Ha giocato anche con l'Internazionale (A), l'Udinese (A), la Roma (A), il Genoa (A).
E' stato Direttore Sportivo del Genoa (A e B), Responsabile dell'area tecnica del Piacenza (A), e commentatore sportivo televisivo per la Rai.
"Nasce e cresce calcisticamente nel vivaio rossonero fino a fare il suo esordio in prima squadra che avviene nella stagione '75-76. Fulvio Collovati (nato a Teor, in provincia di Udine, il 9 maggio 1957) è il primo vero stopper capace di non far rimpiangere Roberto Rosato. Quasi a dispetto del suo ruolo di difensore Collovati possiede grandi qualità tecniche ed è molto forte nel gioco aereo. Nel Milan gioca complessivamente 7 stagioni totalizzando 198 presenze ufficiali e 8 gol e vincendo 1 Coppa Italia e 1 Scudetto (quello della "stella"). E con il Milan, prima di essere ceduto all'Inter, raggiunge la nazionale maggiore con la quale nel 1982 diviene campione del mondo in Spagna." (Da "1899-1999. Un secolo rossonero", di Carlo Fontanelli, Geo Edizioni 2000)
"Difensore puntuale ed elegante, eccelle nella marcatura a uomo, ed infonde sicurezza al reparto arretrato. Positivo nell'anticipo e nello stacco di testa, è giovane titolare nello scudetto della Stella, ma anche capitano della stagione della retrocessione, al termine della quale passa all'Inter." (Da La Grande Storia del Milan, Gazsport 2005)
Dal sito www.wikipedia.org
CLUB
Cresciuto nelle giovanili del Milan, esordì in Serie A con i rossoneri nella stagione 1976/1977, in cui scese in campo 11 volte e conquistò la Coppa Italia. Nella stagione seguente giocò con più regolarità (25 presenze, 1 goal) ma la consacrazione definitiva avenne nell'annata 1978/1979 dove disputò 27 partite contribuendo allo scudetto della stella.
Fu una delle poche gioie che Collovati ebbe con questa squadra: al termine della stagione 1979/1980 infatti il Milan venne condannato alla retrocessione in Serie B per illecito sportivo. A differenza di altri giocatori, Collovati preferì sostenere il club anche nella serie cadetta e giocò 36 partite segnando due reti. Subito risalito nella massima categoria, il Milan retrocedette immediatamente in maniera clamorosa e stavolta per i risultati sul campo: questa volta Collovati (che nel frattempo era stato convocato in Nazionale) preferì accasarsi, fra le polemiche dei tifosi, che lo accusarono di tradimento, con i cugini dell'Inter dopo che in una partita a Como era stato colpito da un sasso lanciato dagli spalti da un tifoso milanista.
Nell'Inter fu quasi sempre titolare, ma nel settembre del 1986 preferì avvicinarsi al luogo natio e decise di passare all'Udinese, con cui rimase però solo una stagione (20 partite, 2 reti). Concluse la carriera dopo due stagioni alla Roma (1987/1988 e 1988/1989) e quattro al Genoa (dal 1989/1990 al 1992/1993), tutti disputati in serie A.
NAZIONALE
Con la Nazionale azzurra Collovati ha giocato 50 partite e realizzato 3 goal: esordì il 24 febbraio 1979 in Italia-Olanda 3-0 e realizzò la prima marcatura il 16 febbraio 1980 durante Italia-Romania 2-1. Collovati fu tra i protagonisti dei mondiali del 1982 svoltisi in Spagna e fu titolare nella finale vinta dagli azzurri contro la Germania Ovest per 3 a 1. L'ultima partita in nazionale fu contro la Corea del Sud, ai Mondiali del 1986.
DOPO IL RITIRO
Dopo il ritiro dal calcio giocato ha prodotto numerose trasmissioni televisive, sia nazionali che locali. Durante le stagioni 2006/2007; 2007/2008; 2008/2009 è ospite fisso della Domenica Sportiva su Rai Due. Ha condotto con la moglie Caterina su Canale Italia "Sfoghi di calcio" e sull'emittente ligure Telenord la trasmissione sportiva "Il derby del Lunedì". Attualmente produce e conduce insieme alla moglie le trasmissioni "Il Campionato dei Campioni" in onda su Odeon TV.
|
|
|
8 novembre 1970, Milan vs Internazionale 3-0, esibizione dei Pulcini del Milan prima del derby.
