Giovanni Paolo LODETTI
"Basléta"

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(Archivio Magliarossonera.it)



Scheda statistiche giocatore
  Giovanni Paolo LODETTI

Nato il 10.08.1942 a Caselle Lurani (MI), † il 22.09.2023 a Milano

Interno destro (C), m 1.70, kg 66

Stagioni al Milan: 9, dal 1961-62 al 1969-70

Soprannomi: “Basléta” (parola milanese che indica il mento, appena pronunciato), “Bikila”

Cresciuto nel Milan

Esordio nel Milan in gare ufficiali e in Campionato (Serie A) il 15.04.1962: Spal vs Milan 0-3

Ultima partita giocata con il Milan il 26.04.1970: Milan vs L.R. Vicenza 1-0 (Campionato)

Totale presenze in gare ufficiali: 288

Reti segnate: 26

Palmares rossonero: 2 Scudetti (1961-62, 1967-68), 1 Scudetto "Cadetti" (1961-62), 1 Coppa dei Campioni (1969), 1 Coppa Intercontinentale (1969), 1 Coppa delle Coppe (1968), 1 Coppa Italia (1967)

Esordio in Nazionale Italiana il 10.05.1964: Svizzera vs Italia 1-3

Ultima partita giocata in Nazionale Italiana il 08.06.1968: Italia vs Jugoslavia 1-1

Totale presenze in Nazionale Italiana: 17

Reti segnate in Nazionale Italiana: 2

Palmares azzurro: 1 Campionato Europeo per Nazioni (1968)




Ha giocato anche con la Sampdoria (A), il Foggia (B, A) e il Novara (B, C).

"Di piedi buoni il Milan nella sua storia ne ha avuti tanti. Fra questi Giovanni Lodetti (da Caselle Lurani - Milano - 10 agosto 1942) che oltre ai piedi buoni vanta anche cervello fino e due polmoni così. E' la spalla ideale per un campione del calibro di Gianni Rivera. E Lodetti ricopre in maniera egregia questo compito per 9 stagioni (dal '61-62 al '69-70) collezionando 288 gettoni di presenza in gare ufficiali, segnando 26 gol, disputando 17 incontri con la nazionale maggiore e vincendo con il Milan praticamente tutto ciò che c'è da vincere." (Da "1899-1999. Un secolo rossonero", di Carlo Fontanelli, Geo Edizioni 2000).

"Spirito di sacrificio. Giovanni Lodetti ha fatto del cosiddetto "lavoro oscuro" la sua maggiore dote. E grazie a lui giocatori come Gianni Rivera hanno potuto esprimere le loro caratteristiche. Grande lottatore di centrocampo e faticatore inesauribile. Lodetti era dotato di piedi discreti che gli hanno permesso di realizzare 17 gol. Ed è stato certamente anche per merito suo se il Milan in quegli anni ha vinto così tanto. Due scudetti, due Coppe dei Campioni, una Coppa Intercontinentale, una Coppa delle Coppe e una Coppa Italia rappresentano un palmares davvero invidiabile per qualsiasi giocatore. Per lui sarebbe valida la frase che Arrigo Sacchi pronunciò su Angelo Colombo: "Un giudizio su Colombo: basta pensare che Angelo ha vinto più di Maradona". Una frase che non voleva essere una presa in giro del campione argentino ma che sta a significare quanto siano importanti in una squadra di calcio i "portatori d'acqua".
Il giusto mix tra oro e i campioni rende una formazione fortissima. Come l'Italia del 1968, con la quale Giovanni Lodetti si è laureato Campione d'Europa d'Italia." (Dal sito ufficiale www.acmilan.com).

"Giovanni Lodetti arriva al Milan da ragazzo dove gioca dapprima nelle giovanili e poi in prima squadra. Lottatore del centrocampo dotato di grande corsa e generosità fu la "guardia del corpo" di Rivera. Rimane al Milan per nove stagioni condite da tantissimi trofei, ovvero vince tutto quello che c'è da vincere. Il suo anno di grazia fu il 1968 dove vinse uno Scudetto, una Coppa delle Coppe e inoltre si aggiudicò con la Nazionale il Campionato Europeo. Il suo anno più brutto calcisticamente fu il 1970 prima con l'aeclusione dalla Nazionale che era in ritiro per partecipare ai Mondiali in Messico e poi qualche mese dopo l'inaspettata cessione alla Sampdoria. Rimane un grande Rossonero e infatti tuttora partecipa a trasmissioni televisive in cui fa l'opinionista tifoso." (Nota di Gianni Morelli)

"Attualmente fa il commentatore televisivo su reti private milanesi" (notizia apparsa sulla Gazzetta dello Sport del 07.04.02, pag. 12)



"Alla prima partita da titolare guadagnai 140 mila lire, in banconote da 10.000, e feci un sacco di strada a piedi perché
avevo paura che sul bus me le rubassero. Finalmente arrivai a casa, mio padre, falegname, si congratulò e se li intascò.
Tutti quanti. Potevo pensare di tenerne almeno 10.000? Neanche per sogno." (Giovanni Lodetti)


