Ricardo Izecson dos Santos Leite KAKA'
"Smoking Bianco"

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Scheda statistiche giocatore
  Ricardo Izecson dos Santos Leite KAKA'

Nato il 22.04.1982 a Gama (BRA)

Centrocampista (C), m 1.86, kg 82

Stagioni al Milan: 7, dal 2003-04 al 2008-09 e 2013-14

Soprannome: “Smoking Bianco”, “Ricky”, “Il Bambino d'Oro”

Proveniente dal San Paolo

Esordio nel Milan in gare amichevoli il 23.08.2003: Milan vs National Bucarest 1-1 (2-5 d.c.r.)

Esordio nel Milan in gare ufficiali e in Campionato (Serie A) l'01.09.2003: Ancona vs Milan 0-2

Ultima partita giocata con il Milan il 18.05.2014: Milan vs Sassuolo 2-1 (Campionato)

Totale presenze in gare ufficiali: 307

Reti segnate: 104

Palmares rossonero: 1 Supercoppa Europea (2007), 1 Scudetto (2004), 1 Supercoppa Italiana (2004), 1 Champions League (2007), 1 Mondiale per Club (2007), 1 Pallone d'Oro (2007), 1 FIFA World Player (2007), 1 Oscar del Calcio A.I.C. (2007)

Esordio in Nazionale Brasiliana: nel 2002

Ultima partita giocata in Nazionale Brasiliana: nel 2016

Totale presenze in Nazionale Brasiliana: 90

Reti segnate in Nazionale Brasiliana: 29

Palmares personale: 1 Supercampionato Paulista (2002, San Paolo), 1 Torneo Rio - San Paolo (2001 San Paolo), 1 Campionato del Mondo (Corea-Giappone 2002, Nazionale Brasiliana), 2 Confederations Cup (Germania 2005, Sudafrica 2009, Nazionale Brasiliana)




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Ha giocato anche con il San Paolo (A), il Real Madrid (A).

Un giovane molto promettente dalle grandi doti tecniche che si è già inserito bene nel gioco del Milan. E' questa la prima impressione che il brasiliano Kakà ha suscitato negli spettatori presenti a Cesena per il suo debutto con la maglia rossonera. Entrato nella ripresa contro il National di Bucarest ha subito creato scompiglio nelle file avversare grazie alla sua velocità, alla facilità mostrata nel dribbling e alle sue intuizioni che più di una volta hanno favorito i compagni per delle conclusioni a rete. A gran voce tutti i tifosi presenti hanno incitato il giovane brasiliano a segnare un gol: "Siam venuti fin qua per vedere segnare Kakà", ma quella di ieri era solo la prima partita del giovane brasiliano con la maglia del Milan, per il primo gol si può ancora attendere. Intanto Kakà può ritenersi soddisfatto degli entusiastici applausi che lo hanno accompagnato durante l'uscita dal campo al termine della partita e delle parole d'elogio ricevute dal Mister Ancelotti e dai compagni: "E' sicuramente un giocatore da Milan." (da www.acmilan.com, 28 agosto 2003)



Dal sito www.wikipedia.org

Dotato di ottima tecnica e visione di gioco, tra i suoi punti di forza spiccano la progressione palla al piede, che lo rende un eccellente contropiedista, e il dribbling, soprattutto in velocità. Giocatore completo, abile con entrambi i piedi, può giocare con profitto, oltre che nel ruolo a lui più congeniale di trequartista, anche come seconda punta, ruolo che ha più volte ricoperto nel Milan e in Nazionale, o come esterno destro. Realizza un buon numero di gol, benché non sia una prima punta, inserendosi tra i reparti e sfruttando il suo ottimo tiro dalla distanza. È anche un ottimo rigorista e uomo-assist.

SAN PAOLO
Figlio di un ingegnere civile, Bosco Izecson Pereira Leite, e di una professoressa di matematica, Simone Cristina dos Santos Leite, Kaká ha iniziato a giocare nel settore giovanile del San Paolo.
Al San Paolo lo hanno fatto allenare per irrobustirne il fisico che, gracile come era inizialmente, avrebbe potuto condizionare negativamente il giocatore e non fargli esprimere tutto il suo talento. Nell'ottobre 2000 è stato vittima di un incidente che ha rischiato di troncare bruscamente la sua carriera: ha sbattuto violentemente la testa sul fondo di una piscina e l'urto ha causato la frattura della sesta vertebra; solo per una circostanza fortunata ha scampato la paralisi. Kaká crede fermamente di essere stato graziato da Dio e per questo è nata la sua esultanza con le braccia tese al cielo e gli occhi rivolti verso l'alto.
Ha debuttato in prima squadra il 12 gennaio 2001, a 18 anni. Il 7 marzo, in San Paolo-Botafogo 2-1, finale del Torneo Rio-San Paolo, ha segnato una doppietta che ha consentito ai paulisti di vincere il trofeo per la prima volta nella loro storia. Nel 2001 ha giocato il suo primo campionato nazionale, totalizzando 27 partite e 12 gol, uno in meno del miglior marcatore del San Paolo, França.
Nell'anno successivo ha disputato un altro torneo Rio-San Paolo (8 reti e sconfitta in finale) e il campionato nazionale (22 partite, 9 gol).
Nel 2003 ha disputato il Campionato Paulista (10 presenze e 5 reti) e ha collezionato 10 partite e 2 gol nel campionato nazionale. In tutto con il San Paolo ha giocato 146 partite e segnato 58 gol.

MILAN
Nell'estate 2003 è stato acquistato dal Milan per 8,5 milioni di euro su segnalazione di Leonardo. Pochi giorni dopo i rossoneri hanno vinto la Supercoppa europea. Ha esordito in Serie A nella stagione 2003-2004 con la maglia numero 22, nella partita Ancona-Milan 0-2 del 1º settembre 2003. L'esordio nelle Competizioni UEFA per club è avvenuto, invece, il 16 settembre, nella partita di Champions League contro l'Ajax a San Siro. Il 5 ottobre 2003 ha segnato nel derby il suo primo gol in maglia rossonera, siglando la rete del 2-0. Nel suo primo anno in Italia si è rivelato l'asso nella manica della compagine rossonera, segnando 10 reti in campionato e contribuendo alla vittoria dello scudetto, e 4 in Champions League, dove il Milan è uscito ai quarti di finale contro il Deportivo La Coruña.
Nella stagione seguente, dopo la vittoria in agosto della Supercoppa Italiana, ha messo a segno 7 reti in campionato e 2 in Champions League, realizzando uno dei cinque rigori calciati dal Milan nella finale di Istanbul persa contro il Liverpool.
Nella stagione 2005-2006 si è confermato uno dei talenti più limpidi del calcio mondiale. In occasione della partita di esordio dei rossoneri in Champions League, Milan-Fenerbahçe 3-1 del 13 settembre 2005, ha realizzato un gol pregevole, segnato dopo aver vinto un contrasto e superato in velocità tre avversari prima di infilare il portiere con un rasoterra da distanza ravvicinata.
Nella stagione 2006-2007 Kaká ha continuato a rendersi autore di prestazioni positive. Il 2 novembre ha realizzato la sua seconda tripletta in maglia rossonera (dopo quella al Chievo dell'anno precedente e prima in Champions League), nella vittoria per 4-1 contro l'Anderlecht. Pregevole è stata soprattutto la terza rete, con un tiro scoccato da circa 25 metri a girare sotto l'incrocio. Nelle ultime due partite dell'anno ha realizzato una doppietta nel 3-0 del Milan contro il Catania a San Siro e un gol su rigore nel 3-0 dei rossoneri sul campo dell'Udinese. In Champions League ha continuato a segnare gol importanti: dopo aver contribuito in maniera decisiva alla qualificazione del Milan ai quarti di finale, realizzando nei tempi supplementari il gol del definitivo 1-0 contro il Celtic, si è ripetuto trasformando un calcio di rigore nei quarti di finale di andata contro il Bayern Monaco (2-2 il risultato finale). Nella semifinale di andata contro il Manchester United all'Old Trafford ha segnato una doppietta e si è ripetuto nella gara di ritorno, realizzando il primo gol nel 3-0 dei rossoneri. Il 23 maggio 2007, vincendo la finale di Atene contro il Liverpool, ha conquistato la sua prima Champions League. Pur non essendo stata per lui la prestazione migliore del torneo, è stato Kaká a guadagnare la punizione battuta da Andrea Pirlo sulla quale Filippo Inzaghi ha segnato il gol dell'1-0, ed è stato ancora lui a fornire allo stesso Inzaghi l'assist per il provvisorio 2-0. Alla fine del torneo è risultato capocannoniere della Champions League 2006-2007 con 10 gol.