In piedi, da sinistra: Gigi Bellocchio, Giorgio Skoglund, Altomare, Fulvio Collovati, Plafoni, Giuliani.
Accosciati: Ferrari, Mura, Giovanni Sartori, Passerini, Stroppa (per gentile concessione di Antonella Bellocchio) |
Profilo di Collovati, stagione 1977-78 |
Milanello, maggio 1979: da sinistra, Giovanni Sartori, Franco Baresi, Rino Ammendola, Fulvio Collovati, Gabriello Carotti (per gentile concessione di Lorenzo Ammendola) |
(dal sito www.tg5.it) |
Figurina "Panini", 1976-77 |
(Archivio Magliarossonera.it) |
Figurina "Panini", 1980-81 |
(Archivio Magliarossonera.it) |
Fulvio Collovati capitano del Milan 1981-82 (Archivio Magliarossonera.it) |
Il Milan Allievi Nazionali 1972-73.
In piedi, da sinistra: il Mister Giovanni Cattozzo, Fulvio Collovati, Piero Burla, Brusoni,
Francesco Vincenzi, Franco Allievi, Michele Zaffarano (massaggiatore), un dirigente.
Accosciati, da sinistra: Luciano Campanini (capitano), Ivano Trotti, Giovanni Lorini,
Giuseppe Donatelli, Elio Garavaglia, De Bastiani.
(per gentile concessione di Giorgio Verzini) |
Giugno 1973, Fulvio Collovati nel Milan che vince il Trofeo "Città di Desenzano" (BS) |
Giugno 1973, Fulvio Collovati nel Milan che vince il Trofeo "Città di Desenzano" (BS) |
La formazione del Milan Primavera 1973-74, prima di un Varese vs Milan.
In piedi, da sinistra: Sartori, Burla, De Vecchi, Lorini, Collovati, Tancredi.
Accosciati, da sinistra: Skoglund, Fasoli, Citterio, Raso, Forlani
(per gentile concessione di Pietro Burla) |
Campionato Primavera 1974-75, Milan vs Sant'Angelo Lodigiano 1-2, Gigi Bellocchio contrastato da Fulvio Collovati
(per gentile concessione di Antonella Bellocchio) |
|
|
Cartolina di Fulvio Collovati, stagione 1975-76 (by Roberto Brambilla) |
21 febbraio 1976, seconda partita del girone eliminatorio del XXVIII Torneo di Viareggio disputata a Sarzana: Milan vs Partizan Belgrado 4-0
(foto e didascalia: per gentile concessione di Antonio Forlani) |
Formazione al completo dopo la premiazione del Torneo Internazionale di Zurigo del 1977
Da sinistra, in piedi: Lovato, Ammendola, Mariconti (con la Coppa), Giusto, Incontri, Monzani, Pisaniello, Ravizzini,
un dirigente del Torneo, Zagatti.
Accosciati, da sinistra: Valentinuzzi, Collovati, Sola, Lorini (capitano), Grassi, Gaudino, Sartori, ....