Dal sito www.pagine70.it - di Fabrizio Calzia - 26 agosto 2002

GIOVANNI LODETTI, L'ESCLUSO
Gli anni Settanta? Per qualcuno iniziarono nel peggiore dei modi: è il caso di Giovanni Lodetti, noto ai tifosi rossoneri come "Baslètta" per via del suo mento aguzzo, e apprezzato come "gregario" di Rivera nel Milan stellare degli anni Sessanta, quello che nel giro di sei anni fece sue due Coppe dei Campioni, una Coppa delle Coppe e una Coppa Intercontinentale (ricordate la finalissima-massacro contro gli argentini dell'Estudiantes?). Intendiamoci: definire Lodetti un gregario, sebbene in relazione al grande Gianni ("Forse il miglior giocatore italiano di tutti i tempi", commenta lo stesso Baslètta) può suonare un affronto. Vero che Lodetti aveva fiato da vendere, vero che in quel Milan fungeva da infaticabile raccordo fra difesa e centrocampo, vero che gli toccava marcare i migliori "numeri dieci" dell'epoca ("Mica uno scherzo: parliamo di Mazzola, di Haller, di Del Sol, Capello..."); vero anche, però, che i piedi di Baslètta erano buoni, eccome: precisi i suoi lanci, puntuali le sue incursioni sotto rete.



Un cursore tecnicamente dotato e con il vizio del gol, più volte Nazionale (17 presenze) con due reti all'attivo. Fino a quando...
"Anch'io facevo parte della spedizione di Messico '70. Non ero fra i titolari, però chissà, ai mondiali non si sa mai come girano le cose, e forse sarebbe capitato a me, anziché a Juliano, di giocare la finale con il Brasile..."
Invece? Ai mondiali non si sa mai come girano le cose, ed ecco l'infortunio, in ritiro, di Pietruzzo Anastasi, giovane rivelazione del calcio italiano, ottima tecnica (come dimenticare il suo grandissimo gol alla Jugoslavia nella finale degli Europei '68? Anastasi che riceve spalle alla porta, alza la sfera e in girata, dal limite dell'area, la scaglia imparabile nell'angolino alla destra di Pantelic), ottima tecnica e potenza da goleador. Morale: Anastasi viene rispedito a casa, al suo posto viene chiamata una punta. Già, ma chi? Boninsegna? Prati? Prati? Boninsegna? Quello è il mondiale della staffetta, l'indecisione sembra regnare sovrana. Così zio Uccio "decide" infine per entrambi: Prati più Boninsegna. "A quel punto ci ritrovammo in ventitrè" ricorda amaro Lodetti "e il sottoscritto fu rispedito a casa." Per la serie "piove sempre sul bagnato": i nazionali ai mondiali rimanevano "immuni" ai trasferimenti fino a torneo concluso, per non turbare la loro tranquillità. Tornato a casa, Lodetti si ritrovò automaticamente oggetto di mercato. "Non pensavo nemmeno lontanamente, tuttavia, alla possibilità di cambiare squadra." Di lì a breve, invece, Lodetti si ritrovò alla Sampdoria. "Erano altri tempi, non c'erano procuratori o che, allora la società era padrona del tuo cartellino." Manco a dirsi il colpo fu durissimo: "Mai mi sarei aspettata una cosa del genere, dopo tanti anni in rossonero: in più passare improvvisamente dalla lotta per lo scudetto a quella per non retrocedere fu uno shock."
Fra l'altro non era un vecchietto...
"Certo che no: avevo ventotto anni, e nonostante le mie sgroppate ero tutt'altro che scoppiato. Non mi spiegai mai quel trasferimento."
Come prese Genova?
"Voltai decisamente pagina, determinato a fare bene. Diversi fattori mi aiutarono, da subito. L'ambiente blucerchiato era bellissimo, sereno, rilassato, sia a livello societario, con il presidente Colantuoni, sia nella figura del mister, il grande Fuffo Bernardini. Per non parlare dei compagni: uno splendido gruppo di giovanissimi, fra i quali Marcello Lippi, Marco Rossinelli, ai quali mi venne chiesto di fare da chioccia. Là davanti, invece, era arrivato Luisito Suarez, un grandissimo campione, avversario in tanti derby e ora mio compagno. Bernardini mi trasmise subito una grande fiducia subito affidandomi la fascia da capitano. Fu importante per il mio morale."
Quella Sampdoria, però, aveva perennemente l'acqua alla gola...
"La salvezza arrivava sempre all'ultima giornata, ma arrivava. Non c'erano isterismi, tensioni, nè in squadra nè fra i tifosi. Per uno condannato a vincere sempre, come esigeva la piazza di San Siro, era strano e piacevole."
In maglia blucerchiata Lodetti disputerà quattro campionati, sempre con la fascia da capitano: trenta presenze su trenta nei primi tre anni, 27 nel 73-74.
"Saltai le ultime tre gare perchè, con la squadra ormai retrocessa, si volle dare spazio a qualche giovane."
Ricordi?
"Tanti, belli: l'ottavo posto nel 71-72 con Heriberto Herrera allenatore, la salvezza all'ultimo istante nel 72-73, con il gol di Loris Boni a Torino a tredici minuti dalla fine... Combine? Assolutamente! Il Toro aveva il dente avvelenato, l'anno prima aveva perso lo scudetto proprio a Marassi, quando annullarono il gol del 2-2 ad Agroppi... E poi i derby, il primo derby Sampdoria-Genoa, entrambe in serie A dopo tanti anni: domenica 25 novembre 1973, vincemmo 2-0. Fantastico!"
Certo il derby a San Siro era un'altra cosa...
"Molto più sentito quello di Genova! A Milano era una classica sfida fra due grandi, qui la stracittadina fra due realtà che si giocavano l'onore."
Nel novembre '74 l'addio e il trasferimento a Foggia. Eppure la Samp era stata ripescata in A per via di un illecito che condannò il Verona...
"Fu un brutto episodio. Era arrivato Corsini, che aveva fatto bene sulla panchina dell'Atalanta. Voleva la squadra baby, mi liquidò in quattro e quattr'otto, con poco rispetto."
E senza considerare che una squadra di ragazzini poteva necessitare di un uomo di esperienza...
"Lasciamo perdere..."
Che bilancio trae, Lodetti, di quegli anni Settanta, a Genova?
"Meraviglioso. Dell'ambiente ho detto, ma ho altri ricordi bellissimi: ad esempio delle gite in automobile, il lunedì, lungo la Riviera. C'era poco traffico, in primavera era stupendo..."
Genova però attraversava momenti particolari. Gli anni di piombo...
"Certo. Gli anni di piombo iniziarono proprio da Genova, con il rapimento del giudice Sossi. Ma noi calciatori eravamo privilegiati, come schermati."
Era un bene?
"Non lo so. Sta di fatto che vivevamo tranquilli."
Se potesse tornare indietro? Cosa direbbe alla gradinata Sud degli anni Settanta?
"Di mantenere quella spensieratezza, quella ingenuità che era propria di quegli anni, ancora intrisi di idealismo e ancora relativamente immuni dal consumismo e dal cinismo sfrenato degli ultimi tempi. Esistono dei valori che non possono prelevarsi col Bancomat, e su quelli occorre puntare."