Il 31 agosto 2007 ha vinto la sua seconda Supercoppa europea, questa volta da titolare, ribadendo in rete di testa il rigore parato da Palop e che lui stesso si era procurato: è stato il gol del definitivo 3-1 contro il Siviglia, dedicato ad Antonio Puerta, giocatore della squadra andalusa scomparso pochi giorni prima. Nell'esordio in campionato al Ferraris di Genova contro il Genoa Kaká ha realizzato una doppietta siglando la seconda e, su rigore, la terza rete, fissando il risultato finale sul 3-0.
Il 2 dicembre 2007 gli è stato consegnato, a Parigi, il Pallone d'oro 2007, vinto con 444 voti precedendo Cristiano Ronaldo (277) e Lionel Messi (255).
Il 16 dicembre 2007 ha vinto con il Milan la Coppa del Mondo per club, battendo il Boca Juniors per 4-2 in finale, dove Kaká ha siglato la rete del parziale 3-1. Il brasiliano è stato anche eletto miglior giocatore del torneo. Il giorno seguente ha ritirato a Zurigo il FIFA World Player, vinto con 1.047 preferenze precedendo Messi (504) e Cristiano Ronaldo (126).
Il 28 febbraio 2008 Kaká ha rinnovato il suo contratto con la società rossonera fino al 30 giugno 2013. Il 20 aprile 2008 ha segnato la sua seconda tripletta in campionato, terza con il Milan, contribuento al 5-1 finale contro la Reggina, realizzando due rigori e un gol con un tiro di piatto all'interno dell'area da posizione decentrata. Il 4 maggio 2008, segnado la seconda rete rossonera nel derby contro l'Inter, ha realizzato il suo 19° gol stagionale, eguagliando il proprio primato di marcature ottenuto nella stagione 2005-2006. Al termine della stagione, il 23 maggio 2008, si è operato al menisco del ginocchio sinistro per risolvere un problema che lo aveva costretto a saltare alcune gare con i rossoneri.
Nel gennaio 2009 il Manchester City ha avanzato un'offerta tra i 100 e 120 milioni di euro per l'acquisto del brasiliano, che è stata presa in considerazione dalla società rossonera, fatto che ha suscitato la proteste dei tifosi milanisti. Il 19 gennaio 2009, però, quando il passaggio di Kaká al club di Manchester sembrava già definito, il giocatore ha rifiutato l'offerta per rimanere in rossonero. Nella stessa stagione, però, le voci un possibile approdo di Kaká al Real Madrid da parte dei quotidiani spagnoli, in particolare Marca, sono state molto insistenti, ma in un'intervista pubblicata dalla Gazzetta dello Sport il 9 aprile 2009 il giocatore brasiliano ha smentito i giornali dichiarando di voler restare nel Milan a vita. Con il gol alla Fiorentina durante l'ultima giornata del campionato 2008-2009, ha messo a segno la sedicesima marcatura stagionale in Serie A e ha superato così il record personale dell'anno precedente (15 reti).

REAL MADRID
Nella notte tra l'8 e il 9 giugno 2009 è stato annunciato ufficialmente l'acquisto di Kaká da parte del Real Madrid per 67,2 milioni di euro (dei quali 64,5 al Milan e 2,7 al San Paolo per diritti di formazione). Il giocatore brasiliano ha firmato un contratto che lo legherà per 6 anni al club spagnolo, con un guadagno netto di 9 milioni di euro a stagione. È stato presentato allo stadio Santiago Bernabéu nella serata del 30 giugno 2009 e ha scelto di indossare la maglia numero 8, già utilizzata ai tempi del San Paolo. Ha esordito con i Blancos il 29 agosto 2009 in Real Madrid-Deportivo La Coruña 3-2, anticipo della prima giornata della Liga 2009-2010. Il 23 settembre 2009 ha segnato la sua prima rete con il Real Madrid, realizzando il calcio di rigore del definitivo 2-0 contro il Villarreal e il 21 febbraio 2010, sempre contro il Villarreal, ha realizzato la sua prima doppietta con i Blancos. Durante la stagione le presenze in campo e il rendimento di Kaká sono stati condizionati dalla pubalgia, a causa della quale il giocatore brasiliano si è dovuto sottoporre a specifiche cure mediche e svolgere un apposito lavoro di poteziamento fisico. Al termine della sua prima stagione in Spagna, il Real Madrid si è classificato al secondo posto nella Liga, alle spalle del Barcellona.
Il 5 agosto 2010 il Real Madrid ha annunciato che Kaká si è sottoposto ad un intervento al ginocchio sinistro per curare una lesione al menisco e che quindi sarebbe dovuto stare fermo per 4 mesi. Il giocatore brasiliano è tornato in campo il 3 gennaio 2011, a 240 giorni di distanza dall'ultima partita disputata con i Real Madrid, in occasione della gara di campionato esterna contro il Getafe, partita nella quale è subentrato a Benzema a 20 minuti dalla fine. Il 9 gennaio 2011, nella successiva gara di campionato contro il Villarreal, Kaká è tornato al gol con la maglia dei Blancos dopo 11 mesi dalla marcatura precedente, realizzando su assist di Cristiano Ronaldo la propria prima rete stagionale che ha fissato il punteggio finale sul 4-2 in favore del Real Madrid. Ha terminato la stagione 2010-2011 con 14 presenze e 7 gol nella Liga, conclusa ancora al secondo posto alle spalle del Barcellona, e vincendo la Coppa del Re dopo aver battuto in finale proprio i catalani.
Nella stagione successiva Kaká ha continuato a trovare poco spazio tra i titolari, ma nella Liga è riuscito comunque a collezionare 27 presenze e 5 gol, contribuendo alla conquista del titolo da parte del Real. In Champions League, invece, Kaká ha disputato 8 gare segnando 3 gol e la squadra di Mourinho si è fermata alle semifinali contro il Bayern Monaco, dove è stata sconfitta per 3-1 ai rigori con Cristiano Ronaldo, lo stesso Kaká e Sergio Ramos che hanno sbagliato il proprio tiro dal dischetto.
Nell'annata 2012-2013 ha giocato complessivamente 27 partite, andando in gol in 5 occasioni.
In totale con il Real Madrid in quattro anni ha giocato 120 partite e segnato 29 gol.
Ha esordito con i Blancos il 29 agosto 2009 in Real Madrid-Deportivo La Coruña 3-2, anticipo della prima giornata della Liga 2009-2010. Il 23 settembre 2009 ha segnato la sua prima rete con il Real Madrid, realizzando il calcio di rigore del definitivo 2-0 contro il Villarreal.

RITORNO AL MILAN
Nella notte tra il 1º e il 2 settembre 2013 l'amministratore delegato del Milan Adriano Galliani, volato a Madrid, dopo aver trovato l'accordo con i Blancos, è riuscito a trovare anche quello con Kaká che è tornato così dopo quattro anni al Milan a titolo definitivo, firmando un contratto biennale fino al 30 giugno 2015. Il giocatore brasiliano ha scelto di riprendere la maglia numero 22 che aveva nella precedente esperienza in rossonero ed è stato nominato vice capitano della squadra. È tornato in campo con la casacca milanista il 14 settembre seguente, in occasione della gara in trasferta all'Olimpico contro il Torino, pareggiata per 2-2. Dopo la partita gli è stata riscontrata una lesione all'adduttore sinistro a seguito della quale il giocatore ha deciso di rinunciare allo stipendio per tutto il periodo in cui è stato indisponibile. Il 30 ottobre 2013, nel corso della partita casalinga valevole per la 10ª giornata di campionato e pareggiata per 1-1 contro la Lazio, ha segnato il suo primo gol stagionale, mentre il 23 novembre seguente durante la partita contro il Genoa, data la squalifica di Riccardo Montolivo, ha indossato per la prima volta in gare ufficiali la fascia di capitano del Milan. Il 26 novembre 2013 ha segnato il primo gol in Champions League dopo il suo ritorno al Milan, ha infatti siglato la prima rete del 3-0 esterno ai danni del Celtic durante la fase a gironi. Il 6 gennaio 2014 Kaká ha raggiunto quota 100 gol con la maglia del Milan grazie alla prima delle due reti realizzate nella vittoria a San Siro per 3-0 contro l'Atalanta diventando così il decimo giocatore nella storia rossonera a raggiungere (e superare) tale traguardo. Inoltre quella segnata da Kaká è stata anche la prima doppietta siglata dal brasiliano dopo essere tornato a giocare con la squadra milanese. Il 29 marzo 2014, a San Siro contro il Chievo, ha disputato la trecentesima partita con la maglia rossonera; nel corso della gara Kaká è stato schierato come capitano e ha anche segnato una doppietta nella vittoria per 3-0.