(per gentile concessione di Lorenzo Ammendola) |
Torneo Internazionale di Zurigo 1977: Lovato, Mariconti, Collovati, Sartori, Lorini, Ammendola e Giusto
(per gentile concessione di Lorenzo Ammendola) |
24 aprile 1977, Milan vs Lazio 2-2: Fulvio Collovati in marcatura su Giordano (per gentile concessione di Francesco Di Salvo) |
Fulvio Collovati, stagione 1976-77 |
(Archivio Magliarossonera.it) |
Collovati contrasta Vincenzi in Milan vs Vicenza, stagione 1977-78
(dal sito www.museovicenza1902.net)
(da "Il Milan Racconta") |
Stagione 1978-79
(per gentile concessione di Emanuele Pellegrini) |
Stagione 1979-80 |
16 settembre 1979, Roma vs Milan 0-0 |
Fulvio Collovati, stagione 1979-80 |
Fulvio Collovati, stagione 1979-80 |
Stagione 1981-82 (per gentile concessione di Riccardo Gaggero) |
Cartolina di Fulvio Collovati, stagione 1981-82 |
(dal "Guerin Sportivo", per gentile concessione di Renato Orsingher) |
Fulvio Collovati e Gigi Radice
(da "L'Unità", per gentile concessione di Gianni Morelli) |
|
Dal sito www.tg5.it
Caterina Collovati: "Calcio e showgirl, tanti amori fragili"
"Resto sempre dubbiosa davanti a tutte queste passioni tra calciatori e showgirl. Spesso finiscono nel nulla. Significa che non è amore vero". Parla Caterina Collovati, da 22 anni accanto a Fulvio, difensore della nazionale azzurra campione del mondo nel 1982. Caterina e Fulvio hanno due figlie: Celeste, 19 anni, studentessa di Giurisprudenza, e Clementina, 9 anni, con la passione per la recitazione. Caterina racconta: "E pensare che Fulvio sognava un maschio, sperando che poi si appassionasse al calcio! Proprio per questo avevamo fatto in modo che nascessero sotto il segno della Bilancia, perché Nils Liedholm, grande allenatore di calcio e grande appassionato di astrologia, sosteneva che i nati di quel segno hanno più facilità a imporsi nel mondo del pallone".
|
Dal sito di Fulvio Collovati, www.collovati.it
MIO FIGLIO HA SEMPRE RAGIONE
di Fulvio Collovati, 07.02.2007
Sono molte le teorie, le proposte, le spiegazioni che i media italiani hanno elaborato in questi giorni, dopo i fatti violenti seguiti alla partita Catania-Palermo, durante i quali è stato ucciso l´Ispettore Capo Filippo Raciti. Ognuna di esse ha certamente dignità e fondamento, con l´ovvia eccezione delle scritte sui muri e degli insulti alla Polizia. Credo, però, che non si sia insistito abbastanza su un aspetto. Quello che stiamo vedendo adesso è purtroppo il risultato di anni di delegittimazione del ruolo dell´autorità: dagli insegnanti di scuola fino alla polizia. I genitori che per un voto basso non redarguiscono più i figli, bensì gli insegnanti, fanno passare ai giovani un messaggio a mio avviso deleterio: tu puoi fare quello che vuoi, hai sempre ragione, nessuno può importi limiti.
Quando questo atteggiamento raggiunge, in particolari situazioni, i suoi limiti più estremi, non sorprende più che alla morte di Raciti compaiano le vergognose scritte sui muri di Livorno e Bologna e si sentano le allucinanti dichiarazioni di alcuni ultrà che tendono a leggittimare l´omicidio. La nostra società ha bisogno di recuperare a tutti il livelli il valore profondo delle regole, del loro rispetto e della punizione per le infrazioni. Ritrovare questi significati deve essere una priorità di tutti: delle famiglie, della scuola, dei media, dello Stato. Solo così potremo garantire ai nostri figli la serenità, non solo allo stadio, ma in tutte le attività della vita. E parlando di figli il pensiero non può che correre a quelli di Filippo Raciti, al loro pianto di fronte a qualcosa che, come noi, non possono né capire né accettare. Ogni considerazione sociologica passa in secondo piano, e resta spazio solo per l´umana commozione davanti al cappello da poliziotto, così grande per il piccolo Alessio, o alle parole della sorella Fabiana, testimonianza del fatto che, come lei stessa ha detto, Filippo Raciti era bravo a fare il papà. E di papà e di mamme così ne servirebbero molti di più.
Sono perfettamente d´accordo, manca il senso dell´autorità in famiglia, a scuola, in strada.
