dal sito www.gazzetta.it
IL MILAN RIEMERGE COL PAZZO. TRIPLETTA E IL BOLOGNA È AL TAPPETO
I rossoneri si mettono alle spalle il k.o. con la Samp e passano al Dall'Ara grazie ai tre gol dell'ex interista all'esordio da titolare. Polemiche per la prima rete su rigore generoso, applausi per il tris con colpo di tacco. Inutile il penalty del momentanto 1-1 di Diamanti per gli emiliani
BOLOGNA, 1° settembre 2012 - Galliani starà benedicendo quei sette milioni. In molti si sono chiesti perché il Milan dovesse dare un conguaglio all'Inter oltre a Cassano per avere Pazzini. La risposta agli scettici, chissà, è arrivata ieri: tre gol all'esordio da titolare e Bologna è sbancata. Non ci fosse stato lui, lì, sempre al posto giusto, chissà come sarebbe finita. E invece il Pazzo riemerge. E con lui il Diavolo. Che dimentica il tonfo con la Samp. Ma non risolve tutti i suoi problemi di un gioco che fatica ancora a decollare. La questione, allora, è riproposta: è davvero un Milan da scudetto come dice Galliani?
IL BOA E L'AIUTINO - In attesa dell'apporto dei nuovi acquisti, la prima grande differenza tra il Milan battuto dalla Samp e quello di Bologna è dettata dall'unica vecchia stella rimasta in organico, Kevin Prince Boateng. Il ghanese interpreta il ruolo di trequartista forse in modo diverso rispetto al passato, quando si buttava negli spazi aperti da Ibra, e prova soprattutto a farsi vedere tra le linee muovendosi da un fronte all'altro del campo. I suoi guizzi mettono in difficoltà il Bologna, anche se l'apporto concreto si riduce in 3-4 conclusioni da fuori area e un guizzo su palla inattiva, senza che Agliardi debba mai intervenire. Per il vantaggio, allora, serve un rigore assai generoso: Pazzini e Cherubin entrano in contatto in area, il difensore del Bologna allarga il braccio per proteggere il pallone, il milanista lo trattiene e cadono entrambi. L'arbitro non si accorge che il primo fallo è del rossonero che dal penalty insacca confermando, volendo, la sua attitudine agli esordi positivi: è la prima volta che parte titolare con la nuova maglia.
LA REAZIONE - Il Bologna, partito con il baricentro molto basso, capisce che deve fare l'esatto contrario per mettere in difficoltà il Milan. Che, infatti, nella seconda metà del primo tempo, va progressivamente in affanno. Il pressing di Taider, Pazienza e Guarente è la chiave, così come la posizione più alta degli esterni Motta e Morleo che accompagnano le ripartenze emiliane. La svolta, tuttavia, ha nome e cognome: Alessandro Diamanti. Slalom, tiri da fuori, solita grinta anche nel recuperare palloni. L'Alino degli Europei non è rimasto sulla panchina di Kiev. Anzi. Che sia lui a procurarsi il rigore del pareggio (per un fallo dell'irriconoscibile Nocerino) e a trasformarlo non è un caso: anzi, è il premio meritato per il migliore in campo e per un Bologna ritrovato.
RISCHI ED ERRORI - La ripresa parte con uno spavento: Guarente si avvicina pericolosamente ad Abbiati ma calcia sul fondo con il sinistro. Dovrebbe essere un'ulteriore molla per il Bologna, che invece sembra quasi accontentarsi, anche perché perde piano piano la verve di Diamanti, comprensibilmente stanco dopo un primo tempo a tutta. Una volta fuori Montolivo per infortunio muscolare, i rossoneri si ritrovano con un centrocampo di mediani (De Jong-Ambrosini-Nocerino) che fa fatica a rifornire le punte. Così l'esordio di Bojan passa quasi inosservato: di palle gliene arrivano pochissime. E il Milan fa poco, davvero poco. Fino al 32', quando fa tutto (o quasi) Agliardi. Sarebbe facile bloccare il pallone sul cross deviato di Antonini e invece arriva il patatrac: Pazzini è lì e dall'area piccola, a porta vuota, non sbaglia. Poi, non contento, qualche minuto dopo devia in porta con un istintivo e prodigioso colpo di tacco un tiro di Nocerino. Mentre il suo vecchio rivale alla Fiorentina, Gilardino, fa subito vedere di poter fare più di Acquafresca ed essere l'arma in più del Bologna. Ma alla fine non punge abbastanza. Pazzo Milan? No, Pazzo e basta. Anzi, il Pazzo basta. Almeno per ora.
Ivan Palumbo
dal sito www.milannews.it
TRIS DA PAZZO. PRIMI SEGNALI DI VERO BOA. BENE LA DIFESA. STEPHAN, COSÌ NON VA
LE PAGELLE di Pietro Mazzara
Abbiati 6: il pericolo maggiore che ha sono i tiri di Diamanti. Spiazzato sul rigore, non ha modo di effettuare interventi importanti anche perché ben coperto dalla difesa.
