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28 aprile 1994 - pagina 23 - Sezione Sport - di Licia Granello
SENZA DIFESA CONTRO IL BARCELLONA
MILANO - Una finale complicata, difficile, ancora prima di prepararla. Il Milan va ad Atene spolpato dei suoi centrali difensivi, come dire metà della difesa-monstre su cui Capello ha costruito il suo terzo scudetto. Peggio, manca all'appello della gara più importante dell'anno la coppia di difensori migliore del mondo. Nelle parole della vigilia, Capello aveva già tutto previsto e paventato: una partita secca, la semifinale unica, senza possibilità di gestire nulla e nessuno, tra giocatori e risultato, era un percorso a rischio obbligato. Il Monaco bello e leggero (mai un raddoppio, mai un anticipo a bulloni spianati) ha dato pochi grattacapi ai magnifici quattro: merito supplementare a Desailly, diga contro cui squassarsi inutilmente, prima a centrocampo e poi, dopo l'espulsione di Costacurta, come centrale di fianco a Baresi. Il primo fallo di Costacurta, quello dell'ammonizione, era esattamente il tipo di intervento che ci si permette quando la fedina calcistica è intonsa: fallo da dietro, un passo oltre la metà campo, più inutile che tattico. Poi è arrivato il secondo, ancora su Klinsmann, e l'espulsione: due minuti prima, Heynemann aveva ammonito Baresi, sancendo la sua condanna alla tribuna di Atene. Capello ha subito fatto alzare Filippo Galli, che Berlusconi considera inserito a pieno titolo nel miglior Milan di tutti i tempi. Il tempo di una velocissima riflessione, poi lo stopper è stato richiamato in panchina e Capello ha cominciato a elaborare in assoluta emergenza una soluzione possibile per l'appuntamento del 18 maggio, con Desailly centrale al posto di Costacurta, in questo caso di fianco a Baresi. Il ghanese ha ritrovato, così, compiti e cadenze della scorsa stagione, quando giocava in coppia con Boli a Marsiglia. Èandato benissimo. Alcuni interventi rudi e duri, anticipi rapaci, nemmeno un fallo cattivo, l'impressione di un rugbista felicemente prestato al calcio: palla riconquistata e un attimo dopo, faccia al vento e corsa possente per riproporre l'azione. Questo potrebbe richiedergli Capello ad Atene. Accanto a lui potrebbe esserci Galli. La soluzione Galli-Desailly ha un punto interrogativo (Galli quest'anno ha giocato pochissimo), ma un merito evidente, quello di non toccare uomini e compiti sulle fasce, Tassotti e Maldini. Ieri sera, i piccoli rischi corsi da Baresi e compagni sono arrivati in buona parte dall'out sinistro, quello presidiato da Panucci, che continua a patire il lento apprendistato alla zona. Se invece l'opzione-Panucci convince Capello, ecco affacciarsi l'ipotesi di Maldini centrale. Galli rischia di restare in panchina nella partita che ruolo e anzianità gli dovrebbero consegnare nel ruolo di titolare sul classico piatto d'argento.
È lo stesso Capello, dopo il fischio finale di Heynemann a confermare il dubbio: "Ho tre settimane di tempo per decidere, ma la soluzione più probabile oggi è quella con Desailly dietro, insieme con Maldini". In questo caso, Boban tornerebbe a fare il centrocampista interno con Albertini: il tutto per chiudere al massimo gli spazi centrali a Romario, mentre Stoichkov sarebbe affidato alle cure di Tassotti (se Cruyff lo riproporrà nella stessa versione di Montercarlo), altrimenti i possibili guai sono tutti a carico della fascia sinistra e segnatamente di Panucci. Altra domanda con alcune risposte possibili: come strutturare il centrocampo esterno, questione non oziosa visto che le azioni del Barcellona hanno storie rapidissime e vistosamente ancorate ai movimenti dei centrocampisti, assistiti da Koeman. A destra potrebbe stare Donadoni e Massaro opposto a lui, con Savicevic e Simone pronti a far sedere i difensori del Barca, bravi ma lenti. Altrimenti, entrano in ballottaggio Eranio (se recupera), Lentini, Carbone, Orlando. Se vale la prima possibilità, Massaro dovrà cantare e portar la croce, ma il ragazzo è storicamente abituato a correre per due...