Dal sito http://forum.clarence.com

PROFILI - GIOVANNI LODETTI
Una vita da mediano, al servizio di sua Maestà Gianni Rivera, monarca indiscusso del Milan. Generoso ed altruista oltre ogni limite, capace, lui come pochi, di sacrificarsi per la squadra. Giovanni Lodetti, classe 1942, può riconoscersi facilmente in questo "schizzo" calcistico...
Non c'è bisogno di una delle tante foto d'epoca o di rievocare il noto soprannome "Basletta" per recuperare la memoria dei suoi primi passi nel vivaio, del debutto in seria A (aprile 1962), dei chilometri percorsi a tutta birra per coprire le distanze fra reparto e reparto, rincorrere avversari e consegnare palloni sui piedi pregiati della compagnia di giro. Da mediano la vita è grama, quasi quanto gli stipendi, solo i premi partita abbattono le differenze: rare, infatti, le soddisfazioni personali, le interviste in televisione e, nel caso di Lodetti, rari anche i gol, ma buoni. Chi è in altre faccende affaccendato non può curarsi della ribalta. Puntuali sono invece i tradimenti, le incomprensioni. Patite, allora, con grande dignità dal giovanotto nel frattempo diventato uomo.
Il primo tradimento arrivò dalla Nazionale di Valcareggi che decise, prima di salpare per il mondiale messicano, di scaricare Lodetti dal gruppo. Il secondo giunse, a poche settimane di distanza, attraverso una telefonata inattesa e sbrigativa e fu la probabilmente una conseguenza di quella scelta. Una voce amica del Milan comunicò a Giovanni Lodetti, il maratoneta, l'avvenuta cessione alla Sampdoria. Il nostro conserverà per anni, mai attenuato neanche dal tempo, un certo risentimento nei confronti di Rocco che non ebbe il coraggio d'informarlo, di prepararlo all'evento. Giovanni cercò affetto e considerazione a Genova, dove si ritrovò al fianco di un antico rivale, Suarez e consumò una piccola vendetta personale: 117 le partite disputate, sempre ad alto livello. Continuò a correre per qualche anno. Ma non aveva più un monarca da servire e far brillare.




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La formazione rossonera per Milan vs Daring Bruxelles 2-0, Torneo di Viareggio 1963.
In piedi, da sinistra: Gasparini, Pecora, Mazzola, Santagostino, Casari, Bacchetta. Accosciati: Lombardo, Bravi, Dominici, Longo, Lodetti
(per gentile concessione di Mario Pecora)
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Giovanni Lodetti al Torneo di Viareggio 1963
con Mario Pecora
(per gentile concessione di Mario Pecora)



(Foto Archivio Luigi La Rocca) Stagione 1967-68 Cartolina autografata di Giovanni Lodetti





(da "Guerin Sportivo")



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(by Mirko Fogli)





(Archivio Magliarossonera.it)





(Archivio Magliarossonera.it)


(da "Forza Milan!")