NAZIONALE
Kaká ha esordito con la Nazionale brasiliana il 31 gennaio 2002 in Brasile-Bolivia 6-0. In maglia verdeoro ha disputato 68 partite e segnato 23 reti. A queste se ne aggiungono 10 con 7 gol nell'Under-23, con cui ha raggiunto la finale della Gold Cup 2003, e 5 partite con una rete nel Mondiale Under-20 del 2001.
Ha vinto i Mondiali 2002, giocando solo uno spezzone di Costa Rica-Brasile 2-5, ultima partita della fase a gironi. Nella prima partita del Brasile ai Mondiali 2006 Kaká ha segnato un gol con un pregevole tiro dalla distanza, rete che ha permesso ai brasiliani di battere la Croazia. Il Brasile è stato eliminato ai quarti di finale dalla Francia.
Dopo il Mondiale, il 3 settembre 2006, si è esibito in una giocata di alto tasso tecnico. Nell'amichevole Argentina-Brasile, partita in cui è stato autore di due assist, ha segnato uno dei gol più belli della propria carriera. Rubata palla a Messi, è partito palla al piede in prossimità del cerchio di centrocampo, si è involato verso l'area argentina, vanamente inseguito dallo stesso Messi, e ha infine depositato il pallone in rete con un preciso rasoterra dopo aver dribblato Gabriel Milito.
Nel giugno 2007 ha inviato una lettera alla Federcalcio brasiliana chiedendo di non essere convocato dal CT Dunga per la Coppa America 2007 svoltasi in Venezuela. Ha giustificato questa richiesta con la necessità di prendere un periodo di riposo, giacché nelle ultime tre stagioni era stato costantemente impegnato con la Nazionale e il Milan.
Il 17 ottobre 2007, dopo sette anni di assenza, il Brasile è ritornato a giocare al Maracanã battendo per 5-0 l'Ecuador, con Kaká autore di una doppietta. Il 15 ottobre 2008, prima della partita di qualificazione ai Mondiali 2010 Brasile-Colombia, Kaká ha lasciato il calco dei suoi piedi nella Hall of Fame del Maracanã.
Nel giugno 2009 ha contribuito al successo della propria Nazionale nella Confederations Cup segnando due gol, entrambi nella prima partita della fase a gironi contro l'Egitto vinta per 4-3. Al termine di tale competizione è stato premiato dalla FIFA quale miglior giocatore.




Dal sito www.fantasticokaka.it

KAKA' è un centrocampista offensivo arrivato al Milan nell'estate del 2003 promettendo di "combinare la fantasia brasiliana con la disciplina tattica del calcio europeo". Generoso e in possesso di grande fantasia, è abile nel passaggio e dotato di un gran tiro. Kaká è nato a Brasilia il 22 aprile 1982, ma già da piccolo si è trasferito a San Paolo, nel quartiere residenziale. La storia di Kaká non è la solita favola del ragazzino che mangia riso e fagioli con qualche dramma familiare alle spalle. Il contrario. La famiglia appartiene alla media borghesia. Il padre di Kaká è un ingegnere civile, il signor Bosco Izecson Pereira Leite, mentre la mamma Simone Cristina dos Santos Leite è una professoressa. Non hanno avuto problemi nel mettere insieme il pranzo con la cena, anzi da ragazzo Kaká si poteva permettere anche qualche maglietta firmata ed alcuni videogame all'avanguardia di Morumbissesso. E siccome nelle giovanili del San Paolo con lui c'erano tanti ragazzi poveri, spesso dopo l'allenamento tutta la garotada (espressione brasiliana che indica un gruppo di adolescenti festosamente rumorosi) andava a casa Leite a fare merenda: 1400 metri a piedi per sgranocchiare le ciambelle di mamma Simone Cristina di grande fantasia, è abile nel passaggio e dotato di un gran tiro". Forse proprio per queste origini borghesi, in Brasile non hanno mai avuto certezze sul suo futuro. Di buon carattere e famiglia solidissima, crede alle tradizione ed è religiosissimo. Kaká è sicuro di essere stato graziato da Dio quando nell'ottobre del 2000 ebbe un incidente che avrebbe potuto lasciarlo paralizzato. Kaká batte infatti la testa sul fondo di una piscina e si ruppe una vertebra del collo.
Da allora, ogni volta che segna una rete, mentre la gente lo acclama e i compagni gli si buttano addosso, si ricorda di quel momento e alza gli occhi al cielo. Nel gennaio del 2001 la squadra juniores del San Paolo fu protagonista della Coppa San Paolo di calcio giovanile, l'equivalente del Torneo di Viareggio. Ma Kaká era in panchina, non giocava mai. Il 7 marzo dello stesso anno, la prima squadra del San Paolo giocava contro il Botafogo la finale della Copa Rio-Sao Pãulo, torneo che non aveva mai vinto.
Al 14' del secondo tempo l'allenatore Oswaldo Alvarez lo mise in campo al posto di Fabiano scatenando la reazione scandalizzata dei commentatori radiotelevisivi: "Incredibile! Alvarez està louco, Alvarez è pazzo, ha buttato in campo una riserva delle giovanili". Quel giorno Kaká segnò 2 gol in poco più di 2 minuti, regalando il trofeo alla sua squadra. E Oswaldo ricorda quel giorno con il sorriso sulle labbra: "La gente non sapeva che Kaká arrivava da una lunga convalescenza. Nel 2000 si era rotto la sesta vertebra sbagliando un tuffo in piscina in un parco acquatico. Ma io sapevo che era fortissimo". Quei 2 gol non bastarono per convincere tutti.
Non ci credevano tanto, se è vero che nei quarti di finale del campionato brasiliano del 2001 contro l'Atletico Paranaense, dopo essere stato inseguito per tutto il campo dal randellatore Cocito, costrinse il suo allenatore a sostituirlo al 39' del primo tempo. Kaká uscì piangendo a dirotto e la critica lo stroncò: "E' bello da vedere, ma non può giocare partite importanti". Quelle lacrime disperate lo resero ancora più simpatico alle ragazzine, che in Brasile in questi anni hanno fondato numerosissimi fan club dedicati a lui. Troppo bello per essere vero dicevano. L'unico che ha sempre creduto in lui è Carlos Alberto Parreira. Lo affrontò la prima volta e gli fece i complimenti, lo affronto la seconda volta e disse: "Quel Kaká diventerà un fenomeno" ...






(dal "Corriere dello Sport" e dalla "Gazzetta dello Sport")





(dalla "Gazzetta dello Sport")



