HASSE PERSONN, MANCATO ROSSONERO “Nella prima foto, autografata, Hans "Hasse" Persson è un giovane talento calcistico di belle speranze, che gioca nella squadra svedese dell'Helsingborgs. Segnalato al Milan da Czeizler, anche in previsione di un possibile ritorno in patria di Gren, e legato alla società rossonera da un contratto biennale firmato con Busini a febbraio 1953, Persson vide sfumare l'occasione della vita, il trasferimento al Milan e l'ingresso nel calcio dei professionisti, a poco più di un mese dalla decorrenza del contratto, prevista ad agosto dello stesso anno. Infatti, nel frattempo era intervenuta la decisione governativa di vietare la concessione di "permessi di soggiorno in Italia a stranieri che lo chiedano per svolgere l'attività di giocatori nelle squadre di campionato". Così, colte di sorpresa dalla direttiva, diverse società di calcio si trovarono nella scomoda situazione di dover gestire contratti già firmati con giocatori stranieri e si sforzarono di trovare tutte le possibili soluzioni. La più semplice, cioè considerare esclusi dalla direttiva i contratti firmati prima della sua emanazione, fu subito bocciata dagli organi governativi, in quanto tale eccezione si prestava troppo facilmente a pratiche di retrodatazione dei documenti contrattuali. Le istituzioni del calcio si riunirono in tutta fretta e deliberarono che ogni società avrebbe potuto tesserare fino a due giocatori provenienti da federazioni straniere per la prima stagione, uno solo nelle successive, ma questa decisione, che si adattava abbastanza bene agli oriundi, non era di grande aiuto per casi come quello di Persson e il Milan, salvo fantasiose scappatoie. A tal proposito, nella rubrica de "Il Calcio e il Ciclismo Illustrato" dedicata al calciomercato l'articolista commenta tra il serio e il faceto: "Ebbene, sempre secondo i si dice, il giocatore X, poniamo svedese, chiederebbe il soggiorno nella mecca del calcio cioè in Italia non già per svolgere attività calcistica, bensì per svolgere mansioni commerciali, facciamo il caso, presso la ditta del signor Busini. Ebbene, come impedire a questo sig. X, che per sei giorni filati della settimana spargerà copioso sudore sui libri mastri della ditta del sig. Busini, che, quand'è domenica a puro scopo ricreativo non si sollazzi tirando quattro calci rivestito da una casacca rossonera? In Svezia i giocatori sono o non sono dilettanti? E allora lasciate che si dilettino, dicono. Questa, grosso modo, sarebbe la scappatoia escogitata dai nostri solerti dirigenti di società, e siccome teoricamente la cosa è fattibilissima, non dubitiamo che ulteriori precisazioni al veto governativo non tarderanno ad arrivare". Nonostante tutto, Persson giunse a Milano per trovare un accordo e sottoporsi alle visite mediche di rito, alle quali era comunque subordinata la validità del contratto. Secondo alcune fonti, anche svedesi, alla fine la risoluzione del contratto di Persson con il Milan fu formalmente motivata dalla mancata idoneità fisica del giocatore, in particolare dovuta ai postumi di un grave incidente di gioco occorso allo svedese, alla fine dell'anno precedente, in una partita della sua nazionale proprio contro l'Italia finita in parità 1 a 1, dove tra l'altro Persson segnò la rete svedese, prima di dover lasciare il campo a metà tempo. Pubblico alcune fotografie riferite al citato incontro, che hanno come protagonista Persson, e infine una vignetta, che riassume abbastanza bene tutta la vicenda. Fatto sta che Persson continuò la propria carriera in Svezia, diventando un vero e proprio eroe della squadra di Landskrona, nella quale si trasferì e militò per più di dieci anni. Il Milan, dal canto suo, risolto il contratto con lo svedese, si assicurò le prestazioni di Soerensen, che giocava già in Italia nell'Atalanta, e pose le basi per i successi dell'ormai prossima era Rizzoli”. (Lucia Ravenda) |