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(Archivio Magliarossonera.it)


(per gentile concessione di Andrea Leva)



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Primi anni '60, Aristide Facchini e Giovanni Lodetti ad Asiago (VI) con le giovanili rossonere (cartolina fronte e retro)



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Permesso di soggiorno in Brasile per la finale di Coppa Intercontinentale 1963
(per gentile concessione di Ivano Piermarini)





Giovanni Lodetti stringe la mano a Rivera, 1963-64


(da "La Storia del Milan", vol. 2 - Forte Editore, 1987)



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Novembre 1964: Amarildo, Nils Liedholm e Giovanni Lodetti
(per gentile concessione di Massimo Cecchi)



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Giovanni Lodetti e Gianni Rivera
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Giovanni Lodetti e la sua Fiat 600, Anni '60



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Lodetti e Rivera in una pausa d'allenamento, stagione 1967-68
(per gentile concessione di Renato Orsingher)
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Giovanni Lodetti, stagione 1967-68
(per gentile concessione di Emanuele Pellegrini)



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Giovanni Lodetti, stagione 1967-68
(per gentile concessione di Alec Caprari)
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Cartolina di Giovanni Lodetti
(per gentile concessione di Beniamino Fiore)



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Cartolina autografata di Giovanni Lodetti, 1967-68
(by Vinicio Valente)
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Giovanni Lodetti, stagione 1968-69
(by Luigi La Rocca)



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Giovanni Lodetti e Luis Suarez,
amici per sempre...
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(by Ubaldo Bungaro)
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(by Mirko Fogli)


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Matematicamente neo-Campione d'Italia, il 15 aprile 1962 a Ferrara nell'ultima giornata di campionato, il Milan di Rocco
e Viani schiera tra i titolari un paio di riserve e un giovane centrocampista di belle speranze proveniente dal vivaio, immortalato
nella prima foto in un'incursione nell'area spallina. Al di là della vittoria milanista e delle reti di Altafini e Conti, uno degli episodi
da ricordare della carriera di Giovanni Lodetti, indimenticabile Campione di Sport



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E' nato Massimo Lodetti, 1968


Giovanni Lodetti con la moglie Rita ed il figlio Massimo, 1970



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Luglio 1970, Giovanni Lodetti con la moglie Rita ed il figlio
Massimo di 2 anni, vacanze a Lido di Camaiore (LU)
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Giovanni Lodetti con la moglie ed il figlio



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Giovanni Lodetti firma autografi, Anni Sessanta
(per gentile concessione di Daniele Bonesso)
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Dicembre 1971, Giovanni Lodetti con moglie e figlio
(da "La nostra Serie A negli Anni '70 - facebook)



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Un carissimo ricordo di Giovanni Lodetti e Bruno Mora ospiti al Milan Club Sant’Angelo "presieduto allora da mio papà"
(da parte di Fabio Senna, Presidente del Milan Club Sant’Angelo Lodigiano, 26 settembre 2023)



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Natale 1969, con la Coppa Intercontinentale da poco conquistata contro l'Estudiantes de la Plata. Franco Carraro, sua madre,
la vedova di Luigi Carraro alla sua destra, ed alla sua sinistra il Consigliere Igino Andrioli, il consigliere dr. Carlo Biotti,
Nereo Rocco, Gigi Bellocchio, Giovanni Lodetti, il Consigliere Avv. Luciano Colorni, il dr. Monti, il dr. Toni Bellocchio
(per gentile concessione di Antonella Bellocchio)



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"Basletta" Lodetti in allenamento all'Arena, 1968-69
(per gentile concessione di Daniele Bonesso)
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Giovanni Lodetti rispedito a casa dal Messico, causa un improvviso malore di Anastasi e successiva convocazione di Boninsegna



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11 ottobre 1970, Milan vs Sampdoria 3-1, Giovanni Lodetti contrasta Gianni Rivera
(foto ricevuta da Corrado Ori Tanzi, per gentile concessione di Marconi Productions s.r.l.)



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8 aprile 1973, Sampdoria vs Milan 1-4: Benetti e Lodetti premiati prima della partita, Buticchi saluta Colantuoni
(da "La nostra Serie A negli Anni '70")



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(Archivio "Gazzetta dello Sport")


Al rientro dal Messico, dopo l'esclusione
dalla rosa dei Mondiali, 1970
(da "Guerin Sportivo")




Figurina "Panini", 1972-73




(da "Radio MilanInter")



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Giovanni Lodetti capitano della Sampdoria 1974-75
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(Archivio Magliarossonera.it)



