Amarcord: dal Corriere dello Sport del 3 aprile 1984. Giuseppe Farina dopo il pareggio esterno di Firenze (io c’ero, in Curva Ferrovia, assieme ad un gruppo di fedelissimi) ha appena esonerato Ilario Castagner, reo di essersi accordato anzitempo con l’Inter per la stagione successiva, cosicché in panchina nella partita interna contro il Napoli del 1* aprile ci va il fido Italo Galbiati. I giocatori sono disorientati, San Siro è diviso a metà: Fossa e Brigate si schierano apertamente contro il tecnico veneto, mentre qua e là si scorgono striscioni contro Farina ed a favore dello stesso Castagner. Addirittura prima della gara, fuori dalla porta della sede rossonera di Via Turati, compaiono un paio di manette. In questo clima surreale e sotto una pioggia battente, i partenopei passano con il punteggio di due reti a zero. L’articolo in basso fa dunque riferimento ad un incontro avvenuto alcuni mesi prima tra Farina e Silvio Berlusconi (dichiaratosi comunque “un gran tifoso del Milan”) nel corso del quale fu espressamente richiesto al Patron di Canale 5 di acquistare il Milan, ma fu anche l’ennesimo tentativo infruttuoso, dopo l’ammiccamento del dicembre 1980, a seguito del quale lo stesso Berlusconi si tirò indietro perché “la situazione creata da Colombo e Rivera gli impedì di proseguire oltre”, decidendo -per il momento- di soprassedere. Gianni Nardi, in aperto contrasto con il presidente veneto, fece intanto visita ad Albino Buticchi nella sua villa di Lerici (SP) per sondarne le intenzioni qualora avesse voluto, in modo da farlo rientrare in Società dalla porta principale, ma il suo ostacolo più grande era sempre rappresentato da Gianni Rivera, nonostante un tentativo (fallito) di riconciliazione. Il petroliere ligure, quindi, avrebbe avuto tutte le buone intenzioni, ma non se ne fece nulla. Nel dicembre del 1985, invece, la dolorosa sconfitta interna -e la conseguente eliminazione dalla Coppa UEFA- ad opera dei belgi del Waregem (serata conclusa con un’accesa e dura contestazione a Farina che dovette in tutta fretta abbandonare la tribuna -e che poi lasciò anche l’Italia andando in Africa lasciando buchi enormi-, con cariche della polizia, nonché con il ferimento di un guardalinee, colpito da una moneta), fece da spartiacque (quando si dice che non tutti i mali vengono per nuocere). Di lì a poco si gettarono le basi (non senza vari colpi di scena) affinché Silvio Berlusconi potesse (finalmente) acquisire la maggioranza delle azioni e salvare così il Milan dal fallimento, a partire da giovedì 20 febbraio 1986. A Rivera fu gentilmente offerta la Presidenza dell’Associazione Italiana Milan Club, proposta che venne rifiutata, cosicché l’ex Golden Boy lasciò definitivamente il Milan. Il prosieguo è scritto a caratteri indelebili nella storia. Colombo LABATE