Ritorno ai tabellini delle partite
   

   


18 aprile 1973, Foligno vs Milan 1-8




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Tommaso Maestrelli, allenatore biancoceleste, a Foligno per "spiare"
il Milan, prossimo avversario della Lazio in campionato
(Telefoto AP)



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(per gentile concessione di Kurt Landauer Stiftung e. V.)



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Ingresso delle squadre in campo. Si notano a sinistra Gianni Rivera e a destra, girato, Gianni Troiani,
in mezzo Giulio Bromuri (mancato il 9 gennaio 2018), dietro l'arbitro Massimo Ciulli di Roma



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(dalla "Gazzetta dello Sport")



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(da "Il Telegrafo")



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(per gentile concessione di Mauro Busnati - Naviglio Rossonero)



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Due immagini in epoche diverse dell'arbitro romano Massimo Ciulli di Roma




dal sito www.laziowiki.org

Martedì 17 Aprile
Da Roma:
Lazio-Milan è alle porte. I cronisti sportivi si sbizzarriscono sui protagonisti della partita dell'anno cercando affannosamente motivi nuovi e suggestivi. Per i rossoneri, inseguire il traguardo dello scudetto, costituisce un fatto scontato. Per la Lazio, invece, è una avventura inedita. Ai biancoazzurri spetta quindi di diritto il ruolo di primattori sui quali vengono puntati i riflettori dei commenti. Nello studio del presidente Umberto Lenzini, il principale personaggio che è riuscito a costruire dalle fondamenta il meraviglioso castello biancoazzurro, è possibile dare una dimensione all'avvenimento il cui termometro si avvia a raggiungere vette vertiginose. Sul tavolo del presidente sfilano velocemente centinaia di buste contenenti biglietti omaggio, doveroso e inevitabile tributo alla "capitale dei portoghesi". La cernita è accurata, Lenzini vorrebbe accontentare tutti, ma non è possibile. Sarebbero necessari due stadi olimpici per contenere la massa di persone che desiderano assistere al match-scudetto. "Avremo in tribuna quasi tutti i presidenti di Serie A — dice in tono trionfante Lenzini — parlamentari, personalità politiche. Chi l'avrebbe immaginato un anno fa, quando la Lazio stava ancora lottando per risalire nella serie maggiore!".
Si prevede che l'incasso record sfiorerà i 210 milioni. Ma l'aspetto economico, pur importante, passa in secondo piano nei commenti del comm. Umberto che si compiace all'idea di essere considerato il "presidente profeta". Fin'ora ha azzeccato quasi tutto. Non crede di sbagliare anche questa volta, la più importante? "Non è difficile formulare profezie con questa Lazio — commenta il presidente — è una squadra che gioca, diverte, centra il risultalo con una naturalezza che non sorprende più nessuno. Perciò dico che la Lazio batterà il Milan per due reti a zero". Non c'è spavalderia nelle parole di Lenzini ma soltanto la consapevolezza di poter contare sulla realtà di questa Lazio che non finisce di sorprendere: "Se riusciremo ad aggiudicarci i due punti, il campionato si deciderà a Torino, contro i granata". Il presidente liquida poi con una secca replica il sospetto di arbitraggi favorevoli al Milan rispolverato dopo la partita con il Cagliari:"Io non esprimo commenti sui direttori di gara, non ho mai protestato. E' una classe che difendo anche se qualche volta può cadere in errore".