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Il Milan Vecchie Glorie fotografato all'Arena di Milano (fine Anni '80).
In piedi, da sinistra: Salvadore, Altafini, .... , Attilio Maldera, Belli, Sormani, Luigi Maldera, Santin, Prati.
Accosciati, da sinistra: Aldo Maldera, .... , Silvano Villa, Golin, Anquilletti, Danova, Lodetti, Zignoli
(per gentile concessione di Gianni Righetto)



dal web

GIOVANNI LODETTI, LO "SCUDIERO DI RIVERA" TRATTATO MALE
Proveniente dalle giovanili del Milan esordì in prima squadra nell'anno dell'ottavo scudetto, segnado la prima rete contro il Vicenza. Nato come mezz'ala "basletta"Lodetti (così detto per via del suo mento prolungato) rilevò nel ruolo Dino Sani, tornato nel 1964 in Brasile. Meno fosforo ma più polmoni da mettere a disposizione di Gianni Rivera, troppo impegnato a rifornire le punte in attacco. Assolse l'ingrato compito sempre con disciplina e umiltà come era nel suo stile. Mai una protesta o una polemica, anche quando lo facevano giocare fuori ruolo, come mediano o all'ala. In questo modo ha contribuito a tutte le vittorie milaniste degli anni '60, collezionando con il Milan 216 presenze e 16 reti in campionato. Forse la sua rete più bella la realizzò nel derby di andata del 1964 65 dove "scartò" il libero dell'Inter facendo secco Sarti con un tiro imprendibile. "Quel" libero era il compianto Armando Picchi che se la prese non poco per quel bellissimo gol. Anche in Nazionale seppe farsi valere indossando la maglia azzurra 17 volte fino ai mondiali di Messico 70, dove pure era tra i convocati. Giocando in altura i suoi polmoni sarebbero serviti certamente, ma il centravanti titolare Anastasi si fece male e Valcareggi stranamente convocò due giocatori, Prati e Boninsegna, invece di uno, escludendo proprio Lodetti. La decisione di Valcareggi risulta ancora più incomprensibile, se si pensa che Prati era infortunato alla caviglia tanto che non giocò neanche una partita. Perché escludere Lodetti per convocare un giocatore infortunato? Sarebbe bastato convocare il solo Boninsegna sano, e Lodetti sarebbe rimasto. È una delle idiozie calcistiche al pari dei sei minuti di Rivera nella finale di cui "zio Uccio" si rese responsabile in quel mondiale. In pratica la carriera azzurra e milanista di Lodetti finì li. Gli proposero come "premio di consolazione" un soggiorno ad Acapulco con moglie e figli per tutta la durata del mondiale, a spese della federazione, che lui sdegnosamente rifiutò. Ma il peggio arrivò al suo ritorno in Italia quando una fredda e secca telefonata della segretaria del Milan gli comunicò il suo passaggio alla Sampdoria. Non se lo sarebbe proprio aspettato. L'avevano sostituito con Romeo Benetti. Lui, lo "scudiero" di Rivera che aveva macinato per lui tanti chilometri in campo e che pure tanto aveva dato al Milan, riceveva il "benservito" senza neanche un preavviso. Neanche Rocco e Gianni si fecero sentire. Per il mite "blasetta" fu un vero e proprio "trauma" e niente fu più come prima. Alla Sampdoria trovò un Suarez ormai al tramonto per cui correre ancora, ma fu un'altra cosa. Il "colpo di grazia" arrivò anni dopo quando appese le scarpe al chiodo, con il patentino di allenatore di terza categoria , andò a chiedere al suo ex capitano, divenuto vicepresidente del Milan, di poter allenare le squadre giovanili del Milan, ma lui gli preferì "Ciarpina" Ferrario! Un "colpo basso" inaspettato che Gianni, a mio parere, poteva evitare a chi aveva contribuito a renderlo "grande" correndo anche per lui. Ma la riconoscenza nel calcio, ahimè, non è mai esistita, e mai esisterà.



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(Getty Images)
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Lodi, 2003: amichevole Vecchie Glorie, Giovanni Lodetti e Roberto Valentino
(per gentile concessione di Roberto Valentino)




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Sabato 29 maggio 2010, raduno dei calciatori rossoneri Anni Sessanta a Guastalla (RE).
Da sinistra, in piedi: Romano Guido Nimis, Federico Barbieri, Roberto Bertanza, Claudio Antonio Mantovani, Sergio Rapacchi,
Giovanni Cazzola, Nevio Scala, Luigi Scaricabarozzi, Angelo Mazzoni, Colombo Labate (di Magliarossonera.it), Luigi Maldera,
Mauro Ferrari, Rino Ceccardi, William Vecchi, Luciano Tessari, Luigi La Rocca, Mario Pecora, Giovanni Casari, Stefano Marcucci,
Ezio Santagostino, Giuseppe Italo Redaelli, Mauro Scaruffi, Eugenio Petrini, Roberto Stucchi, Bruno Bacchetta, Sergio Maddè,
Luciano Stefano Poppi, Enrico Prato, Ciro Iotti, Massimo Dancelli, Sergio Innocenti.
Accosciati: Sergio Gardini, Aldo Vidonis, Giovanni Cattai, Giovanni Paolo Lodetti, Dario Gon, Claudio Orlandini, Gianni Zagatti,
Amerigo Rotoni, Gino Pigozzi, Piero Fraccapani, Fausto Daolio, Paolo Barbacini, Ernesto Cassaghi, Mario Fantini, Mario Lucingoli
(grazie a Luigi La Rocca)
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Lodetti con Luisito Suarez
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Lodetti con Angelo Anquilletti
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Lodetti con Claudia Elena Rossi


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Lodetti con Claudia Elena Rossi
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Lodetti con Salvatore Di Sarno
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Lodetti con Salvatore Di Sarno


