Ha giocato anche con il Brescia (B), il Napoli (A), l'Atalanta (A), il Cagliari (A), la Spal (B).
Ha allenato la Spal, il Siena, il Mantova, la Triestina, l'Atalanta, l'Avellino, il Como, il Napoli, la Roma, l'Internazionale, la Fiorentina.
E' stato Consulente Tecnico della Fiorentina (A).
"Centrocampista di quantità, più che di qualità, arriva al Milan oramai trentenne e in declino fisico, non riuscendo a garantire il suo consueto apporto alla manovra." (Da "La Grande Storia del Milan", Gazsport 2005)
"Arrivò al Milan nell'estate del 1973, immediatamente dopo la stagione 1972-73, quella della "Fatal Verona", ma anche quella che portò in bacheca la seconda Coppa delle Coppe e la terza Coppa Italia, quando però la sua carriera di calciatore era ormai avviata sul viale del tramonto. Anche per il suo carattere schivo, non riuscì a legare del tutto con lo spogliatoio e quindi a lasciare un segno tangibile in rossonero, con la squadra che al termine del campionato si classificherà, dopo due secondi posti consecutivi, settima, disputando una stagione molto al di sotto delle attese." (Nota di Colombo Labate)
Copertina di "Forza Milan!" di agosto-settembre 1973 con i nuovi acquisti rossoneri:
da sinistra, Ottavio Bianchi, Alessandro Turini, Franco Bergamaschi e Pierluigi Pizzaballa |
Stagione 1973-74 (per gentile concessione di Renato Orsingher) |
Ottavio Bianchi con Sabadini a Milanello, 1973-74 |
Ottavio Bianchi, neo acquisto rossonero per la stagione 1973-74 (da "Lo sport nei ricordi di carta") |
In Nazionale |
Dal sito www.wikipedia.it
CALCIATORE
Crebbe calcisticamente nelle giovanili del Brescia, con cui esordì in Serie A nel 1965; nel 1966 fu ingaggiato dal Napoli, club con il quale disputò cinque campionati consecutivi, per poi vestire le maglie di Atalanta, Milan e Cagliari; vanta anche due presenze in Nazionale. Chiuse la carriera alla SPAL, in Serie B, nel 1977 dove intraprese, assieme a Ballico e Bugatti la carriera di allenatore scendendo contemporaneamente in campo.
ALLENATORE
Intrapresa la carriera di allenatore, sedette sulle panchine di Siena, Mantova, Triestina e Atalanta, con cui vinse il campionato di C1 1981-82.
Le buone cose fatte vedere dalle sue squadre, gli valgono la chiamata in Serie A da parte dell'Avellino nel corso del campionato 1983-84 per approdare poi al Como e, nel 1985, al Napoli, che vinse il suo primo scudetto nel 1986/87; con Bianchi in panchina i partenopei conquistarono, sempre nel 1987 la Coppa Italia e, nel 1989, la Coppa UEFA. Nel 1990 passò alla Roma, con la quale vinse nel 1991 vinse la Coppa Italia, raggiungendo anche la doppia finale di Coppa UEFA (persa contro l'Inter: 0-2 a Milano, 1-0 a Roma).
Terminata l'avventura capitolina a fine campionato 91/92, nel novembre dello stesso anno torna sulla panchina del Napoli, dopo l'esonero di Claudio Ranieri, riuscendo a sfiorare la qualificazione Uefa con una squadra presa in pienissima zona retrocessione, seppur con campioni del calibro di Zola, Careca, Fonseca, Ferrara, Giovanni Galli ed un giovanissimo Fabio Cannavaro, che esordisce proprio in quell'anno in serie A.
L'anno dopo è ancora al SSC Napoli, ma dietro la scrivania come direttore tecnico, lasciando la panchina a Marcello Lippi: l'esperienza è proficua (la squadra nonostante la cessione di molti calciatori importanti per motivi finanziari riesce a qualificarsi in Coppa UEFA) ma dura soltanto un anno, l'Inter gli offre la propria panchina e lui accetta.
All'ombra della "madunina", disputa un buon campionato (il primo dell'era-Moratti), con ciliegina sulla torta la vittoria nel derby contro il Milan per 3-1. Ma l'anno dopo, nonostante l'arrivo di campioni come Javier Zanetti, Roberto Carlos e Gianluca Pagliuca, la squadra stenta, e proprio il suo vecchio amore, il Napoli, gli è fatale. La sconfitta al S.Paolo per 2-1 (reti di Imbriani e Buso per gli azzurri, Fontolan per i milanesi) convince Moratti a sollevarlo dall'incarico.
Tornerà in panchina soltanto 7 anni dopo, chiamato a salvare la Fiorentina nel 2002 da una disastrosa retrocessione, non ci riuscirà, andando via anche per i noti contrasti con il presidente Cecchi Gori.
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Dal sito www.gazzetta.it
LA SCHEDA DI OTTAVIO BIANCHI
Ottavio Bianchi è nato a Brescia il 6 ottobre 1943. Dopo una carriera di calciatore in A e B con Brescia, Napoli, Milan, Cagliari e Spal, nel 1978/79 ha iniziato la carriera di allenatore al Siena in C2. I successi più importanti sono legati però al Napoli, che ha allenato prima dal 1985/86 al 1988/89 e poi nel 1992/93, quando subentrò a Ranieri a stagione in corso. Sulla panchina partenopea ha vinto uno scudetto (il primo della storia del Napoli) e una coppa Italia nel 1986/87, una coppa Uefa nel 1988/89.
Da calciatore ha giocato con il Brescia (serie A e B), con il Napoli, con il Milan, con il Cagliari (sempre in A) e ha chiuso la carriera con la Spal in B nella stagione 1976/77. Ha totalizzato 2 presenze in nazionale (esordio l'1 novembre 1966 Italia-Urss 1-0) e 224 presenze e 27 gol in serie A. Dopo l'esordio come allenatore nel 1978/79 al Siena in C2, allena in C1 Mantova, Triestina e Atalanta, squadra con cui ottenne la promozione in serie B. Nel 1982/83 passa a guidare l'Atalanta in B e l'anno seguente ottiene la prima panchina in serie A alla guida dell'Avellino. La stagione successiva allena il Como (serie A).
Poi nel 1985/86 passa al Napoli che guida per quattro stagioni e con cui conquista uno scudetto (1986/87), una Coppa Italia (1986/87) e una Coppa Uefa (1988/89). Dopo un anno di inattività passa alla Roma dove resta per due stagioni e con cui vince una coppa Italia (1990/91). Nel 1992/93 è ancora a Napoli, poi un anno di inattività e due stagioni, la seconda delle quali non terminata, all'Inter. Nel 1998/99 viene nominato coordinatore delle nazionali giovanili, poi nel marzo scorso accetta l'offerta della Fiorentina dove arriva come responsabile dell'area tecnico-sportiva. Lunedì la nomina quale allenatore della prima squadra. In 306 partite di serie A ha ottenuto 124 vittorie, 108 pareggi e 74 sconfitte.
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