Dal sito www.tgcom.it

IL RAGAZZO CHE SI TOCCA IL CUORE
L'esplosione di Kakà nel trionfo Milan
"Un giocatore con un nome così, in Italia non può giocare". Con queste parole Luciano Moggi, l'indiscusso re del mercato, aveva commentato l'ingaggio da parte del Milan di Ricardo Izecson Santos Leite, meglio conosciuto con il nome di Kakà, prelevato dal San Paolo per circa 9 milioni di euro. Per il giocatore contratto quinquennale da 1,6 mln di euro. Mai previsione fu più errata da parte del dg bianconero. Nella chiusura dell'affare c'è stato anche lo zampino dell'Adidas, sponsor tecnico del Milan: l'azienda tedesca aveva deciso di puntare forte sul ragazzo, intravedendo notevoli qualità. Sin dal suo arrivo, dopo la metà di agosto, il 22enne brasiliano non ha avuto difficoltà a integrarsi: già ad Ancona, alla prima giornata, prese per mano la squadra e la portò alla vittoria. Fisico longilineo e potente (183 cm per 73 kg di peso), le sue accelerazioni hanno da subito stupito tutti. Tecnico e compagni di squadra per primi, che non si aspettavano un impatto così devastante in una realtà completamente nuova. Altro che "saudade", la nostalgia che colpisce i brasiliani lontani da casa. Kakà sembra nato a pochi metri da Via Turati, sede del Milan. Trequartista classico, ha anche un ottimo feeling con il gol, grazie a un tiro da fuori area molto potente e preciso: 10 gol in campionato e 4 in Champions League non sono un caso.
In breve tempo il ragazzino nato a Brasilia, la città dei bianchi per eccellenza del Brasile, ha bruciato le tappe, facendo impazzire i tifosi rossoneri. Oscurato Rui Costa, depositario del ruolo di trequartista fino alla scorsa stagione, ha "costretto" l'illustre connazionale Rivaldo a fare le valige: per l'ex Pallone d'Oro del 1999 non c'era nemmeno più posto sul pullman rossonero. Anche con la Seleçao, con la quale è diventato campione del mondo nel 2002, Kakà è diventato un perno insostituibile, mettendo in ombra Rivaldo. Nel corso della stagione le sue magie hanno dato quel valore aggiunto alla squadra che era mancato l'anno scorso, quando Shevchenko e compagni cedettero di schianto nel finale, dopo un ottimo girone d'andata. Gol pesantissimi, come ad Empoli, Siena e nel derby di ritorno contro l'Inter, quelli che Rui Costa non è riuscito a fare in tre anni di Milan.
E pensare che inizialmente sembrava potesse essere destinato a un prestito per farsi le ossa: Kakà le ossa, invece che farsele, le ha "rotte" agli avversari, ubriacati dalle sue serpentine e progressioni. I paragoni illustri si sono subito sprecati (Platini, Cerezo, Zico), ma il ragazzo ha sempre tenuto la testa sulle spalle, continuando con grande dedizione nel suo lavoro. A Milanello ha trovato anche compagni molto disponibili, con i quali non ha faticato ad ambientarsi. I connazionali Cafù, Dida e Leonardo (che fa parte del quadro dirigenziale) lo hanno aiutato ad inserirsi nel campionato più difficile del mondo. Anche i più grandi stranieri della storia, Platini e Zidane su tutti, hanno avuto difficoltà di ambientamento, ma Kakà no. Come quando Ronaldo arrivò all'Inter e segnò 24 gol al primo anno. Da un Fenomeno all'altro il passo è breve, basta cambiare sponda del Naviglio.
Kaká è un centrocampista offensivo arrivato al Milan nell'estate del 2003 promettendo di "combinare la fantasia brasiliana con la disciplina tattica del calcio europeo". Generoso e in possesso di grande fantasia, è abile nel passaggio e dotato di un gran tiro. Kaká è nato a Brasilia il 22 aprile 1982, ma già da piccolo si è trasferito a San Paolo, nel quartiere residenziale di Morumbi. La storia di Kaká non è la solita favola del ragazzino che mangia riso e fagioli con qualche dramma familiare alle spalle.
Il contrario. La famiglia appartiene alla media borghesia. Il padre di Kaká è un ingegnere civile, il signor Bosco Izecson Pereira Leite, mentre la mamma Simone Cristina dos Santos Leite è una professoressa. Non hanno avuto problemi nel mettere insieme il prano con la cena, anzi da ragazzo Kaká si poteva permettere anche qualche maglietta firmata ed alcuni videogame all'avanguardia. E siccome nelle giovanili del San Paolo con lui c'erano tanti ragazzi poveri, spesso dopo l'allenamento tutta la garotada (espressione brasiliana che indica un gruppo di adolescenti festosamente rumorosi) andava a casa Leite a fare merenda: 1400 metri a piedi per sgranocchiare le ciambelle di mamma Simone Cristina. Forse proprio per queste origini borghesi, in Brasile non hanno mai avuto certezze sul suo futuro. Di buon carattere e famiglia solidissima, crede alle tradizione ed è religiosissimo. Kaká è sicuro di essere stato graziato da Dio quando nell'ottobre del 2000 ebbe un incidente che avrebbe potuto lasciarlo paralizzato. Kaká batte infatti la testa sul fondo di una piscina e si ruppe una vertebra del collo. Da allora, ogni volta che segna una rete, mentre la gente lo acclama e i compagni gli si buttano addosso, si ricorda di quel momento e alza gli occhi al cielo.
Nel gennaio del 2001 la squadra juniores del San Paolo fu protagonista della Coppa San Paolo di calcio giovanile, l'equivalente del Torneo di Viareggio. Ma Kaká era in panchina, non giocava mai. Il 7 marzo dello stesso anno, la prima squadra del San Paolo giocava contro il Botafogo la finale della Copa Rio-Sao Pãulo, torneo che non aveva mai vinto. Al 14' del secondo tempo l'allenatore Oswaldo Alvarez lo mise in campo al posto di Fabiano scatenando la reazione scandalizzata dei commentatori radiotelevisivi: "Incredibile! Alvarez està louco, Alvarez è pazzo, ha buttato in campo una riserva delle giovanili". Quel giorno Kaká segnò 2 gol in poco più di 2 minuti, regalando il trofeo alla sua squadra. E Oswaldo ricorda quel giorno con il sorriso sulle labbra: "La gente non sapeva che Kaká arrivava da una lunga convalescenza. Nel 2000 si era rotto la sesta vertebra sbagliando un tuffo in piscina in un parco acquatico. Ma io sapevo che era fortissimo". Quei 2 gol non bastarono per convincere tutti. Non ci credevano tanto, se è vero che nei quarti di finale del campionato brasiliano del 2001 contro l'Atletico Paranaense, dopo essere stato inseguito per tutto il campo dal randellatore Cocito, costrinse il suo allenatore a sostituirlo al 39' del primo tempo. Kaká uscì piangendo a dirotto e la critica lo stroncò: "E' bello da vedere, ma non può giocare partite importanti". Quelle lacrime disperate lo resero ancora più simpatico alle ragazzine, che in Brasile in questi anni hanno fondato numerosissimi fan club dedicati a lui. Troppo bello per essere vero dicevano.
L'unico che ha sempre creduto in lui è Carlos Alberto Parreira. Lo affrontò la prima volta e gli fece i complimenti, lo affronto la seconda volta e disse: "Quel Kaká diventerà un fenomeno".. Kaká è un prodotto del vivaio del São Paulo FC, squadra con la quale ha vinto diversi titoli giovanili, tra cui 1 Campionato paulista. E' diventato titolare nella stagione 2000 e nella stagione successiva ha vinto il Supercampionato paulista.





Dal sito www.acmilan.com
25 gennaio 2005

RICARDO IZECSON DOS SANTOS LEITE OSCAR KAKA'
C'è qualcosa di nuovo nella serie di nomi di Kakà. Qualcosa in più. Oscar. Da ieri Kakà è il miglior giocatore del campionato italiano del 2004, sia in senso assoluto che fra gli stranieri. Due dei cinque Oscar del calcio rossoneri, battezzati da un sorridente Adriano Galliani presente all'Auditorium di Milano, portano il nome di Riccardino. Il fuoriclasse brasiliano aveva chiuso il 2003 con la magia di Empoli, ma ha iniziato l'anno successivo con l'iperbole casalinga contro la Reggina e ha proseguito a suon di gol pesanti la marcia per lo scudetto.
Poi, a inizio stagione, poco dopo il raduno estivo, qualche problema di carattere fisico rapidamente superato. Fin qui, da metà settembre in poi, sul conto corrente di Kakà sono depositati 11 assist, 6 gol, purtroppo anche 2 pali ma c'è tempo per rettificare e aggiustare di qualche millimetro la mira, oltre ad una crescita di carattere tattico sotto gli occhi di tutti. "Gioca più nella squadra e per la squadra, è giovane ed è in continua evoluzione. Sono contentissimo di lui, ancor più dell'anno scorso", sono le recentissime parole di Carlo Ancelotti su Kakà.
A proposito del tecnico campione d'Italia, per lui una bella soddisfazione l'Oscar come miglior allenatore. Si riferisce allo scudetto, ma vale per tutto questo periodo costellato anche dalla Champions League, così come dalla Supercoppa Europea, la coppa Italia e la Supercoppa Italiana. C'è qualcosa di importante nell'aria anche per Paolo Maldini che poche ore dopo la fine della settimana dei 20 anni, brucia sul filo di lana i suoi compagni di squadra Stam e Nesta come miglior difensore. La soddisfazione di Sheva per il primo gol dell'anno all'Olimpico contro la Roma rientra fra le gratificazioni più belle per il campione ucraino già primo per i giurati di France Football e sul podio al Fifa World Player. Il primo posto di Andriy è stato deciso dal pubblico con migliaia di sms. Gli Oscar del calcio Aic hanno visto invece la partecipazione dei giocatori di Serie A che hanno votato i loro colleghi. Il Milan ha fatto il pieno, non solo di primi posti, ma anche di nomination con Dida alle spalle di Buffon nella graduatoria dei portieri, Maldini e Sheva entrati anche fra i primi tre nelle graduatorie Miglior italiano e Miglior straniero, oltre ai già citati Nesta e Stam fra i difensori.