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Lodetti con Stefano Ravaglia
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(by Daniele Volpicelli)
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(by Luigi La Rocca)


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Lodetti con Emilio Bianchi
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Giovanni Lodetti e Davide Grassi
di "Milanisti 1899"
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Marzo 2012, Giovanni Lodetti, Kurt Hamrin, Saul Malatrasi e Gianni Rivera
(per gentile concessione di Gianni Righetto)



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(da AC Milan - facebook)


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(da AC Milan - facebook)
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(da "Sportweek" del 2 novembre 2019, grazie a Luigi La Rocca)



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Scheda di Giovanni Lodetti
(a cura di Fabrizio Schmid)





Clicca per ascoltare l'intervista

Maglia Rossonera incontra Giovanni Lodetti
23 gennaio 2017, Campo dell'Iris 1914, in Via Faraday a Milano
Giovanni Lodetti intervistato per Maglia Rossonera da Marco Giussani



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dal sito www.corriere.it
di Monica Colombo

GIOVANNI LODETTI È MORTO, HA VINTO TUTTO CON IL MILAN
Ha vinto tutto con la maglia rossonera accanto a Rivera, è stato campione d’Europa con l’Italia nel 1968. Poi la carriera da opinionista tv
Addio Basletta. È mancato oggi all’età di 81 anni Giovanni Lodetti, così soprannominato negli anni Sessanta per via del mento pronunciato. Gregario del Milan negli anni Sessanta, nato a Caselle Lurani tra le nebbie del lodigiano, è stato considerato il portatore d’acqua di Gianni Rivera. «Non è vero che correvo e basta, avevo anche dei piedi buoni» ha ripetuto negli anni il Giuan.
Cresciuto nelle giovanili agli ordini del Paron Nereo Rocco viene tesserato a 17 anni per la modica cifra di 100 mila lire e una dotazione di maglie. Il primo stipendio al Milan è di 160 mila lire. Vince con il Milan in un decennio leggendario due scudetti, due Coppe dei Campioni, una Coppa Intercontinentale, una Coppa delle Coppe e una Coppa Italia. Centrocampista più di lotta che di governo ma anche con il senso del gol. Saranno 26, in 288 presenze complessive. La leggenda narra che quando nel 1962 Rocco decise di farlo esordire con la maglia rossonera lo avvertì: «Senti Lodetti, oggi abbiamo deciso di diventare matti. Ti facciamo giocare. Poi arrangiati». Nel 1970 fu ceduto a sorpresa alla Sampdoria, mentre Romeo Benetti lo sostituì a Milanello. Foggia e Novara gli ultimi domicili sportivi.
Ha conquistato anche l’Europeo nel 1968 con l’Italia, competizione nella quale fu impiegato nella prima gara con la Jugoslavia. Ha poi lavorato nel campo della ceramica, prima di diventare opinionista televisivo, anche su Milan tv. Dove sennò? Ma sempre con ironia e con disincanto.
Un amore infinito il suo per il Milan, per tutti i suoi compagni di squadra e amici rossoneri. Ha corso e lottato, ha vinto e vissuto con la maglia della sua vita, il Lodetti. Alla signora Rita e al figlio Massimo le condoglianze più sentite e sincere per la perdita?
Il suo Milan oggi lo ricorda così: «Un amore infinito per tutti i suoi compagni di squadra e amici rossoneri. Ha corso e lottato, ha vinto e vissuto con la maglia della sua vita, il Lodetti. Alla signora Rita e al figlio Massimo le condoglianze più sentite e sincere per la perdita dell’inimitabile Giuanin, il nostro indimenticabile Basletta». Messaggio di cordoglio anche dalla Sampdoria: «Ciao Capitan...».




dal sito www.repubblica.it
di Furio Zara

GIOVANNI LODETTI È MORTO: CON IL MILAN VINSE TUTTO
Aveva 81 anni, in rossonero dal 1961 al 1970 conquistò due scudetti e due Coppe dei Campioni. Fu campione d’Europa con l’Italia nel 1968
Smilzo, due peli in testa già da giovane, l’aria malinconica da Capannelle de “I soliti ignoti”, la corsa a perdifiato come cifra esistenziale e ragione di vita. Era un mediano lotta continua, Giovanni Lodetti. Se n’è andato a 81 anni. Stava a Rivera come Sancho Panza a Don Chisciotte, un passo indietro, come Peppino con Totò. Scudiero, cavalier servente, magnifico sherpa.