De Sciglio 6,5: grande attenzione a livello difensivo. Si propone bene in fase offensiva cercando con personalità il cross e andando a battere i corner. Cresce bene e Prandelli domani potrebbe chiamarlo in nazionale maggiore.
Acerbi 6,5: alla prima da titolare si comporta più che bene. Ricompone con Bonera la coppia che tanto bene ha fatto nel pre campionato. Acquafresca è il solito falco spuntato che non crea problemi. Nei momenti di difficoltà è sempre razionale e fa quasi sempre la cosa giusta.
Bonera 6: decisamente meglio rispetto alla gara con la Samp. Si prende la responsabilità di guidare la difesa anche se rimedia un’ammonizione che un po’ lo frena in alcuni interventi tipici del suo repertorio.
Antonini 6: diagonale decisiva nel secondo tempo a chiudere una potenziale azione da gol per il Bologna. Corre tanto sulla fascia e inizia a produrre qualche cross sia con il destro che con il mancino. Da un suo traversone nasce il campanile che manda in confusione Agliardi.
Nocerino 5,5: primo tempo da dimenticare. Impreciso, impacciato e annebbiato. Sbaglia un appoggio su Ambrosini che per poco non manda in porta Diamanti. Sul capitano felsineo commette il fallo da rigore che da ai rossoblu il punto del pari. Meglio nella ripresa quando si rivede il Nocerino della passata stagione. Propizia il gol del 3-1.
Ambrosini 6: diga davanti alla difesa, quando i compagni sono in difficoltà il pallone passa dai suoi piedi. Ammonito da Tagliavento, come per Bonera vale il discorso sulle entrate decise. Con il giallo sul groppone si frena ma diventa più razionale.
Montolivo 5,5: parte bene, giostra tanti palloni nel giro palla efficace dei primi 30 minuti. Poi crolla e sparisce dalla manovra. Esce per un indurimento muscolare alla coscia. (De Jong 6: entra a freddo e cerca la posizione. Ci mette un po’ a trovarla ma è umano. Nella ripresa cresce)
Boateng 6,5: forse le critiche della scorsa settimana lo hanno pungolato e lui entra in campo con un piglio diverso. Corre, dribbla, tira e cerca gli scambi coi compagni. Prende una caterva di falli sui 25 metri e anche nella ripresa manda in tilt la retroguardia bolognese quando punta il diretto avversari. Sprazzi di vero Boa.
El Shaarawy 5: ahi ahi Stephan, così non va. Dopo la prestazione opaca contro la Sampdoria, altra apparizione sotto la sufficienza per il Faraone che non riesce a trovare collocazione e colpi. (Bojan 6: allarga la difesa del Bologna ed è più ficcante del compagno che rileva in soli 15’)
Pazzini 8: prima dall’inizio, tre gol. Appena ha la possibilità di fare male al Bologna, lo fa. Si crea un rigore che trasforma con freddezza. Poi, quando sembrava essere sparito, ecco la doppia zampata da condor delle aree di rigore che regalano al Milan la vittoria e a lui la terza tripletta in carriera. (Niang sv)
Allegri 6: sufficienza presa grazie alla vittoria. Il Milan della prima mezz’ora si avvicina, come idea di gioco, a quello che vorrebbe vedere in campo. C’è da curare il crollo nel quarto d’ora finale del primo tempo che ha portato il Bologna al pari ma anche tante altre cose. Tra queste anche la preparazione perché Montolivo si ferma per problema muscolare ed è il secondo, dopo Robinho, nel giro di una settimana. La sosta lo aiuterà a rodare meglio la squadra.
Articolo di Antonio Carioti
Pippo veniva dalla Juve, il Pazzo giocava nell'Inter. In questi casi i nuovi arrivati sono accolti con un pizzico di diffidenza. Ma niente meglio dei gol riesce a dissolverla. La tripletta di Giampaolo Pazzini al Bologna è manna dal cielo per un Milan le cui difficoltà restano pesanti, ma che almeno può respirare.
Un brutto primo tempo, affanni in difesa, molti ammoniti (e non tutti meritavano il giallo), l'ingenuità suicida di Nocerino sul rigore ai rossoblù. All'inizio della ripresa il Diavolo appariva alle corde. Poi si è ripreso, soprattuto grazie agli acuti di Boateng, ma è stata la papera enorme di Agliardi a spianargli la via di una vittoria provvidenziale.
Non c'è da illudersi, insomma. Il modo in cui Alessandro Diamanti ha fatto soffrire i ragazzi in maglia rossonera è una evidente sintomo di debolezza e vulnerabilità da centrocampo in giù. Ma le vittorie fanno morale e per un bomber come Pazzini sbloccarsi subito è fondamentale. Non ripercorrerà le orme gloriose di Inzaghi, ma in area sarà sempre lì, a intimorire le difese avversarie. Ne abbiamo un gran bisogno.
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