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2 maggio 1999, Milan vs Sampdoria 3-2




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Prima di Milan vs Sampdoria
(dalla "Gazzetta dello Sport" del 28 aprile 1999)
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Prima di Milan vs Sampdoria
(dalla "Gazzetta dello Sport" del 28 aprile 1999)



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Prima di Milan vs Sampdoria
(dalla "Gazzetta dello Sport" del 29 aprile 1999)
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Prima di Milan vs Sampdoria
(dalla "Gazzetta dello Sport" del 29 aprile 1999)



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Prima di Milan vs Sampdoria
(dalla "Gazzetta dello Sport" del 30 aprile 1999)
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Prima di Milan vs Sampdoria
(dalla "Gazzetta dello Sport" del 30 aprile 1999)



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Prima di Milan vs Sampdoria
(dalla "Gazzetta dello Sport" del 1° maggio 1999)



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Il biglietto della partita
(grazie a Lory Arneodo !)




Foto by Vincenzo De Santi
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La Curva Sud incita la squadra per l'importante match contro la Sampdoria
(sotto, dal sito forum.tifonet.it - Amarcord Rossonero)


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La Curva Sud incita la squadra per l'importante match contro la Sampdoria
(a destra, dal sito forum.tifonet.it - Amarcord Rossonero)



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Un'altra immagine della Curva Sud



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Istantanea della partita: 1-0
(per gentile concessione di Ivano Michetti)
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Istantanea della partita: 2-1
(per gentile concessione di Ivano Michetti)


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Istantanea della partita: 3-2
(per gentile concessione di Ivano Michetti)



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Altre due immagini del gol decisivo di Maurizio Ganz, che carambola sul braccio di Castellini: è il 3-2 finale



L'esultanza di Maurizio Ganz dopo il gol decisivo alla Sampdoria



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VIDEO
(da "Forza Milan!" - facebook)



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(dalla "Gazzetta dello Sport" del 3 maggio 1999)
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(dalla "Gazzetta dello Sport" del 3 maggio 1999)



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(dal "Corriere dello Sport" del 4 maggio 1999)
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(dal "Corriere dello Sport" del 4 maggio 1999)



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(da "La Stampa" del 3 maggio 1999) (da "L'Unità" del 3 maggio 1999)