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12 maggio 1994 - pagina 28 - Sezione Sport
MILAN VERSO ATENE BOBAN, È STIRAMENTO: RECUPERO DIFFICILE
MILANO - È un Milan pieno di problemi quello che si avvia ad affrontare il Barcellona nella finale di Coppa dei Campioni di mercoledì prossimo. La sconfitta in amichevole con la Fiorentina, oltre a evidenziare le lacune di una difesa priva di Costacurta e Baresi (squalificati in Europa), ha aggiunto un nome alla già lunga lista degli infortunati di questa stagione: Boban, vittima di uno stiramento al ginocchio destro operato quest'anno, è stato sottoposto ieri sera a un'ecografia che ha confermato la diagnosi; il suo recupero per la partita di Atene non è ancora escluso, ma è molto difficile. Capello sarà in ogni caso costretto a rivoluzionare la formazione: la prova poco confortante di Tassotti e Desailly come difensori centrali in sostituzione degli squalificati Baresi e Costacurta lo avrebbe indotto a scegliere la coppia Galli-Maldini. "Maldini è insostituibile al centro per la sua velocità - spiega l'allenatore -; se Galli, che è acciaccato, recupera, sarà lui ad affiancarlo".
Del Barcellona spaventano soprattutto lo scatto e la potenza di Stoichkov e Romario. Completeranno la retroguardia, sulle due fasce, Tassotti e Panucci. A centrocampo Desailly e Albertini saranno schierati da centrali e Donadoni occuperà la fascia sinistra. Per quella destra sono in ballottaggio Carbone e Massaro, che è il favorito e arretrando lascerebbe spazio in attacco a Simone accanto a Savicevic.
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16 maggio 1994 - pagina 43 - Sezione Sport
"CARO MILAN, FAI BENE A TREMARE"
BARCELLONA - Il quarto incredibile scudetto agguantato rocambolescamente all'ultimo minuto lo ha stremato: "Dovrei esserci abituato, perché sono ormai tre anni di seguito che siamo costretti allo sprint". Ci sono emozioni che non si dominano mai, aggiunge il taumaturgo del Barcellona, al secolo Johann Cruyff "l'esorcista". Ha parole di pietà per lo slavo Djukic, il libero del Deportivo che si è fatto parare il fatale rigore: "Sentiva addosso il peso di tutta una città, della Galizia intera: gli 11 metri erano per lui 110". Adesso tocca al Milan, dice. Prenota la seconda Coppa dei Campioni per questo "suo" tenace Barcellona dei miracoli, dimentica l'atavica tradizionale cautela olandese: "Stiamo attraversando un grande momento, ci sentiamo i più forti. Se poi devo considerare il fatto che al Milan mancheranno due giocatori insostituibili come Baresi e Costacurta, allora capisco perché Capello e i suoi abbiano paura e non si sentano tranquilli, con gli attaccanti che ci ritroviamo, gente capace di segnare 92 gol in 38 partite di Liga". Il pragmatico allenatore olandese motiva tanto ottimismo snocciolando queste cifre.
Dietro i numeri, spiega, c'è una realtà ben concreta. La realtà di una squadra determinata e motivata. Ad Atene, però, il Barcellona giocherà senza Laudrup ed il Milan non è il Deportivo La Coruna. Men che meno il Siviglia di sabato sera, un colabrodo in difesa: "Che scoperta! Lo so che il Milan è un'altra cosa. Tuttavia, da quando abbiamo perso 6-3 col Saragozza noi abbiamo infilato ventitré risultati utili consecutivi, tra Coppe e campionato, pareggiando soltanto due volte. Abbiamo conquistato 28 dei 30 punti a disposizione, dopo quella sconfitta. Non vedo proprio perché dovremmo perdere l'ultima partita della stagione". Sarà. Ma lo scaramantico Cruyff ha intanto scelto l'albergo della squadra, per Atene: a 40 chilometri dalla città. Lo stesso che lo ospitò, da giocatore, con la maglia dell'Ajax: "Allora, vincemmo". Appunto.
