Alessandro ORLANDO
"Velociraptor"

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(Archivio Magliarossonera.it)



Scheda statistiche giocatore
  Alessandro ORLANDO

Nato l'01.06.1970 a Udine

Centrocampista (C), m 1.72, kg 69

Stagioni al Milan: 2, dal 1993-94 al 1994-95 (a settembre 1994 ceduto alla Juventus)

Soprannome: “Velociraptor”

Proveniente dall'Udinese

Esordio nel Milan in gare ufficiali e in Campionato (Serie A)
il 12.09.1993: Milan vs Atalanta 2-0

Ultima partita giocata con il Milan il 14.09.1994: Ajax vs Milan 2-0 (Champions League)

Totale presenze in gare ufficiali: 27

Reti segnate: 2

Palmares rossonero: 1 Scudetto (1993-94), 1 Coppa dei Campioni (1994), 1 Supercoppa Italiana (1994)

Esordio assoluto in Serie A
l'01.09.1991: Cagliari vs Sampdoria 3-2

Esordio in Nazionale Under 21 il 29.01.1992: Grecia vs Italia 0-1

Totale presenze in Nazionale Under 21: 2

Reti segnate in Nazionale Under 21: 0

Palmares personale: 1 Scudetto (1994-95, Juventus), 2 Copp2 Italia (1994-95, Juventus; 1995-96, Fiorentina)




Ha giocato anche con l'Udinese (B, A), il Parma (B), la Sampdoria (A), la Juventus (A), la Fiorentina (A), il Treviso (B), il Cagliari (B), il Padova (C1), il Pordenone (Ecc.), il Cologna Veneta (D), il Tamai (D), la Manzanese (Ecc.), il Flumignano (Prom.), il Savegnano (Prom.).

"Dal '93 al '95 vince due scudetti e svariate coppe con il Milan e la Juventus, giocando solo spezzoni di partite. E' un terzino sinistro dotato di un tiro micidiale. Sono da applausi i suoi lanci di cinquanta metri, che vanno a pescare il compagno di squadra nella parte opposta del campo. Però è carente in fase difensiva e a volte si dimentica di dare un'occhiata al suo diretto avversario." (Dal "Dizionario del Calcio Italiano", Baldini & Castoldi Editori, 2002)




Dal sito www.juventus1897.it

"Intervistato al suo arrivo alla Juventus: Alessandro Orlando, terzino sinistro che più sinistro non sì può. Lui stesso, con molta sincerità ma allo stesso tempo soddisfatto di questo, confessa con un pizzico d'orgoglio che in situazioni del genere non fa mai male: «Con la gamba sinistra riesco a fare tutto, con quella destra un po' meno». La Juventus cercava un mancino naturale da alternare con Robert Jarni. E così, grazie a una trattativa assolutamente fulminea, Juventus e Milan hanno portato a termine uno scambio che ha lasciato di stucco gli altri operatori di mercato. Il ventiquattrenne Alessandro Orlando in bianconero, Paolo Di Canio in rossonero.
Alessandro è un giocatore non altissimo ma ben strutturato (1,72 d'altezza per 69 chilogrammi) e, soprattutto, agile. Agile e scattante, padrone della sinistra: intesa come fascia, ovviamente. La sua corsa è elegante, apprezzabile, il cambio di marcia anche, la visione di gioco buona. «Semmai, deve cercare», spiegano i tecnici che lo hanno avuto, «la conclusione finale. Quando si trova in zona tiro, ci deve provare». Col tempo imparerà. Anche perché, strano scherzo del destino, il giocatore in poche stagioni ha girato molte squadre, tutte grandi compagini. Segno evidente che è pronto a compiere il definitivo salto di qualità. Con la maglia bianconera, ovviamente, sperano i tifosi.
Nonostante abbia soltanto ventiquattro anni, ha infatti accumulato esperienza e successi in alcune tra le più importanti società italiane. Ha esordito in Serie B con l'Udinese di Lombardo nella stagione 1987-88 e l'anno successivo ha conquistato la promozione in A: passato al Parma di Scala, ha fatto il bis nel campionato 1989-90. Ancora un ritorno a Udine e finalmente l'esordio in A con la Sampdoria e la conquista della Supercoppa Italiana; ventinove presenze e la sofferta permanenza in A, nuovamente con la maglia dell'Udinese, hanno caratterizzato la stagione 1992-93. Poi il passaggio al Milan ed i relativi successi: scudetto, Coppa dei Campioni e due Supercoppe italiane, prima contro il Torino e due mesi fa contro la Sampdoria.
Orlando pensa ormai solamente al futuro, ma non può certo prescindere dalle sue esperienze passate, grazie alle quali ha potuto crescere e maturare sino al punto di trovare posto nella Juventus vincente targata Lippi: «Le prime stagioni a Udine e Parma non sono state esaltanti, perché ero molto giovane e giocavo poco. Dalla Sampdoria in poi tutto è migliorato ed ho imparato veramente molto, sia dal punto di vista tecnico professionale che da quello personale, avere la possibilità di allenarmi e di giocare al fianco di grandi campioni mi ha aiutato tantissimo. Sono state molte le persone importanti per la mia crescita e, se provassi ad elencarle, rischierei di scordarne qualcuna; allenatori, compagni, dirigenti ed amici, nel bene e nel male, mi hanno sempre lasciato qualcosa. Del Milan era impressionante la mentalità, che concepiva soltanto la vittoria, alla quale tutto era subordinato. Per quanto riguarda la tensione ed i ritmi di lavoro, credevo che quelli di Milano fossero eccezionali; però ho visto che qui alla Juventus è esattamente lo stesso, visto che stiamo giocando tre volte alla settimana e con determinazione e concentrazione invidiabili». Ma chi è veramente Alessandro Orlando?
«Non c'è molto da dire, non ho lati oscuri. Sono un ragazzo che crede ancora che il calcio sia un divertimento, ma un divertimento da affrontare con il massimo impegno. Essendo friulano sono inizialmente timido, ma questo non mi ha mai creato alcun problema nei rapporti con gli altri. Mi piace molto la natura e, quando non sono impegnato sui campi di calcio, amo viaggiare ed andare a caccia; seguo poi la Formula Uno ed il tennis, al quale mi dedico un po' in estate».
L'aver cambiato maglia da un giorno all'altro non gli ha creato alcun problema di adattamento, grazie anche al suo carattere ed all'accogliente ambiente bianconero: «Ho trovato veramente un bel gruppo di ragazzi in gamba ed affiatati: Sul campo, poi, i risultati ci stanno dando ragione e quindi il mio inserimento è stato ancora più semplice. Spero che la Juventus rappresenti una svolta per la mia carriera: ho ancora molte soddisfazioni da togliermi. Anche se ho avuto la fortuna di giocare sempre in grandi squadre, sono un po' stufo di girare e di cambiare maglia ogni anno. Mi trovo benissimo in bianconero e vorrei che questa diventasse una sistemazione definitiva».
Sin dal suo primo giorno di Juventus, il giocatore ha dimostrato di calarsi nella parte; ha colpito, ad esempio, il suo modo di esprimere le idee, hanno lasciato il segno, in positivo, le prime interviste. Ragazzo educato, disponibile, sempre pronto al dialogo e sempre pronto a difendere il suo passato. Ha promesso massimo impegno per recuperare dopo l'infortunio che l'ha bloccato e, dietro le quinte del palcoscenico, ha fatto capire che vorrebbe fermarsi a Torino per tutta la carriera. Detto questo, non ha voluto lasciare sentenze sul suo passato. Al Milan ed alle altre formazioni in cui ha militato ha voluto regalare un "in bocca al lupo". Da sportivo e, permetteteci di aggiungere, da giocatore della Juventus. Perché grazie a questi comportamenti il nuovo stile Juventus, riveduto e corretto dall'attuale dirigenza, può tornare a far parlare di sé. Come prima, più di prima.
Orlando, invece, rimarrà alla corte bianconera solamente quella stagione, culminata con la conquista dello scudetto e della Coppa Italia. Totalizzerà solamente 13 presenze in campionato e 5 in Coppa Italia."




