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XIII Coppa del Mondo - Messico 1986
Storia della competizione
Dopo le glorie di Spagna, gli Azzurri arrivano in Messico, subentrato alla Colombia nell'organizzazione del Mondiale, per difendere il titolo di quattro anni prima. La squadra di Bearzot è chiaramente alla fine di un ciclo: mancata la qualificazione agli Europei di Francia del 1984, i vari Rossi, Tardelli, Gentile, Conti e Cabrini hanno disputato solo amichevoli poco significative e in più sono tutti over 30. L'Italia del 1986 viene costruita sull'onda del grande Verona di Bagnoli del 1985 e della Juve scudettata del 1986. Bearzot cerca di ridare impulso alla sua selezione affiancando ad Altobelli, Galdersi e convocando, ma utilizzando poco, l'astro nascente della Samp Gianluca Vialli. Le finaliste sono ancora 24 ma a partire dal secondo turno c'è l'eliminazione diretta e non più i mini gironcini che lanciarono l'Italia verso il titolo quattro anni prima. L'Italia, testa di serie numero uno, pesca un girone abbastanza abbordabile: al di là dell'Argentina di Diego Armando Maradona, ci sono Bulgaria e Corea del sud. Il debutto avviene il 31 maggio 1986 nella cornice del glorioso Azteca di Italia-Germania 4-3 del giugno di 16 anni prima. L'Italia parte bene e chiude il primo tempo in vantaggio con gol di Altobelli al 43'. Nella ripresa però l'Italia cala visibilmente e la Bulgaria agguanta un insperato pari con Sirakov all'85'. Con l'Argentina, a Puebla, la prima cosa è non farsi male: l'1-1 finale appare frutto di questa filosofia. Italia avanti con un rigore realizzato da Altobelli al 6', pari argentino di Maradona al 34' con un diagonale tutt'altro che irresistibile che Galli non riesce a neutralizzare. Due pari, due punti: l'Italia deve vincere con la cenerentola del girone, la Corea del Sud. La vittoria arriva ma è più difficile del previsto. Il 3-2 confezionato grazie a due gol di Altobelli e all'autorete di Cho Kwang Rae non è dei più rilassati: avanti al 17', pari di Choi al 62', il 2-1 di Altobelli al 73' e il 3-1 grazie all'autorete di Cho all'83' impediscono che il gol finale di Huh ci costringa ad un'amara eliminazione. Il secondo posto nel girone dietro l'Argentina ci costringe a sfidare a Città del Messico, per gli ottavi, la Francia di Platini, Tigana, Giresse e Fernandez. Rassegnati e stanchi, gli azzurri disputano una partita scialba. Giuseppe Baresi viene messo a marcare Platini che lo fa tribolare per tutti i 90', Di Napoli e Bagni a centrocampo, fuori il regista Di Gennaro, in avanti Galderisi. La partita viene subito decisa dal gol del capitano della Juventus al 14'. L'Italia sparisce e Stopyra vanfica i cambiamenti apportati da Bearzot con Vialli al posto di Galderisi e Di Gennaro al posto di Baresi. Italia a casa, Bearzot dimissionario e Francia che arriverà sino al terzo posto dopo aver battuto ai supplementari il Belgio. Il titolo va all'Argentina che batte in una finale da cardiopalmo la Germania: in vantaggio per 2-0 con gol di Brown al 22' e Valdano al 55', gli argentini si fanno rimontare sul 2-2 con i gol di Rummenigge al 73' e di Voeller all'81'. Un'invenzione di Maradona che innesca la fuga di Burruchaga decide il match con quest'ultimo bravissimo con un tiro a fil di palo a bruciare Schumacher in uscita.
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