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Walter ANNICHIARICO (detto CHIARI) |
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Nato l'08.03.1924 a Verona, † il 20.12.1991 a Milano
Attore, Comico e Conduttore televisivo
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Dal sito www.wikipedia.org
BIOGRAFIA
Nato in una famiglia di origini pugliesi, il padre Carmelo funzionario di PS originario di Grottaglie, la madre Enza maestra elementare di Andria, trascorse l'infanzia con la famiglia ad Adria (RO), per poi trasferirsi a Milano dove viene assunto come magazziniere all'Isotta Fraschini. In quel periodo iniziò a praticare il pugilato, diventando campione lombardo della categoria pesi piuma, nel 1939. Fu anche un provetto giocatore di tennis e campione lombardo anche nel gioco delle bocce, sport che abbandonò in seguito alle fratture alle mani, causate dallo sport pugilistico. Praticò anche il nuoto a livello agonistico, vincendo i campionati promossi dalla Gil nei 100 metri stile libero.
Abbandonati gli studi, trovò lavoro in una ditta come radiotecnico, ma fu subito licenziato, per aver fracassato tre valvole nel riparare un apparecchio. Fu assunto in una banca, ma si licenziò perché non gli piaceva e non sopportava il lavoro d'ufficio sempre seduto. Passò quindi a svolgere la professione di reporter ma anche questa fallì per cui si mise a fare il caricaturista. Una sera, però, alcuni suoi amici che aveva caricaturato lo convinsero a riprendere gli studi. Conseguì il diploma di Maturità scientifica, e mentre stava per iscriversi all'università scoppiò la guerra.
NELLA RSI
Dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943, viene inquadrato nell'esercito della Repubblica Sociale Italiana. In quel periodo collabora come autore di vignette umoristiche al settimanale L'Orizzonte della Xª Flottiglia MAS. Conclusa la guerra, viene imprigionato dalle truppe alleate nel famigerato campo di concentramento di Coltano, in provincia di Pisa (lo stesso in cui venne rinchiuso il poeta Ezra Pound).
NEL 1946 L'APPRODO ALLO SPETTACOLO
Una sera del 1944 si trovava con amici al teatro Olimpia di Milano (oggi scomparso, si trovava in Largo Benedetto Cairoli) durante un concorso per dilettanti. Ad un tratto i suoi compagni lo sollevarono scaraventandolo sul palcoscenico. Una volta davanti al pubblico non poté far altro che esibirsi in quello che era il suo forte: l'imitazione di un balbuziente che cerca disperatamente di ordinare una granita in un bar. Il pubblico apprezzò quella esibizione euforicamente, decretandogli un caloroso applauso e un successo pressoché istantaneo.
Nel 1946 ottiene la sua prima parte di rilevo in teatro grazie a Marisa Maresca, che lo inserisce nello spettacolo Se ti bacia Lola. Di qui ha inizio una lunga carriera nel teatro di rivista dove, oltre che per la bella presenza, si fa notare per le innate capacità d'improvvisazione. Partecipa agli spettacoli "Simpatia" (1947), "Allegro" (1948) e "Burlesco" (1949). Nel 1950 diventa primo attore in "Gildo" con Miriam Glori, nel 1951 in "Sogno di un Walter" con Carlo Campanini e Dorian Gray, e nel 1952 consolida il suo successo con "Tutto fa Broadway" con Lucy D'Albert e Carlo Campanini.
Inoltre si afferma anche come autore di testi nei successivi spettacoli "Controcorrente" (1953) di Metz, Marchesi e Chiari, e "Saltimbanchi" (1954) di Chiari, Silva e Terzoli.
IL CINEMA
Nel frattempo esordisce nel cinema con Vanità, diretto da Giorgio Pàstina nel 1946, in cui è calato in un personaggio drammatico curiosamente doppiato da Alberto Sordi, con il quale vince il prestigioso premio "Nastro d'argento" . Molto più noti sono i successivi ruoli in film-commedia come Totò al giro d'Italia (1948) e I cadetti di Guascogna (1950), in cui lavora con l'esordiente Ugo Tognazzi.
