilato di continuo da Correa e Immobile.
Caldara 6: torna titolare dopo quasi sei mesi, da quel Dudelange-Milan di Europa League che lo vide esordire in gare ufficiali, e fa un’ottima partita. Da centrale della difesa a tre detta bene i tempi delle salite (dal 64’ Cutrone 6: tardivo il suo ingresso in campo. Ancora una volta gli si chiede di essere il salvatore della patria dentro un deserto tecnico e mentale globale che è desolante)
Romagnoli 5,5: come Musacchio, nel primo tempo gioca bene, nel secondo tempo va in down, come tutta la squadra. Correa e Caicedo lo mettono a dura prova.
Calabria 6: il primo tiro in porta del Milan è il suo (il che è tutto dire) ed è un mancino che impegna severamente Strakosha. Poi esce per un colpo. (dal 40’ Conti 5,5: entra a sorpresa, ma non carbura mai. Grippa sulla corsia di destro e non becca mezzo cross).
Kessie 5,5: non ne ha oggettivamente più. Impreciso in ogni palla che tocca o che prova a gestire. Nell’azione del contropiede del gol della Lazio, lui sembra andare con la prima mentre Correa ha innescato il kers.
Bakayoko 6: gioca bersagliato dai cori e dagli ululati della nord laziale, ma prova a sbattersene per quanto sia possibile. Cerca di dare qualche strappo dei suoi per aprire il campo nel cono centrale, ma gli riescono poco.
Laxalt 5: impalpabile da esterno a tutta fascia. Perde nettamente il duello con Romulo, che gli fa venire il mal di testa. Di prendere la fascia in corsa e di metter dentro un cross, nemmeno a pagamento.
Suso 4: siamo al capolinea o quasi. Giocatore ormai diventato leggibile a tutte le latitudini. Sembra cullarsi sulla sua titolarità, ma la verità è che ormai si è fermato come crescita. Più di questo non è, ovvero un buon giocatore che fallisce sempre i grandi appuntamenti. Emblema della sua gara: il sinistro monco con cui non trova la porta nel primo tempo e il corner da cui nasce la ripartenza per il gol della Lazio. Una domanda sorge spontanea: ma fa fatica a calciare forte?
Castillejo 4,5: dovrebbe dare brio alla manovra milanista, invece viene schiacciato nel duello fisico dai laziali, che lo spostano anche con troppa facilità. (dal 57’ Calhanoglu 4,5: dovrebbe dare un po’ di inventiva, di imprevedibilità. Invece sembra avere la sorgente settata su AV1 al posto di HDMI).
Piatek 5: a furia di stare da solo a lottare con i difensori avversari, vagando alla ricerca di un pallone giocabile, si eclissa. Poi, quei pochi che gli arrivano, tutti ovviamente a 30 metri dalla porta, li gestisce maluccio.
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