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13 ottobre 1974, Juventus vs Milan 2-1




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La Curva Filadelfia
(by Guido Santini - facebook)
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La Curva Filadelfia



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Club bianconeri con le loro bandiere
(by Guido Santini - facebook)



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Egidio Calloni e Rivera prima della partita



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La formazione rossonera
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La formazione rossonera
(per gentile concessione di Sergio Giovanelli)



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La formazione rossonera
(by Francesco Di Salvo)
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La formazione rossonera autografata



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(dal libro "Milan Squadra VIP", 1977, ediz. Litograph, Firenze)
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(grazie a Mariano di TepaSport)



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La formazione rossonera
(by TepaSport)
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La formazione della Juventus




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(per gentile concessione di Emanuele Pellegrini)
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L'esordio di Egidio. Certo è, che affrontare la Juve a Torino alla seconda giornata di campionato non è proprio il massimo della fortuna. Soprattutto perché i rossoneri di quel periodo sono una squadra che ha appena intrapreso un percorso di crescita e di rinnovamento, affidando le proprie chances di riscatto ad un nuovo tecnico, Gustavo Giagnoni, e ad un gruppo di calciatori giovani in grado, nei piani della società, di assicurare il passaggio generazionale tra il vecchio e il nuovo Milan. Insomma, Juventus-Milan è la classica partita che può darti subito autostima, se riesci a far bene, oppure mettere subito la strada in salita se al contrario le cose vanno secondo pronostico e lasci le penne a Torino. Nonostante una prova complessivamente positiva, quel pomeriggio i rossoneri trovano disco rosso. Troppo più esperta e quadrata la squadra bianconera, opposta ad un manipolo di giovani bravi e volenterosi che però alla fine devono arrendersi. Tra questi giovani ce n'è uno alla sua prima partita in serie A. Egidio Calloni da Busto Arsizio non ha nemmeno 22 anni ed è stato preso in serie B dal Varese, dove peraltro è risultato capocannoniere, con l'impegnativo compito di far dimenticare Pierino Prati. Non certo roba da ridere. L'esordio di Egidio non è memorabile. Evanescente, poco incisivo, quasi sempre anticipato dai difensori avversari. Nella ripresa, ad un certo punto, tenta addirittura un'improbabile battuta al volo da fuori area, ma cicca il pallone in maniera grossolana beccandosi i buuu di scherno da parte della sportivissima tifoseria bianconera. Finisce 2-1 per la Juve e ci può anche stare. Come ci può stare il non brillante esordio di Egidio nostro che ha solo bisogno di qualche settimana di ambientamento per vincere l'emozione ed immergersi nella realtà della grande squadra metropolitana, ben diversa da quella tranquilla ed ovattata della provincia lombarda. Ne riparleremo tra un paio di settimane, quando Egidio nostro finalmente la vincerà quell'emozione, segnando uno spettacolare gol in rovesciata all'Olimpico. Proprio sotto gli occhi di quel Pierino Prati che è stato chiamato a far dimenticare (by Corrado Izzo)






I due capitani Anastasi e Rivera con l'arbitro Gialluisi
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Anastasi e Rivera prima della partita



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Pietro Anastasi contrastato da Luciano Zecchini. Sullo sfondo, in Maratona,
gli striscioni Ultras 1973 (confluiti poi nelle Brigate Rossonere) e Diavoli di Como
(un gruppo dell'epoca che metteva lo striscione in Curva Sud)
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Albertino Bigon contrastato da Gentile
(by Francesco Di Salvo)



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Uscita aerea di Albertosi, Capello (di spalle) si appresta a tirare



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Calloni e Furino
(da "L'Unità")
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Aldo Bet contrasta Bettega



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Rivera inseguito da Furino



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Bettega contrastato da Bet
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Bigon contrastato da Spinosi e Cuccureddu



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Zecchini e Anastasi
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Anastasi contrastato da Zecchini
(per gentile concessione di Francesco Di Salvo)



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Istantanea della partita: 1-1
(per gentile concessione di Ivano Michetti)
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Istantanea della partita: 1-1
(per gentile concessione di Ivano Michetti)



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Luciano Chiarugi, a terra, discute con Claudio Gentile



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Il gol di Anastasi, con Bettega (nr.11) in chiara posizione di fuorigioco



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Il gol di Anastasi







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Benetti e Capello escono abbracciati dal campo
(da "La nostra Serie A degli Anni '70")
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Causio e Rivera a fine partita
(per gentile concessione di Francesco Di Salvo)






Rivera e Chiarugi escono dal terreno di gioco al termine del match



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Romeo Benetti e Fabio Capello a fine partita



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(da "La Stampa" del 16 ottobre 1974)
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(da "L'Unità" del 16 ottobre 1974)




