Ritorno ai tabellini delle partite
   

   


5 agosto 2018, Milan vs Barcelona 1-0




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La formazione rossonera
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(dalla "Gazzetta dello Sport" del 6 agosto 2018)




dal sito www.gazzetta.it

GOL DI ANDRÉ SILVA ALL'ULTIMO RESPIRO
Una rete del portoghese al 93' consegna ai rossoneri il successo nell'ultima gara della tournée negli Stati Uniti
Essersi allenati sul campo dell'università – la Stanford – in cui Steve Jobs consigliò agli studenti di essere affamati e folli, forse è servito a qualcosa: c'è un po' di follia infatti nella vittoria sul Barcellona con cui il Milan chiude l'International Champions Cup. Follia perché il successo arriva all'ultima azione della sfida, allo scadere dell'ultimo minuto di recupero, al termine di una partita in cui – ma non c'è ovviamente da stupirsi – il pallone è rimasto pochissimo fra i piedi rossoneri (per dire: dopo venti minuti il possesso palla era 67 a 33%) e per opera di un giocatore – André Silva – che nella mezzora precedente aveva dato il peggio di sé: un misto fra svagatezza (cose già viste) e gambe imballate. A ogni modo il consiglio è di non fare troppo gli schizzinosi. Nel calcio d'estate è abitudine dire che i risultati sono l'ultima cosa che contano, ma tornare a Milano con una vittoria sul Barça fa un certo effetto e dà un certo morale. Dal punto di vista del tabellino il Milan conclude la tournée nel migliore dei modi, dopo la sconfitta ai rigori contro lo United e quella di misura col Tottenham. Stavolta però, a dispetto del punteggio finale, è anche arrivata la peggior prestazione delle tre sfide. Di certo molto passa dai carichi di lavoro che Gattuso sta proseguendo a infilare nelle gambe dei suoi ragazzi, e il resto l'ha fatto il Barcellona che, seppur imbottito di ragazzini, per tre quarti di match ha dominato la scena lasciando le briciole ai rossoneri. Un luminoso esempio di continuità aziendale, ma in fondo è un insegnamento anche in relazione al risultato: come più volte ha raccontato la storia del pallone, non è detto che a spuntarla sia chi comanda il gioco e riduce gli avversari sull'orlo di una crisi di nervi. Tutta questa bellezza va poi trasformata in gol.
LA GARA — Gattuso, che al rientro in Italia troverà come pacco dono a Milanello Higuain e Caldara, ha proseguito nel consueto 4-3-3, lasciando i soliti interpreti davanti – Suso, Cutrone e Borini – e confermando Calhanoglu mezzala, segno evidente di un'intenzione precisa, più che di un'esigenza del momento. In difesa primi minuti per Rodriguez, mentre Romagnoli ha conservato la fascia di capitano (e siamo a due indizi). Il Milan è andato subito in apnea totale, schiacciato dalla pressione forsennata dei catalani, che nel primo tempo non hanno praticamente mai fatto respirare i rossoneri. Sulla fascia destra Semedo viaggiava a velocità doppia, dietro gli attaccanti Rafinha ha fatto impazzire mezzo Milan, spostandosi su tutta l'ampiezza del campo e disegnando gioco, e in avanti Malcom tagliava spesso, mandando in difficoltà Calabria. Il Barça, tanto per capire, ha sfiorato il gol già dopo 33 secondi, e poi ci ha provato con Arthur, Malcom (palo pieno) e Munir, a fronte di un solo break rossonero con Borini, che da solo in area ha centrato in pieno Marlon. Nella ripresa i blaugrana hanno allentato un po' la pressione, il Milan ha avuto il merito di riuscire finalmente a gestire meglio i palloni in uscita e così la sfida è stata più combattuta, pur col pallino quasi sempre in mano agli uomini di Valverde. Calhanoglu ha tentato un paio di volte la conclusione da fuori (a proposito: nel finale, con l'ingresso di Bonaventura, il turco si è espresso decisamente meglio da punta esterna), al 44' Puig si è mangiato il gol – bravissimo, comunque, il quasi 19enne centrocampista sceso in campo con l'8 di Iniesta - e tre minuti dopo il Barça ha pagato pegno: combinazione pregevole sulla sinistra fra Calhanoglu e Kessie, che ha messo Silva davanti a Ter Stegen. Il portoghese non ha sbagliato, agevolato anche da uno strano movimento del portiere che di fatto gli ha spalancato il primo palo. Un gol realizzato con la nuova maglia numero 69, dopo aver ceduto – diciamo meglio: dopo essere stato costretto a cedere – il 9 a re Gonzalo. Non sappiamo se questa rete servirà per garantirsi la permanenza a Milanello, ma di certo permette al Milan di tornare a casa con un bel sorriso.
Marco Pasotto