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23 dicembre 2005

IL MATRIMONIO DI RICARDO KAKA'
La Chiesa evangelica Renascer em Cristo di San Paolo è stata scelta da Kaká, per coronare a 23 anni il sogno d'amore con la giovane Caroline Celico, 18 anni.
Cerimonia blindata a San Paolo con 600 selezionatissimi invitati fra cui la Seleçao quasi al completo, i compagni di club Clarence Seedorf (sposato con una brasiliana) e Serginho, e il prefetto di San Paolo (e sfidante alle presidenziali di Lula) José Serra.
A officiare il matrimonio i fondatori della Chiesa evangelica rinata in Cristo, Estevam e Sonia Hernandes, famosi in Brasile per la trasmissione in diretta delle loro cerimonie.
Per presentarsi all'altare, accompagnato dalle melodie di un coro gospel, il centrocampista rossonero ha scelto un elegantissimo abito firmato Giorgio Armani. L'abito di Caroline invece è uscito dall'atelier di Christian Dior, griffe che nel Paese è rappresentata proprio dalla madre della sposa.
Il coro in chiesa ha cantato una canzone appositamente scritta da Kaká, per sua moglie, secondo un ospite che ha chiesto di non essere identificato.
Grande gioia per la coppia che ha festeggiato fino a notte fonda, secondo la classica tradizione brasiliana.
Diogo Kotscho, addetto-stampa ed amico dello sposo, ha assicurato che per le convinzioni religiose della coppia la cerimonia prevista per le 19 è stata concepita in modo semplice, ma intenso, con lettura di brani della Bibbia e un accompagnamento corale del gruppo gospel Renascer Praise di cui fa parte anche Caroline.
"I giornali di cronaca rosa", ha aggiunto Kotscho, "sulla scia degli scenografici matrimoni fra Ronaldo e Daniela (Ciccarelli) e fra l'unica erede degli Onassis, Atina, e il campione olimpico brasiliano di ippica Doda, hanno creato false aspettative. Tutto è stato invece pensato in un quadro di massima semplicità".
La madre della sposa, Rosangela Lyra, rappresentante di Christian Dior in Brasile, avrebbe voluto spalancare le porte della cerimonia alla stampa, ma alla fine è prevalsa la volontà della coppia di mantenere i rappresentanti di giornali e media radiotelevisivi lontano dall'edificio religioso e poi dall'hotel Hyatt dove si svolgerà il ricevimento post-matrimoniale.
La notizia del matrimonio di Kaká è stata accolta con sentimenti contrastati dalle migliaia di fans che il calciatore ha in molte parti del mondo.
Contrarie all'abbandono da parte del calciatore della sua condizione di scapolo d'oro le ammiratrici raccolte in Orkut, un frequentatissimo sito on-line, e che hanno creato addirittura una comunità virtuale intitolata Kakà non può sposarsi!, e che ha scritto nella sua pagina di copertina: "23 dicembre, Ricardo Izecson do Santos Leite, il nostro Kaká si sposerà con Caroline; per la disperazione di tutte le fans".
Al termine della cerimonia religiosa i novelli sposi, i familiari e gli invitati, avevano in programma di trasferirsi per la cena allo Hyatt di San Paolo, dove erano in bella mostra i regali scelti nella lista preparata presso l'esclusivo negozio Daslu, e che potevano avere un valore fra 25 e oltre 7.000 euro.
Caroline, che finora ha vissuto la sua love story fra mille difficoltà ed a distanza per i suoi impegni scolastici, si trasferirà ora a Milano, dove frequenterà un corso universitario, ancora da scegliere, ma per il quale non avrà difficoltà visto che domina perfettamente l'italiano.




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12 settembre 2006 - di Gaetano De Stefano

KAKÀ: "IO LEADER DEL MILAN"
E' l'obiettivo del fuoriclasse alla vigilia dell'esordio in Champions contro l'Aek: "La mia responsabilità cresce ogni anno: piano piano sono pronto a prendermela tutta"
MILANO - Penalizzato in Italia, ma pronto a ribadire il suo ruolo di protagonista in Europa. Il Milan domani sera a San Siro inaugura la kermesse personale in Champions League, dopo il preliminare vinto, e bene, contro la Stella Rossa di Belgrado. Ricomincia dall'Aek, che i rossoneri affronteranno di nuovo il 21 novembre ad Atene. Chiaro l'intento: abituarsi al clima della capitale greca che ospiterà la finale il 23 maggio 2007. Impresa difficilissima, perché le pretendenti al trono sono tante. Servirà soprattutto un leader. In una squadra zeppa di autentiche star. Ricardo Kakà non se lo è fatto ripetere due volte e lancia il suo proclama da Milan Channell: "Voglio diventare l'uomo squadra del Milan".
Un obiettivo ambizioso che riconsegna definitivamente il fuoriclasse al Milan dopo un'estate di tormenti. "Sarebbe una grande soddisfazione, perché un leader ogni anno prende responsabilitá diverse e non si spaventa davanti al loro peso. C'è più soddisfazione. Il grande giocatore fa giocare bene la squadra, è il tuo supporto al gioco che fa la differenza per la squadra. Sono belle anche la giocata singola, il gol, l'azione individuale, ma nella mia mente c'è che tutto questo non serve se alla fine della partita il risultato non è positivo". Kaká, insomma, ritiene che si iniziato per lui la stagione della maturazione: "Piano piano comincio a interpretare la partita più velocemente, a sentirla appena scendiamo in Sento che la maturazione sta arrivando e che la mia responsabilità nel Milan cresce ogni anno: io piano piano sono pronto a prendermela tutta. Sono cose che si imparano col tempo e io sto ancora imparando".
Tornando ai rossoneri e all'Aek, Carlo Ancelotti mette le mani avanti, diffidando delle formazioni cosiddette piccole. "Aek, Anderlecht e Lilla sicuramente sono squadre poco conosciute a livello europeo, ma proprio perché le conosciamo poco possono risultare delle sorprese. E poi solitamente le squadre italiane entrano in condizione un po' più tardi". Occhio ai greci, quindi. Spiega Ancelotti: "Sono molto veloce e ricalcano il calcio spagnolo: hanno due terzini che spingono molto sulle fasce e rappresentano il pericolo principale. Giocheranno con la stessa impostazione offensiva che ha avuto la Lazio e, considerando le difficoltà che abbiamo avuto domenica, dovremmo fare più attenzione". La formazione? Il tecnico parla già di turnover, e abbandona la pretattica per dichiarare: "Quelli che hanno giocato domenica sono tutti recuperati. Oliveira ha 30-40 minuti nelle gambe e non è detto che non possa giocare dall'inizio per un tempo, mentre Gilardino è fisicamente pronto". Ipotizzare quindi l'intoccabile Inzaghi al fianco del brasiliano di San Paolo non è azzardato.




