dal sito www.repubblica.it
8 febbraio 1995 - di Enrico Currò
BIGLIETTI GRATIS E QUEI NOMI DA BATTAGLIA
MILANO - Striscioni rovesciati, un'ora di silenzio: questa sera a San Siro, per gli ultrà del Milan, non andrà in scena la finale di Supercoppa europea contro gli inglesi dell' Arsenal, ma il finale di una storia nata negli anni '70, quando i tre gruppi più consistenti - Fossa dei Leoni, Brigate Rossonere e Commandos Tigre - diventarono sinonimo del tifo in curva Sud. Per il momento gli ultrà non si scioglieranno, ma l'omicidio di Vincenzo Spagnolo, ucciso da un ragazzo di 18 anni che allo stadio si piazzava proprio in mezzo a loro, ha fatto esplodere contrasti e contraddizioni che non era più possibile mascherare. Per questo, dopo avere preannunciato ieri alla società in un lungo incontro con Galliani che niente sarà più come prima, alle 19,30 terranno una conferenza stampa. "Mi hanno comunicato che intendono prendere decisioni traumatiche per il loro futuro", ha spiegato l'amministratore delegato.
Di traumatico c'è soprattutto l'episodio del 29 gennaio: adesso, in curva, ci si chiede se ha ancora senso il rito domenicale degli striscioni e dei cori e molti, nelle riunioni di questi giorni, hanno già risposto che no, è meglio smettere, se questo vuol dire dover vivere altre Genova. La spaccatura interna è da tempo di dominio pubblico. Risale alla fine dello scorso campionato, quando venne meno la compattezza delle Brigate Rossonere, il gruppo che occupa il secondo anello insieme alla Fossa dei Leoni: la vecchia leadership, tradizionalmente di sinistra e in parte vicina ai centri sociali - ecco spiegata la sortita di Capello sulla bottiglietta lanciata dai leoncavallini all'epoca di Milan-Salisburgo -, veniva messa in discussione da alcuni nuovi capi, più vicini alla destra, ancorché le connotazioni politiche della curva Sud siano più di area che non di reale militanza. La scissione si è compiuta anche fisicamente, visto che i dissidenti sono soliti sistemarsi in una zona del secondo anello diversa da quella delle Brigate Rossonere.
Il nuovo gruppo non ha avuto difficoltà a raccogliere adepti: in curva il potere si ottiene soprattutto attraverso la distribuzione dei biglietti, talvolta consegnati anche gratuitamente per acquisire maggior prestigio agli occhi dei ragazzini. Simone Barbaglia, l'omicida di Genova, ha affermato durante l'interrogatorio di essersi affiliato alle Brigate Rossonere proprio perché contava di ottenere agevolazioni per l'ingresso allo stadio. "Al Milan - racconta Giuseppe, ultrà del secondo anello - la distribuzione gratuita dei biglietti è stata inaugurata con la gestione Taveggia". La conferma arriva da un'intervista all' Unità dell'allora dirigente, che si occupava dei rapporti con la tifoseria. "Ad ogni partita diamo in omaggio 150 biglietti e loro garantiscono la tranquillità". Una prassi ormai desueta? Giuseppe pensa di no. "Credo che continui con una parte di biglietti, un centinaio per gruppo, distribuiti gratuitamente e un' altra, i cosiddetti abbonamenti congelati, che si vanno a ritirare di volta in volta, ricevendo in cambio una bolla di pagamento. Li ritiri il giovedì, li vendi e paghi il lunedì. Quanti saranno? Un centinaio, più o meno. Ma non pensate a una speculazione, nella curva milanista siamo sempre andati orgogliosi proprio del fatto che nessuno si arricchisce in questo modo, c'è sempre stato un codice ferreo tra noi". Che il codice sia saltato? Di sicuro, per ora, c'è il fatto che in curva esistono ragazzini pronti a tutto e facilmente manovrabili. "Durante l'incontro con gli ultrà - dice Galliani -, mi è stato confermato che la banda del Barbour non esiste, che Simone Barbaglia non fa parte di alcuno dei tre gruppi della curva e che quando è avvenuto l'omicidio, i tifosi partiti con il treno speciale erano già tutti dentro lo stadio". Una circostanza, quest'ultima, smentita da alcuni milanisti presenti a Genova.
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