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17 maggio 1994 - pagina 23 - Sezione Sport - di Lucia Granello
MILAN, ISTRUZIONI PER L'EUROPA
Revocato lo sciopero all'aeroporto greco 30.000 TIFOSI DALL'ITALIA ATENE - Èrientrato lo sciopero dei controllori di volo greci, che minacciava la partenza dei 138 voli charter (70 spagnoli e 68 italiani) in arrivo sulle due piste dell'aeroporto di Atene tra oggi e domani. Ieri pomeriggio anche il Milan ha pagato con un piccolo contrattempo le conseguenze dell'agitazione sindacale, che ha messo in allarme soprattutto i 30 mila tifosi milanisti e i 20 mila catalani. Quanto ai giocatori, Boban proprio ieri ha avuto la certezza di poter giocare la prima finale di Coppa dei Campioni della sua carriera. "Se sarò in campo è perché sono al cento per cento, il mio infortunio era roba da poco. Per me è la partita della vita, l'anno scorso mi ero infortunato proprio la mattina della finale. Darei il premio partita per vincere". Promessa incauta, visto che il premio in questione è di 300 milioni a testa, come quello incassato per lo scudetto.
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18 maggio 1994 - pagina 38 - Sezione Sport
CAPELLO: "IL VANTAGGIO DI PARTIRE BATTUTI"
ATENE - Una vigilia faticosa, tesa più di quanto dovrebbe e potrebbe essere, un'attesa di Coppa. Troppe domande, troppi riferimenti, troppi i dubbi avanzati, in conferenza stampa, anche per un allenatore navigato come Fabio Capello. A cominciare dall'incertezza Boban. "Nell'ultimo allenamento a Milanello mi era piaciuto molto, e invece qui non so, l'ho guardato con attenzione nell'allenamento di rifinitura, non so. Ho bisogno di parlargli ancora, di sentirlo dire che è al 100%, che nella partitella ha fatto apposta a fare con calma. Altrimenti gioca Laudrup. Dove? A destra o a sinistra, lui e Donadoni possono scambiarsi senza difficoltà". Nessun rinforzo alla fascia sinistra, quella dove Panucci troverà Stoichkov? "Perché dovrei, poi magari lui cambia e va dall'altra parte, dove c'è Tassotti. E poi non è vero che quest'anno Tassotti è stato preferito a Panucci: semplicemente, ho scelto a seconda degli avversari". Questo Barcellona merita attenzioni tattiche particolari? "Non vedo perché dovremmo. Se il Milan è arrivato fin qui, lo deve alla sua filosofia di gioco. Rispettiamo il Barcellona, ma dobbiamo giocare da Milan, senza adattamenti". Che differenze, dalla vigilia di Milan-Marsiglia? "Quest'anno sono più tranquillo, perché so bene chi scenderà in campo, mentre l'anno scorso sono stato in dubbio fino all'ultimo momento". Vi pesa partire sfavoriti? "Per noi è un grande vantaggio psicologico, vuol dire che tireremo fuori le unghie. Il Milan dovrà essere cattivo". In compenso, ci saranno più tifosi milanisti che catalani. "In campo ci vanno i giocatori, non il pubblico". Farete il fuorigioco? "Di questo parlerò con i giocatori, nello spogliatoio. Non mi sembra il caso di mettere certe cose in piazza, pubblicamente". Cosa succederà in caso di sconfitta? "Il lavoro di un allenatore non va giudicato solo per le finali vinte o perse".
