Dario Giuliano Mario BARLUZZI
"Scossa elettrica"

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(Archivio Magliarossonera.it)


Scheda statistiche giocatore
  Dario Giuliano Mario BARLUZZI

Nato il 06.09.1935 a Belluno, † il 14.10.2021 a Varese

Portiere (P), m 1.85, kg 78

Stagioni al Milan: 5, dal 1962-63 (da novembre 1962) al 1966-67 (a novembre 1967 ceduto all'Internazionale)

Soprannome: “Scossa elettrica”

Proveniente dall'Alessandria

Esordio nel Milan in gare ufficiali e in Coppa Italia
il 05.12.1962: Milan vs Sampdoria 0-1

Ultima partita giocata con il Milan il 30.06.1967: Zurich vs Milan 2-0 (Coppa delle Alpi)

Totale presenze in gare ufficiali: 102

Palmares rossonero: 1 Coppa Italia (1967), 1 Campionato "De Martino" (1966-67)




Ha giocato anche con il Belluno (*), il Montebello (Prom.), il Treviso (B, C, D), il Catania (A), l'Alessandria (B), l'Internazionale (A), il Mantova (B), il Varese (B, A).

"Nel Diavolo arriva appena dopo lo scudetto '62 e va via appena prima dello scudetto '67. Vive con la squadra la prima, storica vittoria in Coppa dei Campioni ('63) e s'aggiudica da titolare la Coppa Italia '67. Il suo vero momento di gloria è il 16 novembre 1963 quando, infortunatisi Ghezzi e Balzarini, nello spareggio disputato al Maracanà difende la rete rossonera nella sfida persa per un gol con il Santos, in palio la Coppa Intercontinentale. Per un paio di stagioni, tra il tramonto di Ghezzi e il tardo exploit di Cudicini, è titolare tra i pali della porta milanista e nel '65 contribuisce al secondo posto in campionato dietro i cugini dell'Inter. Ha trent'anni e tocca qui il top di una carriera che si chiuderà tra Mantova e Varese." (Da "Dizionario del calcio italiano", Baldini & Castoldi Editori, 2000)




Dal sito www.wikipedia.it

Nasce calcisticamente nel Treviso dove disputa ben 7 campionati, quasi tutti in serie C. Nel 1961-62 è in serie A con il Catania, anche se non riesce ad esordire. L'anno successivo passa al Milan come riserva di Ghezzi (sostituisce Liberalato) ottenendo 3 presenze. Subentra a Balzarini nello spareggio con il Santos valevole per la Coppa Intercontinentale. Negli anni successivi, complici alcuni infortuni a "kamikaze" Ghezzi ottiene la maglia numero 1.
Nel 1967-68 viene ceduto all'Inter dove totalizza una sola partita in Coppa Italia. La carriera di Barluzzi continua in B con il Mantova e successivamente al Varese. Con i biancorossi raggiungere nuovamente la serie A dove gioca all'età di 36 anni le ultime 7 partite.




