dal sito www.gazzetta.it
RONALDINHO SALVA IL MILAN. MA A BERGAMO E' SOLO 1-1
Una magia del brasiliano all'83' annulla il gol di Tiribocchi. Ma i nerazzurri giocano in dieci dal 40' per l'espulsione di Radovanovic (doppio giallo). Huntelaar praticamente nullo; Nesta gigantesco
BERGAMO, 4 ottobre 2009 - In dieci dal 40' e a pezzi l'Atalanta accarezza il sogno di battere il Milan fino all'83', ma una magia di Ronaldinho annulla il gol di Tiribocchi, frutto della supremazia nerazzurra. Ancora una partita controversa quella dei rossoneri, in partita solo dopo l'espulsione di Radovanovic, ma senza mai impensierire seriamente la squadra bergamasca. Succede solo nella parte finale, quando Consigli e una traversa dicono di no all'assedio goffo e confuso del Milan. Applausi all'Atalanta: se avesse vinto non avrebbe rubato nulla. I rossoneri? Da rivedere. Dalla testa ai piedi. Il segnale è chiaro: andare avanti così è impossibile.
FIDUCIA A HUNTELAAR - C'è bisogno di punti come il pane a Bergamo. Antonio Conte in mattinata risolve il dubbio in attacco: la classe superiore di Doni al posto di Acquafresca. Assediato e a rischio conclamato, Leonardo compatta la squadra: 4-4-2 e tre cambi coraggiosi. Il primo in difesa: Favalli per Kaladze. Poi sulla linea del centrocampo, con Flamini preferito ad Ambrosini. Infine quello che non ti aspetti, Huntelaar per Ronaldinho, nonostante i recenti modesti progressi del Gaucho.
TIRIBOCCHI NON PERDONA - Profilo alto, pressing deciso. Così l'Atalanta si presenta al Milan che però fa circolare velocemente la palla e questa è una novità. I rossoneri, infatti, almeno nel primo quarto d'ora si distinguono per aggressività e ordine tattico. Ma quanto l'avversario alza il ritmo, la profondità viene a mancare ed ecco riaffiorare il Milan del dopo Ancelotti. La squadra rossonera cede piano piano all'organizzazione degli avversari che si scrollano di dosso le paure. Prima ci provano un paio di volte con Valdes, gran piattone da posizione defilata, e Doni, esterno destro dal limite poco a lato. Ma alla terza passano. Fatale, come contro lo Zurigo, fu il rasoterra. Questa volta di Padoin. Doni, marcato stretto, non controlla la palla; Tiribocchi, ben appostato e libero, raccoglie e infila nell'angolo alla destra di Storari. Ineccepibile il vantaggio che il Milan subisce psicologicamente.
INGENUO RADOVANOVIC - Il problema si ingigantisce quando i rossoneri insistono a crossare palle dove Manfredini e Pellegrino costituiscono un muro insuperabile. Laddove Huntelaar vaga senza meta e Pato, partendo da lontano, viene puntualmente fermato dai raddoppi. Da aggiungere la lentezza esasperante con cui fanno ripartire il contropiede, rendendo tutto prevedibile e scontato. Insomma, un Milan di una brutteazza assoluta che non produce un'azione pericolosa, tantomeno un tiro in porta. A dare un mano ai rossoneri ci pensa l'ingenuo Radovanovic che viene ammonito due volte e al 40' lascia in dieci i compagni di squadra.
ALLA FINE TOCCA A PIPPO - Solo la superiorità numerica può fare a questo punto la differenza. Così nel secondo tempo Leonardo aggiunge Ronaldinho in attacco e toglie Flamini auspicando il ribaltone. Il copione è scontato: rossoneri in attacco, nerazzurri aggrappati al vantaggio, ma all'insegna di una prova difensiva organizzata. Dinho aggiunge più brio. Bello il suo invito al gol per Pato al 3', ma l'indisponente ragazzino riesce a fallire solo davanti a Consigli che compie un prodigio. L'Atalanta anche in dieci fa un figurone. Controlla tutti gli spazi nella sua trequarti e puntualmente trova la via di fuga, grazie all'intelligenza tattica di Doni. Tiribocchi, a pezzi, viene sostituito con Ceravolo, mentre Leonardo finalmente gioca la carta Inzaghi. Esce ovviamente Huntelaar, perché dall'olandese non ti puoi aspettare un guizzo o un colpo di genio.
ECCO RONALDINHO - In dieci, stanca e rintanata nella sua trequarti, l'Atalanta difende il tesoro con le unghie e con i denti. Facilitato però nel compito dall'incapacità del Milan di andare a segno. Anzi, per poco il gol non lo fa la squadra di Conte. Punizione di Guarente al 24' su cui si avventa in scivolata Manfredini che arriva in leggero ritardo. I ragazzi di Conte tengono e quando non ci arrivano ci pensano gli dei a proteggerli. Come al 28', quando la traversa respinge il tocco ravvicinato di Pato che conferma la sua involuzione. Anche Seedorf potrebbe segnare, ma Pellegrino devia in angolo. Atalanta da monumento. Ma crolla al 38', quando Ronaldinho riceve in area dall'immenso Nesta. Stop di petto e destro micidiale che batte Consigli. Inevitabile l'assedio a caccia della vittoria, ma l'Atalanta erige muraglie umane impedendo la beffa.
Gaetano De Stefano
dal sito www.sportmediaset.it
LE PAGELLE di Andrea Saronni
Gattuso 4,5 "Ringhio" è da tempo identificato come l'anima del Milan. Un assioma che vale anche oggi, quando rappresenta alla perfezione una squadra non certo priva di volontà, ma a terra dal punto di vista tecnico, tattico, psicologico. Corre tanto, quasi sempre a vuoto, sbaglia cose elementari, preda dei nervi e della frustrazione azzoppa il povero Doni che con i guai del Milan, lo si può giurare, non c'entra proprio nulla.
Doni 7 I casi sono due: o in settimana è passato dalla piscina di Cocoon oppure i suoi movimenti e scatti di 35enne bastano e avanzano per mettere in crisi gli opponenti. Crea i presupposti per il gol di Tiribocchi, difende e riparte con l'intelligenza che gli è propria, in 10 gioca da vero capitano. Lo mette fuori una "stecca" di Gattuso: non se lo meritava proprio.
Huntelaar 5 Lo si vede in due occasioni: in una segna in larghissimo fuorigioco e nell'altra cerca di autogestire una potenziale palla-gol che si trasforma, invece, in un taglio alla testa provocato dai denti di Manfredini. Esce a farsi medicare con sguardo corrucciato, grattandosi il crapone acconciato tipo bambino in colonia estiva. E fa istintivamente pensare che non sia proprio il tipo adatto per tirare fuori dai guai lo smarrito Milan.
Nesta 7 L'ultimo baluardo, e non solo a livello tattico. Nella ripresa, causa esaurimento di attaccanti atalantini da tenere d'occhio, gioca in appoggio al confuso centrocampo milanista risultando quantomeno il più deciso. Ci prova su ogni palla alta, lo si vede persino al cross. Incolpevole sul gol atalantino, quando lui chiude su Doni e gli altri osservano. La pietra miliare su cui il Milan dovrà provare a riedificare una squadra.
Rocchi 5 L'espulsione di Radovanovic è esercizio di applicazione ferrea del regolamento che comprende una radicale esclusione del buon senso. Un partita sostanzialmente corretta che si trasforma in una potenziale bolgia e in una sagra del cartellino perché, dopo avere confezionato il pasticcio, il nostro installa una catena di montaggio di "gialli" i più dei quali esagerati. |