
22 novembre 1987. La rincorsa è partita. "Questo qui a Milano non mangia il panettone." L'infausta profezia di larga parte degli appassionati (in particolare quelli non milanisti) e di certi intoccabili mostri sacri del giornalismo sportivo che in realtà forse capiscono più di ciclismo che di calcio, comincia a vacillare. Arrigo sta per prenotare non solo il panettone, ma anche la colomba pasquale. Per i prossimi quattro anni. Gettata alle spalle l'eliminazione dalla Coppa Uefa, evento che alla lunga si dimostrerà una benedizione, oltre a qualche prestazione non trascendentale in campionato, la squadra del Cavaliere e di questo spiritato ragioniere di Fusignano, comincia a correre e a vincere. E, quel che più conta, a convincere. Imbarazzante la disinvoltura con cui i rossoneri disbrigano la pratica Avellino a San Siro. Al primo gol di Colombo, che continua a volare alto, seguono quelli di Donadoni (in foto) che segna da posizione impossibile, ed infine di Paolo Maldini, il quale sta dimostrando con i fatti di non essere semplicemente un raccomandato, come invece qualche espertone sosteneva. Al di là delle tre pere rifilate ai simpatici irpini, ciò che comincia ad impressionare è la carica innovativa e spettacolare del gioco di questo Milan. Chi possiede vista lunga ha già capito che l'italico pallone sta per cambiare. E sta per farlo nel modo più imprevedibile ed affascinante possibile. Cioè grazie ad un ragioniere di Fusignano che non doveva mangiare il panettone. (by Corrado Izzo) |