Il permissivismo, il buonismo, il perdonare tutto (e aggiungiamoci l´eredità del ´68, l´irridere le "buone maniere borghesi") hanno molta responsabilità. Fossi un professore o un maestro non permetterei il "tu" agli alunni, le distanze devono esserci, devono sentire che la cattedra vale un rispetto. La forma è anche sostanza. |
(dal sito ufficiale di Fulvio Collovati) |
(dal sito ufficiale di Fulvio Collovati) |
Fulvio Collovati, 1978-79 (by Roberto Rolfo) |
Stagione 1978-79 |
Fulvio Collovati, stagione 1978-79
(dal sito www.acmilan.com) |
Estate 1979, Fulvio Collovati e Giovanni Lorini (per gentile concessione di Giovanni Lorini) |
Estate 1979, Giovanni Lorini e Fulvio Collovati con due amici (per gentile concessione di Giovanni Lorini) |
Giovanni Paolo II con Franco Baresi e Fulvio Collovati all'udienza del Milan Campione d'Italia 1978-79 |
Fulvio Collovati, stagione 1979-80 |
Articolo relativo al debutto di Collovati in Azzurro contro l'Olanda a San Siro il 24 febbraio 1979 (dal "Guerin Sportivo") |
(dal sito ufficiale di Fulvio Collovati)
(dal sito ufficiale di Fulvio Collovati) |
Fulvio Collovati, stagione 1979-80
(per gentile concessione di Sergio Taccone) |
Fulvio Collovati con Gianni De Giovanni, 1981-82
(per gentile concessione di Gianni De Giovanni, Presidente del Milan Club "Ezio Giribaldi", ex "Via Savona", Milano) |
|
|
Fulvio Collovati in Azzurro
(dal sito ufficiale di Fulvio Collovati) |
Fulvio Collovati, stagione 1981-82 |
Fulvio Collovati in Nazionale, 1982 |
|
|
Altre immagini di Collovati con la Nazionale
(dal sito ufficiale di Fulvio Collovati) |
|
|
(dal sito ufficiale di Fulvio Collovati) |
Ai tempi dell'Inter
(dal sito ufficiale di Fulvio Collovati) |
Ai tempi dell'Inter
(dal sito ufficiale di Fulvio Collovati) |
(Archivio Magliarossonera.it) |
(Archivio Magliarossonera.it) |
|
|
|
Maglie da allenamento con firma di Fulvio Collovati della stagione 1975-76 (by Federico Enrichetti, www.soccerstuff.it) |
Dal sito www.milanblogclub.splinder.com
26 marzo 2009
FULVIO COLLOVATI, L'INGRATO TRANSFUGA
Lo stopper friulano, tra i protagonisti dello scudetto della "Stella", esordì con il Milan a 19 anni. Poteva diventare una bandiera rossonera ma nel 1982 decise di saltare il fosso e diventare interista
Da Gianluigi Paracchini ho preso in prestito il titolo di questo articolo. La definizione di Collovati come "ingrato transfuga" è contenuta, infatti, in un passaggio della stupenda antologia milanista "Rossoneri Comunque", pubblicata alcuni anni fa dalla casa editrice Limina. Lo stopper della nazionale campione del mondo nel 1982, cresciuto nelle giovanili rossonere, esordì con la maglia del Milan a 19 anni appena compiuti. Era il 20 giugno del '76 e i rossoneri uscirono sconfitti dal San Paolo di Napoli (2-1) in una partita di Coppa Italia. Collovati subentrò in avvio di gara all'infortunato Zignoli. In panchina sedeva lo sfortunato Paolo Barison (morto in un incidente stradale nel 1979 ad appena 43 anni) dopo l'addio di Trapattoni (trasferitosi alla Juventus) che aveva rilevato, prima dell'inizio del campionato, Gustavo Giagnoni. Fu una stagione molto tormentata, segnata dalla guerra interna che vide il presidente Buticchi da una parte e Gianni Rivera dall'altra (alla fine prevalse il golden boy). L'allenatore che fece esordire Collovati in serie A fu Pippo Marchioro, nella stagione 1976-'77 (Milan-Perugia 2-1). Fu un anno molto tormentato, con il Milan costretto a dover lottare fino all'ultimo per non retrocedere. A fine stagione collezionò 11 presenze, segnando anche il suo primo gol con la maglia rossonera in una partita di Coppa Uefa ricca di emozioni (Akademik Sofia-Milan 4-3, andata dei sedicesimi di finale). Il difensore di Teor, tuttavia, non era ancora entrato in pianta stabile in prima squadra, chiuso da giocatori di maggiore esperienza come Sabadini e Anquilletti. Nella stagione 1977-'78, con Liedholm allenatore, Collovati divenne titolare, disputando quasi l'intero campionato, impreziosito anche dal suo primo gol in campionato, realizzato a San Siro nella goleada rossonera contro la Fiorentina. La stampa sportiva lo definì l'erede di Rosato. Le sue buone qualità tecniche, l'abilità nel gioco aereo e la grande capacità nell'anticipare l'attaccante avversario, lo misero ben presto in evidenza come uno dei migliori giovani difensori italiani. Il sapiente e paziente lavoro del barone svedese permise a Collovati di fare il definitivo salto di qualità pur in stagione ('77-'78) avara di soddisfazioni per il club di via Turati, quarto in campionato, eliminato dal Napoli in Coppa Italia e fuori al primo turno di Coppa delle Coppe per mano del Betis Siviglia.