Da "Storia del calcio Belluno 1905" - facebook

"Probabilmente Mario Barluzzi è stato il miglior prodotto del vivaio del Calcio Belluno. Per meglio dire, Mario Barluzzi è stato il calciatore bellunese che, una volta svestita la maglia gialloblu, ha avuto la carriera più importante fra tutti. Se non fosse mancato lo scorso 14 ottobre, a Varese, sua città d'adozione, oggi Barluzzi avrebbe compiuto 87 anni. Era nato in città, nel quartiere di Borgo Pra, il 6 settembre 1935, terzo figlio di Aldo Barluzzi e Teresa Zampieri. Fin da bambino si appassionò al gioco del calcio che, sul finire degli anni Quaranta, iniziò a praticare nelle file della squadretta del popolare quartiere cittadino: i Birichini di Don Bosco. Nel 1950, prima di approdare al Belluno, il quindicenne Mario indossò brevemente la maglia dell'Unione sportiva Alpina Fiamoi, compagine nata subito dopo la guerra per volontà di Mario Mussoi e che giocava (piccoli tornei cittadini ed incontri con altre squadre della provincia) sul campo di La Rossa, realizzato sulla parte terminale del Campo di aviazione.
Nelle formazioni giovanili del Belluno, Dario Giuliano Mario Barluzzi (questo il suo nome completo) non tardò a mettersi in luce, tanto che nella stagione 1952-53, a soli 17 anni, venne aggregato alla prima squadra gialloblu, militante in IV Serie e diretta da Bruno Pellegrinet, in cui il ruolo era coperto dall'esperto Franco Parisi e dall'emergente Marco "Moka" D'Incà, a lungo inseguito dalla Juventus e poi approdato in Serie B al Modena. Fu così che Mario venne girato in prestito i vicentini del Montebello, con cui disputò sei gare nel campionato di Promozione veneta. Rientrato a Belluno, fu titolare nel campionato di IV Serie 1953-54, in cui il tecnico Felice Arienti lo impiegò in tutte le trenta partite. Venne acquistato dal Treviso, militante in Serie B, con cui ebbe modo di esordire fra i cadetti a soli 19 anni; il 30 gennaio 1955, al "Tenni", fu titolare in Treviso-Brescia 1-2. Il tecnico biancoceleste Giacinto Ellena gli diede fiducia anche nelle due successive gare: il derby con il Verona (1-1) la trasferta di Como (2-1 per i lariani). Dopo quella prima stagione, rimase a Treviso altri sei campionati, cinque di Serie C in cui collezionò 135 presenze e uno di Serie D.
Per il campionato 1961-62 viene ingaggiato dal Catania, reduce dalla salvezza conquistata la stagione precedente. Nelle file siciliane è secondo di Giuseppe Vavassori, anche lui neo acquisto, reduce da tre scudetti conquistati con la Juventus. Barluzzi morde il freno e solo a stagione finita avrà modo di difendere la porta catanese in due gare internazionali della Coppa dell'Amicizia. In estate il Catania lo gira in prestito-prova all'Alessandria, con cui l'estremo bellunese avrà modo di disputare tre partite della Coppa delle Alpi. Con la maglia dei grigi debuttò il 10 giugno 1962 nella vittoriosa trasferta di Chiasso (0-1) e poi giocò le successive due gare della Coppa delle Alpi, quella di ritorno con il Chiasso (2-0) e la semifinale con i francesi del Grenoble che imponendosi 1-0 eliminarono l'Alessandria.
A quel punto l'ingaggio di Barluzzi da parte del club piemontese pareva sicuro. Sulla stampa alessandrina si lesse: "Novità degne di rilievo non ve ne sono, se si esclude il probabile ingaggio di Barluzzi che ha fornito in queste ultime settimane varie prove positive". Invece a novembre Mario Barluzzi venne chiamato da Gipo Viani al Milan, inizialmente come terzo portiere. In rossonero, pur senza vincere lo scudetto, l'estremo difensore bellunese raggiunge l'apice della sua carriera. Debutta in massima serie, a San Siro, il 16 dicembre 1962: Milan-Torino finisce 2-1. Corsi e ricorsi del calcio: i granata sono allenati da quel Giacinto Ellena che quando allenava il Treviso, nel 1955, fece esordire in Serie B il diciannovenne Barluzzi. Nella prima stagione da milanista il buon Mario non trova molto spazio: gioca altre due gare in Serie A (Milan-Vicenza 6-1 e Torino-Milan 0-0), la gara del secondo turno di Coppa Italia (Milan-Sampdoria 0-1) e tre incontri della Coppa dell'Amicizia (Lens-Milan 1-3, Olimpique Lione-Milan 2-4 e Milan-Genoa 1-2).
La seconda stagione di Mario Barluzzi al Milan ebbe una clamorosa svolta il 16 novembre 1963. Fino ad allora l'estremo bellunese aveva avuto modo di disputare solo partitelle in famiglia ed amichevoli, quella sera al Maracanà di Rio de Janeiro, di fronte a 120.421 spettatori, nello spareggio di finale della quarta edizione della Coppa Intercontinentale, fra Santos e Milan, al 40' del primo tempo venne chiamato a sostituire il compagno Balzarini, toccato duro dai brasiliani detentori della Coppa. La sfida fu giocata in un clima surreale, con l'arbitro argentino Brozzi sfacciatamente a senso unico per il Santos. Con un paio di interventi decisivi e per il coraggio dimostrato assieme e ai compagni, Mario conquistò l'appellativo di "Leone di Rio". Non solo, divenne il titolare a difesa della porta milanista in undici gare di campionato e tre di Coppa Campioni.
Al Milan rimase fino al novembre 1967 quando, non senza clamore, passò all'Inter. In rossonero ha disputato 102 gare ufficiali (campionato, Coppa Italia, Coppa Campioni, Intercontinentale, Mitropa Cup, coppe minori) vincendo la Coppa Campioni 1963 e la Coppa Italia 1967. In neroazzurro ha disputato una gara di Coppa Italia, una della Coppa Rappan e 11 con la formazione De Martino. Nel campionato di Serie B 1968-69 ha disputato 7 gare con il Mantova, mentre dal 1969 al 1973 ha vestito i colori del Varese in Serie A (7 presenze), Serie B (1 presenza) e Coppa delle Alpi (1 presenza).




