da Claudio Bedin - facebook
"In un periodo (a mio parere fin troppo lungo) di magre soddisfazioni per i tifosi milanisti, porto qui un mio ricordo rossonero, la prima volta che vidi il Milan..
Ero un ragazzino quando mio padre mi condusse a Vicenza, una domenica di inizio ottobre del 1959. Arrivammo in treno e a piedi allo stadio, un chilometro e mezzo circa.
La prima cosa che mi colpì era il nome "Lanerossi Vicenza" scritto in grande sui tabelloni sopra le gradinate e nelle tinteggiature esterne dello stadio; e la vistosa "R" annodata, simbolo dell'industria di Schio, anch'essa a caratteri cubitali.
In treno e lungo il percorso mio padre non fece altro che parlarmi del Milan, dei grandi giocatori che indossavano quella maglia e, soprattutto, che eravamo Campioni d'Italia!
C'erano Danova, Cesare Maldini, Galli. centravanti un giovanissimo Altafini, di cui si diceva un gran bene. Schiaffino, che mi parve piccolo e curvo (sarebbe stata quella la sua ultima stagione rossonera) e, soprattutto, un maestoso Nils Liedhollm con numero "4", la vera guida della squadra.
Mia madre aveva insistito per il cappotto ma non faceva freddo: e al "Romeo Menti" ci si scaldava coi cori e guardando i fumogeni.
Appena cominciata la partita ecco Altafini ("Claudio, quello lì è brasiliano e ha un cannone al posto del piede" mi aveva sussurrato papà) che calcia una punizione; sinceramente non ricordo un gran tiro, ma. è gol!
I giocatori si abbracciano: maglia a righe larghe, pantaloncini e calzettoni neri.
Pochi minuti e il Lanerossi pareggia: un biancorosso scatta in area e viene a contatto col portiere milanista, uscitogli incontro. La palla finisce ad un altro vicentino che la mette in rete.
Seppi dopo che c'era stato uno scambio di portieri con il Genoa: Lorenzo Buffon ai grifoni in cambio di Giorgio Ghezzi. Ma quest'ultimo non c'era, e in porta per il Milan ci stava un certo Gallesi.
Lo scontro costrinse il portiere a uscire e mio padre fece una smorfia: "adesso la xè dura". Infatti si infilò la maglia nera Galli, per il Milan quasi tutta la partita in 10!
Di Carletto Galli, portiere improvvisato, rammento che era più alto di quello uscito per infortunio; e pure, quando impegnato, mi parve bravo. Ma mio padre continuava a insistere: "Tegnè la pala lontana, no feli tirar in porta!"
Il Lanerossi attaccava ma mi ricordo solo un tiro pericoloso, a lambire il palo. Il pareggio ci andava bene, chiedevo a papà quanto mancava alla fine. E saranno mancati una decina di minuti quando, in perfetto contropiede, se ne va il nostro numero "7", Danova. Dribbla un paio di volte il terzino e poi la mette dentro!
Il Milan vince, siamo senza voce. Mio padre quasi piange, ripete che sono tutti degli eroi. A ricordare i suoi occhi ancora adesso mi commuovo".
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