Che cosa prova un presidente, dopo le amarezze degli scorsi anni, non abituato a guidare una società impegnata nella lotta per lo scudetto, in questa imprevista situazione? "Ho riacquistato la gioia della serenità, assisto alle partite della Lazio con il cuore leggero, tutto fila a meraviglia. E' una stagione in cui ogni episodio, anche il più insignificante, si risolve positivamente. Ho messo in archivio i brutti ricordi. Tuttavia non sono mai stato tentato di lasciare la presidenza, anche quando avrei potuto vendere Massa, Mazzola, Wilson, Chinaglia per tirare fuori la Lazio dai guai finanziari che l'affliggevano. Ho sempre rifiutato. Non mi piace recitare a lungo la parte dello sconfitto. Sapevo dentro di me che prima o poi il vento della sorte avrebbe mutato direzione". E' dunque soltanto fortuna il segreto della Lazio? "Niente affatto — risponde Lenzini con tono leggermente risentito — il merito principale è di Maestrelli il quale, con la sua calma, il suo buon senso ha restituito all'ambiente una fiducia che prima non aveva. Poi abbiamo indovinato una valida formula a centrocampo con l'inserimento di Re Cecconi, Nanni e Frustalupi. Maestrelli è stato abile a sfruttare sotto il profilo tecnico la spina dorsale della squadra ma soprattutto ha saputo creare una autentica famiglia". Ma su questo piano è doveroso riconoscere anche i meriti del presidente, soprannominato affettuosamente dai giocatori "papà" Lenzini. Se la Lazio dovesse vincere lo scudetto, la società biancoazzurra è pronta ad ereditare la pesante responsabilità? "E' un pensiero che non mi fa dormire — replica il presidente — si renderebbe necessario un Consiglio molto forte economicamente. La rosa dei giocatori, sempre se avremo la fortuna di aggiudicarci 11 titolo, dagli attuali 15 elementi dovrebbe essere portata a 24 perché non bisogna dimenticare che saremmo impegnati anche in Coppa dei Campioni. E' un problema che dovremo studiare attentamente perché, anche se non conquisteremo il titolo, ci sentiamo moralmente impegnati a ritentare l'impresa il prossimo anno. Dopo questa stagione non possiamo permetterci di tornare indietro. La Lazio deve continuare ad essere grande, non voglio più sentire parlare della "lazietta" di altri tempi".
"Sarà Maestrelli — continua Lenzini — ad indicarmi il piano di rafforzamento. Tuttavia voglio già anticipare che la squadra sarà riconfermata in blocco. Per quanto riguarda il rafforzamento non commetteremo l'errore di andare in cerca di grossi nomi che tra l'altro sono avviati verso il tramonto. Continueremo la politica dei giovani e acquisteremo quei giocatori che per le loro caratteristiche possono inserirsi nel nostro meccanismo. E' un esempio che dovrebbero seguire anche le altre società. L'anno scorso non abbiamo puntato sui campioni eppure eccoci qui, siamo secondi in classifica". Che cosa significa sul piano economico, l'"exploit" della Lazio? "E' stata una stagione decisiva — commenta Lenzini — per pagare tutti i debiti. Al termine del campionato prevediamo di pareggiare il bilancio. Tutto ciò ci consente di riservare per il prossimo campionato l'intera somma che frutteranno gli abbonamenti. Ci muoveremo sul mercato con Sbardella che ha compiuto passi da gigante nella sua nuova veste di general manager. Indubbiamente la collaborazione di Sbardella si è rivelata una componente importantissima per il nostro successo". In questi giorni i tifosi della capitale sono divisi in due parti. I più numerosi, che sono di fede romanista, assistono malinconici ai trionfi dei "cugini" i quali, con il loro entusiasmo, danno l'impressione di aver raddoppiato le fila.