Nel 1951 Luchino Visconti gli offre il ruolo del giovanotto cialtrone, modesto dongiovanni di borgata, in Bellissima, a fianco di Anna Magnani; questo ruolo, citatissimo dalla critica, è fonte di grandi soddisfazioni artistiche, ma Walter continua nel teatro leggero, nella commedia musicale (in coppia con Delia Scala nel 1956 con Buonanotte Bettina e nel 1958 con Il gufo e la gattina, e nel 1960 insieme a Sandra Mondaini, Ave Ninchi ed Alberto Bonucci con Un mandarino per Teo, tutte di Garinei e Giovannini), nel teatro di prosa recitando nel 1965 con Gianrico Tedeschi nella commedia "Luv" di Murray Schisgal, e nel 1966 con Renato Rascel ne "La strana coppia" di Neil Simon, e nel cinema di genere, al quale continua infaticabilmente a lavorare prendendo parte, tra gli altri, ai film del filone comico-giudiziario Un giorno in pretura (1953), Accadde al commissariato (1954), Accadde al penitenziario (1955); film dai quali, qualche anno più tardi, prenderà origine la cosiddetta commedia all'italiana.
IL GRANDE SEDUTTORE
Ma più che per le sue interpretazioni sul palcoscenico e sullo schermo, in quegli anni Walter Chiari è sulle prime pagine dei rotocalchi per le storie d'amore che, a torto o a ragione, gli vengono attribuite dalla stampa "rosa" con donne famose e attraenti. Da Elsa Martinelli a Delia Scala, a Lucia Bosé (con la quale trascorre un lungo fidanzamento), alla principessa Maria Gabriella di Savoia. Viene descritto come un infaticabile seduttore che inanella storie d'amore una dietro l'altra, ma in realtà sono quasi sempre le sue partner ad essere conquistate dalla sua prestanza fisica, dalla sua simpatia e dal suo carattere gioviale.
Nel 1957, grazie anche alla sua buona conoscenza dell'inglese, viene scritturato in una produzione americana girata a Cinecittà da Mark Robson. In questo film, intitolato La capannina, Walter Chiari ha l'opportunità di lavorare con Ava Gardner, all'epoca moglie separata di Frank Sinatra. Con lei intreccerà un chiacchierato e tumultuoso flirt, che proietta la sua fama di rubacuori nelle pagine di cronaca mondana su tutte le riviste del mondo. Questa inaspettata pubblicità gli fa ottenere anche un ingaggio a Broadway, dove nel 1961 interpreta ben 113 repliche della commedia musicale The Gay Life, tratta da Schnitzler.
Ma anche la storia d'amore con l'attrice hollywoodiana non durerà a lungo. Durante un soggiorno in Australia, irritata da una graffiante parodia di suo marito che Walter improvvisa al termine di una cena, la Gardner si alza sdegnata dal tavolo piantandolo in asso e se ne va direttamente all'aeroporto, da dove prende un aereo per gli Stati Uniti.
IL MONOLOGO
Dotato di grandi capacità parodistiche, parlatore infaticabile (sarà poi uno dei migliori attori alle prese con il monologo), negli anni '60 Walter Chiari trova finalmente nella televisione il mezzo più congeniale alla sua comicità, tanto da diventare in pochi anni il più noto e apprezzato comico televisivo italiano; con la sua voce un po' roca ed il gesticolare a scatti, univa infatti una straordinaria comicità di tipo fisico e mimico ad un eloquio scioltissimo, a tratti anche ricercato e forbito, che gli consentivano di prolungare a piacere qualsiasi sketch, trasformando ogni più semplice storiella in un divertentissimo monologo.