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Mario Barluzzi, accosciato con il pallone in mano,
nella formazione dei Birichini di Don Bosco Borgo Pra, 1949
(da "Storia del calcio Belluno 1905" - facebook)
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Mario Barluzzi, secondo accosciato da sinistra,
nella formazione dell'Us Alpina Fiamoi, 1950
(da "Storia del calcio Belluno 1905" - facebook)



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Un plastico volo di Barluzzi in allenamento
(da "Storia del calcio Belluno 1905" - facebook)
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Treviso, Serie C 1956-57: Mario è il primo accosciato da sinistra, l'allenatore è Felice Arienti, che lo lanciò in prima squadra nel Belluno
(da "Storia del calcio Belluno 1905" - facebook)



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Milan, Serie A 1963-64
(da "Storia del calcio Belluno 1905" - facebook)
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Milan, Serie A 1965-66
(da "Storia del calcio Belluno 1905" - facebook)



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Barluzzi protagonista sulle colonne del periodico "MilanInter"
(da "Storia del calcio Belluno 1905" - facebook)





(dal sito www.inter.it)


(Archivio Magliarossonera.it)





(Archivio Magliarossonera.it)


Figurina "Panini"



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Permesso di soggiorno in Brasile per la finale di Coppa Intercontinentale 1963
(per gentile concessione di Ivano Piermarini)



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(da "MilanInter" del 16 settembre 1963)
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(da "MilanInter" del 9 dicembre 1963)



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Con un coraggioso intervento, Barluzzi anticipa un grappolo di tre giocatori pronti a colpire il pallone di testa, Noletti, Domenghini
e Magistrelli. Dietro di loro, Fortunato osserva l'azione. San Siro, 1° dicembre 1963, Milan vs Atalanta 2-0. Un paio di settimane prima,
nelle "battaglie" del 14 e 16 novembre 1963 al Maracanà, oltre al furto della Coppa Intercontinentale, il Milan aveva dovuto subire anche
la perdita del portiere titolare, Ghezzi, e del suo sostituto, Balzarini, entrambi per infortunio causato dalla violenza intimidatoria dei giocatori del Santos. E così Barluzzi, terzo portiere in rosa, era stato chiamato a sostituire gli sfortunati colleghi nella stessa partita di spareggio contro i brasiliani e per almeno un paio di mesi in campionato e Coppa dei Campioni
(by Lucia Ravenda)



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(da "MilanInter" del 20 gennaio 1964)



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(da "MilanInter" del 21 dicembre 1964)
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(da "MilanInter" dell'8 marzo 1965)





Dario Giuliano Mario Barluzzi, 1965-66
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(Archivio Magliarossonera.it)





(da "Intrepido")



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Dario Barluzzi nel Milan 1965-66
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Il passaggio di Barluzzi all'Inter
(da "Inter Footbal Club", 1967)



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Rosato, Barluzzi e Rivera, stagione 1966-67
(per gentile concessione di Gianni Righetto)



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(per gentile concessione di Giorgio Verzini)
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(per gentile concessione di Giorgio Verzini)



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(per gentile concessione di Giorgio Verzini)
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(per gentile concessione di Giorgio Verzini)




Figurine che ripercorrono la carriera di Barluzzi con Milan, Inter, Mantova e Varese
(da "Storia del calcio Belluno 1905" - facebook)
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Dal sito www.ilgazzettino.it
12 febbraio 2020