dal sito www.milannews.it

PAGELLE - CALHANOGLU E KESSIE IN CRESCITA, ANDRÉ SILVA LA DECIDE, GIGIO PARA BENE. ANCORA MALE LOCATELLI
G. Donnarumma 6,5: dopo 30 secondi manda in angolo un diagonale velenoso di Paco Alcacer. Arthur prova l’arcobaleno magico, ma lui vola e lo disinnesca.
Calabria 5,5: fa abbastanza fatica a tenere a bada quel satanasso di Malcom. (17’ st Abate 6)
Musacchio 6: il Barcellona cerca spesso la manovra avvolgente che coinvolga gli esterni. Per vie centrali, Paco Alcacer fa poco. (33’ st Zapata sv).
Romagnoli 6: la fascia al braccio non gli fa paura, mentre deve tenere a bada Munir che cerca spesso il face to face per liberare il mancino. Ma dalla sua zona non si passa. Rodriguez 5,5: alla prima apparizione post mondiale si denota la sua pesantezza nelle gambe e Semedo lo doma come vuole. Deve crescere in fretta. (17’ st Antonelli 6)
Kessie 6,5: i carichi di lavoro si fanno sentire anche sulle sue gambe e non riesce a staccare il carretto quando Cutrone gli apparecchia un bel pallone che, in altri frangenti, Franck avrebbe raggiunto. Anche lui sta sul livello di sufficienza nella ripresa con tanto di assist vincente per André Silva.
Locatelli 5: solite amnesie in momenti cruciali del match. Nel finale del primo tempo, Malcom gli sradica il pallone e spara verso Donnarumma, con quest’ultimo che rimbrotta visibilmente il compagno. Deve cambiare registro, ma è da un po’ che se lo sente dire. (17’ st Mauri 6)
Calhanoglu 6,5: come mezzala, probabilmente, potrà giocarci più avanti. Adesso fa fatica e manca in zona offensiva. Nella ripresa mette in difficoltà Ter Stegen e cresce in maniera netta quando si libera dell’acido lattico nelle gambe. Ha la lucidità per impostare l'azione che porta al gol vittoria del Milan.
Suso 6: dopo aver dichiarato di voler essere più concreto sotto porta, ecco che contro il Barcellona la concretezza davanti allo specchio avversario sia rimasta negli spogliatoi. Deve calciare in porta non appena si libera lo spazio. Tuttavia è l’unico a provare a creare qualcosa. (33’ st Bonaventura sv).
Cutrone 6: partita di sacrificio a cercare di aprire spazio ai compagni. Due sue sponde non lette lo fanno arrabbiare con i compagni. Si muove bene per crearsi gli spazi, ma se non gli arrivano palloni, è dura incidere. Scalda le mani a Ter Stegen dopo 11 minuti della ripresa. (17’ st André Silva 6: sull'ultimo pallone della partita, scongiura i rigori battendo Ter Stegen. Ma prima è autore di una prestazione orrida, salvata dal gol).
Borini 5,5: ha sul mancino la palla per sbloccare il match dopo 11 minuti, ma da ottima posizione spara addosso a Marlon. Avrà anche corsa e spirito d’iniziativa, ma sotto porta ci vuole qualcosa di più. (17’ st Halilovic 5,5)