dal sito amarcordmilan.blog.lastampa.it

GANZ ALL'ULTIMO RESPIRO
Il 2 maggio ’99, i rossoneri vinsero all’ultimo secondo contro la Sampdoria, grazie ad un’autorete propiziata da Maurizio Ganz. E a fine campionato arrivò lo scudetto
Il sedicesimo scudetto arrivò al termine di una volata con la Lazio, risolta al fotofinish. Il Milan, guidato da Alberto Zaccheroni, dopo qualche passaggio a vuoto nella prima parte della stagione (due sconfitte nelle prime cinque giornate, in casa contro la Fiorentina e a Cagliari), ingranò la marcia giusta ma senza dare la sensazione di poter puntare al titolo. Alla ventisettesima giornata, dopo aver impattato uno 0-0 all’Olimpico, contro la Lazio capolista, le possibilità di vincere lo scudetto sfiorarono lo zero.
Erano troppi sette punti di ritardo a sette giornate dal termine. La domenica che seguì lo scontro diretto, però, Totti purgava i laziali nel derby capitolino mentre il Milan batteva il Parma in rimonta (che scatto di Ganz, in anticipo su Cannavaro, nell’azione del secondo gol). La lotta scudetto si riaprì sette giorni dopo. La Lazio si squagliò in casa, perdendo nettamente contro la Juventus, il Milan, invece, maramaldeggiò a Udine. Il distacco, in sole due giornate, si era ridotto ad un solo punto. La squadra biancoceleste ritrovò la rotta giusta, mantenendo quel misero vantaggio. Il 2 maggio, la dea bendata decise di aiutare la truppa rossonera. Quel giorno, infatti, la Lazio sbrigò facilmente la sua pratica contro l’Udinese mentre a San Siro successe di tutto, in 90’ carichi di colpi di scena.
La Samp di Spalletti navigava in bruttissime acque. L’ottimo momento rossonero rendeva remota l’ipotesi sorpresa, tanto più che, dopo circa un quarto d’ora di gioco, un fendente di Ambrosini andò a spegnersi sotto l’incrocio dei pali, rendendo vano il tuffo del portiere blucerchiato Ferron. La Samp non rimase a guardare e Abbiati dovette sfoderare un paio di interventi molto impegnativi per evitare il pareggio. Per ben due volte i blucerchiati fecero tremare i pali della porta rossonera. Nel finale di tempo, quando il difensore blucerchiato Lassisi si fece cacciare per fallo da ultimo uomo, tutto sembrò volgere al meglio per il Milan. Nella ripresa, tuttavia, dopo un quarto d’ora aeroplanino Montella trovò in mischia il gol del pari. Zaccheroni tolse dal campo Boban per fare spazio a Leonardo, mentre Guly venne sostituito da Ba. Proprio Leonardo, con un magistrale calcio di punizione, riportò in vantaggio i rossoneri al 34’. Traiettoria imprendibile per Ferron, l’incubo pareggio sembrò svanire.
La squadra genovese non si arrese e a quattro minuti dal termine ristabilì la parità. In una situazione simile a quella del primo gol, Franceschetti trovò la deviazione giusta per siglare il 2-2. Per i milanisti sembrò la fine di ogni speranza, il risveglio da un bel sogno. A Udine i tifosi laziali ridevano di gusto. Il Milan si buttò alla disperata ricerca della vittoria per restare ad un punto dalla Lazio. Braschi stabilì un recupero consistente: cinque minuti.
Al 92’, buco pauroso nella retroguardia milanista: su conclusione a colpo sicuro di Catè, Abbiati sfoderò una sontuosa prodezza in uscita disperata. Qualche tifoso pensò: "accontentiamoci del pareggio". Intanto, i secondi passavano alla velocità della luce. Ne restavano poco meno di 60, quando il Milan conquistò un calcio d’angolo. Palla a spiovere in un’area intasata. Maurizio Ganz non ci pensò due volte, girando di prima intenzione. La carambola sul braccio di Castellini trasformò quel tiro innocuo in imparabile, con palla che beffardamente finì in rete sotto lo sguardo attonito del portiere doriano. Ganz corse come un ossesso verso la panchina.
tre punti permisero al diavolo di mantenere inalterato il distacco dal vertice. Negli spogliatoi fu unanime in casa rossonera il sospiro di sollievo. Il blucerchiato Franceschetti commentò: "Dovevamo vincere, il pareggio già ci sarebbe stato stretto ed invece abbiamo perso. Questo è il calcio". Dopo una girandola di emozioni, la roulette di San Siro premiò il Milan.
Il sorpasso sulla Lazio avvenne due settimane dopo, alla penultima giornata, con i biancocelesti bloccati a Firenze (1-1) e il Milan dominatore in casa contro l'Empoli (4-0). A Perugia, i rossoneri tagliarono il traguardo scudetto, lasciando alla Lazio solo tanto rammarico. I gol di Guly e Bierhoff e una prodezza di Abbiati nel finale riportarono il tricolore nella Milano rossonera, cancellando due stagioni anonime. Fu il trionfo di Zaccheroni in una stagione che registrò la prolificità offensiva di Bierhoff (18 gol), l’ottima annata di Boban (il cui innesto in pianta stabile risultò azzeccato nella fase cruciale del campionato), la scoperta di Abbiati (passato da terzo a primo portiere), la tenuta dei reduci della "Vecchia Guardia" (Costacurta e Maldini) e i gol pesanti di George Weah (soprattutto la doppietta contro la Juventus al “Delle Alpi”). Ma di quello splendido finale di campionato, il 3-2 contro la Sampdoria fu la vittoria più sofferta e più bella.