Quindici minuti da ricordare: Derby della Madonnina, 18 febbraio 1968, l'esordio del giovane Villiam Vecchi.
"Il povero ragazzo non avrebbe mai pensato di esordire in serie A in un modo così brusco. Era quieto, ai bordi
del campo, accovacciato quasi ai piedi di "Paron" Rocco. Osservava la partita non certo in tono distaccato, ma così,
sentendosi parte... inutile di quello scontro vistosamente atletico. D'un tratto, Cudicini cominciò a far segni strani,
forse chiedeva qualcosa. Era menomato, in un precedente intervento si era fatto male, temeva di non farcela. Cosa fare?
Buttar dentro il ragazzo così, a freddo, in quella bolgia scatenata? Facile dirlo, ma pensate un momento quale rischio per
l'allenatore. Non c'era tempo per le incertezze; Cudicini era evidentemente ferito, chiedeva il cambio e l'Inter premeva,
premeva contro la sua porta. Nereo Rocco si alzò, prese Vecchi per un braccio, con l'altra mano gli diede una pacca sulla
nuca e lo spedì attorno al campo, verso la porta del Milan. Furono momenti terribili, per il ragazzo che sentiva qualcosa
salirgli fino in gola, per i compagni di squadra che lo guardavano avvicinarsi con aria disperata, per Rocco soprattutto che,
obbligato in quella scomoda panchina, non riusciva a star fermo. Una volta in porta, Vecchi sembrò mutato. Strinse i denti,
fece due salti per scaldarsi i muscoli, ma nemmeno ebbe il tempo di sgranchirsi perché un primo pallone piovve dalle sue parti.
In verità l'uscita non fu felice, ma bisognava comprenderlo, poveretto! Il miracolo venne poco dopo, quasi alla fine dell'incontro.
Vecchi vide Bedin alzarsi a pochi metri da lui e colpire di precisione il pallone con la testa. Intuì la traiettoria e si buttò, in volo.
La palla era alta, dirigeva all'incrocio dei pali. Con un colpo di reni Vecchi cercò di allungarsi e la sua mano andò lassù,
all'appuntamento. Molto dicono che non abbia toccato il pallone, ma lui assicura di averlo preso sulla punta delle dita, di quel
tanto che bastava per farlo andare sulla traversa e ricadere in campo, ben al di qua della linea bianca fatale. Un esordio tremendo
per un giovane che pensava di aver tutto il tempo immaginabile per presentarsi sulla scena della serie A."
(Pubblicato in un numero dell'epoca della rivista "Forza Milan!)
Nelle foto, il riscaldamento e l'uscita dal campo del giovane portiere, sottobraccio a Malatrasi. Si può immaginare che il futur
"Eroe di Salonicco" stia spiegando al compagno di reparto come sia riuscito a fare la provvidenziale parata sul colpo di testa di Bedin
(by Lucia Ravenda) |