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18 maggio 1994 - pagina 38 - Sezione Sport
BERLUSCONI: "ABITUATI A VINCERE"
ATENE - Stamattina telefonerà a Capello per il messaggio alla squadra, ieri Berlusconi si è limitato ad una frase, prima di entrare in aula a Palazzo Madama: 'Abbiamo l'abitudine di vincere... Speriamo di non perderè. Le cariche ricoperte da Berlusconi, presidente del Consiglio e presidente del Milan, sarebbero incompatibili. Lo sostiene, in una lettera inviata al presidente delle giunta delle elezioni della camera dei deputati, il giornalista Renato Corsini, noto per i suoi continui esposti contro i dirigenti sportivi. Il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, tifoso milanista, ha annullato ieri la sua richiesta di biglietti per la finale. Saranno invece presenti il presidente della Federcalcio Matarrese, della Lega Nizzola e della Fininvest Confalonieri. Quest'ultimo giungerà ad Atene con l'aereo personale di Berlusconi insieme a Paolo, il fratello del presidente del Consiglio, grazie ad un permesso delle autorità aeroportuali greche. Continuano, infatti, i disagi allo scalo della capitale (oggi c'è il rischio di soppressione per alcuni voli, anche da Milano) A scopo scaramantico il Milan giocherà con una maglia studiata appositamente per la circostanza: bianca, con calzoncini e calzettoni bianchi e colletto rossonero. Èla stessa delle finali di Coppa dei Campioni vinte a Wembley nel '63, a Barcellona nell'88 e a Vienna nell'89. Èprevista la presenza di 58 mila spettatori (la capienza dello stadio di Atene è di 73 mila), così ripartiti: 28 mila milanisti, 15 mila catalani e altrettanti greci. Gli italiani si sistemeranno nella curva nord, gli spagnoli a sud, gli ateniesi in mezzo. L'incasso previsto è di un miliardo e mezzo di lire. Al Milan spetterà il 25 per cento. Sommata al 15 per cento dei due miliardi e mezzo di diritti televisivi, la cifra equivale a quella che il Milan incasserebbe per un'amichevole ben sponsorizzata. Per la partita il servizio d'ordine impegnerà ottomila poliziotti, 1500 del quali saranno allo stadio, cinque elicotteri perlustreranno inoltre la città. Il giocatore milanista più rilassato è Albertini. Trascinato da Savicevic davanti ai microfoni della televisione serba, lo ha gelato con una battutaccia: "A Dejan consiglio di segnare almeno un gol, quest'anno ne ho fatti più io di lui". Savicevic, indicato dai giornali greci e spagnoli come il possibile uomo-partita, si è allontanato rabbuiato.
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18 maggio 1994 - di Germano Bovolenta
CAPOLAVORO MILAN. DREAM TEAM K.O.
Le grandi finali di Champions: nel 1994 rossoneri perfetti ad Atene il 18 maggio. Il genio Savicevic, Massaro e Desailly annientano il Barcellona dello "spaccone" Cruijff, dato da tutti per favorito. Per Capello accoppiata coppa-scudetto
ATENE - Il Milan travolge il grande Barcellona di Johan Cruijff e vince la quinta coppa dei Campioni. Quattro a zero, la perfezione. Fabio Capello, senza Baresi e Costacurta squalificati, conquista il suo primo trofeo internazionale e fa l'accoppiata coppa-scudetto. Èla vittoria più sontuosa e inattesa. Il portiere basco, Andoni Zubizarreta, il giorno dopo dice: "Fino a quella partita io pensavo che la mia vita fosse segnata in un certo modo. Invece è cambiata in una notte". Gliela cambiano i gol di Massaro, la palombella di Savicevic, la potenza di Desailly. Sfida emozionante, fantastica, da brividi.
SUPERIORE - Il Barcellona è super favorito, ma il Milan fa tutto meglio. Pressing, movimento negli spazi con palla e senza. Èspaventosamente superiore all'avversario, la squadra in quel momento più forte del mondo. Il 4-0 è pazzesco ma non eccessivo. Rispecchia "fedelmente" l'atteggiamento e i valori espressi dal confronto.
STORIA - La Gazzetta titola in prima pagina: Milan campionissimo. Due grandi foto: l'espressione sgomenta di Cruijff, il sorriso del capitano Tassotti (manca Baresi in ritiro con la nazionale di Arrigo Sacchi) che alza la coppa. Il direttore Candido Cannavò scrive: "Una serata di quelle destinate ad attraversare la storia chissà per quanto tempo".
