dal sito amarcordmilan.blog.lastampa.it
PARTITE DA INCUBO: Dopo il ko di Como si scatenò l'inferno
In un campionato che si concluse con la retrocessione in B, il Milan registrò in terra lariana, il 21 marzo 1982, uno dei peggiori momenti della sua storia
La parola incubo cammina di pari passo con il campionato 1981-82, l'annata della seconda retrocessione in B del Milan, la prima sul campo. Il 21 marzo '82, i rossoneri affrontarono il Como in una partita della ventitreesima giornata, scontro diretto tra gli ultimi in classifica (i lariani) e i penultimi (i rossoneri). Reduce dalla sconfitta casalinga contro il Catanzaro, il Milan puntava a rimettersi in corsa contro la squadra fanalino di coda.
Particolare curioso: nella panchina del Como sedeva Seghedoni, lo stesso tecnico che aveva guidato il Taranto nella netta vittoria (3-0) contro i rossoneri del 7 dicembre '80. Galbiati, dopo aver rilevato Gigi Radice, non riuscì ad ottenere i risultati sperati da tutti per rivitalizzare una classifica incredibilmente anemica. Lo schieramento in campo vide una punta di ruolo (Jordan, il cui unico gol stagionale lo aveva messo a segno proprio contro il Como, nella partita d'andata) e Novellino a supporto. Battistini e Buriani sulle fasce, Baresi in mediana e Venturi libero. Il Como rispose con due punte (Nicoletti e Mossini), Gobbo dietro gli attaccanti e Lombardi uomo d'ordine di centrocampo.
Il primo tempo non riservò particolari emozioni. Al 44', tuttavia, Mossini sbloccò il risultato, capitalizzando una delle poche occasioni offensive dei padroni di casa. Nella ripresa, Galbiati sostituì Buriani con Antonelli e Moro con Evani. La musica non cambiò. Anzi, dopo appena 6' il Como trovò il raddoppio con Mancini. I rossoneri provarono a riaprire la partita ma finì per sprecare anche un rigore, calciato fuori da Antonelli.
I tifosi andarono su tutte le furie, scatenando una durissima contestazione che sfociò in un lancio di oggetti in campo. La porta di Piotti fu letteralmente bersagliata. Un sasso colpì Collovati al capo. Il difensore cadde a terra. Lo stopper della nazionale, considerato uno dei pilastri della squadra rossonera, cominciò quel giorno a meditare l'addio al Milan.
Il dopopartita fu ancora più teso. Le forze dell'ordine si scontrarono con gli ultras rossoneri mentre i giocatori furono costretti a restare negli spogliatoi per oltre un'ora. Nei pressi dello stadio lariano vi furono scene da guerriglia urbana. Per la società rossonera scattò la squalifica del campo per due turni. Alla fine di quella domenica, il Milan rimase mestamente al penultimo posto in classifica. Per il Como, la vittoria contro i rossoneri fu l'unica soddisfazione (insieme al pareggio nella partita d'andata contro i rossoneri) in una stagione da "ultima della classe".
Nell'annata successiva, le due squadre si ritrovarono in B, in un campionato che riportò i rossoneri nella massima serie mentre i lariani mancarono d'un soffio la promozione (gli spareggi finali premiarono il Catania, promosso con Milan e Lazio). Tuttavia, il 5 dicembre del 1982, il Como si prese il lusso di battere nuovamente i rossoneri. A decidere il risultato fu una punizione di Palanca che determinò una delle tre sconfitte stagionali del Milan nel secondo campionato cadetto. |