Da Milano:
Nereo Rocco allarga le braccia in modo assai fatalistico: "Proprio adesso mi dovevano capitare tutti questi infortuni — dice — non succede nulla per mesi e poi è come una valanga. Romeo Benetti non si è allenato. Io spero che ce la faccia ma certo domani non potrò mandarlo in campo a Foligno. Sabadini è a riposo, Prati ha ripreso oggi con cautela. Sogliano continua le cure in sede e ci raggiungerà venerdì. Però il risentimento alla coscia non è certo guarito. Speriamo bene". Questi contrattempi vi saranno comunque di sprone nel momento più delicato del campionato... "E' ciò che dico io ai ragazzi. La partita con la Lazio dimostrerà anche se il Milan è veramente una signora squadra, una compagine di rango che non si arrende nemmeno di fronte all'avversità, per dirla alla Garibaldi: qui si fa... lo scudetto o si muore".
Come potete arguire Rocco non ha certo perduto il suo proverbiale buon umore. Del resto le notizie su Benetti confortano molte speranze. Il medico sociale dottor Monti è ottimista al cinquanta per cento. Rocco però ha confidato agli amici di avere motivi validi per credere che Romeo Benetti si rimetterà in tempo. Benetti contro il Cagliari non ha offerto una prestazione positiva e Rocco stamane gliel'ha ricordato alla sua maniera con una battuta: "Altro che il "tigre", domenica: mi sembravi un gatto, per giunta senza unghie". Si deve essere trattato, per chi conosce Romeo Benetti, di una partita nata storta sin dall'inizio: è chiaro che l'assenza del forte interno rossonero si ripercuoterebbe negativamente sul gioco di tutta la compagine. Domani a Foligno (i rossoneri in serata hanno raggiunto la città umbra) Rocco avrà comunque modo di accertarsi delle reali condizioni di Turone che contro la Lazio potrebbe essere utile. L'allenatore farà ruotare tutti i giocatori a disposizione. Alla comitiva si sono aggregati anche il giovane Maldera attualmente in prestito al Bologna e i comaschi Cattaneo e Turini, avendo ottenuto il permesso dalle rispettive società. Turini, secondo fonti degne di fede sarebbe già stato acquistato dal Milan. Comunque Rocco lo tiene sotto osservazione e domani lo metterà in formazione.
I pareri dei giocatori milanisti su questo match che può valere uno scudetto sono discordanti. Rivera per esempio è d'accordo con Maestrelli il quale sostiene che è il Milan ad aver tutto da perdere. Benetti invece non la pensa cosi: "A leggere i giornali — dice Romeo — sembra che dopo il pareggio con il Cagliari il Milan sia in crisi. Invece non è successo nulla. Abbiamo pur sempre due punti di vantaggio. Quindi siamo tranquilli. Semmai à la Lazio che deve vincere a tutti i costi. A noi basta il pareggio".