Lodovico Maradei, storica prima firma, celebra l'opera di Fabio Capello ("Un capolavoro") ed esalta la fantasia di Dejan Savicevic ("Un vero genio del calcio"). La vigilia è molto tesa e squilibrata. Il Milan è nettamente sfavorito e il pessimismo (il gruppo non sta benissimo, manca la super-coppia centrale della difesa) dilaga. E c'è quel Cruijff che provoca (e offende), dalla Spagna e al suo arrivo ad Atene. Dice, l'allenatore del Barça: "I tifosi del Milan si godano questo Barcellona, agli italiani non capita tutte le settimane di vedere una squadra che gioca bene come la nostra. Signori, il mondo ha bisogno del nostro spettacolo". Poi: "Ditemi, come posso perdere questa coppa? Èimpossibile". E, in delirio di onnipotenza: "Dio è mio amico, ai ragazzi dirò soltanto una cosa: divertitevi".
DIO DEL CALCIO - I giornali spagnoli, e anche qualche italiano, salutano così lo sbarco di Cruijff ad Atene: "Èarrivato il dio del calcio ed è salito direttamente sull'Olimpo". Clima rossonero un po'mesto: il Barcellona sulla carta (e a parole) è troppo forte e troppo favorito. Ma Fabio Capello si liscia il mascellone volitivo: "Il Milan dovrà fare il Milan. Io ho fiducia, questa squadra nei momenti importanti non tradisce". Silvio Berlusconi, per la prima volta capo del Governo, alcuni giorni prima aveva detto a Savicevic: "Senti, sono due anni che ti difendo. Se sei un Genio dimostralo". Savicevic ricorda bene, ricorda tutto: "Quelli del Barcellona hanno fatto gli spacconi. Prima della partita ci hanno presi in giro: 'Non possiamo perdere contro questi, sono troppo scarsi. Vinciamo minimo cinque, sei a zero, non ci sarà partita'. Invece...". Invece StraMilan in tutto. Notte veramente magica, formidabili tutti, voti altissimi. Albertini annulla Guardiola, Romario non vede palla. Trionfo dei trionfi nella finale più spettacolare della storia rossonera. E Cruijff? Prima fa l'amaro: "Ci siamo resi ridicoli agli occhi del mondo". Poi si consola: "Il calcio italiano non ci è fatto affatto superiore, due anni fa avevamo battuto la Sampdoria".
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19 maggio 1994 - pagina 41 - Sezione Sport
CRUIJFF SCONFORTATO
ATENE - "Zubizarreta". "Bien!". "Ferrer". "Bien!". "Guardiola". "Bien!". Il rituale del Barcellona, la squadra che ripete in coro la formazione e la fa seguire da un grido beneaugurante, stavolta non ha funzionato. Il primo ad accorgersi che sarebbe finita male è stato il sindaco della città catalana, Pasqual Maragall. In tribuna, dopo il primo gol del Milan, si è passato una mano sulla testa e ha sussurrato al suo vicino, il presidente del Cio, il catalano Juan Antonio Samaranch, che non c'erano più speranze. "Il Milan merita il successo, ha bloccato i nostri punti di forza", ha commentato nell'intervallo dando per scontata la sconfitta degli spagnoli. Cruyff ha vissuto la sconfitta come un dramma personale: aveva infarcito la vigilia di dichiarazioni polemiche nei confronti del Milan, accusandolo di difensivismo. Ha dovuto ricredersi a sue spese e la batosta è stata così cocente che l'ex fuoriclasse dell'Olanda faticava addirittura a commentarla. "Il Milan ha vinto tutti i duelli, uno contro uno, il Barcellona è sempre stato costretto ad inseguire la palla. Non siamo abituati a questo tipo di gioco e ne abbiamo pagate le conseguenze".
Capello più bravo di Sacchi? Cruyff probabilmente dopo la partita lo pensava, ma non ha voluto fare marcia indietro. "Ripeto che il Milan è stato più bravo a far circolare la palla, è stato migliore di noi. I problemi bisogna cercare di risolverli prima della partita, durante diventa molto più difficile. Èstato logico che sia finita così". Èstato logico che il Barcellona di Cruyff abbia lasciato lo stadio di Atene con un fardello così pesante.