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2 dicembre 2007

KAKÀ, IL PALLONE D'ORO È TUO. "VOGLIO IMITARE VAN BASTEN"
Il brasiliano del Milan premiato negli studi di Tf1: "È un'emozione grande. Vorrei imitare Van Basten, Platini e Crujiff e vincerne tre. Con il Milan". Alle 18 si affaccerà dal balcone della sede Bwin in piazza Duomo
PARIGI - Kakà ha ricevuto negli studi televisivi dell'emittente francese Tf1 il Pallone d'oro 2007. A premiare il brasiliano del Milan Gerard Ernault, direttore della rivista che organizza il premio targato France Football. Kakà, arrivato direttamente da Milano dove ieri sera è stato protagonista della sfida contro la Juventus, ha raccolto 444 voti precedendo nella classifica stilata dai giornalisti europei Cristiano Ronaldo (277 voti) e Messi (255). Al quinto posto il primo italiano, compagno di squadra di Kakà nel Milan, Andrea Pirlo, al decimo posto Francesco Totti.
"PENSO GIA' AL SECONDO" - "È un'emozione grande, un giorno speciale per me e tutti i tifosi rossoneri. Grazie a tutti", le prime parole di Kakà al momento della consegna del Pallone d'Oro a Parigi. Poi, l'ex "bambino d'oro si è sciolto, ammettendo: "È stata una bella sorpresa, ma per essere onesti un pò me l'aspettavo. È il premio più importante che un giocatore possa vincere e spero di poter tornare qui altre volte. Cercherò di vincere il secondo il più presto possibile. Ho guardato l'albo d'oro. Platini, Crujiff e van Basten hanno vinto tre volte, è un record. È un exploit straordinario che vorrei realizzare, ma al momento è solo un sogno". Kakà ripercorre con orgoglio il suo 2007. "Per me e il Milan è stato un anno storico, ma c'è ancora un mese per chiudere molto bene. Ho molte immagini in mente, ma il momento più bello è quello in cui puoi alzare la coppa al cielo: lì ti rendi conto che è veramente tua. Non c'è nessuna sensazione più forte di quella che ti dà la vittoria, soprattutto nella finale di Champions League". Le dediche: "La prima è a Dio, che mi ha dato questo dono. Poi ringrazio la mia famiglia, il Milan, i tifosi rossoneri e quelli brasiliani. Credo di aver vinto la prova più importante della stagione diventando capocannoniere della Champions League. È stata questa la differenza con gli altri. La Champions è stata fondamentale. Cristiano Ronaldo è stato eliminato proprio dal Milan in semifinale. Se non avessi affrontato il Liverpool in finale e non avessi vinto il titolo, non sarei stato scelto dalla giuria di France Football. La chiave è stata quella, giocare in una squadre che ha vinto".
BANDIERA MILAN - Poi un messaggio d'amore verso il Milan. "Ho sempre detto che voglio diventare una bandiera, voglio diventare il capitano di questa squadra e penso che la persona migliore da cui imparare questa cosa sia Paolo Maldini, che ha giocato tutta la vita nella stessa squadra e ha vinto tantissimo. Io ho appena cominciato la mia carriera, sto vincendo e lui può essere il punto di riferimento più vicino a noi, che siamo dei giocatori vincenti. Le risposte sul mio futuro hanno creato un po' di casino. Ho sempre detto che voglio diventare la bandiera e il capitano di questa squadra. Voglio rimanere al Milan a lungo. Adesso voglio vincere il Mondiale in Giappone. Lo scudetto? Non è impossibile, però ogni partita che non vinciamo siamo più lontani da questo sogno. Dipende solo da noi, siamo lontani dall'Inter però dobbiamo giocare ancora due volte contro di loro e questo ci può aiutare ad avvicinarci a loro".
SUBITO A MILANO - Kakà tornerà a Milano nel pomeriggio e alle 18 mostrerà il premio a tutti i tifosi rossoneri affacciandosi dal balcone della nuova sede Bwin in Piazza Duomo.
OTTAVO ROSSONERO - Kakà è l'ottavo Pallone d'oro nella storia del Milan. Prima di lui avevano vinto il prestigioso premio altri cinque giocatori rossoneri: Gianni Rivera (1969), Ruud Gullit (1987), Marco van Basten (1988, 1989 e 1992), George Weah (1995) e Andriy Shevchenko (2004). Nella speciale classifica il Milan raggiunge a quota otto la Juventus, rappresentata da Omar Sivori (1961), Paolo Rossi (1982), Michel Platini (1983, 1984 e 1985), Roberto Baggio (1993), Zinedine Zidane (1998) e Pavel Nedved (2003). Seguono Real Madrid e Barcellona con sei, Bayern Monaco con cinque (la classifica tiene conto della società cui apparteneva il giocatore al momento della consegna del premio).


2 dicembre 2007
GALLIANI: "KAKÀ RESTERÀ CON NOI"
"Avviso ai naviganti: Kakà resta al Milan". Subito dopo la consegna del pallone d'oro l'a.d. rossonero Adriano Galliani blinda ancora di più il brasiliano e lancia un messaggio al Real Madrid e a tutti i pretendenti del giocatore. "È un giorno bellissimo per il Milan che nella storia ha vinto tante volte questo riconoscimento. Ha vinto Rivera, poi Shevchenko per tre anni e adesso Kakà". La squadra intanto stamattina ha fatto lavoro di scarico dopo il match con la Juve. I giocatori scesi in campo ieri sera contro la Juventus hanno sostenuto l'intera seduta all'interno della palestra. Il resto del gruppo ha iniziato la fase del riscaldamento sul campo centrale del centro sportivo sostenendo il classico torello seguito da alcuni esercizi di stretching. A seguire i giocatori sono stati impegnati dal Mister Carlo Ancelotti in una serie di esercitazioni tecnico tattiche. La seduta si è conclusa con una partitella cinque contro cinque che ha visto schierati in campo da una parte Inzaghi, Bonera, Gourcuff, Cafu e Billy Costacurta contro Simic, Maldini, Favalli, Pato ed Emerson. Dida, Kalac e Fiori hanno lavorato a parte. Domani è in programma una seduta di rifinitura alle 15.30 in vista dell'impegno di Champions League di martedì sera contro il Celtic.




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17 dicembre 2007 - di Alessandro Franchetti

UN'ALTRA CORONA PER KAKÀ. "MOLTO PIÙ DI UN SOGNO"
Il brasiliano ha ricevuto a Zurigo il Fifa World Player 2007: ha preceduto Messi e Cristiano Ronaldo. "E' una serata speciale per me. Da bambino sognavo solo di diventare un calciatore del San Paolo. Dio ci dà molto di più di quello che pensiamo o vogliamo"
MILANO - Il giro del mondo di Kakà, cominciato con la Champions conquistata ad Atene il 23 maggio, si è concluso questa sera a Zurigo dove, griffato Armani, ha ricevuto dalle mani di Sepp Blatter il "Fifa World Player", ultimo premio di un 2007 da incorniciare. Il tutto dopo aver fatto razzia di premi in Giappone - coppa del Mondo e premio come miglior giocatore della finale - e festeggiato con il resto della banda il successo contro il Boca Juniors. Mica male per un ragazzo di 25 anni.
EMOZIONATO - "È una serata speciale per me", le prime parole di Ricardo Kakà, scelto grazie alle preferenze espresse da c.t. e capitani delle nazionali. "Quando ero giovane sognavo solo di diventare un calciatore professionista per il San Paolo - dice - Ma alle volte Dio ci dà molto di più di quello che pensiamo o vogliamo ed è questo il mio caso".
NUOVO CICLO - Emozionato lo era già nella conferenza stampa di Zurigo che precede il Galà. Quasi sorpreso: il 2 dicembre il Pallone d'oro, adesso il riconoscimento della Fifa. "Siamo tutti giovani. Questo vuol dire che il calcio ha aperto un nuovo ciclo", ha dichiarato Kakà, 25 anni, riferendosi a Lionel Messi, 20, e Cristiano Ronaldo, 22, rispettivamente secondo e terzo.
ORA IL DERBY - Il fuoriclasse del Milan ha poi parlato del derby di domenica: "Quello contro l'Inter è l'ultimo match dell'anno e abbiamo una grande opportunità per recuperare punti in classifica ai nerazzurri". Quindi ha lanciato la sua sfida per la caccia ai primi quattro posto della classifica: "Per giocare il Mondiale per club abbiamo saltato tre partite. Vincendo anche queste abbiamo la possibilità di recuperare molti punti nei confronti del gruppo di testa".
GRAZIE MILAN - Faccia stanca e assonnata, Kakà non può fare a meno di ringraziare il Milan: "Non esiste un grande giocatore senza un grande squadra. Se le mie prestazioni sono state ottime lo devo soprattutto ai miei compagni che mi hanno messo nelle condizioni di rendere al meglio. A Tokyo è stata la vittoria del Milan, non la vittoria di Kakà. E noi tutti siamo felicissimi per questo successo che ci ha portato in cima al mondo. Ogni prestazione individuale è il risultato del lavoro della squadra. I premi individuali nel calcio non esistono. Anche in Champions League non sarei riuscito a fare niente se non avessi giocato in una squadra così forte".
NO ALLA LIGA - Inevitabili le domande su un suo possibile salto nella Liga. Educata la risposta di Ricardo: "Il calcio spagnolo è uno dei più attraenti d'Europa. Ci sono grandi squadre e grandi campioni, ma io gioco nel Milan e sono ben felice di questo e credo che sarà difficile che io vada a giocare in Spagna. Ho avuto la possibilità di andare a giocare nella Liga e l'ho già rifiutata: sto troppo bene al Milan". Milan che, ricorda Kakà, è stato fondamentale nella sua crescita di uomo e di calciatore: "Fin da piccolo avevo dei sogni. Come per esempio quello di vincere la Champions League e molti altri titoli. Sinceramente non credevo che i miei sogni si sarebbero avverati così velocemente. Giocare nel Milan è stato fondamentale per la mia esperienza. Sono arrivato a Milano giovanissimo e il Milan mi ha aiutato in tutto. Anche a vincere perché questo club aiuta a vincere".
UNICO - Kakà infila anche un piccolo record e diventa il giocatore che ha conquistato più trofei in un anno. E, già che c'è, si iscrive nell'elite dei calciatori capaci di centrare la doppietta Pallone d'oro-Fifa World Player. Prima del brasiliano ci erano riusciti in nove: Ronaldo (2 volte), Van Basten, Baggio, Weah, Zidane, Rivaldo, Figo, Ronaldinho e Cannavaro, la scorsa stagione.
RIVALI - Insomma, il 2007 è tutto suo, ma tra un anno, vista l'agguerritissima concorrenza, confermarsi non sarà certo una passeggiata. I nomi degli anti-Kakà sono noti: da Messi e Cristiano Ronaldo, rispettivamente secondo e terzo in questa edizione del Fifa World Player, a Zlatan Ibrahimovic per arrivare fino ad Andrea Pirlo, già quinto nella classifica del Pallone d'oro. Tocca, quindi, darsi parecchio da fare. E possibilmente con l'aiuto del Milan.




