Ha giocato anche con il Rosignano (D), il Follonica (D), il Como (B), il Parma (A), l'Avellino (B), il Pisa (B), il Ravenna (C1), il Fiorenzuola (C1), il Siena (C1), la Pistoiese (C1), il Pontedera (C2), la Sorianese (D), il Bibbona (D), l'Acquaviva (D).
"Diventò famoso a metà degli anni ottanta per uno spot anti-violenza sulle reti Fininvest, con quella sua faccia "pulita", quasi da adolescente. Arrigo Sacchi poi lo gettò nella mischia dapprima schierandolo in amichevoli di lusso (famoso un suo gol al "Bernabeu" di Madrid contro il Real dove scartò tre giocatori spagnoli depositando la palla in rete), poi in Coppa Italia (debutto con gol a Monza contro la Lazio per il 2-1 finale), poi in campionato contro il Cesena (memorabile anche una sua doppietta alla Juventus a San Siro, con uno splendido gol in tuffo con la palla che si infila all'incrocio dei pali opposto a quello del portiere e l'altro realizzando scartando anche il portiere), infine in Coppa dei Campioni, con il battesimo di fuoco a Belgrado nella indimenticabile sfida con la Stella Rossa di Dejan Savicevic. Fu poi mandato in provincia a fare un po' di esperienza, ma, anche a causa di infortuni, uscì dal grande giro." (Nota di Colombo Labate)
"Il periodo passato al Milan è stato il più bello della mia
vita, non solo calcistica" (Graziano Mannari) |
Dal sito www.wikipedia.it
CARRIERA
Soprannominato Lupetto, Mannari crebbe calcisticamente nelle giovanili del Milan. Passò in prima squadra nel 1986, ma si rese protagonista per la prima volta il 1° settembre 1988 allo Stadio Santiago Bernabéu in un'amichevole tra Milan e Real Madrid, vinta 3-0 dalla squadra rossonera, in cui mise a segno il secondo gol. In seguito, nella stagione 1988-1989, ebbe un'altra prestazione positiva nella partita di campionato tra Milan e Juventus, realizzando una doppietta. Complessivamente, ha vinto con il Milan uno scudetto, una Coppa dei Campioni ed una Supercoppa italiana (a cui contribuì con un gol nella vittoria finale contro la Sampdoria nel 1988).
Dopo aver lasciato il Milan, Mannari ebbe una carriera di basso profilo militando in squadre di Serie B e C, a cui si aggiunse una lunga serie di infortuni. Si ritirò dall'attività agonistica nella stagione 1996-1997, in cui giocò con il Pontedera.
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(Archivio Magliarossonera.it) |
Un articolo della "Gazzetta dello Sport" su Graziano Mannari, 1988 |
(by Roberto Rolfo) |
3 settembre 1988, Milan vs Lazio 2-1: Mannari segna il gol dell'1-0 (da "La Stampa" del 4 settembre 1988) |
Graziano Mannari segna alla Juventus, stagione 1988-89 (da "Forza Milan!") |
Dal sito www.sapere.it
PROMESSE MANCATE: GRAZIANO MANNARI
Il Bernabeu scopre "Lupetto"
Basta il nome, meglio ancora se condito dal famosissimo, nonostante tutto, soprannome. Graziano Mannari, detto Lupetto. Basta il nome perché ci si chieda immediatamente dov'è finito quel ragazzino che grazie alle cure di Arrigo Sacchi e agli insegnamenti di gente come Marco Van Basten, Ruud Gullit, Pietro Paolo Virdis e Marco Simone ha provato a diventare grande. Sembrava lo fosse diventato, quando nell'estate del 1988 il Milan fresco fresco di scudetto scende al Santiago Bernabeu per un'amichevole (si fa per dire) con il grande Real Madrid.
I rossoneri dominano in lungo e in largo, vincono 3-0, il secondo gol lo realizza proprio Lupetto Mannari, che parte da centrocampo,
si beve tutta la difesa delle merengues e appoggia nella porta un gol che fa ammutolire tutto il Bernabeu: lo stadio non era pienissimo, quella sera, ma almeno 85 mila persone erano accorse a vedere quel nuovo Milan che così tanto stava facendo parlare di sé, e tutti gli 85 mila, dopo un attimo di smarrimento, si lanciarono in un sincero applauso al gol dello "sconosciuto" Mannari.
Che aveva esordito in prima squadra nel febbraio di quello stesso anno, il 1988, sostituendo, nella partita contro il Cesena, nientemeno che Ruud Gullit. Lupetto allora giocava nella primavera rossonera (ma fin da piccolo era stato uno sfegatato interista, tanto da paragonarsi a Roberto Boninsegna) e Sacchi andava spesso a vederlo, perché gli piaceva quel pressing costante e asfissiante che Mannari riusciva a praticare giocando là davanti come seconda punta. E quindi il profeta di Fusignano decise di aggregarlo stabilmente alla prima squadra.
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