dal sito www.gazzetta.it
ROONEY AFFOSSA IL MILAN. INCUBO OLD TRAFFOND: 4-0
Nel ritorno degli ottavi di finale di Champions il Manchester United vince ancora, stavolta con la doppietta dell'attaccante e le reti di Park e Fletcher. Rossoneri vicini al vantaggio con Ronaldinho a inizio gara, poi nella ripresa gli inglesi dominano. Beckham entra al 19' del secondo tempo, accolto da un'ovazione del pubblico
MANCHESTER, 10 marzo 2010 - Rooney tre e quattro; i due dell'andata e i due del ritorno. Ma anche Park e Fletcher, tanto per arrotondare e fissare sul 4-0 il punteggio finale di Manchester United-Milan. Micidiale la voce sul tabellone: aggregate (totale gol nei due match) 7-2. Il grande sogno si frantuma in una notte da cancellare dopo una giornata di voci e supposizioni; di infortuni inaspettati. I Red Devils schiantano il Milan, che esce con le ossa rotte dal confronto. Nel futuro resta il campionato. Ma quanto peserà nella testa il tracollo di Manchester?
CON LE UNGHIE - Chissà quali tormenti Leonardo nel veder cadere come birilli, dopo Pato, anche Nesta e Antonini. Forfait che hanno dell'incredibile, dopo una vigilia scoppiettante. Ma c'è poco da versare lacrime. Prendere o lasciare. Ecco così comporsi una difesa inedita e assolutamente improponibile: Abate, Thiago Silva, Bonera e Jankulovski. Una difesa più debole e quindi un centrocampo più muscolare con Flamini a destra, mentre Beckham deve accontentarsi della panchina. Il tridente è quello noto senza Pato. Inevitabile il ghigno di Ferguson che però rinuncia a Rafael e schiera un difensore puro come Neville. Di Berbatov nemmeno l'ombra: basta Rooney.
E' SUBITO WAYNE - Bastano infatti tre minuti al fuoriclasse per esaltare l'Old Trafford con un rasoterra dal limite che sfiora il palo alla destra di Abbiati. Wayne è micidiale; al 6', pur pressato, si aggiusta la palla anche se mira alto. Sessanta secondi dopo tocca a Gary Neville: alto di pochissimo. Da paura. Ma all'8' Ronaldinho apre una crepa sulle convinzioni dello United con un colpo di testa che pare dentro. Huntelaar al 10' non infila da due passi sul cross perfetto di Thiago Silva; Abbiati para su Nani. Difesa allegra. Che spiana la strada a Rooney: colpo di testa tagliato che Abbiati vede infilarsi sulla sua destra: è il 13'. L'Old Trafford diventa l'Everest.
PUNTE SPENTE - Eppure il Milan il cuore ce lo mette, anche se ci vorrebbe ben altro per spaventare gli inglesi. Pirlo, particolarmente ispirato, al 20' impegna Van der Sar. Dal regista rossonero partono tutte le iniziative. Ma ci vorrebbero ben altri solisti al suo fianco. La serata non promette nulla di buono. Ambrosini non incide, obbligando Flamini a coprire le ripartenze dello United che, come a Milano, controlla agevolmente per poi innescare il ritmo assatanato di Park, le intuizioni geniali di Rooney e gli affondi sulla fascia di Neville, che sembra un ventenne. Al 45' tocca a Fletcher, con un destro dalla distanza ad accarezzare il palo. Borriello? Non pervenuto. Huntelaar? Al suo seguito, impacciato per tre volte nei pressi di Van der Sar. Poi i disastri in difesa.
IL CROLLO - Ci vorrebbe qualcosa di epocale per gridare al miracolo. Leonardo intanto deve accusare anche l'infortunio al polpaccio di Bonera. Inserisce Seedorf e arretra in difesa Ambrosini. Mentre Beckham si scalda e raccoglie l'applauso dei tifosi. Propositi di vendetta e invece, 49 secondi dopo, Nani con un lancio illuminato spiana la strada a Rooney, e battere Abbiati è un giochetto: 4 gol tra andata e ritorno. Strepitoso. Il 2-0 fa a pezzi i sogni del Milan e amplifica i meriti di un Manchester che domina al piccolo passo. Al 9' Abate mette sulla fronte di Huntelaar la palla del 2-1, ma l'olandese che ha il solo compito di spingere in avanti la fronte, conclude incredibilmente alto a un passo da Van der Sar. Roba da chiudere i battenti e andare subito a casa. Anche perché al 14' Scholes fa filtrare in area tra Ambrosini e Jankulovski per Park (bestia nera dai tempi del Psv) che batte per la terza volta Abbiati. L'ingresso di Beckham al posto di Abate sembra quasi una beffa in una notte da tregenda. Ma gli applausi dell'Old Trafford sono da brividi. Gli stessi rivolti a Rooney che lascia al 21' per Berbatov. Così forti da oscurare l'ingresso in campo di Inzaghi. E nella festa Becks diventa un eroe, anche quando al 29', con un bolide brucia le mani a Van der Sar. Lo stadio in piedi gli tributa tutto il suo amore. Ma si dimentica subito del passato per festeggiare il gran gol di Fletcher su invito di Rafael. The end. Il Milan crolla e volta pagina.