BARLUZZI, EX GLORIA DEL MILAN, DONA 3 CASE ALLA REGIONE: IL GRAZIE DI ZAIA
«Un dono da "numero 1" nei fatti». A dare la notizia che "l'affare è andato in porto" è stato il presidente della Regione del Veneto Luca Zaia. Dario Giuliano Mario Barluzzi, per tutti Dario, ha donato alla Regione tre immobili commerciali in via Simon da Cusighe. Il valore catastale è di 250mila euro. A trovare posto tra quelle serrande abbassate ora saranno dei servizi regionali per due settori strategici: Difesa del Suolo e Protezione Civile.
CONCITTADINO ILLUSTRE - Classe 1935, Barluzzi è stato portiere del Milan nel 1962. E, a causa di un infortunio al portiere Giorgio Ghezzi, ha anche indossato la maglia rossonera con il numero uno. In quella stagione il Milan di Nereo Rocco vinse la Coppa dei Campioni in finale contro il Benfica. «A Belluno, e non solo - spiega il presidente della Regione Zaia - in molti si ricordano di Dario, vecchia gloria del Milan, che ha finito la propria carriera a Varese dove attualmente risiede».
LEGAME CON BELLUNO - Barluzzi non ha però dimenticato la sua terra d'origine tanto da decidere di compiere il grande passo e di donare quei tre locali alla Regione. Si era confrontato con alcuni parenti bellunesi che lo avevano aiutato ad avviare le trattative, inizialmente con il Comune. Alla fine la scelta è andata alla Regione ma la sostanza non cambia. Si tratta di una donazione alla collettività. «Sapremo fare buon uso di questo atto di assoluta generosità - spiega ancora Zaia - quegli spazi, centralissimi a Belluno, saranno prestissimo messi a disposizione dei servizi regionali per la Difesa del Suolo e della Protezione Civile, ed utilizzati per incrementare la sicurezza del territorio».
RICONOSCENZA - «A Dario Barluzzi - prosegue Zaia - rivolgo il più sincero ringraziamento da parte mia e della gente veneta per la concreta iniziativa solidale che ha voluto destinare alla comunità di Belluno. Un gesto concepibile solamente dall'animo di un grande campione, che nella sua città natale ha compiuto l'impresa più bella in una vita piena di successi sportivi. Un dono da "numero 1" nei fatti!»




Dal sito www.varesenews.it
14 ottobre 2021

ADDIO A MARIO BARLUZZI, FU VICE DI CARMIGNANI E SOSTITUÌ FASCETTI SULLA PANCHINA DEL VARESE
Nato a Belluno nel 1935, negli anni Sessanta fu il portiere del Milan con cui vinse una Coppa Italia. Poi l'esperienza con i biancorossi e la scelta di restare a vivere nella Città Giardino
Era nato a Belluno, aveva giocato a Milano - su entrambe le sponde del calcio meneghino - ma si era stabilito a Varese, una città che lo aveva accolto in ambito sportivo e che lui aveva scelto per trascorrere la vita, anche dopo la fine della sua avventura professionali su campi e panchine. È morto oggi - giovedì 14 ottobre - a 86 anni Mario Barluzzi (Dario all'anagrafe), portiere di buona fama tra gli anni Sessanta e Settanta ma anche allenatore con un paio di presenze sulla panchina biancorossa.
Accadde al termine della stagione 1982-83: Barluzzi subentrò nientemeno che a Eugenio Fascetti nelle ultime due giornate quando ormai erano tramontate le velleità di ripetere lo straordinario campionato precedente, quello del (mancato) "Miracolo a Varese". Per lui, da mister, un KO a Perugia e un pareggio casalingo con la Cremonese. Ma a quel tempo la carriera di Barluzzi aveva già attraversato gli anni migliori, quelli trascorsi con i guanti sulle mani e la maglia numero uno sulla schiena.
Dopo aver giocato nel Belluno e soprattutto nel Treviso, Barluzzi era approdato al Milan e in rossonero seppe trovare spazio fino a collezionare oltre 80 presenze in cinque anni con la vittoria di una Coppa dei Campioni (da vice di Ghezzi) nel '63 e di una Coppa Italia nel 1966-67. Poi il passaggio all'Inter che in quel momento fece scalpore, visto che era cosa rarissima vedere un rossonero andare direttamente in nerazzurro e viceversa. Lasciata Milano, Barluzzo arrivò già 34enne al Varese (dopo un'esperienza a Mantova) dove fu principalmente portiere di riserva di un giocatore poi divenuto caposaldo della storia biancorossa, Gedeone Carmignani.
Dopo aver lavorato tra Varese e Monza come allenatore, Barluzzi restò a vivere nella Città Giardino ed era tutt'ora molto conosciuto nella zona tra viale Aguggiari e Sant'Ambrogio, la frazione che ancora oggi raggiungeva in bicicletta (prima tradizionale, ultimamente elettrica) per l'immancabile partita a scopa sui tavoli del circolo. Il funerale si terrà alla "Kolbe" lunedì 18. Ai familiari e alla moglie Franca le condoglianze della redazione sportiva di VareseNews.




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(a cura di Fabrizio Schmid)