dal sito www.sportmediaset.it
22 settembre 2023

CALCIO IN LUTTO: È MORTO GIOVANNI LODETTI, BANDIERA DEL MILAN ANNI '60
Se n'è andato a 81 anni lo storico centrocampista rossonero degli anni di Rivera e Rocco
Il mondo del calcio piange Giovanni Lodetti, l’ex centrocampista del Milan degli anni d'oro degli anni Sessanta. Nato a Caselle Lurani, provincia di Lodi il 10 agosto 1942, è stato considerato il gregario di Gianni Rivera, mentre in realtà, oltre a essere un ottimo mediano di interdizione di buone capacità atletiche (quello che oggi si definirebbe "box to box"), Lodetti era anche dotato tecnicamente. In carriera ha vinto tutto: 2 scudetti, 2 Coppe dei Campioni, 2 Coppe delle Coppe, una Coppa Intercontinentale e una Coppa Italia con la maglia del Milan, più un Europeo con l’azzurro della Nazionale nel 1968. Le nuove generazioni lo hanno conosciuto per le sue partecipazioni alle trasmissioni televisive locali.
Chi invece ha avuto la fortuna di conoscerlo personalmente ha avuto modo di trovarsi di fronte una persona straordinaria. Certo, quando qualcuno passa dall'altra parte diventa automatico esaltarne le doti umane. In questo caso, però, il luogo comune si sposa con la realtà. Quando qualcuno gli diceva che era molto più di un cursore, lui si illuminava e diceva (nel dialetto che riservava alle persone di cui si fidava): "Mi s'eri bun". E "bun" lo era davvero. Marcatore implacabile, sapeva proporsi quando aveva la palla grazie a una capacità di corsa invidiabile. In più leggeva il gioco come pochi. Sapeva trovare corridoi per i compagni e inserirsi in zona-gol. Altro che gregario. Ha vinto tanto ma non ha dimenticato due ingiustizie che lo hanno segnato. La prima ai Mondiali del '70 quando, dopo che Anastasi era stato costretto a lasciare la Nazionale, Valcareggi aveva convocato al suo posto due attaccanti, Boninsegna e Prati, decidendo di rinunciare al "Giuanin" costretto così a vedere l'avventura azzurra in Messico dal televisore. Pochi giorni dopo si ritrovò chiamato dal bar dello stabilimento balneare, dove stava passando le vacanze, per ricevere la comunicazione del Milan che era stato venduto alla Sampdoria. Raccontava quell'estate assurda più con amarezza che con rabbia, dando l'impressione di una persona che non sapeva portare rancore ma era incapace di dimenticare. Eppure ha continuato a tifare Milan, come faceva, senza recitare, nelle varie tv locali in cui commentava le partite.
Grande raccontatore di aneddoti (leggendario quello di quando i compagni della Samp lo mandarono a chiedere un giorno libero a Heriberto Herrera e si sentì dare del "cojon" dall'allenatore paraguaiano), il più bello in assoluto è di quando aveva già smesso di giocare. La voglia di calcio non gli era mai passata. O meglio, la voglia di continuare a dare calci al pallone su un prato verde (e chiunque l'abbia provato sa che poche cose al mondo sono più belle). Un giorno si presentò al parco di Trenno, a Milano, dove quotidianamente centinaia di innamorati di calcio disputavano partite solo per il gusto di giocare. Quella volta una delle due squadre aveva un giocatore in meno e chiesero a Lodetti di unirsi a loro, dando pochissima fiducia a uno che, ai loro occhi, sembrava un vecchietto. Lui giocò come sapeva e, nonostante la differenza d'età, era di un altro pianeta rispetto a tutti gli altri. Alla fine, compagni e avversari, lo avvicinarono per fargli i complimenti e chiedergli come si chiamasse. Lui rispose: "Mi chiamo Ceramica", dalla scritta che aveva sulla giacca a vento indossata quel giorno. Da allora gli appuntamenti al parco divennero frequenti, con i compagni che continuavano a chiamarlo Ceramica. Tutto finì la volta in cui un signore anziano, che stava portando in giro il cane, non lo riconobbe dicendogli: "Uè Lodetti, stè fee chì?", svelando a tutti la vera identità di Ceramica. Quando lo raccontava aggiungeva sempre: "Quelle sono state le mie partite più belle". Ciao Giuanin, grazie per la tua amicizia e per averci fatto vivere, con quei racconti, tutta la poesia di un mondo che non c'è più.




dal sito sport.sky.it

E' MORTO A 81 ANNI GIOVANNI LODETTI, LEGGENDA DEL MILAN DEGLI ANNI '60
Lutto per il Milan e per tutto il calcio italiano: è morto a 81 annni Giovanni Lodetti, una vera e propria leggenda del club. In maglia rossonera vinse due scudetti, una Coppa Italia, una Coppa delle Coppe ma soprattutto le prime due Coppe dei Campioni della storia del club, oltre a una Coppa delle Coppe. In Nazionale vinse l'Europeo del 1968. Contro il Verona minuto di silenzio e rossoneri con il lutto al braccio Lutto nel mondo del calcio: Giovanni Lodetti è morto a 81 anni. Ha fatto la storia del Milan, a centrocampo, suo habitat naturale. Arrivato giovanissimo in rossonero, le prime due Coppe dei Campioni della storia rossonera hanno visto protagonista proprio "Basletta", così era soprannominato, nella squadra mitica di Nereo Rocco. Una nella stagione 1962-63, la seconda nel 1968-69. L'anno prima la Coppa delle Coppe. Due gli scudetti conquistanti, nel 1961-62 e nel 1967-68, e una Coppa Italia nel 1966-67. E quella Coppa Intercontinentale entrata nella storia nel 1969. Ma non solo Milan, Lodetti è stato anche protagonista azzurro, vincendo il titolo europeo nel 1968. Negli anni è stato anche un apprezzato commentatore televisivo, specie nelle reti locali lombarde, con una simpatia e un modo di fare sempre bonario che lo hanno fatto amare da tutti gli appassionati di calcio. Contro il Verona a San Siro verrà rispettato un minuto di silenzio in sua memoria e i rossoneri giocheranno con il lutto al braccio
IL CORDOGLIO DEL MILAN: "UN AMORE INFINITO" - "Un amore infinito il suo per il Milan, per tutti i suoi compagni di squadra e amici rossoneri. Ha corso e lottato, ha vinto e vissuto con la maglia della sua vita, il Lodetti. Alla signora Rita e al figlio Massimo le condoglianze più sentite e sincere per la perdita dell'inimitabile Giuanin, il nostro indimenticabile Basletta"
IL CORDOGLIO DELLA SAMP: IN BLUCERCHIATO 132 PRESENZE - Cordoglio anche da parte della Sampdoria per la morte di Giovanni Lodetti. L'ex centrocampista - ricorda il sito del club genovese, collezionò 132 presenze con i blucerchiati tra il 1970 ed il 1974. Classe 1942, approdò a Genova dal Milan nel '70 in cambio di Romeo Benetti e 350 milioni di lire. Giocò ben 129 partite consecutive, buona parte della quali con la fascia da capitano