Commento di Francesco Filograsso

13 ottobre 1974. Per la seconda giornata di andata della stagione 1974-75 va in scena al Comunale di Torino la classicissima Juventus-Milan. La sfida, che fino a due anni prima valeva il tricolore, appare un tantino con meno "appeal", sia a causa del fatto che il calendario la propone con larghissimo anticipo, sia perchè, dopo il flop della stagione precedente, il Milan non appare accreditato, e probabilmente a ragione, per le pretendenti al titolo, nonostante si presenti abbastanza rinnovato. Dopo che nella soffertissima stagione precedente ben tre allenatori si sono succeduti sulla panchina rossonera (Rocco, Maldini e Trapattoni), il presidente Albino Buticchi ha scelto di affidarsi al tecnico sardo Gustavo Giagnoni, che tre anni prima ha sfiorato clamorosamente lo scudetto con il Torino, ed è ritenuto un allenatore emergente e carismatico, almeno tale si è manifestato prima a Mantova e poi, soprattutto, sulla sponda granata della Mole, dove è stato a lungo un idolo della tifoseria torinista. La Juventus, a sua volta, dopo il mezzo fiasco dell'anno prima (seconda in campionato ed eliminata al primo turno in Coppa Campioni, e dal Palermo, formazione di B, in Coppa Italia), ha giubilato il tecnico boemo Vickpalek, pur capace di vincere due scudetti di fila, per affidarsi alla vecchia gloria Carletto Parola. Entrambe le squadre non hanno iniziato al meglio la stagione, i bianconeri, infatti, hanno subito perso all'esordio al Comunale di Bologna, affondati da Beppe -Goal Savoldi, mentre il Milan, dopo una positiva prova nella fase estiva della Coppa Italia, all'esordio a San Siro non è andato oltre uno scialbissimo 0-0 contro la modesta Sampdoria. Alla vigilia del match, comunque, i pronostici sono tutti per i padroni di casa, chiamati all'immediato riscatto, mentre dal Milan ci si attende soprattutto una prova d'orgoglio e progressi sul piano del gioco. Giagnoni schiera Albertosi in porta, Turone libero, Bet stopper, Zecchini e Sabadini terzini, a centrocampo Maldera e Benetti supportano agonisticamente Bigon, mentre in attacco Rivera è chiamato ad assicurare i rifornimenti a Chiarugi e, soprattutto, al neo acquisto Calloni, già capocannoniere l'anno prima in B con il promosso Varese. Ed abbastanza sorprendentemente, il Milan, con una prova decisamente più convincente, specie nel primo tempo, rispetto alla gara di esordio con i blucerchiati, sfodera una prestazione tutta grinta ed orgoglio, tenendo caparbiamente testa ai bianconeri. Nel primo tempo la gara è decisamente bella, con le due squadre che si affrontano a viso aperto, ed alla rete del vantaggio della Juventus, con Bettega al 20esimo, che anticipa Bet su assist di Anastasi, il Milan, senza disunirsi, risponde già al 32esimo con una bella rete di Benetti, che dopo un paio di dribbling scarica un sinistro da fuori area, che Zoff tocca ma non trattiene. Per tutto il primo tempo i rossoneri tengono ottimamente il campo, senza farsi chiudere da un avversario che si ritiene ed è senz'altro superiore, e rispondono colpo su colpo, sebbene le autentiche occasioni da rete siano tutte per i bianconeri, che per ben tre volte impegnano severamente l'altro neo acquisto rossonero, Ricky Albertosi, che non a caso a fine gara sarà il migliore in campo per la formazione milanista. Nella ripresa la Juventus scende in campo maggiormente determinata, mentre il Milan appare evidenziare alla distanza un certo calo atletico, ma i rossoneri hanno il merito di non uscire mai davvero dal match, se non negli ultimi quindici minuti di gara. Purtoppo, come peraltro accadrà in modo ancor più drammatico per il Milan nella gara di ritorno a San Siro, nella ripresa sale negativamente in cattedra l'arbitro Gialluisi di Barletta (mio concittadino... al quale quel giorno dedicai pensieri irriferibili...). E se già al 12esimo della ripresa i bianconeri tornano in vantaggio con una rete di Anastasi, è pur vero che lo fanno nonostante una evidente posizione di fuorigioco di Bettega... Il Milan prova a reagire e lo fa con coraggio, e per ben due volte in area di rigore bianconera si verificano episodi sospetti che costringeranno a fine gara i milanisti a veementi proteste e recriminazioni. Infatti, prima Gentile atterra Chiarugi, e poi Morini ribatte, forse con un braccio, un tiro ravvicinato di Calloni, e la sensazione è che almeno quello su Chiarugi fosse un rigore evidente, e per le forti proteste, rivolte anche verso il guardialinee (platealmente invitato a mettersi gli occhiali...), l'attaccante toscano del Milan viene ammonito, cosa che gli procurerà la squalifica automatica nel turno successivo. A questo punto il Milan perde di morale e si disunisce un po' e in difesa si allentano le marcature, ma ancora una volta sale in cattedra Albertosi, salvando ripetutamente la porta rossonera, mentre la capacità offensiva del Milan si riduce sensibilmente, al punto che Giagnoni inserisce Gorin per Calloni, che, dopo un buon primo tempo, nella ripresa si spegne progressivamente. Il risultato, ad ogni modo, non cambia più e il match termina sul 2-1 per i padroni di casa, confermando il pronostico della vigilia. Il MIlan si sente, comunque, moralmente non sconfitto sul campo, e lo dice apertamente Giagnoni a fine gara, che, pur non soffermandosi sugli episodi arbitrali contestati, parla della prestazione positiva della sua squadra, asserendo che meritasse senz'altro il pari. Chi recrimina, e non poco, è invece la squadra, Chiarugi, infatti, non le manda a dire e spara a zero negli spogliatoi, ed anche Buticchi recrimina sull'arbitraggio, e giudica comunque più giusto il pari. Rivera, invece, fischiatissimo dal pubblico torinese per tutto il match, scuro in volto, si rifiuta di parlare con la stampa. Resta, comunque, la prova d'orgoglio della squadra, e si tratta ora di vedere se il nuovo Milan di Giagnoni abbia realmente gettato alle spalle la pessima stagione precedente e se saprà partire dalla bella prestazione del Comunale di Torino, contro la principale candidata allo scudetto, unitamente ai campioni d'Italia della Lazio di Maestrelli (al momento lanciatissimi) ed al Napoli di Vinicio, per tornare nuovamente protagonista nella lotta per il titolo, come faceva stabilmente fino a due stagioni prima. Vedremo...