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16 gennaio 2009

MAN CITY, ALZATA LA POSTA IN GIOCO PER KAKÀ
Kaka' esaminera' lunedi' la proposta del Manchester City. Lo scrive il Times che parla di un rialzo dell'offerta a 150 milioni di euro. Dopo il rifiuto del giocatore, sostiene il quotidiano, la proprieta' araba del City ha ritoccato la quota da dividere tra il Milan (120 milioni di euro) e gli agenti incaricati di negoziare il trasferimento. Kaka' pretenderebbe una clausola che gli permetta di lasciare il City nel 2010 se non si sara' qualificato per la Champions League.




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18 gennaio 2009

IL CITY SMENTISCE OFFERTA DI 100 MLN PER KAKÀ
"Assolutamente ridicole": questo il secco commento con il quale Sheikh Mansour bin Zayed Al Nahyan ha liquidato le indiscrezioni sull'offerta da 100 milioni di euro per Kakà. Pur confermando la trattativa in corso, e la ferma volontà di portare il talento brasiliano a Manchester, il proprietario del City ha smentito con due parole inequivocabili i termini economici dell'offerta: nè 100 milioni di euro al Milan, nè 500mila euro a settimana per l'ingaggio a Kakà. Dopo dieci giorni di speculazioni di mercato, i consiglieri dell'emiro di Abu Dabi si sono fatti sentire per sottolineare all'Observer che l'offerta dei Citizens è più vicina ai 50 e non 100 milioni di euro. "Queste cifre sono assolutamente ridicole oltrechè irrealistiche - ha dichiarato una fonte vicina a Sheikh Mansour -. Kakà ha un valore di mercato simile a quello dei precedenti Miglior Calciatori Fifa". Esplicito il riferimento a Luis Figo e Zinedine Zidane, acquistati dal Real Madrid rispettivamente per 38 e 46 milioni di euro. "Cento milioni di sterline, o euro, sono assolutamente cifre ridicole. Nell'attuale congiuntura economica come è possibile garantire uno stipendio di 500mila euro alla settimana? Non abbiamo ancora parlato con il giocatore, è solo uno presente nella lista di calciatori che ci ha presentato Mark Hughes. Non dimenticate che il presidente del Manchester City è un uomo intelligente, non butta via i soldi. E Gary Cook (direttore generale del club) ha lavorato alla Nike e sa tutto di diriti legati alla proprietà intellettuale", fanno sapere dal Palazzo Reale di Abu Dabi.




19 gennaio 2009
La protesta dei tifosi contro la possibile partenza di Kakà verso il Manchester City



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7 aprile 2009

GALLIANI GIURA: "NON SI VENDE KAKA'"
Adriano Galliani è sicuro, Kakà non si vende. Alla notizia - data da Marca - che il Real Madrid avrebbe già un accordo sulla base di sessanta milioni per il trasferimento del brasiliano, l'amministratore delegato del Milan ha risposto così: "Abbiamo fondato insieme il G14, c'è un rapporto che va al di là del calcio. Quindi non voglio polemizzare con Florentino, anche perché sono tranquillo. Perez non è stato ancora eletto presidente del Real e non può prendere alcun impegno. Con nessuno. Comunque sono certo che se un giorno Florentino volesse acquistare Kakà verrebbe direttamente da me, senza fare altri giri. Perciò sono tranquillo. Kakà è incedibile per il Milan e Florentino se ne convincerà".




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16 maggio 2009

BOSCO LEITE: "NESSUN ACCORDO CON IL REAL, KAKÀ È LEGATO AL MILAN"
Il padre procuratore di Kakà smentisce le voci provenienti dalla Spagna
Al contrario di ciò che è stato divulgato oggi su alcuni organi di informazione, in particolare provenienti dalla Spagna, Bosco Leite, padre e legale rappresentante di Ricardo Kakà (27), comunica che il numero 22 rossonero non ha firmato nessun contratto con la squadra capitolina: "Non c'è nessun accordo con il Real Madrid, e non costituisce verità l'affermazione secondo cui il giocatore ha già firmato un contratto con il club spagnolo -si legge sul sito ufficiale del Milan-. Kakà è sempre concentrato sulle ultime partite della stagione ed è sempre molto legato al Milan. Qualunque informazione sulla carriera dell'atleta è da considerarsi credibile e ufficiale, solo se avviene attraverso il suo legale rappresentante o attraverso il Milan. Qualsiasi altra fonte di infomazione è da considerarsi inattendibile".




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2 giugno 2009

KAKA': "LO DICO PER L'ULTIMA VOLTA, VOGLIO RESTARE. HO SCELTO IL MILAN"
Comincia con un sospiro. Poi, il tono di voce si alza di scatto. E diventa quasi un urlo: "Lo dico per l'ultima volta. L'ultima. Io non voglio andare via dal Milan. Vi prego, in questo periodo preferisco stare in silenzio perché non voglio essere male interpretato. O, peggio ancora, strumentalizzato. Ai milioni di tifosi rossoneri dico che la mia scelta l'ho fatta. Ho detto che voglio restare. Lasciatemi tranquillo, per favore". Queste le parole riportate dalla Gazzetta al momento del decollo dell'aereo che porterà Ricardo Kakà in Brasile.




4 giugno 2009
La protesta dei tifosi in Via Turati sotto la sede del Milan: Kakà verso il Real Madrid



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9 giugno 2009

KAKA': IL COMUNICATO UFFICIALE DELL'A.C.MILAN
MILANO - Dalla prossima stagione Kakà giocherà nel Real Madrid. L'A.C. Milan ringrazia l'uomo Kakà e il grande campione Kakà per il suo contributo decisivo alle tante vittorie conseguite nei sei anni del suo impegno rossonero. La perdita tecnica, pur grave, potrà essere colmata. Sarà invece molto difficile riempire il vuoto che lascerà l'uomo Kakà, fulgido esempio di serietà, di impegno e di professionalità. L'A.C. Milan, interpretando i voti dei dirigenti, dei giocatori e dei sostenitori rossoneri, formula a lui i più cordiali ed affettuosi auguri per il proseguimento della sua carriera sportiva