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(dal "Corriere dello Sport" del 23 settembre 2023 e "Gazzetta dello Sport" del 24 settembre 2023)



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(dal "Corriere della Sera" del 23 settembre 2023)



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VIDEO (da TikTok)



23 settembre 2023, Milan Vs H Verona 1-0: minuto di silenzio in memoria di Giovanni Lodetti
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Parma vs Sampdoria di domenica 24 settembre 2023: striscione del settore doriano in ricordo di Giovanni Lodetti




26 settembre 2023, esequie di Giovanni Lodetti a Caselle Lurani (LO)
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(da "Il Cittadino")
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(by Ubaldo Bungaro)
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(by Luigi La Rocca)
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(by Luigi La Rocca)
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(by Luigi La Rocca)
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(by Milan Club Sant’Angelo Lodigiano)
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(by Milan Club Sant’Angelo Lodigiano)
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(by Milan Club Sant’Angelo Lodigiano)




dal sito www.sportmediaset.it
26 settembre 2023

GIOVANNI LODETTI, GRANDE COMMOZIONE PER L'ULTIMO SALUTO
Franco Baresi e Filippo Galli in rappresentanza del Milan. In chiesa anche Gianfelice Facchetti, figlio dell'ex interista Giacinto
Grande commozione a Caselle Lurani, piccolo centro in provincia di Lodi, per l'ultimo saluto a Giovanni Lodetti, storico mediano del Milan e della Nazionale morto all'età di 81 anni. Oltre a parenti, amici e tifosi, alla cerimonia hanno preso parte anche Franco Baresi e Filippo Galli in rappresentanza del Milan. Il club rossonero ha voluto omaggiare l'ex centrocampista anche con un gonfalone e una corona di fiori. In chiesa anche Gianfelice Facchetti, figlio dell'ex interista Giacinto, a testimonianza del forte legame che univa suo padre a Lodetti.




dal sito www.ilcittadino.it
26 settembre 2023

A CASELLE LURANI L’ULTIMO SALUTO A LODETTI
Tanti parenti, amici, tifosi ed ex calciatori al funerale dell’ex centrocampista del Milan
«Sapeva donare a tutti il meglio di sé. Nel cuore aveva il desiderio che nessuno rimanesse indietro». Così don Gianfranco Pizzamiglio, parroco di Caselle Lurani, ha ricordato il grande Giovanni Lodetti nel giorno dell’ultimo saluto. Parenti, amici, colleghi, tifosi: una folla commosso ha partecipato oggi pomeriggio al funerale dell’ex centrocampista del Milan e della Nazionale, «una persona felice, sempre con il sorriso sulle labbra e che dato tutto non solo il campo ma soprattutto nella vita». Il vescovo di Lodi Maurizio Malvestiti ha mandato un messaggio letto prima dell’inizio delle esequie, ricordando l’alto profilo morale di Lodetti. Alla cerimonia, oltre a parenti e amici, erano presenti anche Franco Baresi e Filippo Galli in rappresentanza del Milan; il club ha voluto omaggiare “Giuanìn” anche con un gonfalone e una corona di fiori. Il K2 Caselle, la prima squadra di Lodetti, ha invece esposto una maglietta biancoblu con il numero 8. In chiesa anche diversi giornalisti di fede rossonera (Tiziano Crudeli, Mauro Suma, Luca Serafini, Franco Ordine) e Gianfelice Facchetti, figlio dell’ex interista Giacinto, a testimonianza del forte rapporto di amicizia che unica suo padre a Lodetti. «Giovanni è sempre rimasto legatissimo a Caselle – ha raccontato in chiusura il sindaco Davide Vighi -. E ha portato nel mondo i valori che caratterizzano la nostra gente».




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25 marzo 2024 - Ora che "Gino" Pelagalli ha raggiunto il suo amico "Giuan" Lodetti
saranno felici per sempre, come in questa bellissima immagine