Mercoledì 18 Aprile
"La Lazio è il miracolo vivente di questo campionato. Può vincere una partita anche con Lenzini centravanti". E' Rocco che parla, un Rocco vivace ed euforico, un Rocco tranquillo, non polemico ma allegro. Non lo preoccupa neppure il malanno di Benetti, non lo turba la reale forza della Lazio, non lo scompone il possibile anche se poco probabile ritorno della Juventus. Rocco crede che sia "l'anno sì" della squadra romana, ma è troppo sicuro di sé stesso ed ha troppa fiducia nei suoi uomini per temere la trasferta allo stadio Olimpico. Gli elogi alla Lazio sono il preambolo del discorso-vulcano del mister rossonero. "Se la Lazio è seconda in classifica — continua — vuol dire che è forte, ma non mi spavento lo stesso. Ripeto quanto detto alcune settimane fa: a 45 punti si vince lo scudetto ed il Milan a 45 punti arriva di sicuro". La Lazio e la Juventus potrebbero conquistare eguale punteggio ed anche superarlo. Rocco, però, non ha dubbi: "Alla Juventus non credo più, i bianconeri non ci raggiungeranno mai. Li sfido a superare un handicap di quattro punti in sole cinque partite. Ma scherziamo? Il Milan, non starà a guardare. Comunque vada sabato a Roma, la Juventus è fuori gioco. Anzi i bianconeri non vinceranno neppure contro il Vicenza". Sulla Lazio Rocco è più prudente ma non meno ottimista: "Il Milan non parte mai perduto. Dirò di aver perso soltanto dopo, non lo dirò mai prima".
Eccessiva sicurezza? Rocco impersonifica l'umore dei suoi giocatori. Siamo alla vigilia di una gara decisiva, ma i rossoneri sono calmi come se tutto fosse già deciso. Ripetiamo una frase di Rivera, che copia (per qualcuno invece suggerisce) l'idea di Rocco: "Se la Lazio è seconda, vuol dire che è forte. Noi sabato giocheremo come se l'avversario si chiamasse Juventus o Inter. Non faccio pronostici, ricordo soltanto che per noi sono utili due risultati, pareggio e vittoria. Per loro invece uno solo. La nostra sconfitta. Due per noi e una per loro, quindi...". Rivera precisa: "Non è un pronostico, ma una considerazione". Rocco e Rivera, quindi, non hanno dubbi: il Milan ha già vinto il campionato. Si può anche non condividere questa eccessiva euforìa, ma si deve convenire che i rossoneri si apprestano alla volata finale con notevole vantaggio: hanno quattro punti in più della Juventus e rispetto alla Lazio vantano maggiore esperienza nei confronti ad alto livello di classifica. I romani sono esordienti nelle gare per il primato, i milanesi invece hanno l'abitudine vecchia da decenni. Rivera così si esprime: "Tutto dipenderà dalle condizioni psicologiche dei laziali. Se supereranno la paura potranno anche impegnarci a fondo, se invece dovessero cadere nell'orgasmo, per noi sarebbe più facile". Il discorso passa sugli arbitraggi che — secondo alcuni commentatori — sarebbero stati finora in gran parte favorevoli al Milan. Rivera, bruciato dalla disavventura dello scorso anno, si alza e se ne va. Rocco, invece, accetta la discussione anche se da Milano gli sono giunte disposizioni precise di tacere. Al trainer non piace la campagna contestataria che il quotidiano sportivo della capitale sta conducendo dopo il rigore concesso domenica da Francescon in Milan - Cagliari.
"Ma che amico e amico — sostiene Rocco —. Nessuno ricorda cosa fece Francescon due anni fa nella finale della Coppa Italia a Genova? Vìnse il Torino con un rigore contestato, prima annullato e poi convalidato proprio da Francescon. Rivera stava battendo il penalty, Agroppi fece correggere la posizione, nacque una discussione e Rivera fallì il tiro. Francescon voleva far ripetere, poi cambiò idea e noi perdemmo la Coppa. Vi pare un amico? Domenica i rigori contro il Cagliari erano tre. Ne ha dato uno solo ed ancora non va bene!". Anche nella verve polemica Rocco conserva il sorriso. Vorremmo sapere quale sarebbe secondo lui l'arbitro ideale per sabato: il tecnico triestino non si pronuncia, gira la risposta in battuta: "Secondo alcuni, dovremmo giocare addirittura con un arbitro romano". E sorride di gusto. Rocco non sembra preoccupato dell'infortunio di Benetti. E' chiaro che non rinuncerà al suo "panzer". Lo manderà in campo, caso mai, imbottito di novocaina. Il medico che segue i rossoneri in questa trasferta in terra umbra è titubante, il giocatore è pessimista. Rocco è fiducioso. Benetti domenica ha lamentato una distorsione ai tendini della "zampa d'oca" del ginocchio sinistro. L'arto è gonfio e dolente. A Foligno non è possibile una terapia di ultrasuoni perché manca l'attrezzatura. La decisione è comunque rinviata. Benetti dice: Non so se potrò giocare. Ho paura di no". Il medico aggiunge:"Deciderà Benetti stesso sabato, naturalmente dietro parere di Rocco". Oggi, nell'"amichevole" con il Foligno, Turone ha dimostrato di avere recuperato bene.