Nel campionato del decimo scudetto, Collovati fu uno dei protagonisti della vittoria finale, punto di forza di un reparto arretrato solido e affidabile, secondo per gol subiti (appena 19 in 30 partite) solo al Perugia. La sua assenza pesò, soprattutto, nel derby di ritorno, alla ventiduesima giornata. La difesa milanista traballò pericolosamente sotto i colpi interisti, in una partita afferrata nel finale grazie alla doppietta di De Vecchi. Collovati festeggiò lo scudetto il 6 maggio '79 contro il Bologna, a coronamento di una grande stagione che gli spalancò le porte della nazionale di Bearzot. Esordì il 24 febbraio '79 (Italia-Olanda 3-0) ed un anno dopo segnò il primo gol in maglia azzurra (Italia-Romania 2-1).
Agli Europei, disputati in Italia nel 1980, sbagliò il rigore decisivo nell'interminabile sequenza dal dischetto contro la Cecoslovacchia, nella finale per il terzo posto. Brera gli rimproverò un'ossessionante ricerca di stile, Garanzini evidenziò la sua eleganza in campo. Dopo il declassamento a tavolino in serie B, lo stopper rimase in rossonero, ben figurando nel duro campionato cadetto che lo vide due volte a segno (a Rimini un suo gol evitò la sconfitta). La risalita in A fu immediata ma l'anno seguente arrivò la pessima stagione 1981-'82, l'ultima di Collovati in rossonero.
Ad inizio campionato, il difensore promise di voler restare a lungo al Milan, mostrandosi possibilista circa un inserimento della squadra nella lotta per lo scudetto. Ma quell'annata fu incredibilmente disgraziata e sfortunata. Collovati ereditò da Maldera la fascia di capitano e non fu certo tra i principali artefici della retrocessione anche se la contestazione dei tifosi non lo risparmiò. A Como, dopo l'ennesima sconfitta in quel campionato, si beccò un sasso lanciato dalla curva milanista. La sua ultima presenza con la maglia rossonera la collezionò nel giorno del suo venticinquesimo compleanno: penultima di campionato, Milan-Torino 0-0. Un pareggio tanto scialbo quanto drammatico, preludio alla seconda discesa del diavolo nel purgatorio della cadetteria.
Dopo il trionfale Mundial spagnolo, che giocò da titolare e ad altissimi livelli, Collovati acconsentì alla sua cessione all'Inter in cambio del prestito di tre giocatori (Serena, Pasinato e Canuti). Per i tifosi milanisti fu il massimo dell'oltraggio, un vero tradimento calcistico: uno dei giocatori più amati, destinato probabilmente a diventare una bandiera rossonera, decideva di vestire la maglia più odiata, quella nerazzurra. Per quanto mi riguarda, essendo un grande estimatore di Collovati, fui costretto a rivoluzionare la mia stanza dove campeggiavano alcuni poster dello stopper friulano.
Sorte diversa ebbe, invece, Franco Baresi, quasi coetaneo di Collovati. Il piscinin di Travagliato decise di fare della maglia rossonera la sua seconda pelle. E a fine carriera ebbe ragione.
Nella galleria dei ricordi di molti tifosi milanisti, Collovati è in maglia nerazzurra mentre viene sovrastato dall'inglese Mark Hateley nello strepitoso stacco che permise al Milan di tornare a vincere un derby (correva l'anno 1984) dopo un'astinenza durata un lustro.
Chiudo con una citazione tratta dal sito www.settimanasportiva.it: "Il Milan aveva due centrali bravi, molto ambiti da tante squadre. Collovati saltò il fosso, Baresi rifiutò sempre tutte le offerte. Il primo fu punito dal Dio del calcio e non vinse mai nulla, il secondo fu premiato e raccolse tutto".
by ST "Milanistavero"
|
|
|