dal sito www.gazzetta.it
MILAN, AUBAMEYANG COLPISCE DUE VOLTE. IN CINA FINISCE 3-1 PER IL BORUSSIA
La prima partita di international Champions Cup finisce con una netta sconfitta per i rossoneri, puniti anche da Sahin. Nel primo tempo gol di Bacca
La Cina è vicina, ma l'elite della Champions è ancora lontana. Il Milan cade di fronte al Borussia Dortmund - non una figuraccia in sé per sé, ma assolutamente evidente il divario organizzativo - e in fondo è un buono modo per restare coi piedi per terra e capire che, al netto della campagna acquisti faraonica, non basta uno schiocco di dita per tornare grandi. Serve pazienza e applicazione: il club rossonero le avrà di certo tutte e due. Si spera in tempo per il preliminare di Europa League di giovedì della settimana prossima. Per il momento occorre ancora inchinarsi a chi è costruito da tempo e davanti ha qualcuno di nome Aubameyang: l'oggetto dei desideri rossonero non ha fatto chissà quali meraviglie, ma ha colpito quando doveva, con una doppietta che aumenta le voglie milaniste.
TIFOSI ROSSONERI - A differenza delle partite di International Champions Cup degli ultimi anni, stavolta lo stadio era a maggioranza rossonera, sebbene la risposta generale dei tifosi cinesi all'evento sia stata piuttosto scarsa (circa quindicimila spettatori). Una maggioranza decisamente rumorosa, che ha cantato - diciamo provato a cantare - i cori della curva Sud, spinta da uno speaker col microfono che faceva partire a tutto volume "Milano siamo noi" e "chi non salta nelazzullo è". Come di consueto in questi giorni (non ne è passato uno indenne) la compagna di viaggio più presente è stata la pioggia, che non ha dato tregua, accompagnato dal solito, elevato tasso di umidità.
TANTO LAVORO DA FARE - Rispetto alla prima uscita col Lugano, Montella ha cambiato cinque undicesimi: Zapata per Musacchio, Mauri per l'infortunato Montolivo, Bonaventura per l'ex Bertolacci, Bacca per Cutrone e Niang per Calhanoglu. Ancora panca per Donnarumma, che ha iniziato a lavorare più tardi dopo l'Europeo Under 21. Come in Svizzera, è stato ancora 4-3-3, in attesa di vedere la difesa a 3 che sarà probabilmente sdoganata nel momento in cui verrà impiegato Bonucci. Progetti da affinare nel tempo, ma intanto c'è un'attualità da affrontare e questa conferma che il gap tra il Milan e i top club europei è ancora molto grande. Le attenuanti non mancano, ad esempio l'evidente differenza di condizione atletica, ma all'occhio è saltata anche la qualità delle giocate: a memoria per i gialloneri, arraffazzonate per il Milan, quasi sempre in affanno nel momento di alzare la testa e capire come muoversi. Il primo tempo, così, è stato quasi a senso unico, persino impietoso per la prima metà, con Dembelé che, largo a destra, sembrava di cinque categorie superiore: tre volte al tiro nei primi sette minuti, poi ha deciso di placarsi un po'. Il Milan ha faticato soprattutto a uscire dalla propria mediana, asfissiato dal pressing tedesco che ha messo in grande difficoltà Mauri e Kessie (ancora col numero 19 sulle spalle, e domani arriva Bonucci.), per l'occasione accentrato da Montella davanti alla difesa, qualche metro dietro la linea di Mauri e Bonaventura. Durante il monologo giallonero l'unico break del Milan è stato un tiro al volo strozzato di Niang.
LA PARTITA - Il Borussia è passato con Sahin al 17' con un tiro su cui Storari dovrà fare ammenda: era sul suo palo e il numero 30 rossonero è andato giù molto lentamente. Due minuti più tardi Paletta aggancia Pulisic in area ed è rigore, trasformato da Aubameyang. Il Milan accorcia con Bacca, bravo, caparbio e fortunato in un'azione personale che lo ha visto saltare due uomini e infilare Weidenfeller di esterno destro. Poi, ancora una grande azione di Aubameyang, con Castro che si è divorato un gol fatto. Insomma, avrebbe potuto finire molto peggio di 2-1. Nella ripresa il Milan è entrato in campo con un altro piglio (e anche con un altro sistema: 4-2-3-1 con Borini-Calhanoglu-Bonaventura). Almeno per i primi dieci minuti: squadra alta, atteggiamento aggressivo ed effetti visibili perché stavolta è stato il Borussia ad andare in confusione. Il problema è che i rossoneri sono durati pochissimo. Aubameyang ha in pratica messo la parola fine alla partita al 17', finalizzando davanti a Storari un contropiede perfetto di Castro e Pulisic. Dopo di che, la girandola dei cambi, dall'una e dall'altra parte è stata semplicemente una buona occasione per dare minuti a tutti, eccezion fatta per un'ottima chance sprecata da Cutrone a tu per tu con Reimann: peccato, 3-2 avrebbe suonato decisamente meglio.
|