dal sito www.ultrasmilan.it
TABELLINO DI EVA KANT
Spettatori: 44.699
MILANO - Si può dire addio al quarto posto, i viola hanno scaraventato i rossoneri sulla Terra. Se dopo la partita con l'Inter, che più che ad una partita di calcio sembrava un set tennistico, tutti avevano cominciato a sognare, a volare con le ali dell'entusiasmo, ecco arrivare il giustiziere Mancini, che riporta tutti alla dura realtà.
Sei gol, in fin dei conti, sono difficili da digerire, anche se li hai fatti tu. E con questo fardello, il Milan si presenta davanti al suo pubblico tentando in quell'impresa che in questo campionato non è mai riuscita:battere i viola. Il Diavolo, a conti fatti, non ha giocato in modo molto diverso dallo scorso venerdì, sin dall'inizio i giocatori rossoneri hanno tentato in tutti i modi di ricalcare le gesta del derby. Ma non sempre i corsi e ricorsi storici funzioni, così Maldini e compagni si sono scontrati con l'amara realtà: la Fiorentina è ben più squadra dell'Inter, se poi si aggiunge un Chiesa in forma strepitosa il gioco è fatto. A nulla è servita la partenza razzo, con un Serginho subito incontenibile, e l'applicazione rigida degli schemi alla ricerca di Comandini e Shevchenko, non hanno avuto molta fortuna. Il popolo rossonero ha la pancia piena ed ora gradirebbe anche l'ammazzacaffè.
Ma il Milan certe ruggini non le ha mai tolte, certe situazioni continuano a ripetersi ogni anno, e la soluzione è ben lontana dall'essere trovata. Il primo gol di Chiesa, su una punizione alla Maratona, può essere giustificato, anche se arriva dal primo affondo viola; ma il secondo gol dell'irriducibile bomber non trova nessuna giustificazione. Al primo tiro in porta, punizione a parte, la Fiorentina raddoppia. Tutto questo non può che rivelare la completa e assoluta sufficienza con cui giocano i giocatori di Via Turati. Quello che fa pensare è l'errore di Giunti. Il bomber gigliato è stato servito con un assist d'oro da Giunti, il quale, per l'occasione, era stato leggermente arretrato. Il centrocampista rossonero era, ahimè, convinto di poter contare sul reparto difensivo, che a sua volta non si immaginava nemmeno il guizzo dell'attaccante viola. Qualcosa non va, perché i rossoneri non rimangono spettatori passivi, ma prendono in mano le redini del gioco e dilagano con rabbia nella trequarti avversaria. I viola sono costretti a ripiegare nella loro metà campo cercando un contatto stretto con Toldo. Mancini, persona a cui non si può togliere la furbizia (pur mancando di molte altre qualità), comprende subito che per mandare in tilt l'"azienda Milan", per dirla in termini cari al suo presidente, basta bloccare le fasce. Detto fatto. Il pendolino Serginho è costretto a deragliare. Ma la fascia destra rimane stranamente libera, il povero danese, bistrattato da tutti è lasciato libero di agire perché come aveva detto Altafini in una sua telecronaca "non fa paura a nessuno". Così Amaral lascia inspiegabilmente libero Helveg, e non è un caso che l'azione che porta il gol di Shevchenko venga proprio da un affondo del danese.
Il significato della gara è comunque unico, nonostante il risultato. I rossoneri continuano ad attaccare, ma certe giocate rimangono comunque inutili. Il centrocampo che nelle ultime gare aveva dato prova di grande abilità, fa acqua da tutte le parti. Kaladze sbaglia moltissimo, e i suoi compagni di reparto lo seguono a ruota. Dall'altra parte Gattuso ha vita difficile contro il muro Rossi-Moretti, ma la grinta a lui non manca. E non manca nemmeno al Milan, al quale è rimasto dal "quasi"triennio zaccheroniano il pregio di non mollare mai.
Mancini, che forse ultimamente si è rivisto la storia della Seconda Guerra Mondiale, opta per la tattica sovietica: attendere l'avversario e sfinirlo lasciando che attacchi senza ragionare, e poi colpirlo quando meno se lo aspetta con il centometrista Chiesa.
Il calo fisico è inevitabile, la gara dei rossoneri è stato un vero e proprio assedio, e in più si deve aggiungere la fatica mentale e fisica del derby. Servono forze nuove, Maldini decide allora di buttare nella mischia Leonardo, ma il genio del brasiliano serve a poco: il Milan si fa sempre più ripetitivo, e a rimetterci è Comandini che poco può fare contro una difesa un po' più assestata di quella interista. Il sipario cala, ora non rimane che digerire la Uefa, perché l'ammazzacaffè se l'è preso la furba Fiorentina.
LE PAGELLE
Chiesa fulminante. Shevchenko sempre presente
MILAN
Rossi 5- Non è esente da colpe in occasione dei due gol. Sta vivendo un periodo negativo, forse sarebbe meglio ridare spazio ad Abbiati
Maldini 6- La difesa non dà il meglio di sé, forse anche perché il suo capitano appare stanco ed affaticato. Troppe imprecisioni non abituali per lui.
Roque junior 5.5- Non fa molto. Ma nei pochi attacchi portati aventi dai viola si fa sorprendere
Costacurta 5.5- Esattamente come il suo compagno di reparto, la velocità di Chiesa gli fa fare gli straordinari
Guly s.v.- Entra alla mezzora.
Helveg 6.5- Fino a quando Amaral non viene ripreso da Toldo, gode di molta libertà e infatti dalla destra partono le azioni più pericolose.
Gattuso 6.5 - Ci mette tantissima grinta rischiando più volte l'ammonizione. Contro Rossi e Moretti ha un bel da fare.
Giunti 5 - Se dopo il derby aveva fatto ben sperare, adesso tutti sono tornati coi piedi per terra. La sua presenza nel Milan rimane ancora un'incognita.
Leonardo s.v. - Entra nella ripresa ma il suo estro è poco sfruttato.
Kaladze 5 - Stranamente non gioca all'altezza della situazione, probabilmente non ha ancora smaltito la vittoria nel derby.
Serginho 6.5 - Parte bene ma col tempo i viola gli prendono le misure e svanisce.
Comandini 5.5 - Ha vissuto per un settimana come un eroe, adesso è ritornato alla cruda realtà da giocatore normale il quale egli è.
Bierhoff s.v. - Sostituisce Comandini per dare più pericolosità alla manovra ma non vi riesce.
Shevchenko 6- Come sempre segna e come al solito fa di tutto per vincere, peccato che non tutti lo seguono.
FIORENTINA
Toldo 6.5; Repka 6, Adani 6.5, Pierini 6.5, Moretti 7; Bressan 5.5, Bonora 6, Amaral 5.5, Di Livio 7, M. Rossi 7; Rui Costa 5, Vanoli S.V.; Chiesa 7
ARBITRO
Rodomonti 6.5 - Arbitra tutto sommato in modo corretto senza commettere grossi errori.
TIFO 5.5 - La curva di oggi è un climax discendente. Si parte ricalcando i livelli del derby, con una grande partecipazione. I battimani danno un colpo d'occhio impressionante. Poi col proseguo della gara l'entusiasmo è calato (considerando anche l'andamento della gara) e così il tifo. Nemmeno i cori di contestazione hanno visto la partecipazione di tutta la curva.
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