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VII Coppa del Mondo - CILE 1962
Avvenimenti
A Lisbona, nel 1956, la FIFA decise di riportare, dodici anni dopo i campionati del 1950, il Mondiale del 1962 in Sud America, e precisamente nel "povero" Cile. Grande fu lo scalpore: in primo luogo dell'Argentina, che era la favorita ad ospitare una manifestazione a cui ambiva da tempo, e poi dei paesi europei, compresa l'Italia: fecero sensazione, in Cile, gli articoli di molti giornalisti del Bel Paese che si chiedevano come un paese sottosviluppato come quello potesse pensare di ospitare una manifestazione tanto importante. La verità stava nel fatto che, dietro alla decisione della Federazione, c'era stato l'appoggio decisivo del Brasile, che non avrebbe visto di buon occhio la partecipazione ad un Mondiale argentino. A peggiorare la situazione già critica del sottile lembo di terra sudamericano contribuì anche il Grande Terremoto Cileno del 22 maggio 1960, il sisma più forte del XX Secolo che, d'altra parte, mobilitò l'orgoglio nazionale: alla fine, il Mondiale non incontrò alcun problema organizzativo. Rimase però un torneo fortemente condizionato dal comportamento non esemplare degli arbitri.
Si giocò in sole quattro città. A Santiago sbarcarono sei nazioni americane e dieci europee; due gli esordi, quelli della Bulgaria e della Colombia. Fuori la Francia, la Scozia e la Svezia, seconda nel 1958 e beffata dalla Svizzera. L'Italia, quattro anni dopo la tremenda disfatta di Belfast, riuscì a qualificarsi alla fase finale vincendo i due non gravosi impegni contro Israele (4-2 a Ramat Gan e 6-0 a Torino). Sebbene la critica fosse speranzosa, gli azzurri, guidati da Mazza e Ferrari, vennero inseriti in un girone piuttosto duro, con Germania Ovest, Svizzera e i padroni di casa del Cile.
In quella che rimase nella storia come la Battaglia di Santiago, i sudamericani vendicarono quanto scritto dai giornalisti italiani in una delle partite più violente mai giocate. Con due espulsi e un infortunato grave mantenuto in gioco (Humberto Maschio, che giocò col naso fratturato da un intervento durissimo), gli italiani resistettero contro l'undici sudamericano fino al 74', per poi capitolare di fronte alla scorrettezza del gioco cileno.
Il Cile arrivò in semifinale e si arrese solamente di fronte al Brasile che, pur non potendo disporre di Pelé, infortunato, vinse il suo secondo mondiale consecutivo grazie a Garrincha. I verde-oro sconfissero in finale la sorprendente Cecoslovacchia.
Composizione dei gironi e discriminanti
Rinfrancati da una formula di qualificazione progettata apposta per portare in Cile 10 squadre europee e 6 sudamericane, anche se il "giochetto" non riuscì appieno a causa del Paraguay inopinatamente eliminato in uno spareggio interconfederazione dal Messico, gli organizzatori cercarono anche nella predisposizione dei gironi della prima fase di ridurre al minimo i costi e massimizzare i profitti.
La formula ricalcava quella dell'edizione precedente (Svezia 1958) ma in caso di parità di punti non si fece più ricorso allo spareggio bensì al quoziente reti (prima ed unica volta nella storia delle fasi finali). Discriminante che fu usato due volte: nel gruppo 4, dove l'Inghilterra prevalse sull'Argentina, e nel gruppo 3, in tono assai minore però, dove il Messico prevalse sulla Spagna, ma entrambe le squadre erano state eliminate.
Il sorteggio dei gironi della prima fase era, come d'abitudine, pilotato coll'adozione di sole 3 fasce, e non delle "logiche" 4 da 4 squadre l'una.
• Fascia 1: Argentina, Brasile, Cile, Uruguay. Vi erano comprese le (4 migliori) federazioni sudamericane.
• Fascia 2: Cecoslovacchia, Germania Ovest, Inghilterra, Italia, Jugoslavia, Spagna, Ungheria, URSS. Vi erano comprese le (8 migliori) federazioni europee.
• Fascia 3: Bulgaria, Colombia, Messico, Svizzera. Fascia residuale, composta dalle partecipanti presumibilmente più deboli, ovvero dall'unica federazione non europea e sudamericana (Messico), dalle due esordienti assolute alla fase finale (Bulgaria e Colombia) e dalla Svizzera (ritenuta, a torto o a ragione, la più debole delle 9 europee presenti non esordienti).
Il sorteggio prevedeva che ogni girone fosse composto da una squadra della fascia 1 e 3 e da due della fascia 2 (composta dal doppio delle squadre).
Analizziamo ora il "comportamento" tenuto nella prima fase dalle singole fasce, in ordine di punti e qualificate ai quarti (fra parentesi la federazione col migliore risultato; per la fascia due ricordarsi che essa era composta da 8 formazioni).
• Fascia 1: 14 punti e 2 qualificate (Brasile)
• Fascia 2: 30 punti e 6 qualificate (Ungheria e Germania Ovest)
• Fascia 3: 4 punti e 0 qualificate (Messico)
Da notare che Brasile, Cecoslovacchia e Iugoslavia, rispettivamente prima, seconda e quarta nella classifica finale, avrebbero potuto tranquillamente essere sorteggiate nello stesso girone della prima fase.
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