DAL DIARIO DI UN TIFOSO...IO C'ERO (Corrado Izzo)
18.02.1973 - MILAN vs JUVENTUS 2-2, Serie A (19^ giornata)
Storia di una partitissima e di due figurine.
Voglio raccontarvi quest’episodio successo tanti anni fa, esemplificazione della cabala applicata al calcio, o forse solo di quanto la fantasia di un bambino di dieci anni possa incidere sulla vita reale. Alcuni di voi sorrideranno... Però è capitato per davvero e, tutto sommato, è divertente.
Dunque, come direbbe il grande Toto’ “ o fatto è chisto, stateme a senti’...”
18 febbraio 1973, a San Siro va in scena la partitissima Milan-Juventus con le due compagini appaiate in vetta alla classifica.
Un vero e proprio spareggio scudetto.
L’attesa è enorme e chi vi scrive ha poco meno di dieci anni. |
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Dopo il canonico pranzo domenicale, in preda all’ansia, mi siedo accanto alla radio ed attendo impaziente che arrivino le 16, orario in cui Tutto il Calcio Minuto per Minuto dovrebbe collegarsi per i secondi tempi.
Sul tavolo, davanti a me, l’immancabile album Panini edizione 1972-73 ed un consistente mazzetto di doppioni, rigorosamente ordinati per numero, il tutto mentre un rassicurante odore di caffè si sparge per la casa.
Il caro, vecchio, solito rito di tutte le domeniche.
Arriva l’ora fatidica.
Non faccio nemmeno a tempo a capire che il risultato è di 1-1 con reti di Bettega e Rivera, che la voce di Ameri interviene stentorea da San Siro per segnalare che ad inizio ripresa la Juve si è portata in vantaggio con Marchetti.
Gelo totale, come al Polo Nord.
Seguono momenti di speranza mista a preoccupazione.
Ameri racconta di un Milan che attacca, ma anche di una Juventus che agisce pericolosa in contropiede.
Si va avanti così per circa mezz’ora e, ad un certo punto la speranza comincia ad affievolirsi.
Mancano poco meno di dieci minuti e da Milano nessuna buona nuova.
Si fa strada in me quasi un senso di angoscia e improvvisamente la parte irrazionale del mio cervello prende il sopravvento.
Afferro la mazzettina di figurine davanti a me e mi reco spedito in bagno, avendo cura di chiudere a chiave la porta dietro di me.
Segue una serie di gesti del tutto istintiva ed inspiegabile, durante i quali agisco come un automa comandato a distanza da chissà quale entità superiore.
Con l’inconfondibile movimento congiunto di pollice ed indice, un movimento che molti di voi ricordano benissimo, scorro le figurine fino ad arrivare alla Juve.
La prima che mi capita tra le mani è quella dello scudetto bianconero.
Senza indugio l’afferro e, in un impeto di rabbia, la strappo in tanti pezzetti che poi getto via nel wc.
L’estemporaneo rito vodoo non finisce qui.
Continuo a scorrere il mazzetto e arrivo al Milan.
Il primo doppione che si para davanti ai miei occhi è la figurina di Giorgio Biasiolo.
La estraggo accuratamente e la stringo forte in mano, quasi a volerle trasmettere forza, o forse sperando sia lei a trasmetterla a me.
Quindi, come nulla fosse, quasi come l’assassino che abbandona la scena del delitto, esco e riguadagno la mia postazione accanto alla radio.
Bene, voi non ci crederete...il tempo di sedermi ed un boato impressionante mi fa salire il cuore in gola.
Frazioni di secondo che durano un’eternità, poi la voce di Enrico Ameri, inconfondibile, che interrompe Bortoluzzi.
Il Milan ha pareggiato , siamo 2-2... chi ha segnato?
Il racconto del gol per la verità è concitato e frammentario perché l’azione è stata veloce e confusa.
Prima sembra abbia segnato Turone, poi addirittura Chiarugi.
Comunque, alla fine della ricostruzione viene fuori il nome dell’Eroe Immortale che l’ha messa dentro: Giorgio Biasiolo.
Finisce fortunatamente 2-2, anche se per poco Rosato non fa il terzo.
L’eroe di giornata è indubbiamente questo bravissimo mediano vicentino, sempre un po’ sottovalutato al Milan, ma uomo di grande tecnica e dinamismo.
Avrebbe meritato di vincere qualcosa in più.
Sono trascorsi molti anni, quarantotto per l’esattezza, e sono sempre rimasto particolarmente legato a questo calciatore.
Innanzitutto perché le sue grandi doti tecniche ed umane hanno fatto si che fosse sempre uno dei miei beniamini.
Secondo forse solo a Rivera.
Poi perché quel gol in rovesciata alla Juve, lo ha elevato al ruolo di eroe.
Per i milanisti, se fai gol ai gobbi sei per sempre uno di noi.
In tutti questi anni ho sempre pensato: “ chissà...forse in quel gol c’entro anch’io”.
Naturalmente si scherza, Giorgio era uno che non aveva certo bisogno di riti esoterici per segnare. |