IL MATRIMONIO
Ancora in Australia nel 1966, durante le riprese del film "Sono strana gente" diretto da Michael Powell, Walter aveva conosciuto sul set l'attrice Alida Chelli ed aveva iniziato con lei una lunga e tempestosa storia d'amore fatta di litigi, riappacificamenti, separazioni e ricongiungimenti meticolosamente scanditi dalle copertine dei settimanali. Finalmente nel 1969, mentre Alida è impegnata nelle riprese dello sceneggiato televisivo Giocando a golf una mattina, riceve una telefonata da Sydney. All'altro capo del filo c'è Walter, che nella città australiana stava girando il film Squeeze a Flower (mai distribuito in Italia) che le dice: "Sono vestito da frate davanti a una fontana, se accetti di sposarmi mi ci butto dentro!". Due giorni dopo le nozze vennero celebrate in una chiesa di Sydney, ma il matrimonio si preannunciò immediatamente irto di problemi dal momento che all'uscita della chiesa Walter venne "prelevato" dagli emissari della produzione che lo portarono ad un evento promozionale a cui doveva partecipare e di cui si era "dimenticato" (i ritardi e le "buche" agli appuntamenti erano una caratteristica dell'attore), per cui la povera sposa si trovò a dover tagliare da sola la torta nuziale.
I due divorziarono nel 1972, dopo meno di tre anni dalle nozze, ma anche in seguito Walter restò sempre in buoni rapporti con Alida e con il figlio Simone.
LA TELEVISIONE
Sul piccolo schermo ripropone numerosi sketch tratti dalle sue riviste, il più celebre dei quali rimane quello del Sarchiapone, trasmesso per la prima nel 1958 durante il programma televisivo La via del successo insieme a Carlo Campanini, sua fedele "spalla"; partecipa come ospite fisso a numerose trasmissioni, su tutte Studio Uno, con la regia di Antonello Falqui.
Al cinema interpreta ancora alcuni ruoli degni di nota: ne La rimpatriata (1962) di Damiano Damiani è il ragazzone un po' strafottente che rimette insieme un gruppo di vecchi amici per una serata di evasione, e che si conclude invece con amare riflessioni; ne Il giovedì (1963) di Dino Risi è invece un uomo profondamente immaturo, alle prese con il suo improbabile ruolo di padre. Nel 1966 si fa notare per due interpretazioni molto diverse: quella del balbuziente Silence nel Falstaff firmato da Orson Welles, e di Sandro, il cinico giornalista che nel film "Io, io, io, e... gli altri", diretto da Alessandro Blasetti, conduce un'inchiesta sull'egoismo che lo spinge a riflettere sulla propria vita.
Nel 1968 conduce in televisione una delle più fortunate edizioni di Canzonissima, in trio con Mina e Paolo Panelli.
I PROBLEMI CON LA GIUSTIZIA E L'INIZIO DEL DECLINO
Il 20 maggio del 1970, mentre si sta recando negli studi radiofonici della RAI di Via Asiago per registrare una puntata del programma "Speciale per voi" condotto da Renzo Arbore, Walter Chiari viene tratto in arresto e associato al carcere di Regina Coeli. L'attore viene accusato di consumo e spaccio di cocaina da un piccolo delinquente, tale Guido Malmignati, e si ritrova nel vortice di uno scandalo ingigantito dai media e dalla stampa dell'epoca. Walter Chiari resterà in carcere 70 giorni tra il maggio e l'agosto del 1970, venendo a sapere da un secondino della nascita del figlio Simone (nato l'8 giugno di quell'anno), e l'anno seguente viene processato, venendo prosciolto dall'accusa di spaccio e condannato con la condizionale per il reato di detenzione di sostanze stupefacenti per uso personale.
RITORNO IN SCENA
Tornato in libertà, ma emarginato dalla RAI e ignorato dai produttori teatrali, a Walter Chiari viene inaspettatamente data l'opportunità di tornare alla ribalta nell'estate del 1974 da Paolo Pillitteri, allora giovane assessore alla Cultura del Comune di Milano, che gli offre di partecipare ad una serata nell'ambito della serie di spettacoli "Vacanze a Milano", patrocinati dall'amministrazione del capoluogo lombardo. Da quella sera, conclusasi con lunghe ovazioni e due bis, ha inizio per Walter la riconquista della sua professionalità.
Ma il cammino per risalire la china della popolarità risulta arduo, e per sbarcare il lunario Walter Chiari di adatta a lavorare in film di serie B e nelle emergenti TV private, dove conduce spettacoli leggeri per un pubblico circoscritto ma che comunque continua a tributargli affetto. Tra il 1977 ed il 1978 conduce "A mezzanotte va..." su Tele Alto Milanese, quindi "Walter Chiari di sera" sull'emittente pavese Tele Monte Penice, ed in seguito "Ciao, come stai?" nel 1980 e "Mezzogiorno di gioco" nel 1986 su Antenna 3 Lombardia, quest'ultimo insieme alla giovane Patrizia Caselli, con la quale già dal 1981 fa coppia anche nella vita nonostante la grande differenza d'età (54 anni lui, 18 lei).
