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Gli highlights dell'incontro
Lo splendido gol di Marco Van Basten

dal sito amarcordmilan.blog.lastampa.it

ACCADDE UN GIORNO - APRILE 1989, A MADRID COMINCIA IL CICLO DELLA SQUADRA PERFETTA
Sono passati venti anni dalla conquista della prima Coppa Campioni del Milan guidato da Arrigo Sacchi
L'edizione 88/89 della Coppa dei Campioni fu il trampolino di lancio internazionale di una delle più grandi squadre della storia del calcio: il Milan di Arrigo Sacchi. Dopo aver strappato lo scudetto al Napoli, con la strepitosa vittoria al San Paolo d'inizio maggio '88, i rossoneri si lanciarono alla caccia del titolo continentale che mancava da venti anni. Fu un cammino esaltante, in un concentrato di emozioni, paure e gioie fino all'apoteosi finale di Barcellona, con un poker servito alla Steaua Bucarest in uno stadio tutto coperto di rossonero. In mezzo, sbrigata la formalità Vitocha Sofia, ci fu la nebbia di Belgrado, provvidenziale, benedetta, salvifica. Eravamo già fuori ed invece il dio del pallone volle darci un'altra possibilità. Il giorno dopo fu un'altra musica. Gol di Van Basten, pareggio di Stoikovic. Ai calci di rigore si esaltò Giovanni Galli che disse no anche al futuro genio milanista Dejan Savicevic. Dopo aver eliminato il Werder Brema, non senza difficoltà, ad inizio aprile '89 il Milan si presentò al "Santiago Bernabeu" per affrontare il Real Madrid, grande favorito della vigilia. Ad inizio stagione, in una partita valida per il trofeo dedicato al presidente più famoso della storia madridista, il Milan aveva stravinto mettendo in evidenza il giovane Lupetto Mannari.
La sfida di coppa fu preparato da Sacchi nei minimi particolari. Per le merengues, che sfoggiavano in squadra nomi del calibro di Butragueno, Michel, Gordillo, Sanchis e il bomber Hugo Sanchez, fu una lezione di calcio. Pressing e fuorigioco irretirono la manovra spagnola. Baresi in difesa orchestrò da campione i tempi dell'off-side, Maldini imperversò sulla fascia sinistra, Tassotti in quella destra. Colombo, Rijkaard e Ancelotti a centrocampo furono i padroni della situazione, spezzando le manovre avversarie e dettando i ritmi di gioco, con Donadoni funambolico ed imprendibile nei dribbling ed Evani instancabile nel mettere cross in area. In attacco, scusate se è poco, Sacchi schierò la coppia orange Gullit-Van Basten e Pietro Paolo Virdis. Non stiamo parlando di una squadra ma di una testimonianza indelebile del calcio come perfezione quasi assoluta. Immeritato fu il gol del vantaggio madridista, siglato da Hugo Sanchez alla fine del primo tempo. Il messicano, come un rapace, sfruttò l'unica distrazione difensiva dopo tre palle gol nitidissime non sfruttate dal Milan. Solo un piccolo incidente di percorso. Dopo l'intervallo, il Milan riprese a macinare gioco. L'arbitro annullò il gol (regolarissimo) del pareggio ma quella squadra perfetta era in grado di superare ogni avversità. A metà ripresa, Tassotti fece spiovere un cross in area. Van Basten, sfuggendo al suo marcatore, si lanciò in un avvitamento aereo con torsione. Il colpo di testa del fuoriclasse di Utrecht finì sulla traversa, rimbalzò sulla schiena del portiere Buyo e rotolò in rete in modo quasi beffardo. Pareggio strameritato! Tutto il "Bernabeu" a fine partita applaudì i rossoneri e quel tecnico della provincia romagnola ancora poco conosciuto al grande calcio. Quindici giorni dopo, la gara di ritorno, a San Siro, fu senza storia. Il risultato finale (5-0) certificò nel modo migliore la nascita del "leggendario Milan di Sacchi". La consacrazione definitiva avvenne al Nou Camp di Barcellona, il 24 maggio '89. Altra partita dominata dai rossoneri, con i romeni della Steaua spazzati via dalle doppiette di Van Basten e Gullit davanti a 80 mila tifosi milanisti. "Così si gioca soltanto in Paradiso" titolò la Gazzetta dello Sport. Quel ciclo portò in bacheca due Coppe Campioni, altrettante Intercontinentali e Supercoppe d'Europa. I tanti esperti di calcio sparsi per lo stivale italico, che avevano pronosticato la cacciata di Sacchi prima del Natale '87, dovettero ricredersi davanti alle meraviglie di una "squadra perfetta".