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19 maggio 1994 - pagina 7 - di Carlo Brambilla
NEI CORTEI DI MILANO C'ERANO ANCHE I TIFOSI DI SINISTRA...
MILANO - Il milanista Enzo Jannacci e i suoi più intimi amici esplodono in un boato da stadio al fischio che segna la fine di questa leggendaria partita. Si abbracciano, urlano, cantano, stappano bottiglie di champagne. Si sono radunati tutti ieri sera davanti al megaschermo che trasmette la partita al "Bolgia umana", il nuovo locale notturno che Jannacci ha aperto a due passi da piazza del Duomo. Fuori, per strada, è già cominciato il carosello dei tifosi, l'ingorgo delle auto degli sbandieratori rossoneri, i clacson all'impazzata, i botti, le sirene. Eppure nel cuore del cuore di Jannacci l'immensa gioia è rovinata da qualcosa. "Sono molto felice per il Milan - sussurra - però mi dà fastidio che a vincere sia sempre lui: il solito Berlusconi". Ma questo non è il momento dei tristi pensieri. La festa impazza. E Jannacci sbotta: "Il Milan resta il Milan. Se il cavaliere si mette a fare il vino non posso mica smettere di bere il vino". Vicino a Jannacci c'è Andrea Bove, 33 anni, milanista calabrese, cabarettista emergente, con nessuna simpatia per Berlusconi: "Stasera sono pazzo di gioia e non mi piace mescolare calcio e politica. Adesso tutto deve essere per forza di destra o di sinistra, anche per noi comici, ma non è giusto. Esiste anche una comicità di centro che fa ridere e basta. E il buon calcio del Milan è buon calcio e basta". Per il milanista Oreste Del Buono i sentimenti si mescolano: "Sono naturalmente contento che il Milan abbia vinto, ma lo sarei stato anche se avesse perso, consolandomi con la sconfitta di Berlusconi. Una strana partita, insomma, che in ogni caso mi avrebbe lasciato un po'contento e un po'infelice". Ah quanto dolorose sono state ieri le contraddizioni del milanista di sinistra, combattuto fino all'ultimo tra la speranza che la squadra del cuore trionfasse e il desiderio profondo che Berlusconi e la sua maledetta metafora calcistica subissero, almeno sul campo di pallone, una prima sonora sconfitta. "Non diciamo stupidaggini e non ritiriamo fuori la storia secondo cui il Milan sarebbe di destra - sbotta Umberto Gay, milanista sfegatato e capogruppo di Rifondazione Comunista al comune di Milano -. Il Milan, storica squadra, fondata nel 1899, resta, i presidenti passano. Mi sono appena comprato una nuova sciarpa rossonera che sfoggerò domani, senza esitazioni. Quanto a Berlusconi non credo proprio che la sua immagine calcistica sia stata importante per il suo successo politico. Mi sento di attaccarlo su tutto, ma non sul Milan". Il giovane editore Carlo Feltrinelli, juventino di sinistra, ieri sera non era molto di buon umore. Ha guardato la partita nella sua casa di Corso di Porta Ticinese tifando apertamente per il Barcellona.