Nel 1978 torna al teatro leggero con la commedia di Maurizio Mosca "Hai mai provato nell'acqua calda?" in cui ha come partner Ivana Monti. Nel 1982, sempre con la Monti, riporterà in scena "Il gufo e la gattina", curandone anche la regia teatrale.
Al 1979 risalgono le sue ultime partecipazioni di rilievo in RAI dove, coadiuvato da Augusto Martelli, conduce la trasmissione Una valigia tutta blu, ed insieme ad Ornella Vanoni partecipa allo spettacolo musicale "L'appuntamento". Nello stesso anno, il 7 dicembre, gli viene conferita dal sindaco di Milano, Carlo Tognoli, la benemerenza civica (medaglia d'oro) della città.
Ma nell'estate del 1985 il suo nome viene nuovamente associato ad una vicenda giudiziaria. Viene infatti accusato insieme al cantautore Franco Califano dal camorrista "pentito" Giovanni Melluso (lo stesso accusatore di Enzo Tortora) di aver trattato l'acquisto di rilevanti partite di droga. Anche se questa volta Chiari viene prosciolto in istruttoria, per lui la vicenda è un altro duro colpo da sopportare.
Soltanto nel 1986 verrà riabilitato dal mondo dello spettacolo grazie al teatro di prosa, al quale ritorna interpretando il personaggio dell'avvocato Lattes in un adattamento de "Gli amici" di Arnold Wesker, ed al programma televisivo della RAI in sette puntate Storia di un altro italiano, biografia appassionata per la regia di Tatti Sanguineti.
Nel 1986, nell'ambito delle celebrazioni per Firenze capitale europea della cultura, riprende la collaborazione con l'amico Renato Rascel con il quale interpreta "Finale di partita" di Samuel Beckett per la regia di Giuseppe Di Leva. Nel 1987 Ugo Gregoretti, allora direttore del Teatro Stabile di Torino lo chiama per interpretare "Il critico" di Richard Sheridan e tra il 1988 ed il 1989 "Six heures au plus tard", di Marc Terrier, in cui recita assieme a Marcello Leva. Nel 1990 riproporrà nuovamente "Il gufo e la gattina", stavolta insieme a Lory Del Santo.
Torna anche al cinema con il film Romanzo di Massimo Mazzucco, per il quale viene nominato tra i candidati alla Coppa Volpi come migliore attore alla Mostra del Cinema di Venezia, ma non vince il premio per un soffio (in tale occasione, dato già per sicuro vincitore, Chiari aveva offerto da bere champagne agli amici). Avrà anche il ruolo di Tonio nei Promessi sposi di Nocita.
Nel 1990 interpreta il suo ultimo film, Tracce di vita amorosa di Peter Del Monte.
Negli ultimi anni di vita dell'attore c'è stato un affettuoso riavvicinamento tra lo stesso Chiari e la città di Grottaglie di cui era originario il padre. Un riavvicinamento sancito, tra l'altro, da una memorabile serata tenuta dal grande artista presso il Quartiere delle Ceramiche. Dopo la sua morte Grottaglie ha voluto rinnovare questo ritrovato legame, ha dedicato a Chiari una strada ed ha celebrato diverse manifestazioni ed incontri in suo ricordo a cui ha partecipato anche il figlio dell'artista, Simone.
LA MORTE IMPROVVISA
Nel dicembre del 1991 Walter Chiari si era recato al Teatro Manzoni per applaudire il collega ed amico Gino Bramieri. Pochi giorni dopo si era sentito poco bene ed era stato ricoverato in osservazione all'Ospedale San Carlo, dal quale era stato dimesso dopo pochi giorni.
