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29 ottobre 1978, Milan vs Fiorentina 4-1




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Prima della partita
(da "La Stampa" del 29 ottobre 1978)



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Gli spalti di San Siro. Si nota lo striscione del Milan Club
"I Pirati" di San Giuliano Milanese (MI)
(by Marco Kaos - facebook)
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(Archivio Magliarossonera.it)



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Una veduta degli spalti
(by Marco Kaos)



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La rete di Alberto Minoia, che apre le marcature



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Istantanea della partita: 1-0
(per gentile concessione di Ivano Michetti)
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L'esultanza rossonera dopo il gol di Alberto Minoia



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Il gol di Alberto Minoia



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L'esultanza di Novellino (a destra), Minoia si sta rialzando da terra dopo aver realizzato il primo gol dell’incontro



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Il primo gol di Albertino Bigon, il secondo per il Milan



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Un'altra immagine del primo gol di Albertino Bigon
(dalla "Gazzetta dello Sport")



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Il primo gol di Bigon, che anticipa Lelj, visto da un'altra angolazione
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Un'altra immagine del primo gol personale di Bigon



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Istantanea della partita: 2-0
(per gentile concessione di Ivano Michetti)



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La seconda rete di Albertino Bigon
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Un'altra immagine del secondo gol di Bigon



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Il secondo gol rossonero segnato da Albertino Bigon



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Istantanea della partita: 3-1
(per gentile concessione di Ivano Michetti)
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Istantanea della partita: 4-1
(per gentile concessione di Ivano Michetti)



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Albertino Bigon festeggiato da Chiodi e Novellino
per la tripletta realizzata contro la Fiorentina
(per gentile concessione di Reanto Orsingher)
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Incidenti sugli spalti tra le due tifoserie



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Alberto Minoia (autore del primo gol rossonero) esce dal campo a fine partita



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VIDEO
(da "Forza Milan!" - facebook)
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VIDEO
("Domenica Sprint" del 29 ottobre 1978)



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Rivera in panchina, Antognoni in tribuna
(dalla "Gazzetta dello Sport")



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(da "L'Unità" e "La Stampa" del 30 e 31 ottobre 1978)





Copertina del "Guerin Sportivo" dedicata
ad Alberto Minoia, autore del primo gol
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(dal "Guerin Sportivo")



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(dal "Guerin Sportivo")



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Il tabellino dell'incontro, i risultati delle altre gare e la classifica
parziale alla quinta giornata
(da "Forza Milan!")
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(Archivio "Gazzetta dello Sport")
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(dal sito www.1899.it)




Dal libro "Autobiografia di una curva, Dalla Fiesole con tutto il cuore i tuoi ultras" (1999)

MILANO CHE BOTTE!
"Finalmente via da Milano, da San Siro, da quel pomeriggio terribile"

La data del 29 Ottobre 1978 resterà per sempre bollata nella memoria come una domenica "maledetta". In programma c'è Milan-Fiorentina e gli Ultras raggiungono il capoluogo lombardo in treno: una trentina in tutto, più qualche altro ragazzo racimolato dagli altri club della curva. C'è una certa tensione, tutti sono consapevoli della pericolosità di questo viaggio e delle insidie che si presentano lungo il tragitto e soprattutto una volta dentro San Siro, in quel secondo anello che di solito ospita le tifoserie avversarie e quindi anche quella fiorentina. Quella è una sorta di "terra di nessuno", piena di rischi e trappole può essere percorsa da parte a parte liberamente, il più delle volte eludendo il controllo delle forze dell'ordine, che non sempre sono presenti. È così anche stavolta: un primo "contatto" fra le tifoserie avviene già prima della partita quando una trentina di rossoneri fa il consueto giro di perlustrazione, vede e incrocia i fiorentini e ben presto passa dagli insulti alle mani. Ma lo scontro dura poco perché i milanisti hanno la peggio e se la danno a gambe. Galvanizzati dall'esito del primo "round", gli Ultras osano il tutto per tutto e tirano fuori il loro striscione, tenuto nascosto fino ad allora per prudenza. Un gesto che non porterà fortuna alla Fiorentina e tantomeno ai suoi sostenitori: al gol del vantaggio del Milan, già al 5' minuto del primo tempo, la Fossa dei Leoni e le neonate Brigate Rossonere si alzano e lasciano i loro settori. Della partita non gliene importa nulla, hanno ben altro per la testa e l'obiettivo è quel piccolo gruppo viola che li ha appena battuti nel corpo a corpo e ha osato sfidarli esibendo quello striscione. Fanno il giro dell'anello e non sembrano avere intenzioni pacifiche, basta guardare le loro mani, brandiscono spranghe, catene e bottiglie rotte. Vederli e trovarseli addosso è tutt'uno: i milanisti aggrediscono i ragazzi della Fiesole dall'alto e basta un attimo per rendersi conto che enorme è il divario numerico e di forza fra le parti. Gli Ultras si difendono con orgoglio e col consueto piglio battagliero acchiappando tutto quello che c'è a portata di mano, compreso il vendi-bibite dello stadio, per cercare di parare i colpi e a loro volta colpire. Ma la situazione si fa di minuto in minuto sempre più critica. Il P., come al solito in prima fila, viene ripetutamente colpito alla testa con alcune spranghe, G. viene centrato sul viso con un coccio di bottiglia ed è una maschera di sangue e anche T. riporta diverse ferite sul volto. Arriva la polizia e i tre vengono portati al vicino ospedale San Carlo. Tutto rientra, ma a quel punto il peggio è già avvenuto malgrado che il gruppo si sia ricompattato.
La partita, ovviamente, passa in secondo piano (finirà 4-1 per il Milan), l'unica cosa che preme a tutti è correre all'ospedale per avere notizie degli amici, per far sentire loro che non sono soli. Tra i feriti c'è anche qualcuno dei sostenitori rossoneri: a stento la polizia riesce ad evitare che scoppi un'altra rissa all'interno dell'ospedale. Al P. applicano quarantuno punti di sutura alla testa e G. ha una guancia ricucita alla meno peggio. Ma è inutile continuare a restare lì, tutti insieme i ragazzi cercano di lasciare il San Carlo per trovare un modo per rientrare a Firenze. Mica facile, però, visto che nel frattempo l'ospedale è stato circondato da un bel po' di tifosi milanisti, appena usciti dallo stadio dopo la fine della partita. Le cose rischiano davvero di mettersi male, e dire che tutti nel gruppo viola pensavano che il peggio fosse già avvenuto. Comunque qualcuno conserva ancora un briciolo di lucidità e trova uno stratagemma per sgattaiolare fuori dall'ospedale e raggiungere la stazione. Finalmente via da Milano, da San Siro, da quel pomeriggio terribile anche se il viaggio di ritorno non cancella il dispiacere e l'amarezza per quanto successo al P. e agli altri del gruppo. Anzi, la sofferenza cresce di pari passo all'amara consapevolezza che quel giorno gli Ultras sono stati sconfitti e anche perché probabilmente quella difficile trasferta è stata affrontata con troppa leggerezza e in modo disorganizzato.