Gaetano De Stefano
dal sito www.milannews.it
Abbiati 5: Chiamato al miracolo su almeno 2 dei 4 gol subiti, se l prende troppo comoda sul secondo Rooney. Il gol di Fletcher? Era già negli spogliatoi, insieme ai compagni. Di gol, nel primo tempo, ne evita uno già fatto, allontanando la palla dalla testa dell’ottimo Valencia
Abate 5,5: La dorsale rossa più dolorosa, per sua fortuna, è sulla fascia opposta. Ha da controllare la debole spinta di Evra, e soprattutto tanto spazio da attaccare. Due cross sballati sono tutto ciò che riesce a produrre nel primo tempo; nella ripresa indovina la palla buona per Huntelaar, che non gli dice grazie. Non se la prenda, l’olandese è fatto così…(62' Beckham 6: Ci regala le uniche due cose belle della serata: una sventola al volo smanacciata da Van der Sar, ed una commovente standing ovation)
Bonera 5,5: 13 minuti: tanto dura la dose d’attenzione riservata a Rooney. Quando vede il rosso inglese, si trasforma, regredendo pericolosamente. E se i guai cominciano dalla difesa…(46' Seedorf 6: Entra nella ripresa e si piazza tra le linee, soffrendo meno di tutti il pressing e i raddoppi degli uomini di Ferguson)
Thiago Silva 5: Troppo palese per negarlo: quando non ha accanto papà Nesta, diventa l’Avatar di sé stesso. Rooney e Nani manco se ne accorgono, anzi, ringraziano. Diventasse almeno azzurro…
Jankulovski 4,5: Lanciato nella mischia al posto dello sventurato Antonini, la sua dose d’attenzione è di gran lunga inferiore a quella di Bonera. 3 minuti, uno svarione, primo brivido e tutto in salita. Non ne azzecca una...
Flamini 6: Lui la Premier l’ha giocata, e sa bene come ti trattano le inglesi quando giocano in casa. Fa il possibile per adeguarsi ai ritmi e agli interventi avversari, e alla fine, almeno lui, s’impegna per non scomparire
Pirlo 5: Ferguson sa che è lui la mente del gioco rossonero, e indovina l’uomo giusto da piazzargli addosso: la zanzara Park. Vista l'evanescenza del metronomo bresciano, mai nomignolo fu più azzeccato…
Ambrosini 4,5: Vabbene che dalle sue parti bazzicano Park, Valencia, a tratti Rooney e addirittura Neville, che a pochi metri da lui confeziona l’assist per il gol dell’1-0. Vabbene che deve sempre lavorare per due/tre, perché Ronaldinho non copre e Jankulovski tantomeno, ma alzare bandiera bianca ancor prima di scendere in campo, un capitano del suo carattere, non può permetterselo
Huntelaar 4,5: Ha l’arduo compito di non far rimpiangere Pato, e di non ripetere gli errori dell’andata. Invece anche stasera fa la differenza, divorando una palla gol sullo 0-0 a pochi metri da Van der Sar, ed un’altra, nella ripresa, addirittura a distanza di centimetri dalla linea di porta. Quando si dice: il Killer instinct
Ronaldinho 5,5: Si aspettava tutt’altra assistenza sugli esterni, invece Jankulovski non è l’ultimo Antonini, e il muso duro di Neville non è una bella gatta da pelare. Contro di lui, poi, nella maggior parte dei casi, i gatti cattivi diventano un branco, e lui si spegne piano piano. Sfiora il gol sullo 0-0 dopo soli 8 minuti, con un colpo di testa che fa la barba al palo, e dà il la ad una delle pochissime trame offensive, vanificata da Huntelaar sul cross di Abate
Borriello 5: A turno, Ferdinand e Vidic gli riservano le loro attenzioni. Pur riuscendo a vincere qualche contrasto e guadagnare un paio di punizioni, l’ex genoano trascorre gran parte del tempo lontano dal gioco, non risultando mai pericoloso. Era già accaduto nel derby, e nella gara d’andata. Emozione? Immaturità? Non si sa, ma di certo non aiuta (80' Inzaghi sv)
Leonardo 5,5: Inzaghi scalpita, lui decide nuovamente per la fiducia ad Huntelaar, che delude esattamente come all’andata. Forse avrebbe potuto inserire prima Beckham e Seedorf, forse no: a cosa serve parlare col senno di poi? Senza Pato e Nesta, l’impresa aveva assunto connotati utopici, ma il vero problema, a questo punto, è un altro. Dopo il doppio confronto con lo United (e nondimeno dopo i due derby), il mottetto secondo cui il Milan si esalta nelle grandi occasioni, non vale più |