Dal sito www.wikipedia.it

CLUB
Cresciuto nelle giovanili dell'Udinese, con cui compare tre volte in prima squadra nelle stagioni 1987-88 e 1988-89, viene ceduto in prestito al Parma, con cui pur se da comprimario (13 presenze e 1 rete) ottiene la promozione in Serie A nelle stagione 1989-90, per poi tornare in Friuli la stagione successiva, disputando il campionato cadetto da titolare.
Impostosi all'attenzione dei club di massima serie, nell'estate 1991 passa alla Sampdoria Campione d'Italia alla ricerca di un terzino sinistro, ruolo ricoperto nelle stagione dello scudetto prevalentemente da Katanec che è essenzialmente un centrocampista. In blucerchiato tuttavia, pur facendo emergere buoni doti di dinamismo, non riesce ad imporsi com e titolare, e dopo 14 presenze e 1 rete (nel successo interno contro il Parma) in campionato e 5 presenze in Coppa dei Campioni fa ritorno all'Udinese neopromosso in A.
Una buona stagione in massima serie in bianconero lo ripropone all'attenzione dei grandi club, e questa volta la spunta il Milan. Anche a Milano tuttavia Orlando non riesce ad andare oltre un ruolo di rincalzo (15 spezzoni di partita in campionato, 6 in Champions League, con una rete nelle goleada esterna (0-6) contro il FC Copenaghen) nelle formazione che domina la stagione aggiudicandosi scudetto, Champions League e Supercoppa Italiana.
Coi rossoneri inizia pure la stagione successiva ma nella sessione autunnale del calciomercato viene ceduto alla Juventus in uno scambio conPaolo Di Canio. In bianconero le presenze in campionato sono solo 13 ma permettono ad Orlando di aggiudicarsi il secondo scudetto consecutivo, oltre alla Coppa Italia, ma non gli valgono la conferma per la stagione successiva , che disputa con la maglia della Fiorentina.
Dopo un'annata negativa in viola (solo 7 presenze in campionato ed un nuovo successo in Coppa Italia a cui Orlando contribuirà però con una sola presenza) fa nuovamente ritorno ad Udine, dove disputa un discreta stagione 1996-97 (21 presenze e quinto posto finale per i friulani), mentre nell'annata successiva in autunno viene ceduto al Treviso neopromosso fra i cadetti.
Ormai uscito dal calcio delle grandi platee, disputa a Treviso due campionati di B da titolare, quindi nell'estate 2000 passa al Cagliari, dove però scende in campo in sole 8 occasioni. Si trasferisce poi al Padova per concludere la carriera in formazioni minori del Triveneto.
Ha complessivamente collezionato in carriera 102 presenze e 1 rete in Serie A, e 104 presenze e 5 reti in Serie B
È uno dei 5 calciatori (gli altri sono Giovanni Ferrari, Riccardo Toros, Eraldo Mancin e Roberto Baggio) ad avere vinto due scudetti consecutivi con due squadre diverse.

NAZIONALE
Mai convocato nella Nazionale maggiore, ha totalizzato una presenza nell'Under 21 (il 29 gennaio 1992 nella sfida esterna contro la Grecia), ed ha fatto parte della rosa che ha disputato i Giochi Olimpici di Barcellona, non scendendo però mai in campo (disputando solo un incontro preolimpico amichevole contro l'Egitto).