Il 20 dicembre Walter Chiari aveva in programma una cena con l'impresario teatrale Libero Zibelli, suo amico da oltre vent'anni, il quale non vedendolo arrivare chiama la stanza 50 del residence Siloe di Via Cesari, dove l'attore viveva da solo da tre anni dopo essersi separato anche da Patrizia Caselli.
Non ricevendo risposta Zibelli, allarmato, si reca presso il residence e sfonda la porta, trovando il povero Walter esanime sulla poltrona con gli occhiali sul naso e la televisione ancora accesa. L'autopsia rivelò che la causa della morte fu un infarto. Per ironia della sorte, poche ore prima di morire si era sottoposto ad un check-up completo, risultato perfettamente regolare.
I funerali di Walter Chiari si svolsero presso la Chiesa di San Pietro in Sala, in piazza Wagner, a due passi da quel Teatro Nazionale dove l'attore si esibiva spesso quando recitava a Milano, e vi partecipò una folla immensa che gli tributò un ultimo, lungo e scrosciante applauso. Sulla lapide dove riposa, presso il Cimitero Monumentale di Milano è incisa la battuta che a Dino Risi aveva confidato voleva fosse scritta: Non vi preoccupate, è tutto sonno arretrato.
CURIOSITA'
A lui, ed al celebre Sarchiapone, è dedicato il concorso che si svolge ogni anno a Cervia in primavera, riservato ai giovani comici emergenti. Dal 2006 il premio è rappresentato dal "Sarchiapone" in ceramica realizzato plasticamente da Francesco Annichiarico e graffita da Stefano Monteforte entrambi artisti di Grottaglie e sarà il simbolo delle successive edizioni.
Il film del 1996 di Pupi Avati, Festival, è ispirato a Chiari e alla sua mancata vittoria, come miglior attore, alla Mostra del Cinema di Venezia (tra l'altro l'attore che "soffiò" la vittoria a Walter Chiari fu Carlo Delle Piane con un film proprio di Avati, Regalo di Natale).
In una intervista rilasciata alla Domenica del Corriere n. 52 del 28 dicembre 1952 dichiarò di aver avuto più di una segreta passione: quella di diventare scrittore del tipo John Dos Passos o Ernest Hemingway; e quella di fare grandi viaggi negli sconfinati mari del sud.
Nel 1966 viene scelto come attore protagonista per il film "They're A Weird Mob" (tradotto in italiano come "Sono strana gente"). E' uno dei film fondamentali per la storia della cinematografia australiana, tratto da una famoso romanzo di John O' Grady. Il regista Michael Powell vuole che sia Walter Chiari ad interpretare Nino Culotta, un giornalista italiano emigrato a Sydney, che pur conoscendo bene la lingua inglese, trova difficoltà di adattamento per il particolare slang australiano e le usanze del posto. Grazie all'enorme esperienza teatrale e cinematografica ed all'ottima conoscenza della lingua inglese, Chiari sarà protagonista di una riuscitissima prova interpretativa, riscuotendo un'enorme successo di pubblico e di critica.
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ROMA - Dieci anni fa, nella notte tra il 21 e il 22 dicembre moriva Walter Chiari, popolarissimo e amatissimo protagonista dello spettacolo teatrale, televisivo e cinematografico della stagione tra i '50 e gli '80, nonché star delle cronache rosa nazionali e internazionali . La Fondazione Cineteca Italiana, la Cineteca del Comune di Bologna e la Scuola Nazionale di Cinema di Roma rendono omaggio al suo poliedrico talento con una tregiorni sullo schermo dello Spazio Oberdan di Milano a partire da venerdì prossimo, esatta data del decennale, mentre tre recuperi cinematografici sono in programma al Cinema Lumière di Bologna. Piatto forte della manifestazione lombarda è l'anteprima nazionale della versione in video di Finale di partita di Samuel Beckett, spettacolo recitato in teatro da Walter Chiari e Renato Rascel nel 1986 per la regia di Giuseppe Di Leva. Le riprese erano state effettuate durante tutto il periodo delle prove e in occasione delle prime repliche da Tatti Sanguineti che a quell'epoca stava realizzando uno speciale televisivo in sette puntate dedicato alla carriera del Walter nazionale. Una sola camera fissa al centro del corridoio di sala aveva fissato sul nastro magnetico l'interpretazione