Giovedì 19 Aprile
Da Roma:
Gli infortuni di Wilson e Nanni turbano la tranquillità di Maestrelli e della Lazio in attesa di scendere in campo per la partitissima con il Milan. Oggi i due giocatori si sono allenati cautamente ma soltanto domattina, dopo l'ultimo collaudo, il trainer potrà sciogliere il dubbio sulla loro utilizzazione. Al momento appare abbastanza sicuro il recupero di Nanni la cui caviglia non è più gonfia come nei giorni scorsi. Per Wilson, invece, afflitto da uno stiramento all'inguine, esistono poche probabilità di giocare. Intanto la squadra al completo, dopo aver ascoltato stamane una messa al campo di Tor di Quinto celebrata da padre Lisandrini alla quale hanno assistito anche il presidente Lenzini, Sbardella e i familiari dei giocatori, ha terminato nel pomeriggio la preparazione. Maestrelli ha diramato la lista degli atleti che dovranno trovarsi domani a mezzogiorno in un albergo che si trova a pochi chilometri da Roma.
L'elenco comprende: Pulici, Polentes, Martini, Wilson, Oddi, Nanni, Garlaschelli, Re Cecconi, Chinaglia, Frustalupi. Manservisi, Moriggi, Petrelli, Mazzola, Moschino, La Rosa. Maestrelli deciderà la formazione nella mattinata di sabato. Il trainer, al contrario dei giocatori che sembrano calmissimi, non riesce a nascondere un certo nervosismo. Ha accolto i giornalisti con queste parole: "Non c'è più nulla da dire su questa partita. Inutile cercare altri argomenti altrimenti rischio un esaurimento. Io spero soltanto che la Lazio possa comportarsi nella stessa maniera dell'Ignis. Se il Milan avesse vinto domenica contro il Cagliari, sarebbe forse venuto a Roma più tranquillo. Adesso, invece, anche i rossoneri dovranno preoccuparsi". Si profila intanto una lieta notizia per gli sportivi. Avendo la Lazio praticamente esaurita la vendita dei biglietti (rimangono soltanto due o tre mila posti di curva) il presidente Lenzini ha dato mandato a Sbardella di prendere contatto con i dirigenti della televisione per la trasmissione in differita dell'intero incontro. La partita con il Milan ha fruttato, fino a stasera, l'incasso record di 220 milioni.