Dal sito www.gazzetta.it
9 giugno 2009

KAKÀ È DEL REAL MADRID. CONTRATTO DI SEI ANNI
Le edizioni on line dei quotidiani spagnoli hanno dato l'annuncio della firma poco dopo mezzanotte, poi anche i siti dei club hanno ufficializzato la notizia. Dopo le 2 italiane la prima conferenza: "Mi sarebbe piaciuto restare, ma la crisi ha imposto questa scelta"
RECIFE (Brasile) - Mancava solo l'annuncio ufficiale. E' arrivato. Poco dopo la mezzanotte, il presidente del Real Madrid, Florentino Perez, ha annunciato che Kakà è un giocatore delle merengues. Ormai nessuno più credeva alla possibilità di un colpo di scena dopo che nel pomeriggio il giocatore brasiliano aveva sostenuto le visite mediche, nel ritiro della Nazionale brasiliana a Recife. A mezzanotte il sito online del quotidiano As e quello di Marca hanno riportato la conferma del presidente del Real Madrid, Florentino Perez: "Sì, Kakà ha firmato per sei stagioni". Poi è arrivato anche l'annuncio del sito del Real Madrid e quello del Milan. Kakà è stato ceduto per una cifra probabile di 65 milioni di euro: firmerà un contratto di sei anni per 9 milioni netti a stagione.
VISITE MEDICHE - Il brasiliano si era sottoposto con esito postivo ai test fisici con i medici del Real Madrid che lo avevano raggiunto a Recife, dove si trova in ritiro con la Seleçao. Kakà si era sottoposto alle visite davanti a uno staff medico guidato dal responsabile sanitario del Real Madrid, Juan Carlos Hernandez, che per due ore ha visitato il giocatore nella clinica Ipork della località carioca di Recife, di cui è proprietario Romeu Krause.
Ad accompagnare Kakà, il padre e procuratore legale Bosco Leite."Sono un amico di Runco, il medico della nazionale brasiliana - aveva confermato al sito globoesporte.com l'ortopedico Romeu Krause - e sono venuti a fare una valutazione globale di Kakà, che ha in corso una trattativa con il Real. I colleghi spagnoli sono qui per trasmettere a Madrid i risultati dei test" .
LA CONFERENZA - Dopo le 21 brasiliane, le 2 di notte in Italia, Kakà ha pronunciato le sue prime parole da giocatore del Real. "Auguro al Milan di vincere lo scudetto. E anche tutto il resto.... No, tutto, tutto no. La Champions proverò a vincerla con il Real Madrid". Ricky Kakà prova a sorridere. Ma l'impresa è disperata. E' la notte dell'addio al Milan. Al calcio italiano. "So che i tifosi rossoneri sono tristi. Loro piangono, io piango. Al Milan devo tutto. Mi ha portato in Europa, mi ha costruito intorno un progetto calcistico e mi ha aiutato a diventare il numero 1 al mondo. Con il Milan ho conquistato il pallone d'Oro. Con la società rossonera finisce un rapporto professionale ma continua un rapporto sentimentale".
So che i tifosi rossoneri piangono. Anch'io piango

- Perché si è arrivati a questo divorzio?
"Nel mondo stanno succedendo gravi cose dal punto di vista economico. La crisi ha colpito le imprese. E il Milan è un'impresa calcistica. I soldi del mio trasferimento possono aiutare la società rossonera a superare questo momento di difficoltà e a costruire un futuro ancora più importante".

- E il Real?
"E' un club leggendario. Quando mi è stata proposta la possibilità di andare al Real ho subito accettato. E' una bella sfida. Un'altra porta che si apre. So benissimo che quando sono arrivato al Milan nessuno mi chiedeva niente di speciale. Al Real dovrò fare qualcosa di speciale".

- Il presidente Florentino Perez le ha proposto di indossare la maglia numero 5, quella di Zidane.
"Ci penserò. Zidane è stato un campione. Ha fatto la storia del Real Madrid. Pure io voglio contribuire a vincere qualcosa di importante. Il presidente Perez mi ha illustrato un progetto ambizioso. Ma nel Real ci sono già tanti campioni. Penso a Raul, a Casillas".

- Il sogno dei madrileni è strappare la Champions al Barcellona.
"Ci proveremo. Certo che il Barcellona ha dimostrato di essere un grande club. C'é quel Messi...".

- Quando è partito dall'Italia quale era la sua idea?
"Di restare al Milan. Però, sia chiaro, il Real non è stata solo una scelta economica. Il Real mi piace".

- A chi lascia la sua eredità in maglia rossonera?
"A Pato. E' l'uomo giusto per il presente e per il futuro. Ma nel Milan non lascio solo campioni. Lascio anche tanti amici. Penso a Gattuso, a Nesta, a Seedorf, a Ronaldinho. Alcuni di loro mi hanno aiutato a diventare Kakà".

- E Leonardo?
"Dimostrerà di essere un grande allenatore".

- Un pensiero alla società rossonera.
"Con Berlusconi ho avuto un ottimo rapporto e con Galliani c'é sempre stata chiarezza e onestà. Insieme, a esempio, abbiamo deciso l'inverno scorso di far cadere l'ipotesi Manchester City".

- Ha firmato un contratto per sei anni.
"Il tempo per entrare nella storia del Real e magari per vincere il mondiale in Brasile nel 2014".




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9 giugno 2009

KAKÀ E IL MILAN: SEI ANNI DI TRIONFI
Dallo sbarco nel 2003 alle vittorie a raffica in rossonero, che ne hanno fatto l'idolo della tifoseria. Poi a gennaio il primo assalto del Manchester City. E infine l'addio
MILANO - Era sbarcato in Italia con la faccia da adolescente e la valigia piena di biglietti portafortuna scritti dai parenti, sei anni dopo Kakà saluta il Milan. Con la stessa faccia da bravo ragazzo e la valigia che ora è piena di trofei. Al Real Madrid sarà l'erede di Zinedine Zidane. Finchè ci fosse stata condivisione di obiettivi con il club di via Turati, o la società lo avesse messo sul mercato, nessun addio avrebbe avuto senso. Kakà, 27 anni ad aprile, lo ha ripetuto come un mantra, decine e decine di volte negli ultimi mesi. Le due condizioni si sono concretizzate, e una trattativa piuttosto rapida ha messo d'accordo tutti: il Milan, il Real, il brasiliano e il suo papà-procuratore, Bosco Leite, che tratta un prima persona gli interessi del figlio. Lo aveva fatto anche a gennaio, quando il Manchester City dello sceicco Mansour mise sul tavolo una cifra da capogiro. Ma non un progetto altamente competitivo, quale invece aveva già prospettato Perez. Anche per questo pare sia maturato il grande rifiuto al City. Non solo per la fedeltà che il fantasista sbandierò con la sua maglietta rossonera dalla finestra di casa per la gioia dei tifosi in ansia assiepati sotto. Era solo questione di tempo.
GRAN FINALE - Forse Kakà già sapeva che quella di Firenze sarebbe stata la 270ª e ultima partita con la maglia rossonera e che quel piatto destro con cui ha restituito la Champions ai compagni, sarebbe stato il suo 95° e ultimo gol. Semplice, ma importante, come la sua prima rete, dopo 46' del suo primo derby. Su cross di Gattuso, solissimo, di testa mise la palla alla destra di Toldo: un paio di mesi ed era già l'idolo del popolo rossonero. I suoi dieci gol nella stagione del debutto sono importanti per la vittoria dello scudetto 2004, a cui seguono una Supercoppa e la cocente delusione nella finale di Champions persa nel 2005 a Istanbul contro il Liverpool. L'anno dopo lui illumina, ma il Milan ancora non lo segue, come capita invece nel 2006/07, la stagione della consacrazione. Guida i suoi alla Champions, con 10 gol nel torneo (capocannoniere), tre nella semifinale con il Manchester United; e ad Atene in finale, pur senza reti, è trascinatore contro il Liverpool. Incamerata anche la Supercoppa Europea, a fine 2007, nelle sue mani finiscono il pallone d'oro, il Fifa World Player, e subito dopo la coppa del Mondo per club.
L'ADDIO - È l'ultimo dei suoi cinque trofei, e in questi anni di digiuno le offerte si sono fatte sempre più pressanti. Su Kakà piombano Real Madrid e Chelsea. Nel luglio 2006 ci avevano provato entrambi, offrendo rispettivamente 70 e 100 milioni, ma senza troppa convinzione. Un anno dopo dalla Spagna ci riprovano, ancora invano. A inizio 2008 arriva il prolungamento del contratto fino al 2013, seguito dall'assalto più pericoloso: in estate il Chelsea rilancia fino a 150 milioni, ma resta tutto sulla carta. Più concreta è l'iniziativa del Manchester City, che riesce a riunire al tavolo il Milan e il giocatore. "I soldi non sono tutto", sorride il campione annunciando il gran rifiuto. I tifosi si illudono di una dichiarazione d'amore eterno. E anche Berlusconi annuncia a chiare lettere che "Kakà è incedibile". Ma, inutile dirlo, nel calcio le parole valgono poco. Così ora Kakà indosserà un'altra maglia, nel suo conto in banca finirà uno stipendio (circa 9 milioni) diciottomila volte superiore ai 500 euro che incassava 19enne al San Paolo, e il Milan ripianerà il rosso di bilancio.




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Il ritorno al Milan di Kakà
(dalla "Gazzetta dello Sport" del 2 settembre 2013)



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2 settembre 2013, Kakà arriva all'aeroporto di Linate e poi saluta i tifosi dal balcone della sede del Milan
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