del classico dell'assurdo recitato dai due comici riuniti dopo il successo spartito in La strana coppia a fine anni '60. Quel materiale dell'86 è stato oggi montato in forma completa e compiuta a documento delle capacità interpretative di due grandi attori in un momento non fortunato della loro carriera. Come si mostra nel backstage di quelle storiche riprese, backstage presentato oggi alla stampa, Walter Chiari non avrebbe voluto assolutamente portare in scena quel testo di Beckett che riteneva oltre il limite della pornografia voyeristica. Lo si sente sostenere che c'era qualcosa di immorale nel presentare allo sguardo famelico del pubblico due grandi comici alla fine di una solida carriera affidando loro ruoli "pre-obitoriali". Si vede Rascel con una orrenda parrucca grigia che serviva a mascherare la cuffia-audio attraverso cui gli arrivavano le battute dalla suggeritrice perché lui non riusciva a tenerle a mente, espediente inutile perché spesso la voce della suggeritrice entrava comunque in scena. A questa situazione Chiari reagiva insieme con rabbia e umorismo ("Sotto la coperta che mi copre le gambe di paralitico sulla sedia a rotelle non faccio altro che grattarmi i coglioni"), ma la sua amarezza e la disillusione suonano evidenti. Non che mancasse di riconoscere di un'affinità tra la comicità loro e quella beckettiana, ma sarebbe stato felice di mettere a disposizione la propria arte ai due anziani guitti comici di Aspettando Godot piuttosto che ai due invalidi e umiliati protagonisti di Finale di partita. Tantopiù che non trovava sostegno artistico neppure nella traduzione italiana giudicata incapace di dare una dignità teatrale ai felici giochi linguistici beckettiani mutuati dal gioco degli scacchi e invece limitata a rendere prosaicamente solo lo sviluppo della vicenda. Anche Carmelo Bene, ripreso durante una visita a Chiari e Rascel in camerino durante la tournée, arriva a sostenere le medesime convinzioni e a dire che è Beckett ad avere bisogno di attori del loro calibro e non loro delle battute di Beckett. Motivo mai enunciato esplicitamente ma chiaramente fatto intendere a giustificazione della partecipazione a quello sfortunato spettacolo: la debolezza contrattuale nei confronti di un'avida e vampiresca produzione da parte di due comici in declino costretti per sopravvivere a vendere la celebrità del proprio nome (non il talento) come specchietto per allodole sui manifesti.
Le straordinarie capacità attoriche di Walter Chiari verranno invece ribadite e celebrate la sera del 21 a Milano da Luca Barbareschi in occasione della proiezione di Romance, film da lui interpretato nel 1986 a fianco di Chiari per la regia di Massimo Mazzucco. L'omaggio dello Spazio Oberdan prevede anche le proiezioni di altri rari film con Chiari protagonista come Ok Nerone (1951) nella versione integrale con le scene di nudo femminile girate solo per il mercato estero nonché l'intero ciclo delle sette puntate Rai Storia di un altro italiano realizzate da Tatti Sanguineti.
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Il suo vero cognome è Annichiarico, è un cognome pugliese.
Suo padre è Brigadiere e come tale è trasferito a Milano quando Walter ha otto anni.
Walter ama lo sport e frequenta le palestre milanesi dedicandosi con tanta passione al pugilato che non ancora sedicenne è campione lombardo per la categoria peso piuma.
Verso la fine della Seconda Guerra Mondiale, dopo l'armistizio dell'8 settembre, è inquadrato nell'esercito della Repubblica Sociale Italiana, dove collabora come autore di vignette umoristiche al settimanale "L'Orizzonte della Decima Mas" ed inizia la carriera pugilistica, coltivando però il sogno di diventare attore.
Nel 1946, ha una piccola parte in uno spettacolo intitolato "Se ti bacia Lola" e l'anno dopo esordisce come attore cinematografico nel film "Vanità" di Giorgio Pastina,vincendo un Nastro d'argento speciale come miglior attore esordiente.
Simpatico, brillante, chiacchierone e decisamente intelligente, Walter Chiari impara a stare in palcoscenico con una disinvoltura straordinaria.