Da Foligno (PG):
Benetti difficilmente giocherà contro la Lazio. La rinuncia non è definitiva ma le possibilità di un recupero del centrocampista sono poche. Rocco insiste per il "si", i medici sono sempre più titubanti, Benetti è in piena crisi perché teme l'aggravarsi del male sotto sforzo. Anche se la decisione è rinviata all'ultimo momento, è prevedibile che Benetti debba rinunciare alla partitissima di sabato. Oggi si è allenato, ma non riusciva a scattare, non era in grado di calciare in porta. Naturalmente Rocco ha subito varato una soluzione di emergenza, resa possibile anche dalle buone notizie giunte nel pomeriggio da Milano: Sogliano — assente contro il Cagliari — sta meglio, si è allenato ed è pronto a giocare. Resta il rischio di una ricaduta, ma non c'è molto da scegliere. Rocco ha dichiarato: "Non posso fare altro che accettare i danni di un periodo difficile. Niente Sabadini, niente Prati, e forse niente Benetti. Però il Milan ha validi rincalzi, almeno lo spero". La soluzione cui accennavamo poc'anzi comporta una mezza rivoluzione: Zignoli giocherebbe terzino, Rosato passerebbe in mediana, Biasiolo avanzerebbe all'attacco in sostituzione di Benetti. Rimarrebbe in panchina come tredicesimo Turone.
L'ex genoano negli allenamenti di Foligno ha confermato ai medici e ai tecnici d'essere guarito e di avere raggiunto una buona condizione atletica. Le scelte comunque sono imposte dalle circostanze, ma si deve convenire che Rocco ha optato per una soluzione difensiva a danno forse dello spettacolo. Rocco accetta la critica e spiega: "Il Milan non va a Roma con la tracotanza di voler vincere ad ogni costo. A noi contro la Lazio basterebbe un pareggio, 0-0 o 1-1. Sono risultati che ci consacrerebbero virtualmente campioni d'Italia. Perché rischiare?". Il ragionamento è logico. La posta in palio è troppo alta per pretendere dal Milan anche il bel gioco. Uscire senza danni dalla trasferta romana potrebbe significare lo scudetto, una vittoria voluta e sofferta per lunghi mesi, un premio rincorso da anni.
Sarebbe il decimo scudetto, e sulle maglie rossonere comparirebbe la stella d'oro che già fregia le casacche della Juventus e dell'Inter. Rocco guarda al sodo, non pensa agli applausi. Fatte le debite proporzioni, si può dire che il trainer farà giocare i rossoneri come il Padova degli Anni 50. Data per scontata l'assenza di Benetti, ammesso come sicuro il recupero di Sogliano, trascriviamo la probabile formazione della squadra per l'incontro con la Lazio: Belli; Anquilletti, Zignoli; Dolci, Schnellinger, Rosato; Sogliano, Biasiolo, Bigon, Rivera, Chiarugi. Portiere di riserva Vecchi, tredicesimo Turone. L'ultima giornata dei rossoneri nel ritiro di Foligno è trascorsa tranquilla e senza grandi novità. In mattinata i rossoneri sono saliti a Deruta per visitare alcune fabbriche di ceramiche artistiche e per un cocktail offerto dalla Giunta comunale del posto. Nel pomeriggio Rocco ha portato tutti sul campo per l'ultimo allenamento della settimana. Nelle ore di ozio che purtroppo si registrano nei lunghi ritiri si è discusso delle novità delle ultime ore. Naturalmente ha tenuto banco il passaggio di Helenio Herrera dalla Roma all'Inter. Il mago detiene un primato; in pochi anni è riuscito a farsi assumere e licenziare per due volte dalle stesse squadre, dall'Inter e dalla Roma. A proposito del trasferimento, Rocco ha detto: "Dò il benvenuto ad Herrera tra noi milanesi". Ed ha riso di gusto. Poi ha aggiunto: "Meno male. Con l'arrivo del mago e con quello che guadagna spero di convincere Buticchi ad aumentarmi lo stipendio".
Tagliente ma molto efficace il commento di Rivera: "Se sta bene a loro, a me non disturba affatto". Per finire, raccontiamo un episodio che potrebbe non piacere ai tifosi della Lazio, ma che merita di essere ricordato. Ieri sera nel pieno dei festeggiamenti per la consegna del "baiocco d'oro" al tavolo dei premiati sedevano Buticchi, presidente del Milan, e Maestrelli, allenatore della Lazio. Parlavano naturalmente di calcio, e parlavano della partitissima di sabato. Ad un certo punto Maestrelli ha detto a Buticchi: "Presidente, scommetto mezzo milione che il Milan vincerà il campionato". La risposta di Buticchi: "Accetto, qua la mano". Il patto era concluso. Per vincere il campionato il Milan non dovrebbe perdere all'Olimpico. Allora Maestrelli non ha fiducia nei suoi uomini? Forse si è trattato di un complimento o addirittura di scaramanzia. Maestrelli ha puntato 500 mila sul Milan, ma riteniamo che sia più disposto a perdere che a vincere. Il trainer biancoazzurro non ha nascosto il suo gesto a nessuno, ed ha informato, primo fra tutti, Rocco ed ha abbracciato il collega con cordiale simpatia. Un episodio senza importanza, che comunque dice ancora una volta come il Milan sia il favorito nella corsa allo scudetto. E' favorito perché è forte, bravo e per giunta conta un buon vantaggio in classifica. Ha due punti in più della Lazio, quattro in più della Juventus. A cinque giornate dalla fine è un vantaggio importante.
E' pronto. Ricordando i giudizi di Rocco, si può credere che Turone giocherà contro la Lazio sabato, forse come mediano, in modo da potere schierare Biasiolo nel ruolo di ala tattica. Nella partita contro il Foligno (quarta serie, squadra di metà classifica), i rossoneri hanno sviluppato un gioco brioso e interessante, con otto gol a 1. Di questi otto gol quattro sono stati realizzati nel primo tempo, quando la squadra si è presentata con tutti i titolari, meno Benetti e Sogliano. Reti di Turone, Chiarugi e Biasiolo; nella ripresa gol di Anquilletti (2), Rosato e Casone. Hanno assistito alla prova di Foligno i due tecnici della Lazio, Maestrelli e Lovati. Maestrelli dice: "Non sono qui per scoprire il Milan, tanto più che a Roma giocheranno anche Benetti e Sogliano. Questo quindi non è il vero Milan. Conosco già il valore di Rivera e del suoi compagni".