Con una giustificazione cultural-sportiva: "L'ho fatto per amicizia con lo scrittore Montalban". E Montalban proprio ieri ad Atene aveva spiegato: "Grazie al calcio e alla tivù Berlusconi ha fondato un partito politico, il Barcellona invece rappresenta un simbolo nazionale che sta al di sopra dei partiti, quasi una forma di contropotere". Non erano pochi ieri sera i tifosi lombardi che esultavano ad ogni azione del Barcellona. E non c'erano solo gli interisti invidiosi o gli antiberlusconiani viscerali. Per sentire urlare "Forza Barca" a Berlusconi sarebbe bastato affacciarsi alla finestra della sua villa di Macherio. Proprio lì, ironia della sorte, il signor Luigi Colombo, 53 anni, vicino di casa del Presidente del Consiglio, ha fondato nell'81 il Barcellona Club Macherio. "Nulla di personale contro Berlusconi - tiene a precisare Colombo, che ha già raccolto più di un centinaio di iscritti. - Nessuna provocazione. Nel '78 sono andato in vacanza con la famiglia e gli amici a Barcellona. Abbiamo conosciuto quella splendida squadra e ci siamo innamorati. Così con 25 soci abbiamo fondato il primo Penya Barcelonista Milano Brianza, registrato con atto notarile e con tanto di autorizzazione della Guardia Civil". Brutta serata per loro. A festeggiare, invece, segno che politica e calcio sono ormai intimamente legati tra loro, c'erano molti Club di Forza Italia dove tutti, inutile dirlo, sono milanisti.
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20 maggio 1994 - pagina 28 - Sezione Sport
ATENE - MILANO, L'ODISSEA DEI TIFOSI
ATENE - La grande festa del tifo è finita sull'aereo. Il rientro verso Milano si è presto trasformato in un incubo. Ritardi spaventosi, fino a dodici ore. Passeggeri ricoverati in ospedale. Migliaia di persone bloccate per ore sugli aerei fermi sulla pista, con il sole che batte a 36. Nei due aeroporti di Atene, quello internazionale adibito a "rampa di lancio" per il rientro dei tifosi italiani, e quello nazionale riservato ai charter diretti verso Barcellona, uno sciopero bianco dei controllori di volo ha rallentato incredibilmente le operazioni di una giornata già caotica in partenza. L'Alitalia comunque indica anche la torre di controllo di Brindisi come responsabile dei disagi: avrebbe concesso il sorvolo nella sua zona aerea con gravi ritardi. Per riportare a casa migliaia di tifosi (solo i milanisti erano trentamila) erano stati organizzati circa duecento voli charter per l'Italia e cento per la Spagna. Già il Milan, che aveva programmato la partenza per la prima mattina, ha inaugurato la drammatica sequenza di ritardi. Che piano piano si sarebbero dilatati, partendo da quella prima ora persa dagli uomini della Coppa. Quando si stacca da terra l'aereo che trasporta Savicevic e Massaro, sono le 10,35 italiane. Quando alla Malpensa Mauro Tassotti appare sulla scaletta dell'aereo alzando la Coppa, un'ora di ritardo è già scattata e ad Atene si sta scatenando il finimondo. Una lunghissima, angosciosa, claustrofobica attesa costringe migliaia di persone per ore dentro agli aerei o alle sale d'aspetto. Più volte la polizia ellenica deve intervenire di fronte alla reazione esasperata di tifosi reduci da una notte di festa. Non è stata una notte di follia, tra piazza Syndagma e piazza Omonia si è cantato, ballato, sventolato bandiere. I contrasti coi sostenitori del Barcellona sono stati ridotti al minimo. Sembrava un momento di gioia, ma la trasferta si è chiusa con il ricovero di quattro passeggeri in un ospedale ateniese. Malessere, collasso: non ce l'hanno fatta a sopportare dalle sei alle dodici ore di attesa. Nella notte è continuato il collegamento tra Milano e Atene, favorito dalla minore intensità dei voli di linea: gli ultimi 140 milanisti sono rientrati questa mattina alle cinque. Diverso ma ugualmente angoscioso il ritorno dei giocatori del Barcellona. La direzione dell'aeroporto El Prat, nel capoluogo catalano, ha preferito fare atterrare l'aereo nella zona merci: ai giocatori è stata risparmiata la reazione dei tifosi. Probabilmente sarebbe stata pesante. La squadra ha così lasciato l'aeroporto a bordo di tre pullman scortati dalla polizia "in modo da escludere qualsiasi contatto con il pubblico". Ricoverato il padre di Koeman - Verso la fine del primo tempo della finale di Coppa dei Campioni, mentre Massaro segnava il secondo gol, il padre di Ronald Koeman, libero del Barcellona, è stato trasportato all'ospedale "Evanghelismos" di Atene per collasso cardiaco. |