Le migliori riviste teatrali, televisive, e le commedie musicali dei trent'anni seguenti includono Walter Chiari come nome di richiamo.
Comincia con "Gildo", nel '50 e continua con "Sogno di un Walter", "Tutto fa Broadway", "Oh quante belle figlie Madame Dorè", "Buonanotte, Bettina" accanto alla bravissima Delia Scala, "Un mandarino per Teo" con la spiritosa Mondaini, "La via del successo", dove, accanto a Carlo Campanini, dà vita ad indimenticabili pezzi di una insuperabile comicità, "Alta pressione" e due edizioni di "Canzonissima" accanto a Mina.
Nel cinema, dopo un paio di particine, Walter Chiari ha l'occasione di lavorare a fianco della Magnani in "Bellissima" (1951) diretto da Luchino Visconti, un'ottima scuola di recitazione.
Negli anni seguenti Walter Chiari viene diretto da grandi registi come Dino Risi, Alessandro Blasetti, Damiano Damiani e Orson Welles, sviluppando una personalità travolgente.
Oltre alla fama di grande comico, Walter Chiari ha fama di vero donnaiolo, un collezionista di bellezze.
I paparazzi lo sorprendono con donne famose da Silvana Pampanini a Sylva Koscina, da Lucia Bosè a Ava Gardner, da Anita Ekberg a Mina, ma solo l'attrice e cantante Alida Chelli riesce a farsi sposare dandogli un figlio, Simone.
Ma la luminosa carriera di Walter Chiari ha una battuta d'arresto nel 1970 con l'accusa molto pesante di consumo e spaccio di cocaina.
Dopo alcuni mesi di carcere viene prosciolto dall'accusa di spaccio, ma viene tenuto agli arresti domiciliari per l'accusa di consumo personale e per anni subisce l'ostracismo della TV.
Dal 1971 Walter Chiari partecipa a diversi spettacoli Teatrali con Ornella Vanoni, i Ricchi e Poveri ed in riedizioni di vecchi successi.
Sono gli anni di "Hai mai provato nell'acqua calda", "Il Gufo e la Gattina", "Gli amici di Wesker", con Renato Rascel per Firenze capitale della cultura.
Solo nel 1986 vanno in onda in TV sette puntate della "Storia di un altro italiano", che fa da controcanto al film "Storia di un italiano", di Alberto Sordi, una biografia filmata della vita del grande comico, che Tatti Sanguinetti ha girato per la RAI.
Sempre nel 1986 recita in "Romance" di Massimo Mazzucco, un film che viene presentato alla Mostra del Cinema di Venezia, nella errata convinzione dei cinofili, che il Leone d'oro per la migliore interpretazione sarebbe andato a Walter.
Purtroppo la carriera del Walter nazionale è sulla via del tramonto, problemi personali e di salute gli hanno tolto lo smalto, i ruoli adatti a lui si riducono.
Nel 1988 recita in TV nello sceneggiato a puntate "I promessi sposi", in un ruolo marginale, ma nel 1990 interpretando un ruolo, nel film drammatico "Tracce di vita amorosa", diretto da Peter Del Monte, è il grande Walter Chiari di sempre.
Walter Chiari muore nella sua abitazione a Milano il 20 dicembre 1991, colto da un infarto, seduto davanti alla Tv con gli occhiali sul naso.
