dal sito www.repubblica.it
10 maggio 1988 - pagina 34 sezione: SPORT

SCUDETTO A COMO AMICHEVOLE COL REAL
MILANO - Allo stadio Senigallia di Como la lunghissima coda per i biglietti di domenica si è risolta in una teoria di "No, mi spiace, sono finiti". Quasi 70.000 richieste su una disponibilità di 22.000 tagliandi (di cui 15.000 già assegnati al Milan). Il tutto esaurito non fermerà comunque i tifosi che stanno organizzando una grandiosa carovana al seguito, con gita sul lago nella mattinata di domenica e bagno (naturalmente vestiti) a fine partita. Il tutto, ieri, mentre Berlusconi era impegnato in una interminabile riunione nella villa di Arcore, Gullit si è sottoposto a una lunga intervista da parte di Jacques Thibert, caporedattore di "France football". In serata, presidente e "Pallone d'Oro" si sono ritrovati al teatro Manzoni per la premiazione dei Telegatti di "Sorrisi e Canzoni Tv". Intanto è stato stilato il programma pre e dopo Como. Allenamento oggi e domattina, giovedì pomeriggio amichevole a Muggiò, e ancora allenamento venerdì e sabato mattina. La squadra resterà nel ritiro di Milanello sabato e andrà a Como solo domenica mattina. Martedì prossimo il Milan giocherà a Manchester, contro il Manchester United. Giovedì invece, amichevole di lusso a San Siro contro il Real Madrid. Il club rossonero ci tiene a dedicare questa amichevole di gran lusso al suo pubblico che, con i 65 mila abbonati e con massicce presenze in trasferta è stato - dicono in società - "uno dei protagonisti di questa grande stagione ed ha sempre sostenuto al massimo la squadra". La frenesia presenzialista sta in queste ore mettendo in serie difficoltà il Como che gestisce la distribuzione dei biglietti omaggio e gli accrediti stampa. "Ci arrivano richieste da ogni parte d'Europa e naturalmente d'Italia. Siamo preoccupati, non potremo mai accontentare tutti" dicono in società, dove stanno vagliando la eventualità di proporre la diretta Tv. Il Milan è d'accordo.


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15 maggio 1988 - pagina 21 sezione: SPORT - di Licia Granello

GIOIA MILAN E' IN ARRIVO
CARNAGO - Un rapido ronzio di pale, l'elicottero scompare dietro la palazzina degli spogliatoi. Ruud Gullit sogghigna: "E'arrivato. Da questo momento tutti diventano nervosi". Succede così ogni volta che Silvio Berlusconi compie la sua visita pastorale all'interno del campo. All'inizio rade (per confermare Sacchi dopo l'uscita dalla coppa Uefa, per dire la sua nella vicenda del petardo), gli appuntamenti fra squadra e presidente a Milanello sono diventati sempre più numerosi col progredire della classifica. Negli ultimi due mesi la cadenza è diventata praticamente settimanale, le soste nella club house di Milanello sempre più lunghe. E più silenziose. "Cosa volete, chiamatela scaramanzia, non ho parlato finora, resisterò fino a fine partita... Dove andrò? Top secret, siamo tutti sub iudice...". Berlusconi ha anche parlato con Borghi: gli ha probabilmente promesso una buona squadra. I vicini al trono assicurano che Berlusconi oggi sarà a Como, sconfessando le tradizioni più recenti (due appuntamenti mancati, a Roma e a Napoli, due vittorie). Ma qui si respira una strana aria, come se la cronaca di un pareggio annunciato fosse un guanto improvvisamente difficile da calzare. Fino a ieri, partendo dal dopo partita di Milan-Juventus, tutto era facile, bello scontato: festa doppia, scudetto e salvezza in riva al lago. La vigilia ha portato in superficie i dubbi di chi diffida dalle feste anticipate. Così, fra chi si schernisce chi dedica il traguardo a futura memoria, Gullit non accetta e dice a voce bassa: "Non sono completamente tranquillo, non è giusto esserlo troppo prima della partita dello scudetto. Contro il Como non sarà come fumare una sigaretta, non ci credo. Dicono che un bel pareggio accontenta tutti, ma io non mi fido. Voglio essere sicuro che lo scudetto sia proprio nostro, i calcoli meglio farli alla fine. Sarà una grande festa, ma prima, vi prego, pensiamo alla partita". Il guaio è che il traguardo appare così vicino da non lasciare spazio ai dubbi. Certo, la parola d'ordine continua ad essere: non rischiare. Ma non si capisce dove individuare il diaframma tra il ricordo-beffa di Verona e la voglia di vincere (sempre e comunque) che ha animato il Milan per l'intera stagione. Perfino Sacchi, solitamente così diretto nel raccontare il bene e il male della squadra, ieri misurava le parole come fossero spezie su un bilancino. "E'una partita da giocare. C'è molta euforia, speriamo resti fino a fine partita... Comunque noi scenderemo in campo con la solita umiltà, la solita decisione. E'ovvio che il risultato più probabile sia il pareggio. Ma per esperienza non si può mai essere sicuri.
A me è già successo: la mia squadra doveva giocare in una situazione ideale per il pareggio. Ma alla fine una delle due vinse... Noi abbiamo una buona carta da giocare, quella della concentrazione. E'il miglior antidoto ai peccati di presunzione e di superficialità. Ho visto i giocatori abbastanza estranei, distanti da tutti questi programmi di festeggiamento. Se non fosse così, sarei il primo ad aver paura". Intorno alle facce dei giocatori, mille nuovi coaguli del tifo rossonero: due sacerdoti, qualche figlio eccellente, l'opulento Apollonius, "longa manus" di Kos Koster, instancabile frequentatore di Milanello da quando Berlusconi ha deciso di riallacciare la trattativa Rijkaard. In una saletta appartata, Gabriella Dorio e marito conversano con Alberto Cova e il dottor Tavana. Sacchi continua la sua chiacchierata in bilico fra Como e i primi, piccoli consuntivi di fine stagione. "Mi piacerebbe concedere qualche minuto di gloria a Nuciari, se lo merita, speriamo che la partita lo permetta. Non è una frase fatta, penso sul serio che quella contro il Como sia la più difficile partita dell'anno: in novanta minuti ci giochiamo tutta la stagione. Guai se daremo il pareggio per scontato. Se andrà bene, ci saranno elogi anche per quelli di cui si parla meno. Un nome, quello di Costacurta. Ha giocato due partite, contro Inter e Juventus, abbiamo fatto tre punti, ha saputo farsi trovare puntuale in due appuntamenti delicatissimi. Quando questo succede, vuol dire che hai trovato un ragazzo in gamba e non solo un bravo giocatore". Strizza un poco gli occhi, si gusta una delle sue piccole vittorie personali: "L'altro giorno parlavo col dottore (Berlusconi ndr) di un certo giocatore.
Mi ha chiesto: com'è l'uomo?". Fra Milanello e Milano, continua il filo diretto dei preparativi per la festa di questa sera a San Siro: Pellegrini ha rifiutato all'assessore Malena il suo aiuto per convincere i tifosi dell'Inter a farsi da parte dopo la gara con l'Avellino per permettere il pacifico afflusso dei tifosi milanisti. "Con un moribondo in casa, abbiamo ben poco da festeggiare" ha commentato il presidente dell'Inter.