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(Archivio Magliarossonera.it) |
(Archivio Magliarossonera.it) |
(Archivio Magliarossonera.it) |
Walter Chiari con Gunnar Nordahl
(da "Il Calcio Illustrato") |
Walter Chiari, Umberto Trabattoni, Donato Passaquindici, 1950-51
Su una copertina della "Domenica del Corriere" del 1952 relativa ad una scommessa (persa) del comico su Milan-Roma |
Settembre 1951, Gunnar Nordahl e Walter Chiari scherzano negli spogliatoi di San Siro (by Lucia Ravenda) |
Stagione 1954-55, da sinistra Walter Chiari, Toni Bellocchio,
Juan Alberto Schiaffino e Amleto Frignani (per gentile concessione di Antonella Bellocchio) |
Walter Chiari e Sophia Loren attorniati da alcuni giocatori del Milan, 1952 (Foto Archivio Luigi La Rocca) |
Walter Chiari ed Ivana Monti, 1978
(Archivio Magliarossonera.it) |
Fabio Cudicini, Walter Chiari, l'allenatore Gianni Invernizzi e Karl Heinz Schnellinger, 1970-71 |
Dino Manuzzi, Presidente del Cesena e tifoso del Milan, e l'attore Walter Chiari, tifoso rossonero |
La "Gazzetta dello Sport Illustrata" del 5 novembre 1977 prima del derby Internazionale vs Milan
(terminato con la vittoria dei rossoneri per 3-1) |
(dal libro "L'Italia del 20° Secolo", per gentile concessione di Renato Orsingher) |
Carletto Annovazzi, Ugo Tognazzi e Walter Chiari (dal libro "L'Italia del 20° Secolo", per gentile concessione di Renato Orsingher) |
1970, copertina Sorrisi e Canzoni TV" |
"Sorrisi e Canzoni TV" febbraio 1978, Walter Chiari e suo figlio Simone |
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Rossano Brazzi, Walter Chiari e Carlo Dapporto
(da "Lo Sport") |
(Archivio Magliarossonera.it) |
(Archivio Magliarossonera.it) |
(da "Il Monello") |
(Archivio Magliarossonera.it) |
Walter Chiari e Michele Alfano (Archivio Magliarossonera.it) |
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18 settembre 2007
SKY Cinema produce un documentario sull'indimenticabile Walter Chiari
"MEGLIO ESSER CHIARI"
Ho un bellissimo maggiolino color celeste chiaro, come un frigorifero anni '50. Lo hanno guidato mia madre, mia nonna, la mia tata e mio padre. Oggi con l'auto "di famiglia" inizio uno strano viaggio. Vado a trovare gli amici di papà, quelli che hanno diviso con lui qualcosa di importante, per farmi raccontare il massimo di verità, ma con il minimo dei luoghi comuni. Voglio parlare di lui, con chi gli ha voluto bene. E partire dalla Sardegna è proprio una buona idea. E' qui che abbiamo trascorso tutte le estati della nostra vita. (Simone Chiari) |
Meglio esser Chiari è un film di 52 minuti per Walter Chiari con il figlio Simone (regia di Cecilia Formenti, autore Alessandra Galletta, musiche originali di Simone Chiari, una produzione SKY Cinema), che vedrete prossimamente su SKY Cinema Classics.
Questo lo stile con il quale Simone Chiari (figlio di Walter Chiari e Alida Chelli), per la prima volta, ha scelto di raccontare suo padre, Walter Chiari. Armato del suo storico "maggiolino", una chitarra e un'infinità di immagini reali e mentali, pubbliche e privatissime, lascia la Sardegna per un nuovo viaggio nel passato.
Grazie a sorprendenti e informali visite ai protagonisti della vita privata del padre, alternate a quelle di colleghi e pigmalioni della sua carriera (tra cui Alida Chelli, Pippo Baudo, Franco Califano, Giuliano Gemma, Tony Renis, Carlo ed Enrico Vanzina, Sandra e Raimondo Vianello), Simone ricostruirà la storia che preferisce, di certo la più giusta e la più vera, sul Walter Chiari pubblico e privato. Ogni spostamento sarà accompagnato da brani originali scritti da Simone e da lui eseguiti con la chitarra acustica, brevi voice over e brani scelti tra film, immagini e materiali pertinenti con ciascun incontro, oltre ad immagini inedite dall'archivio di famiglia.
Con Meglio esser Chiari, SKY Cinema prosegue nella produzione di documentari della serie "Cinema Doc" per approfondire temi e personaggi della cinematografia italiana. Questi gli altri titoli già realizzati: Nino Manfredi: Nudo d'attore, L'Armata Monicelli, Caro Vittorio, L'Italia dei generi, Mario Bava - Operazione Paura, Italia '70 - Il Cinema a mano armata, Ugo, nessuno centomila, Prima di essere Albertone, Indagine su un cittadino di nome Volontè, Lei non sa chi è Totò, Aldo Fabrizi: cuoco, poeta, attore, Anna Magnani: ritratto d'attrice.
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